lunedì 31 agosto 2009

Influenza suina,a H1N1,è partita la massiccia campagna mediatica sulla vaccinazione di massa

Sconsigliata dal blog Freedom




Siamo arrivati a fine agosto,le vacanze per i più sono terminate,ora si volta pagina e massicciamente tutti i media si sono riversati sulla influenza suina.
Prendendo spunto su qualche caso di contagio anche in Italia,era inevitabile,si adombra la temuta apertura ormai alle porte delle scuole,ovvero la paventata chiusura delle stesse,fortunatamente evitata,sarebbe la prima pietra per iniziare una campagna del terrore sulla pubblica opinione.
Il contagio non è in discussione,alcune vittime sono accertate.come del resto la comune influenza stagionale,la differenza della nuova arrivata dal Messico,può colpire particolarmente i giovani ed essere letale su alcuni di essi,nonostante le buone condizioni di salute.

Le paure e l'allarmismo appena iniziato dai media,non sono giustificabili,un intero emisfero del pianeta,quello meridionale,nonostante la stagione invernale ormai quasi passata per loro,non ha avuto una pandemia accertata,nè tanto meno un numero elevato di vittime,pur non avendo a disposizione alcun vaccino.
Una vaccinazione di queste proporzioni è da considerare un business gigantesco,con un vaccino buttato in commercio in modo frettoloso,chissà se eventuali aspetti tossici dello stesso,potrebbero apparire tra qualche tempo.

I fondati sospetti a questo punto,senza alcuna prova sia chiaro,ma i dubbi sovvengono,d'essere tutti noi,un vero e proprio laboratorio a cielo aperto,magari indotto da una volontà di sperimentazione sia dell'infezione che del relativo rimedio.

Dalle parti del blog Freedom,nessuno di noi è considerato a rischio,sia per le relative professioni,che per l'età non più giovanissima,ma esistono familiari che potrebbero essere indotti alla vaccinazione.

Noi,prendendoci le ovvie responsabilità,sconsiglieremo la pratica della vaccinazione,non ci fidiamo di questa campagna diventata assai sospetta....

[@#& blog Freedom &#@]

Marco Travaglio,il passaparola del lunedì,l'informazione col randello

Colpirne uno,per educarne cento,un vecchio detto cinese,loro si che se ne intendono!!







Il testo integrale dell'intervento

"Buongiorno a tutti.
Io penso che quando si assume un picchiatore poi non ci si può meravigliare se quello picchia e domandarsi se il picchiatore assunto ha avuto un mandato diretto sugli obiettivi da picchiare, oppure se se li sceglie lui pensando di compiacere il padrone, penso sia abbastanza indifferente.
Vittorio Feltri è stato riassunto da Silvio Berlusconi, non da Paolo Berlusconi che è l'editore finto, l'editore pro forma per aggirare la legge Mammì: voi sapete che se dovesse essere vero che Silvio è il vero... il mero proprietario, come direbbe la legge Frattini, del Giornale dovrebbe perdere tutte le concessioni televisive perché la legge Mammì punisce ogni violazione di sé medesima con la revoca e lo spegnimento delle televisioni. Ecco perché l'escamotage di Paolo Berlusconi, ma ancora una volta come già ai tempi della cacciata di Montanelli e dell'assunzione di Feltri pure stavolta il direttore del Giornale è stato deciso da Silvio e non da Paolo, come lo stesso Feltri ha confessato bellamente – ormai le fanno allo scoperto queste porcherie – in una conferenza a Cortina.
Feltri il pestatore

Quindi, il direttore del giornale di Berlusconi scelto da Silvio Berlusconi, anche se Il Giornale risulterebbe essere di Paolo, è stato scelto per picchiare. Non che i precedenti non picchiassero, ma evidentemente è una questione di peso specifico del randello: Feltri ha un randello dal peso specifico più imponente. Probabilmente se Mario Giordano – è inutile aggiunga un'aggettivazione – avesse fatto la stessa operazione se ne sarebbero accorti in pochi proprio perché il peso specifico di chi mena è importante. Quando mena Feltri fa più rumore di quando mena chiunque altro, figurarsi un Giordano; quindi Feltri viene assunto per queste caratteristiche.
Mentre un altro ex direttore del Giornale, Belpietro, viene punito con la mancata promozione a direttore del Tg1 perché ritenuto non incapace di picchiare, ma poco appassionato alla battaglia degli ultimi mesi che Berlusconi ha ingaggiato contro quei pochi giornali che si sono occupati dei suoi scandali e che quindi sono diventati improvvisamente i giornali che fanno una campagna contro Berlusconi: in realtà sono giornali che raccontano fatti e fanno domande, come Repubblica, anche se personalmente avrei preferito qualche domanda in più fra i rapporti epistolari fra Provenzano e Berlusconi e magari qualche domanda in meno sulle ragazze. Non che le ragazze, le prostitute, le minorenni, non abbiano una rilevanza, ci abbiamo dedicato pure un libro, ma c'è anche di peggio.
Feltri si installa al Giornale e comincia a fare il suo mestiere, quello di sempre: picchiare. Picchiare chi? Solo ed esclusivamente quelli che lui ritiene essere i nemici di Berlusconi. Naturalmente l'uomo ha una certa età quindi non ha una grande dimestichezza con il calendario, infatti pesta alcuni obiettivi sui quali si va sul sicuro, De Benedetti, la famiglia Agnelli – tanto gli Agnelli sono tutti morti a parte Margherita, a pestare i morti il rischio è zero. Pesta gli Agnelli per instaurare il teorema secondo cui l'Avvocato era peggio del Cavaliere dunque il Cavaliere è buono, come se nell'ipotesi, trovando un altro ladro, lo metti vicino al ladro tuo e dici: “visto che c'è anche un altro ladro allora il mio è meno ladro”. In realtà abbiamo due ladri, non è che un ladro cancella l'altro: un ladro in più si assomma a quello precedente. Lo stesso vale per tutta questa campagna contro i cosiddetti moralisti: se si scopre che ci sono dei moralisti immorali vuol dire che abbiamo più gente immorale di quella che pensavamo, non vuol dire che visto che il direttore dell'Avvenire sarebbe immorale allora Berlusconi è più etico. Semmai abbiamo due sporcaccioni invece di uno, ammesso e non concesso che si possano usare queste espressioni.
Ma, tornando a bomba, Feltri comincia a menare De Benedetti – va sempre bene, gruppo Repubblica-Espresso, l'unico gruppo che non gli appartiene anche se lui gli ha portato via la Mondadori ma è rimasto qualcosa nelle mani di De Benedetti, Repubblica, l'Espresso e i giornali locali – gli Agnelli per fare l'equazione, i Moratti – addirittura un giorno Feltri se la piglia coi fratelli Moratti anche se uno dei due è marito della sindaca Letizia. Sempre così, perché la sua teoria è molto raffinata: il più pulito c'ha la rogna. Ma non vuol dire “allora mandiamoli a casa tutti”, vuol dire “allora Berlusconi è un santo”, questo è lo strano modo di ragionare che lui ha.
A un certo punto picchia anche Enrico Mentana, che è stato per anni un giornalista molto potente, è stato il direttore del Tg5: criticarlo quando era potente poteva avere un senso, all'epoca tutti zitti. Adesso che l'hanno cacciato da Canale5, adesso che non trova un posto di lavoro pur essendo indubitabilmente il miglior direttore di telegiornale che l'Italia ha avuto negli ultimi quindici anni – poi uno può opinare sui comportamenti, su certe paraculaggini, ma è uno che ha messo in piedi un telegiornale nuovo creato da zero – adesso che ha avuto un'offerta da La7, adesso che Berlusconi ha bloccato quell'offerta di La7 perché lui mette il naso anche nelle pochissime televisioni che non sono sue o che non controlla, allora tutti a dargli a Mentana, infatti l'altro giorno il Giornale ha dato una bella randellata anche a Mentana raccontando la balla che questo stare brigando per diventare direttore del Tg3. Figuratevi, Mentana è tutto fuorché uno stupido, andarsi a infilare in questa guerra civile fra Franceschini e Bersani, che poi combattono per conto di D'Alema e Veltroni, sarebbe semplicemente impensabile per un uomo astuto come lui, ma in ogni caso botte a Mentana.
E da ultimo botte a Ezio Mauro, direttore di Repubblica, e soprattutto al direttore dell'Avvenire, due direttori a caso: il direttore del giornale che quotidianamente da mesi fa le domande a cui Berlusconi non risponde per il semplice fatto che non può rispondere, e il direttore dell'Avvenire che, dopo avere fiancheggiato spudoratamente, biecamente il Berlusconismo, dopo aver taciuto per anni e anni di fronte a tutte le vergogne, i rapporti con la mafia, le corruzioni dei giudici, le corruzioni della Guardia di Finanza, i fondi neri, le evasioni fiscali, le leggi vergogna... vi ricordate che cosa scriveva il direttore dell'Avvenire, o che cosa non scriveva, mentre l'Italia veniva massacrata sul piano della legalità, della Costituzione, del conflitto di interessi, delle leggi canaglia, all'improvviso ha scoperto che Berlusconi, forse, dovrebbe darsi una regolata e c'è voluto questo sventolio di mutande, slip e reggiseni per farlo destare dal lungo letargo. Figuratevi se stiamo parlando di un antiberlusconiano militante: stiamo semplicemente parlando di un tizio che, dirigendo un giornale cattolico, evidentemente era inondato di mail, lettere, telefonate di lettori che dicevano “ma non dite niente nemmeno di fronte alle puttane?” e al puttaniere soprattutto, perché le puttane fanno un mestiere nobilissimo rispetto a quello del puttaniere.
A quel punto è stato costretto a mettere un paio di aggettivi: Dino Boffo è colpevole di un paio di aggettivi e un sostantivo: “più sobrietà, Cavaliere”, scrisse in un durissimo articolo e un'altra volta raccomandò una migliore corrispondenza fra i comportamenti privati e le proclamazioni pubbliche, per questo è stato randellato.
Pecorellismo della peggior specie

Devo dire: l'unico che, secondo me personalmente, non merita la solidarietà che sta ricevendo in questi giorni è proprio il direttore di Avvenire perché il fatto che abbia patteggiato una pena per aver molestato una tizia che era la compagna di un tizio col quale lui stava – questa è la vicenda come pare sia stata ricostruita dai giudici di Terni – è vero. Questa circostanza è vera, quindi il Giornale ha scritto una cosa vera. Perché, secondo me, il fatto che il Giornale abbia scritto una cosa vera è anche un fatto molto preoccupante e che giustamente ha fatto insorgere molti giornalisti italiani, molti politici italiani, me compreso? Boffo patteggia questa pena pecuniaria, stiamo parlando di un reato bagatellare, adesso forse sarebbe incappato nel reato di stalking con delle pene più alte ma all'epoca se l'è cavata con una multa, credo, di 500 euro perché diceva delle cosacce nel tentativo – questo mi pare di aver capito dalla ricostruzione – di allontanare questa donna da un tipo che interessava a lui. Il fatto preoccupante di questa campagna di Feltri non è il fatto che abbiano scritto la verità o la menzogna, perché hanno scritto il vero, questa sentenza esiste, girava voce che esistesse da diversi mesi, nelle redazioni dei giornali, perché erano arrivate molte lettere anonime. Soprattutto, se quando viene emessa una sentenza i giornali la raccontassero, a quel punto nessuno avrebbe nulla da obiettare: “ieri è stata emessa una sentenza, il Dott. Boffo ha patteggiato”, naturalmente le si da l'importanza che ha. Quando uno patteggia una multa per avere fatto delle telefonate e non è il Presidente della Repubblica è ovvio che la notizia va a finire in una pagina interna di un giornale, non va a finire in prima pagina.
Perché se poi dovesse succedere al Presidente della Repubblica dove la metti la notizia? Se poi dovesse succedere al Presidente del Consiglio? Ah no giusto, essendo il Giornale se dovesse succedere al Presidente del Consiglio non la metterebbero.
In ogni caso è chiaro che lo spazio dato alla notizia con il bis a pagina 3, e i tempi cioè anni e anni dopo che questa notizia era uscita dal Tribunale di Terni significa che c'è una gestione della notizia, significa: “io so questa notizia, me la tengo, vediamo come si comporta Boffo. Se Boffo si comporta bene col mio padrone io la notizia non la do, se invece dovesse scrivere anche un solo aggettivo critico nei confronti del mio padrone allora io lo sputtano”. Questa non è informazione, questo è O.P., pecorellismo della peggior specie. Peraltro il povero Pecorelli poi è stato ammazzato perché comunque qualche notizia la pubblicava, e che notizie, ed è morto povero tra l'altro, rispetto a certi figuri che abbiamo oggi in circolazione nel nostro mestiere andrebbe anche un po' riabilitato.
Gli avversarsi di Papi e Feltri

Vi leggo, perché voi capiate la gravità di quel che è successo, un brano. Dice Feltri: “Quando la politica si trasforma e si svilisce scadendo nel gossip – questo sarebbe lo scandalo di quest'estate: il gossip -, quando gli addetti all’informazione si rassegnano a pescare sui fondali del pettegolezzo spacciando per notizie le attività più intime degli uomini e delle donne, - pensate, una prostituta che ha la registrazione di un suo rapporto col presidente del Consiglio a Palazzo Grazioli, nel lettone di Putin e che finisce subito dopo nelle liste elettorali del Popolo della Libertà alle elezioni comunali di Bari è gossip, secondo lui - fatalmente la vita pubblica peggiora e riserva sorprese cattive. E se il livello della polemica è basso, prima o poi anche chi era abituato a volare alto – cioè Feltri! -, o almeno si sforzava di non perdere quota, è destinato a planare per rispondere agli avversari.”.
Ecco: che cosa sarebbe gli avversari? Quali sarebbero gli avversarsi di un giornalista? Questo signore forse non ha capito bene la differenza che c'è fra se stesso e Berlusconi, lui teoricamente sarebbe un giornalista, Berlusconi teoricamente sarebbe un uomo politico che ha degli avversari. Pensate a cosa è stata degradata la nostra professione nelle mani di cerca gente... gli avversari! Gli avversari sarebbero quelli di Repubblica che scrivono le notizie, a mano a mano che le hanno, non che se le tengono per anni per poi spararle addosso a chi si comporta male.
“Mai quanto nel presente periodo si sono visti in azione tanti moralisti, molti dei quali, per non dire quasi tutti, sono sprovvisti di titoli idonei. Ed è venuto il momento di smascherarli. Dispiace, - Feltri è dispiaciuto, è contrito, sta lacrimando come la madonnina di Civitavecchia però il dovere lo chiama, è in missione per conto di Dio come i Blues Brothers - ma bisogna farlo affinché i cittadini sappiano da quale pulpito vengono certe prediche. Cominciamo da Dino Boffo, 57 anni, di Asolo, da parecchi anni direttore del giornale cui accennavamo sopra (cioè il cattolico Avvenire)...”.
L'espressione più preoccupante di tutto l'articolo è “cominciamo da Dino Boffo”, vuol dire “noi abbiamo un sacco di roba su molti giornalisti moralisti, la teniamo nel cassetto e ogni tanto ne spariamo una. Come arrivino queste notizie, chi le fornisca, di quale provenienza sono non lo sappiamo. Io personalmente quando ricevo una notizia verifico se è vera e poi la do subito; non sono abituato a fare articoli scrivendo “cominciamo”... cosa vuol dire, che c'è un elenco? Vuol dire che ci sono dei dossier? Che uso viene fatto dei Servizi Segreti? Non dimentichiamo che siamo il Paese di Pio Pompa, attualmente sotto processo a Roma insieme al generale Pollari per avere dossierato, spendendo peraltro denaro pubblico, giornalisti, uomini politici, imprenditori, cardinali ritenuti pericolosi non per lo Stato ma per Berlusconi, per la persona di Berlusconi.
Il magistrato apre un indagine? E' un nemico di Berlusconi, quindi lo spiamo. Un giornalista si occupa di Berlusconi? E' un nemico di Berlusconi quindi lo spiamo. Nell'elenco c'era anche la mia misera persona, tanto per dire.
Da dove viene la “nota informativa”?

“Cominciamo” scrive minaccioso Vittorio Feltri. L'altro passaggio preoccupante è quello che si legge a pagina 3 nella cronaca del giornalista del Giornale, Gabriele Villa, che si occupava della pagina del golf ai tempi di Montanelli, adesso evidentemente l'hanno promosso alla giudiziaria ma devo dire si intende molto più di golf, a leggere quello che scrive. Villa, dopo avere scritto una frase che vi devo leggere perché è meravigliosa: “le chiacchiere non bastano a crocifiggere una persona, o meglio bastano, sono bastate solo nel caso di due persone: Gesù Cristo per certi suoi miracoli e più recentemente Silvio Berlusconi per certi suoi giri di valzer con signore per la verità molto disponibili”. Cioè due persone, nella Storia, sono state crocifisse: Gesù Cristo e Silvio Berlusconi, scrive Gabriele Villa sul Giornale restando serio. Questi riescono a restare seri anche quando scrivono queste amenità.
“Ma torniamo alle tentazioni, in cui è ripetutamente caduto Dino Boffo e atteniamoci rigorosamente ai fatti, così come riportati nell'informativa:”.
Ecco, questo collega... diciamo questo iscritto all'albo dei giornalisti, cita una “nota informativa che accompagna e spiega il rinvio a giudizio del grande moralizzatore, disposto dal GIP del Tribunale di Terni il 19 agosto del 2004. State attenti alle parole perché è fondamentale: “ nota informativa che accompagna e spiega il rinvio a giudizio del grande moralizzatore” quindi c'è il rinvio a giudizio di Boffo nel 2004, al rinvio a giudizio c'è allegata una nota informativa che lo spiega. Di chi è? Del magistrato naturalmente, cos'è che può accompagnare un atto di un GIP? Un altro atto di un giudice o magari della Polizia Giudiziaria che ha fatto le indagini.
“Copia di questi documenti da ieri è al sicuro in uno dei nostri cassetti e per questo motivo, visto che le prove in nostro possesso sono chiare, solide e inequivocabili, abbiamo deciso di divulgare la notizia”. Cioè lui vuole farci credere che la roba gli era arrivata il giorno prima.
Poi aggiunge: “A onor del vero, questa storia della non proprio specchiata moralità del direttore del quotidiano cattolico, circolava, o meglio era circolata a suo tempo, per le redazioni dei giornali... Ma le chiacchiere non bastano a crocifiggere una persona. O meglio bastano” solo per Gesù Cristo e Silvio Berlusconi.
E quindi ecco la citazione dell'informativa: «...Il Boffo - si legge - è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione. Rinviato a giudizio il Boffo chiedeva il patteggiamento e, in data 7 settembre del 2004, pagava un'ammenda di 516 euro, alternativa ai sei mesi di reclusione. Precedentemente il Boffo aveva tacitato con un notevole risarcimento finanziario la parte offesa che, per questo motivo, aveva ritirato la querela...». La signora in questione era stata risarcita.
Si va un po' più avanti e si dice: “nell'informativa si legge ancora che della vicenda, o meglio del reato, commesso e delle debolezze ricorrenti di cui soffre e ha sofferto il direttore Boffo “sono indubbiamente a conoscenza il Cardinale Camillo Ruini, il Cardinale Dionigi Tettamanzi e monsignor Giuseppe Betori” i vertici della Cei e il Cardinale di Milano.
Da questo scampoletto di prosa noi apprendiamo che c'è un'informativa giudiziaria o poliziesca nella quale si legge che Boffo “noto omosessuale” era “attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni”. Sarebbe un ben triste Paese quello in cui la Polizia attenzionasse le persone perché sono omosessuali. Cioè scopro che uno è omosessuale e faccio un rapporto. Ma quando io ho letto questo articolo ho pensato: vedi mai che questo tizio sia stato identificato dalla Polizia durante un blitz a qualche festino? Quando succede così, quando magari uno viene fermato in macchina con qualcun altro poi viene registrato il suo nome e finisce negli archivi di Polizia.
Quindi è importante sapere cos'è questa informativa. Bene, io ve ne ho letto un brano, oggi il Corriere della Sera pubblica un documento che dice così: “Il dott. Dino Boffo, come da abstract al retro, è stato condannato con sentenza definitiva a un patteggiamento e un'ammenda per molestie... la condanna è stata originata da più comportamenti posti in essere da Boffo... è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni...” ah! Riprendiamo il Giornale: “il Boffo è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni”. Identico.
“...destinataria di telefona sconcie e offensive...” mh... “destinataria di telefonate sconce – qui non c'è la “i” per fortuna – e offensive”. “...e di pedinamenti volti a intimidirla onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo aveva una relazione omosessuale”. Qui c'è una sintesi, il Giornale dice “noto omosessuale, già attenzionato dalla Polizia di Stato, per questo genere di frequentazioni”
E cosa dice questo documento pubblicato dal Corriere della Sera questa mattina? “Il Boffo, noto omosessuale, già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni”. Mh!
Sembrerebbe che i documento pubblicato oggi dal Corriere della Sera e la cosiddetta informativa allegata alla sentenza di Terni siano la stessa cosa, anche perché nell'informativa pubblicata dal Giornale si legge a un certo punto che di tutto ciò “sono indubbiamente a conoscenza il Cardinale Camillo Ruini, il Cardinale Dionigi Tettamanzi e monsignor Giuseppe Betori”. E cosa dice questo documento? Che “sono indubbiamente a conoscenza il Cardinale Camillo Ruini, il Cardinale Dionigi Tettamanzi e monsignor Giuseppe Betori”.
Allora diventa importante cos'è il documento che pubblica il Corriere questa mattina: un'informativa della Polizia allegata all'ordinanza di rinvio a giudizio del giudice di Terni? Quindi un documento ufficiale della magistratura o della Polizia in possesso del Giornale che l'ha messo al sicuro nel suo cassetto? No, è una lettera anonima.
E' una lettera anonima che, con il titolo “Riscontro a richiesta di informativa di Sua Eccellenza” non ha nessuna intestazione, non si sa chi l'abbia mandata ma è arrivata, nei mesi scorsi, a una serie di Cardinali e Vescovi italiani molto più lunga di quei tre che sono citati. Del resto, lo faceva notare ieri Repubblica: come può un'ordinanza di rinvio a giudizio nella quale il giudice scrive “dispongo il rinvio a giudizio del Dott. Boffo per molestie” nei confronti della tizia, cioè dispongo che il Dott Boffo venga processato per questa ipotesi di reato. Il rinvio a giudizio non è una sentenza di condanna, ma un'ordinanza che dispone il giudizio a carico di una persona indiziata di un reato, poi il giudice stabilirà se quel reato l'ha commesso o no. Poi il giudizio non c'è stato perché Boffo ha patteggiato e risarcito la vittima. Come può il rinvio a giudizio essere accompagnato da una nota informativa nella quale c'è scritto che Boffo è stato condannato alla pena dell'ammenda a 516 euro? Sono due fasi diverse: il rinvio a giudizio viene prima, la sentenza di condanna o il patteggiamento vengono dopo. E come può allora un rinvio a giudizio essere accompagnato a una nota in cui già c'è scritto come va a finire la storia, cioè che l'imputato è stato condannato, con i verbi al passato? E' evidente che i documenti non possono essere coevi: uno è stato scritto prima l'altro è stato scritto dopo, infatti abbiamo visto che il secondo è stato scritto da un anonimo, non da un giudice, e non c'è nessuna intestazione, mentre nella sentenza c'è l'intestazione.
Nella lettera anonima che è stata spedita a molti Cardinali importanti del Vaticano, per cercare di far fuori Boffo probabilmente si era permesso di invitare timidamente alla sobrietà il Presidente del Consiglio, c'era anche la sentenza: era lì che i documenti erano allegati.
Cosa ha fatto il Giornale? Ha pubblicato la sentenza, fatto vero, e l'ha accompagnata con una serie di frasi volutamente ambigue facendoci credere che di Boffo o i giudici o qualcuno che accompagna il loro rinvio a giudizio scrivono che è un “noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni”, cioè che è un habitué degli ambienti omosessuali e che la Polizia non fa altro che attenzionarlo perché è meglio tenerlo d'occhio.
Se questo facesse parte di un verbale di Polizia o magistratura sarebbe un atto ufficiale da mettere nel cassetto, ma se è una lettera anonima come può essere pubblicata su un giornale senza la minima verifica, spacciata addirittura per un documento allegato a un atto giudiziario, mentre è stato allegato a un atto giudiziario nella busta anonima che ha raggiunto i Cardinali ed evidentemente anche il Giornale.
Il Giornale oggi tenta di sistemare la faccenda, dicendo: “La patacca c'è ma è di Repubblica. Così Boffo ha patteggiato le molestie, ecco il documento”. Ma nessuno ha mai messo in dubbio che Boffo abbia patteggiato la pena, nemmeno Boffo ha potuto negare di avere patteggiato la pena, è inutile pubblicare la sentenza. Questo è il casellario giudiziale dove risulta, appunto, che Boffo ha patteggiato e c'è “Procura della Repubblica presso il Tribunale...” con tutti i crismi del caso.
Pubblichino l'informativa, se hanno il coraggio. Quella che loro chiamano informativa e che in realtà è qua sul Corriere di oggi, è la lettera anonima che è stata spacciata per un'informativa.
Un linciaggio preoccupante

Questo è il caso. Naturalmente sarebbe bene se il direttore dell'Avvenire non avesse questi scheletrucci nell'armadio perché è ovvio che ci si può difendere meglio da certe aggressioni se certe aggressioni non sono vere. A me l'anno scorso è capitato un caso, tra l'altro con D'Avanzo il quale ha sbattuto in prima pagina su Repubblica le mie “vacanze a spese della mafia”. Fortunatamente io non ho mai preso una lira, nemmeno un euro, dalla mafia o da amici della mafia, le mie vacanze me le son sempre pagate da solo. Ho tirato fuori gli assegni e l'ho dimostrato.
Purtroppo qua... è quello che dicevo all'inizio: è una persona abbastanza indifendibile perché comunque le molestie se le ha patteggiate ci sono state, e non credo che siano compatibili col direttore di un giornale cattolico, il giornale dei Vescovi italiani, che oltretutto si è segnalato in questi anni per una forsennata campagna contro i diritti degli omosessuali, delle coppie omosessuali. Anche qui, è evidente che il privato diventa pubblico quando si vuole negare agli altri comportamenti che invece si tengono in proprio.
A me dispiace, perché sicuramente questo è un linciaggio, mi preoccupa la modalità del linciaggio, “abbiamo le notizie e le spariamo fuori al momento opportuno. Statevi tutti accorti perché questo è il primo della lista e seguiranno gli altri”, questo è il significato. Questo è squadrismo, naturalmente: ne picchiamo uno per educarne cento. Però, forse, sarebbe il caso che ci si facesse trovare un po' meno impreparati e un po' meno vulnerabili di fronte a certe campagne, perché purtroppo l'unica cosa che non si può dire è che la sostanza della sentenza fosse vera e che quel patteggiamento non sia molto commendevole per il direttore del giornale dei Vescovi.
Questo mi sentivo di dire, prepariamoci perché la lista è lunga e, ancora una volta, vi invito – ormai il count down è cominciato – ad abbonarvi al “Fatto Quotidiano” andando su antefatto.it dove commenteremo via via che questo imbarbarimento della campagna di stampa contro gli avversari procederà, e di aspettarci. Ormai mancano veramente pochi giorni, il 23 settembre saremo nelle edicole con “Il Fatto Quotidiano”. Passate Parola."

[ il passaparola del lunedì]

Il randellatore Feltri,messo alla guida del Giornale,inserito ad hoc per il suo peso specifico,quando randella lui,se ne accorgono in molti,a prescindere dell'essere programmato per azzannare chi da fastidio al padrone.

[ post inserito da Kenzo ]

domenica 30 agosto 2009

28 agosto 2009,la piccola Waterloo di Napoleone dei nostri tempi,di Marco Travaglio



VIGNETTA DALL'INSERTO SATIRICO



Silvio Berlusconi ha vissuto ieri una delle giornate più nere della sua vita politica (e non). La cosiddetta opposizione naturalmente non c’entra nulla: il Pd è troppo impegnato a farsi le pippe sulle primarie e il congresso, nonché a inseguire la Carfagna dopo la ferale notizia che la ministra delle Troppe Opportunità diserterà il Democratic Party di Genova, per pensare di opporsi. No, il venerdì nero di Al Pappone è tutto interno al suo mondo. E’ in casa sua che si annidano ormai da mesi i più temibili oppositori. La sua signora, la sua diciottenne preferita (con famiglia al seguito), la sua escort ufficiale, il suo presidente della Camera che si dissocia su tutto, il senatore Guzzanti che svela ogni particolare della Mignottocrazia arcoriana, l’amico Bossi che ne combina una al giorno e ora perfino l’amico Putin che s’è sfilato all’ultimo momento dalla festa di Gheddafi lasciando Silvio solo col beduino e le frecce tricolori. Come se non bastasse, ora si son messi a remare contro anche l’on. prof. avv. Niccolò Ghedini, in arte Mavalà, e il megadirettore galattico de Il Giornale, Littorio Feltri (che pare gli costi quanto Ronaldinho).

L’Avvocato Mavalà ha avuto la splendida idea, finora inedita, di querelare dieci domande, chiedendo a Repubblica 1 milione di euro (figurarsi quanto chiederebbe per le risposte) e, per soprammercato, minaccia di trascinare in tribunale anche i giornali e i tg stranieri – alcune centinaia in tutto, dalla Turchia all’Australia, dal Canada alla Terra del Fuoco - che han parlato di Puttanopoli. Si salvano, per ovvi motivi, tutti i telegiornali e la gran parte dei giornali italiani. Così le famose dieci domande, che stavano diventando un tantino stucchevoli, e il sexy scandalo, che iniziava a denunciare l’usura del tempo, riprendono improvvisamente vigore e ricominciano a circolare su tutta la stampa mondiale, come nuovi. Un capolavoro. Perfettamente sincronizzato con Mavalà, Littorio Feltri si dedica quotidianamente a rovinare i rapporti del suo padrone con tutti i poteri forti che ancora non gli appartengono: non solo quelli tradizionalmente ostili, come l’ingegner De Benedetti e il suo gruppo, ma anche quelli benevolmente neutrali o decisamente favorevoli. Prima la famiglia Agnelli-Fiat, poi i fratelli Moratti (compreso Gianmarco, il marito di Letizia), infine il Vaticano.

Geniale anche la scelta dei tempi: Il Giornale spara in prima pagina un vecchio patteggiamento di Dino Boffo, direttore di Avvenire, per aver molestato la fidanzata del suo ex fidanzato, proprio nel giorno della Perdonanza abruzzese, cioè dell’annunciata cenetta a lume di candela fra Al Pappone a il cardinal Bertone. Cenetta subito annullata, con scomunica incorporata dal cardinal Bagnasco e sdegno del mondo cattolico. Altro che Perdonanza. Ora manca soltanto un editoriale feltriano che dà del pedofilo a Putin e un’inchiesta su Ratzinger che non paga le multe della Papamobile per eccesso di velocità, magari affidato a un condannato a caso fra Betulla Farina e Geronimo Pomicino, per completare l’opera. Nel ringraziare i compagni terzinternazionalisti Mavalà e Littorio per il generoso tributo offerto all´antiberlusconismo e per l'impegno profuso nell'organizzare le opposizioni, mi si consenta un appello al Cainano: Silvio, dai retta, licenzia i servi infidi. E fìdati soltanto di noi del Fatto Quotidiano. Anche noi, sia chiaro, vogliamo mandarti a casa, anzi possibilmente al fresco. Ma almeno lo sai già: te lo diciamo da sempre, con franchezza, senza tramare alle tue spalle. E non ti costiamo un euro. Dai falsi amici ti guardi Iddio. E ricordati dei nemici veri che, in fondo in fondo, ti hanno sempre voluto bene.

DA L'ANTEFATTO


Come dire,il diavolo fa le pentole dimenticando i coperchi...

Effettivamente lo staff,la scuderia mediatica di al tappone,è rimasta uguale nel corso degli anni,sanno anche i muri chi c'è a Rete4,e il mescolamento delle carte sulle varie realtà,dal Giornale a Mediaset,per arrivare al più indipendente ma non di molto,Libero.

L'avvocato,ma va là,è da considerare ormai di famiglia,un figlio adottivo assolutamente fedele,tendente all'issimo,che sta perdendo colpi ultimamente,i fronti da arginare ormai sono da considerare come la difesa di fort Apache,è normale che sia costantemente fuori giri,stia attento a non fondere....

L'essersi giocati definitivamente il clero,almeno probabilmente,è l'aspetto più negativo per il futuro dell'indiscusso manovratore del cdx,anche se i tarallucci e vino non si possono mai escludere.

Il potere logora chi non ce l'ha,e il clero non ha alternative,l'armata brancaleone riunita a Genova,è davvero inguardabile.

L'amico Putin,è l'ultimo dei suoi pensieri!!!


&& S.I. &&

ll nuovo gioco padano,colpito e affondato di Michele Serra



DALL'INSERTO SATIRICO

La Lega, per evitare polemiche, ha tolto dalla sua pagina web il video-game 'Respingi il clandestino', curato da uno dei figlioli di Bossi. Il gioco è stato giudicato troppo rozzo dagli esperti del Carroccio, che hanno proposto di sostituirlo con 'Colpito e affondato', un game di più moderna concezione, evoluzione del vecchio classico 'battaglia navale': chi colpisce un gommone in mare ottiene cento punti, mille per chi riesce a centrare una carovana di cammelli ancora in pieno deserto. Penalità per chi dovesse colpire, per errore, un gommone vuoto: potrebbe essere riutilizzato dalla nascente Marina Militare Padana. Previsto su Tele Padania anche il documentario scientifico 'In pasto agli squali', con suggestive immagini degli abissi ribollenti. Il mondo dei video-game è in subbuglio anche per un altro gioco, messo sul web da un gruppo di immigrati senegalesi. Si chiama 'Fai lavorare gli italiani', vince chi riesce a far lavorare in un autolavaggio il figlio di Bossi, o a reclutare manovali, muratori, raccoglitori di pomodori o badanti tra i ragazzi del Nord. Evidente il carattere del tutto virtuale del gioco. Polemiche anche qui: gli appassionati del settore giudicano il gioco troppo difficile, per qualcuno addirittura insolubile. Ma vediamo le altre iniziative maturate nel corso di questa febbrile estate leghista.

Responsabilità Un gruppo di periti lumbard, che hanno osservato molto da vicino gli ultimi naufragi a bordo della goletta 'Uella Carugati!', sostiene che i frequenti ribaltamenti dei gommoni dipendono dalla pericolosa abitudine dei migranti di piegarsi tutti insieme in direzione della Mecca durante la traversata. I naufragi sarebbero dunque esclusiva colpa della religione islamica.

Stop agli sprechi I gommoni, con ogni evidenza, sono le vittime incolpevoli del fenomeno immigrazione. Molti sono ancora in buone condizioni, con qualche rattoppo e una buona disinfestazione (suggerimento di Borghezio) possono essere destinati alle famiglie padane più meritevoli. "L'Idroscalo", sostiene Matteo Salvini, "è in grado di ospitare degnamente le manifestazioni nautiche più prestigiose, e addirittura di far rivivere il tradizionale 'Raid della Melma', che fu il vanto della motonautica milanese. Ho studiato bene le convenzioni internazionali, i gommoni sequestrati sono un bottino di guerra, portiamoli qui e facciamola finita". Mario Borghezio si è detto favorevole, a patto che i gommoni sequestrati vengano gonfiati a fiato dai detenuti stranieri.


Radici cristiane Il cappellano della Lega, don Gino Parabrezzi, con una accorata lettera ai padani assegnatari dei gommoni, ricorda le radici cristiane della Padania, e raccomanda: "Prima di partire per un bel giretto con la moglie e i figli, ricordatevi comunque di rivolgere un pensiero commosso ai morti". Eventuali polemiche subito sedate dallo stesso don Parabrezzi con una seconda missiva: "Ovviamente parlavo dei nostri morti".

Altre buone idee L'associazione umanitaria 'Nessuno tocchi Carlino' (dedicata a Carlino Bossi, un altro dei figli) fa presente che, a parte l'Idroscalo, la pianura padana è ricca di un altro tesoro naturalistico, i laghetti di pesca sportiva dove pensionati in canottiera pescano pesci siluro da due tonnellate con la tecnica dell'argano. Perché non destinare un gommone a ogni laghetto, per permettere di pasturare con pagnotte intere, angurie e ossa di bue quelle acque così care ai lumbard? Di diverso avviso il circolo culturale 'Fabrizio Corona', che propone di dotare i gommoni di ruote cingolate, barre antibufalo e torretta militare e utilizzarli come veicoli per l'happy hour nel centro di Milano. Favorevole anche il circolo giovanile 'Doppia fila'.

[ Da L'espresso ]

Tra le surreali provocazioni ai padani ce
loduristi,spicca l'ipotetico nuovo gioco dei senegalesi,

Si chiama 'Fai lavorare gli italiani', vince chi riesce a far lavorare in un autolavaggio il figlio di Bossi, o a reclutare manovali, muratori, raccoglitori di pomodori o badanti tra i ragazzi del Nord. Evidente il carattere del tutto virtuale del gioco.

Molto virtuale e non per caso,come educhi raccogli e mediaticamente lo sporco lavoro è stato fatto alla grande!!

[@#& blog Freedom &#@]

sabato 29 agosto 2009

Dal vangelo secondo Tremonti,lavoratori partecipate all'utile delle aziende



La visione del blog Freedom sulla proposta del noglobal Tremonti,diventato quasi comunista,chissà domani cosa s'inventerà!!!





Esiste anche un'altra visione sulla proposta,fateglielo due volte al giorno,come suggerisce Eduardo De Filippo



Il blog Freedom si scusa preventivamente verso alcuni imprenditori virtuosi di questo paese,fortunatamente esistono,peccato che si debbano cercare con il lanternino....
Purtroppo la maggior parte della categoria,è dedita all'arricchimento tendente al filibustiere,incompetente e come unico accessorio fondamentale,il pelo sullo stomaco.

Partecipare agli utili con costoro, equivale a tagliarsi gli zebedei....

[@#& blog Freedom&#@]



Videocracy,appello per la diffusione del trailer






Come molti di voi ben sapranno, le televisioni si rifiutano di trasmettere
il trailer del film Videocracy, ritenuto un'inammissibile critica al Governo.
Possiamo continuare a piangerci addosso per ore, rimuginare su quanto sia
ingiusto l'utilizzo di una censura dal sapore dittatoriale, evocare un equilibrio
democratico e un pluralismo informativo degno d'una nazione europea.
Possiamo, ma sarebbe inutile e fine a se stesso.
Sapete meglio di me che i lettori dei blog (ed è un discorso che mantiene la sua
valenza sia per blog "famosi" sia per quelli "meno famosi") sono per la
stragrande maggioranza lettori di nicchia, persone che ricercano in
consapevolezza fonti genuine d'informazione muovendosi da una base culturale
abbastanza solida, e che per questo motivo le nostre lamentele troverebbero
più applausi che echi.
Per tanto invito tutti i volenterosi a compiere qualcosa di simile a quello che è
stato messo in atto il 14 Luglio dal blog "Diritto alla Rete".
Giovedì 3 Settembre tutti i blogger sono invitati a creare un post con il titolo
"Videocracy - 4 Settembre" che abbia come testo un breve commento del
blogger e il video del trailer, oltre che l'indicazione delle sale più vicine dove
potersi recare per vedere il film.
Intasiamo la rete, alziamo la voce.
Democrazia deriva dal greco e significa "Governo del Popolo", e quel popolo
siamo noi.
Non dimentichiamolo mai.

da VUKIC BLOG


[@#& blog Freedom &#@]

Solidarietà a La repubblica,firma anche tu per la libertà di parola



Immagine prelevata dal Blog Arianna


DENUNCIATECI TUTTI


L'APPELLO DEI TRE GIURISTI

L’attacco a "Repubblica", di cui la citazione in giudizio per diffamazione è solo l’ultimo episodio, è interpretabile soltanto come un tentativo di ridurre al silenzio la libera stampa, di anestetizzare l’opinione pubblica, di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in definitiva di fare del nostro Paese un’eccezione della democrazia. Le domande poste al Presidente del Consiglio sono domande vere, che hanno suscitato interesse non solo in Italia ma nella stampa di tutto il mondo. Se le si considera "retoriche", perché suggerirebbero risposte non gradite a colui al quale sono rivolte, c’è un solo, facile, modo per smontarle: non tacitare chi le fa, ma rispondere.


Invece, si batte la strada dell’intimidazione di chi esercita il diritto-dovere di "cercare, ricevere e diffondere con qualsiasi mezzo di espressione, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee", come vuole la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, approvata dal consesso delle Nazioni quando era vivo il ricordo della degenerazione dell’informazione in propaganda, sotto i regimi illiberali e antidemocratici del secolo scorso.


Stupisce e preoccupa che queste iniziative non siano non solo stigmatizzate concordemente, ma nemmeno riferite, dagli organi d’informazione e che vi siano giuristi disposti a dare loro forma giuridica, senza considerare il danno che ne viene alla stessa serietà e credibilità del diritto.


Franco Cordero

Stefano Rodotà

Gustavo Zagrebelsky

CLICK AL SOSTEGNO A LA REPUBBLICA

[@#& blog Freedom &#@]

venerdì 28 agosto 2009

Pino Bolzoni,il tenero imprenditore che rispetta le rondini

E rinvia i lavori del tetto dell'autofficina dopo la migrazione




Agnadello (Cremona) c'è addirittura chi, come Pino Bolzoni, durante la bella stagione con questi uccelli ha a che fare quotidianamente tanto da rinviare lavori urgenti pur di non disturbarle.

APPUNTAMENTO ANNUALE - Bolzoni, 68 anni, ha un'autofficina in un capannone e al suo interno da quasi dieci anni almeno una dozzina di rondini, in media, nidificano da primavera fino a fine estate. «Me le sono trovate in casa una decina di anni fa - racconta l'uomo - e non me la sono sentita di allontanarle. Durante il giorno si vedono poco, vanno e vengono, ma nel tardo pomeriggio, dalle 18 in poi, arrivano e si fermano nel capannone posandosi sui neon appesi al soffitto. E comincia il cinguettio, un suono che ormai mi tiene compagnia».

«LE ASPETTO OGNI ANNO» - A Ferragosto Pino avrebbe dovuto cominciare dei lavori di ristrutturazione nel capannone ma non ha voluto disturbare le sue ospiti. «Il risultato - spiega - è che faremo i lavori quando se ne saranno andate. Ormai sono troppo abituato a vedermele intorno. La sera lascio le finestre aperte per farle entrare e uscire e a volte, quando sono nel locale che uso come ufficio, entrano anche loro. Quest'anno ne ho contate una dozzina ma a settembre saranno di più perchè prima della migrazione c'è la massima concentrazione, che dura un paio di giorni. Poi se ne vanno e le aspetto l'anno successivo».

[ da Corsera ]

Un piccolo imprenditore d'altri tempi,sicuramente se avesse fatto eseguire i lavori in questo momento agostano,gli sarebbe convenuto,ma è talmente affezionato alle rondini del capannone,le sue compagne del lavoro che le ha rispettate.

Bravo Pino,spero che farai tendenza!!

@@ post inserito da Dalida @@

Ucraina,terra di matrimoni e turismo sessuale



Kiev

Prima parte



Seconda parte



Terza parte



Quarta parte



Quinta parte



Sesta parte



Un servizio di Rai3 per molti versi allucinante,ma sono scene,realtà già viste in Asia,ora i soliti sciacalli,mi riferisco a chi approfitta della situazione miserabile in cui sono sprofondati molti paesi ex socialisti,o comunisti come nel caso dell'Ucraina,nell'opportunismo più sfacciato,come la testimonianza che potrete "assaporare" di alcuni connazionali,con parole e ragionamenti equiparabili ad alcuni secoli fa,verso la fine della serie dei video pubblicati.

Il blog Freedom tramite la pubblicazione dell'interessante inchiesta,si augura,ma con poche speranze,di aggiungere sensibilizzazione verso questo povero paese.

[@#& blog Freedom &#@]

giovedì 27 agosto 2009

Orrore Lega nord,il manifesto criminale



Tra le adesioni eccellenti Umberto Bossi, suo figlio Renzo e il capogruppo alla Camera Roberto Cota. Il primo a denunciare il fatto è stato l'ex segretario del Pd Veltroni che ha segnalato l’accaduto durante la presentazione del suo nuovo romanzo "Noi" davanti ai ragazzi di un istituto scolastico di Misurina. «Credo che questo sia inaccettabile - ha sottolineato l’ex sindaco di Roma - e contrario ad ogni forma di civiltà, prima ancora che alla nostra storia e alla nostra tradizione di emigranti. Chiederò al ministro dell’ Interno Maroni di adoperarsi perchè venga immediatamente cancellato». Tra gli oltre 430 amici del gruppo, secondo l’Osservatorio Antiplagio, compaiono «un centinaio di link di circoli della Lega Nord sparsi in tutta Italia, compreso quello di Milano, e di due parlamentari leghisti: il ministro delle Riforme Bossi e il capogruppo alla Camera Cota».

Siamo davvero in buone mani,non c'è che dire!!!

&& S.I. &&

Alberi artificiali dalla ricerca scientifica,assorbono tonnellate di CO2



Potrebbero catturare CO2 con un'efficienza altissima , dando tempo agli scienziati per trovare soluzioni definitive al problema delle emissioni

Geo-ingegneria come soluzione indispensabile ai problemi del riscaldamento atmosferico: è quello che sostengono i ricercatori dell'Institution of Mechanical Engineers nel report Geo-Engineering, in cui si trova un'idea decisamente originale che potrebbe essere realizzata entro vent'anni.

ALBERI ANTI-CO2 – Si tratta di un folto esercito di 100 mila alberi artificiali che, grazie a un filtro, sarebbero in grado di trattenere le emissioni di anidride carbonica (responsabili come è noto del surriscaldamento del pianeta) con un'efficienza elevatissima. Come spiega Tim Fox, a capo del team di ricerca, gli alberi sarebbero già in fase avanzata di progettazione: sono grandi come container da trasporto, ciascuno potrebbe assorbire circa una tonnellata di CO2 quotidiana e, prodotti in serie, costerebbero circa 20 mila dollari l'uno.

OBIETTIVI PRINCIPALI – Gli alberi che catturano CO2 sono solo una parte delle iniziative presentate dagli scienziati dell'Institution of Mechanical Engineers. Le finalità perseguite per salvare la Terra dall'effetto serra sono infatti essenzialmente due: raffreddare il pianeta e ridurre le emissioni, e su questi fronti esistono anche altri progetti in fase di sviluppo. Uno prevede l'adozione di contenitori di alghe capaci di ridurre l'anidride carbonica durante la fotosintesi, un altro l'installazione di specchi sui tetti degli edifici in modo da respingere il calore..

[ da Corsera ]

Magnifica soluzione,producendo questi apparati su scala industriale,il costo verrebbe abbattuto a 20000 dollari cadauno,una opportunità eccezionale per risolvere il surriscaldamento del pianeta dovuto all'effetto serra.

Affascinanti risultano anche gli studi sulle alghe e gli specchi sui tetti delle case,trattate quest'ultime nella parte finale dell'articolo.

Come al solito si ringrazia la ricerca scientifica,senza di essa il pianeta andrebbe a rischio d'estinguersi,o meglio non ci sarebbero speranze per l'homo sapiens.

@@ post inserito da Dalida @@

Boomerang,la sindrome dei bamboccioni affiora anche in U.K.




In Inghilterra la chiamano Boomerang-generation, figli adulti che ritornano tra le mura domestiche, confortati dall’abbraccio materno. È il fenomeno del momento, celebrato anche da una recente ricerca inglese secondo cui quasi un genitore su tre assiste a questo ritorno. Ma non è solo colpa della crisi economica. Chi non ricorda il termine bamboccioni, coniato dall’ex ministro delle Finanze italiane Tommaso Padoa Schioppa? In questo caso si tratta, per l’appunto, di bamboccioni di ritorno, che percorrono all’indietro la strada che li aveva portati lontani da casa.
IL SONDAGGIO - L’inglese Saga Home Insurance, società specializzata in servizi finanziari per over 50, ha ascoltato le opinioni di 11809 cittadini britannici, rilevando che il 31 per cento dei genitori che avevano visto i propri figli abbandonare il nido hanno ben presto assistito a un precipitoso ritorno degli amati pargoli. Di questi il 10 per cento ha affermato di avere ridato luce alle vecchie camerette per sostenere economicamente i propri figli durante questi tempi duri. Il 17 per cento di coloro che sono ritornati a vivere con mamma e papà lo ha fatto a seguito di un divorzio o di una separazione. Un ampio 27 per cento dei genitori ha dichiarato di richiedere ai propri eredi di sostenere le spese di vitto e alloggio, ma un analogo 28 per cento non chiede una sterlina alla propria prole. Lo studio ha inoltre svelato che il 15 per cento dei baby-boomerang non ha la possibilità o la volontà di concorrere in alcun modo alle spese domestiche. Infine, a fronte del fatto che il 17 per cento dei genitori intervistati ha dichiarato di aver assistito al ritorno dei figli dopo più di un anno dalla data dell’ uscita di casa, un 78 per cento si è professato felice di questa ritrovata unità familiare.

CONCLUSIONI – Certo è rassicurante sapere di poter contare sull’appoggio economico ed emozionale dei propri genitori, specie quando le cose non vanno per il giusto verso nella vita. E poi esistono i costi reali, spesso proibitivi, del mettere su casa. Ci sono anche dati che provengono da altri studi che sottolineano come, per esempio, vi sia un 15 per cento di giovani adulti che continua a resistere nel vivere soli, ma poi trascorre le vacanze con la propria famiglia d’origine, che almeno nel periodo estivo si fa carico delle spese dei figli (senza contare quelli che vanno a mangiare dalla mamma e le portano il bucato da lavare). In tutti i casi si parla di un’adolescenza allungata a dismisura e protratta in quella che dovrebbe essere la vita adulta. Insomma, la solita vecchia sindrome di Peter Pan, condita dal desiderio di vivere senza che il tempo passi e che le responsabilità aumentino. A prescindere dall’attuale crisi.

[ da Corsera ]

Boomerang in Uk,bamboccioni per scelta o forzati anche in Italia,non mi stuferò mai nel ripetere che le aspettative delle nuove generazioni,sono ben al di sotto delle speranze maturate in questi anni.
Bombardati fin da piccoli al consumismo,al successo,all'ambizione,tutte "qualità" che avrebbero dovuto creare una vita agiata,con belle donne o uomini a fianco,una macchina di categoria,e una casa molto bella stile mulino bianco.

Tutto ciò si scontra con la realtà vissuta diffusamente dalla maggior parte dei giovani,dove i lavori precari,i mille euro al mese per i più fortunati,da spalmare a spizzichi e bocconi,considerati i contratti a termine,sono un brutto incubo però reale,e la casa per chi ci prova,diventa un monolocale arredato a più di 200 euro al mese,dopo alcune settimane il senso di soffoco e il portafoglio vuoto,sono le cause della repentina moviola verso papi e mami.

La sindrome degli eterni Peter Pan è perlopiù quella descritta tra queste righe,una certa indolenza,frutto d'un certo benessere evaporato con il sopraggiungere del terzo millennio,il vecchio detto,viziati ma non per caso purtroppo è da considerare la ciliegina sulla torta,ma di plastica però...

&& S.I. &&

Grande fratello Uk chiude per mancanza d'interesse,in Italia non chiuderà mai



Il gruppo Channel 4 cancella
il "Grande Fratello". L’ultima
serie ottenne solo 2 milioni
di telespettatori, contro gli
8 milioni delle prime edizioni.


Situazione italiana


Selezione Gf9 in Italia,dalle immagini l'interesse come si può notare è alle stelle,in questi ultimi anni l'audience è aumentato,rispetto alla tendenza di altri paesi.

Considerata la bassa qualità della trasmissione,parere del tutto personale,poichè non viene esposta una qualità,una professione,una qualsiasi performance che possa far denotare qualità,bensì la banalità d'un gruppo di persone che deve intrattenere per settimane,con suggerimenti e programmazione del casting,sempre una mia valutazione personale,sia ben chiaro.

Esiste solo la smania e la speranza di diventare personaggi,grazie alla diffusione del piccolo schermo,a parte qualche rara eccezione,la maggior parte di loro sono ritornati ad essere i mister x-y o pinco pallino se preferite delle origini.








L'attesa,la fatica,la speranza,sapendo a priori che buona parte della selezione viene "aggiustata",come del resto in qualsiasi settore in questo paese.

Questa testimonianza può far riflettere come piccolo campione,non troppo piccolo però,su alcune distorsioni e sugli aspetti sociologici della nostra società.

&& S.I. &&

mercoledì 26 agosto 2009

Primo anniversario Libertà di Parola

Grazie agli amici e chi ha visitato il blog Freedom






[@#& blog Freedom &#@]

Bioparco Zoom di Cumiana,come abbinare il polo e la savana


A pochi Km da Torino,direzione Pinerolo




Qui,tra le rovine ricostruite di un tempio indiano,vive Silvestro,una tigre di 14 anni,già attrazione di un circo,ora testimonial pubblicitario del parco. Fra il pubblico e la tigre,solo un vetro e un grande canale d'acqua



Ospita 38 pinguini, provenienti dallo zoo di Cumbria in Inghilterra. La struttura, di rocce, sabbia, arbusti e cascate, è ispirata a Boulders Beach, la spiaggia sudafricana dove i pinguini condividono lo spazio con gli umani



E'la struttura adiacente a Zoom e alla Baia dei Pinguini.In una grande piscina con sabbia bianca e rocce africane a ricreare l'atmosfera di una spiaggia.Si sguazza fianco a fianco con i simpatici uccelli separati da loro solo da una vetrata

[ da La stampa ] l'articolo completo ZOOM BIOPARCO

La proprietà della struttura tiene a precisare,che gli animali ospiti del bioparco sono cresciuti o trasferiti da altre realtà,quindi già in cattività.
Chiaramente si tratta d'una costrizione,probabilmente la migliore possibile,considerando questa tipologia di animali e l'impossibilità di reintegrarli in natura.

Come arrivare: venti minuti in auto dal centro di Torino

Il bioparco «Zoom» dista una ventina di minuti in auto da Torino. Strada Piscina 36, Cumiana: questo l’indirizzo, raggiungibile imboccando la tangenziale Torino - Pinerolo fino all’uscita Piscina. Da qui, si seguono le indicazioni per Cumiana e, dopo circa 4 Km., si raggiunge il bioparco.
In alternativa, il percorso su rotaia: da Porta Nuova si può prendere il treno che va a Pinerolo e scendere alla stazione di Piscina. Da qui è disponibile un servizio di navetta per Cumiana, che sosta a Zoom. Il parco è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19 fino a metà settembre.


@@ post inserito da Dalida @@

Il senatur scherza col fuoco,chi tocca i patti lateranensi muore....

Alcuni anni fa,dopo le battute del papa polacco in romanesco,Bossi lo criticò aspramente,perchè s'era improvvisato nel dialetto odiato,di Roma ladrona,dopo poco tempo ebbe l'attacco cardiaco da cui ne uscì con difficoltà

Come si cambia col tempo,adesso i padani sono diventati i paladini del dialetto a scuola,quindi anche della lingua di Rugantino,un destino cinico e baro!!!




Vukic - Inserto satirico


Stia attento ad attaccare ancora la chiesa,la prima esperienza non gli portò fortuna,chissà?? minacciando di modificare i patti lateranensi cosa gli potrebbe capitare....

&& S.I. &&

martedì 25 agosto 2009

Malata di Sla,guarisce con un pellegrinaggio a Lourdes




E’ il giorno della verità. Sarà visitata stamattina, alle Molinette, Antonia Raco, la donna cinquantenne di Francavilla in Sinni (provincia di Potenza) che dopo quattro anni su una sedia a rotelle ha ripreso a camminare al rientro da un pellegrinaggio a Lourdes. La donna - in cura presso il centro Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) delle Molinette - sarà sottoposta ad esami per cercare di far luce su una guarigione che sa di miracolo.
Antonia Racco, moglie e madre di quattro figli, dal 2006 era bloccata sulla sedia a rotelle. A inizio agosto è partita insieme ad altri 700 malati per un pellegrinaggio al santuario Notre Dame di Lourdes. «Appena immersa nella piscina - racconta - ho sentito un dolore forte alle gambe, poi una sensazione di leggerezza». Per cinque giorni, finché non è tornata a casa, ha nascosto il suo segreto per paura del giudizio degli altri, finché «ho sentito come una voce che mi diceva di dire a tutti che potevo camminare». Così si è alzata dalla carrozzina e ha abbracciando marito e figli: «Guardate, cammino».
Il pellegrinaggio era guidato dal vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, Francesco Nolè. Antonia Raco era accompagnata dal parroco di Francavilla in Sinni, Franco Lacanna.

[ da La stampa ]

Che fosse malata nessuno lo può contestare,la diagnosi da quattro anni non dava speranze,e i medici stessi non possono giustificare la repentina guarigione,evidentemente la gran fede e le preghiere hanno premiato la povera signora.

Da un filmato del Tg3 regione stasera,lei ha chiesto questa grazia unicamente per la sua famiglia,un'ulteriore testimonianza di presenza divina,per chi ha fede non solo per la signora guarita dalla tremenda malattia,una soddisfazione e una certezza in più.

@@ post inserito da Dalida @@

Pd,AAA cercasi disperatamente segretario,di Oliviero Beha



Bruno Olivieri



Altan

Seguo con interesse la Festa Nazionale del Partito Democratico, a Genova, nella ricerca di un’idea. Fatico. Mi ricordo che le idee da sempre camminano con le gambe delle persone. Forse è lì il punto. Non rifuggo neanche dall’occhieggiare stampa e tv sul Meeting di Comunione e Liberazione cominciato ieri, insieme al campionato di calcio (C1 non prevede anticipi), e dedicato principalmente alla conoscenza. Pare soprattutto non quella esteriore, e fin qui è chiaro il concetto: non ci vien detto nulla di quel che accade, e grazie che la conoscenza scarseggia. No, si tratta precipuamente di conoscenza interiore.

Domanda: ma dov’era CL mentre il Paese imboccava il tunnel in cui ci troviamo, di fuori ma davvero forse soprattutto di dentro, il tunnel “interiore” per capirci? Che facevano, per chi votavano, per chi non votavano, che esempi davano (per carità, massima stima per le forme di volontariato che hanno sviluppato, eppure nel frattempo il Paese andava giù, giù, annegando….Politicamente, che bagnini sono stati ?), quanto si identificano in vita e opere di Berlusconi e dei berluscones di destra e di sinistra?

Mi sono ripreso dallo sconforto leggendo Travaglio su Feltri “cavallo contro Agnelli” (l’uomo è un driver di razza), certo un calcio di rigore ma bisogna saper tirare anche quelli. E poi ho seguito l’analisi di Padellaro su Veltroni e il suo “Noi”, imperdibile scritto in libreria dove note, asterischi, e nuvolette di fumo certamente non impediranno la ricostruzione cronistica dell’avventura di Walter, leader estemporaneo del PD figlio della Forleo (ma sì, le intercettazioni sulle scalate bancarie, non fate finta di non capire…). Mettendo insieme un po’ di queste cose, mi è venuta un’idea balorda. Si sta cercando un leader per l’accrocco che era nato forse interessante, specie dal punto di vista dei beni da mettere in comune tra DS e Margherita, ma che poi si è rivelato poco partito e poco democratico? Il che, per un Partito Democratico, potrebbe rappresentare un piccolo problema? Si cercano dunque delle gambe per delle idee?

E chi è il più intelligente in circolazione in tali contrade, essendo fuori gioco il votivo Ferrara (Giuliano)? Di sicuro e per acclamazione Massimo D’Alema, che punta a rigovernare -nei due etimi del verbo- per l’ennesima volta il partito anche se per interposto Bersani. E che cosa c’è che non va in D’Alema ? Non scherziamo, scrivo sul serio.

Questa è la folgorazione: il nome. O meglio il cognome, quello che non va non è lui ma il suo cognome che sa leggermente di stantio. Deve cambiarlo, esattamente come è stato fatto negli ultimi diciotto anni a ogni pie’ sospinto per il nome del Partito, rimanendo le persone quelle stesse e non altre. Ebbene, vada per D’Alema ma a condizione che cambi cognome. Che problema c’è? Ha cambiato lo storico PCI, perché per convenienza e senso di opportunità e nuovismo non lo può fare anche il leader Massimo ? Rimarrebbe quindi solo da decidere il cognome nuovo. La butto lì, senza nulla pretendere in royalties, che casomai girerei a Maurizio Costanzo responsabile della comunicazione del PD…Secondo me potrebbe andar bene Pizzighettoni (se non si offendono gli omonimi), perché è popolare, è “vicino alla gente”, “recupererebbe il Nord con la sua eufonia paraleghista”, finisce in “oni” , desinenza che a qualcuno porta bene (non è Veltroni) e comunque può rimare con una sorta di autocritica. Sì, Pizzighettoni, potrebbe andare. Se mi dovessero interpellare da Genova suggerirei Pizzighettoni. Ma forse anche per Rimini e Cl, forse anche come Direttore del Giornale, forse anche in luogo del writer Veltroni (la storia è parallela…) ci vorrebbe un bel Pizzighettoni. Su, coraggio, non sottovalutate il potere dei nomi specie dalla Bolognina in poi, la svolta è dietro l’angolo.


[ da L'antefatto ]

Che vada Pizzighettoni o Brambilloni,colgo la satira e l'ironia di Beha,ma il problema del Pd,lo sa anche il titolare del post,non è il lato esteriore,bensì la congrega che lo compone,la compagine stile brancaleone alle crociate,è un ventaglio di sensi e controsensi,ditemi voi che c'azzecca il più rosa pallido tra gli ex comunisti,con la Binetti e il gruppetto dei medievali teodem,insieme a Rutelli folgorato sulla via della salaria.

Altro che salvaguardia del posto di lavoro,delle imprese andate a far cassetta nelle delocalizzazioni dei miserabili,ed una compagine governativa che per vincere le penultime elezioni,cioè le ultime per alcuni decenni,mette insieme da Rifondazione a Mastella.

Io consiglierei al Pd di cominciare dalle frequenze televisive del sistema solare,quando avranno in pugno la televisione super parabolica,nell'educare e intontire come succede dagli anni 80,diventeranno imbattibili,e non esisterà più il problema di cambiare nome al velista del salento non per caso...o di un Franceschini risultato "simpatico" alla Serracchiani.

Il fascino del rincoglionimento continuerà a trionfare,per buona pace del messia mediatico passato a miglior vita.

Nessuno è eterno

&& S.I. &&

Fin che c'è Gheddafi,c'è speranza,brindiamo con le frecce tricolori



Giannelli - Corsera



Matrablog



Gheddafi,da più di quarant'anni al potere senza l'ombra di un'opposizione,a parte i crimini perpetrati dall'esercito italiano nella seconda guerra mondiale,ripetutamente addebitati ai vari governi italiani,dal dopo guerra le fasi d'odio-amore verso il rais si sono succedute in modo repentino.
Dalle bombe negli anni 80 fatte partire dai libici verso Lampedusa,al traffico dei disperati i quali partono dalle loro coste per fare tappa in Italia,dopo veri e propri viaggi della disperazione rischiando la vita,strano che un dittatore che ha il pieno controllo del suo territorio,non riesca a controllare questo traffico.

Gli interessi economici van per la maggiore,non essendo commerciabile la sabbia,sono gli idrocarburi ad essere appetiti dal potere politico-economico italico.

Frattini afferma,che trattare con chi ha la momentanea presidenza dei paesi africani è obbligatorio,a molti di noi pare che più di trattare pare sia una efficace adulazione verso un tiranno.

Alchè,le recentissime scene di festa in Libia verso il criminale scarcerato dal Regno Unito,liberato per gravi motivi di salute con feroci polemiche in U.k,un "eroe libico" che ha sulla coscienza 300 passeggeri dell'aereo caduto a Lockerbie,più alcuni abitanti del piccolo paese,che dire,per usare un eufemismo,stridono per chi ha una certa sensibilità e il senso di giustizia.



La tragedia di Lockerbie

&& S.I. &&

Hiv,la circoncisione per dimezzare il rischio di contagio Aids




Tutti circoncisi. Per combattere l'Aids, la nuova arma dell'America è la circoncisione obbligatoria per i neonati. La decisione ufficiale non c'è, un documento dovrà essere approvato entro l'anno, ma questo sembra l'orientamento dal Cdc, il Centro per i controlli e la prevenzione delle malattie. E la questione terrà banco
già alla conferenza sull'Hiv che apre oggi ad Atlanta , prima di una serie di iniziative lanciate da Barack Obama: "Con più di 56mila nuove infezioni negli Usa all'anno", spiega il Press Secretary Robin Gibbs "il Presidente crede che l'attenzione sull'epidemia debba essere rimessa a fuoco". Puntando sulla circoncisione obbligatoria?

Gli studi sulla lotta all'Aids sono fortunatamente molto più seri. Dice al "New York Times" Peter Kilmarx, che al Cdc cura la divisione Aids: "C'è un beneficio per i bambini e i benefici sorpassano i rischi: abbiamo un'epidemia da combattere". Le cifre sono da guerra: mezzo milione di malati, più di mezzo milione di sieropositivi, la comunità nera quella più colpita. L'effetto-circoncisione si basa però sull'incidenza nell'Africa musulmana, dove i circoncisi riducono il rischio della metà. Ma già un documento Cdc del 2008 rivela che "gli studi hanno dimostrato l'efficacia della circoncisione soltanto nei rapporti eterosessuali, che sono il modo di trasmissione dell'Hiv predominante in Africa, mentre la trasmissione più diffusa negli Usa è quella omosessuale". Ma se l'efficacia è relativa perché esporre tutti i neonati a un intervento pur sempre chirurgico?

Come spesso succede negli States, le divisioni hanno già il nome e il simbolo di due opposti partiti, "Operation Abraham", un'organizzazione che predica la circoncisione anche per gli adulti (come fu per Abramo, che essendo il capostipite di Israele dovette pensarci da sé), e "Intact America", un gruppo che ha già promesso di assediare la convention di Atlanta con un solo grido: "Gli uomini hanno ancora bisogno del
preservativo".

[ da La repubblica ]

Dove difficilmente il messaggio della prevenzione può raggiungere la popolazione,la possibilità di obbligare al piccolo intervento,può essere d'aiuto nel limitare il rischio di contagio,l'Aids non solo negli States,ma soprattutto in Africa e in Asia sta diventando un contagio di enormi proporzioni.

Se negli States l'obbligatorietà alla circoncisione potrebbe realizzarsi senza molte difficoltà,nel resto del pianeta per ovvi motivi di ignoranza e religiosi,ho idea che sarà un'opportunità difficilmente esportabile.

In ogni caso circoncisi o meno,meglio seguire le avvertenze,ovvero l'uso del preservativo nel caso di rapporti occasionali e non solo,considerato che da parte delle autorità sanitarie e politiche non vi sia più alcuna informazione a riguardo,mentre da parte della chiesa tutto tace come al solito.





Grazie a Piero Angela,nel suo Superquark ha trattato recentemente l'argomento,interrogandosi sull'abbassamento della guardia della prevenzione,e su Rai Uno,un particolare importante....

@@ post inserito da Dalida @@

lunedì 24 agosto 2009

Marco Travaglio,il passaparola del lunedì,verità di stato e di mafia



Strage di via D'Amelio



Strage di Capaci



Il figlio di Vito Ciancimino,ha iniziato a raccontare la sua versione sui tragici fatti di Palermo al tempo dell'attentato di Capaci e Via D'amelio.

Il testo integrale dell'intervento

"Buongiorno a tutti, ben ritrovati dopo le vacanze anche se magari qualcuno c'è ancora. Io no, purtroppo.
Vorrei parlare subito di una questione che secondo me segnerà questa stagione della politica, dell'informazione, della cronaca, della giustizia ed è probabilmente la vicenda più importante che si sta svolgendo, anche se i giornali ne parlano poco, tra alti e bassi, tra fiammate e docce gelate. Anzi, forse proprio per il fatto che i giornali ne parlano poco, tanto per cambiare.
E' la faccenda di questi improvvisi squarci che si sono aperti quest'estate sulla vicenda della trattativa tra lo Stato e la mafia nel 1992, che poi null'altro è se non il paravento che cela i mandanti esterni, i suggeritori occulti delle stragi del 1992, almeno per quanto riguarda quella di Borsellino, e del 1993 di Roma, Firenze e Milano.
Ci sono molte novità che è difficile notare: eppure basta incrociare e confrontare ciò che esce sui giornali, senza bisogno di andare a vedere verbali giudiziari che sono ancora segreti e quindi né io né voi possiamo conoscere. Già quello che si è letto sui giornali è piuttosto significativo su quello che sta venendo fuori e io penso che se ci sarà una spinta dal basso della società civile, se qualcuno sul fronte politico prenderà finalmente sul serio questa faccenda e se i magistrati verranno lasciati lavorare, soprattutto quelli di Palermo, Caltanissetta e Firenze che sono quelli competenti per materia e per territorio sulle trattative del “papello”, Palermo sui mandanti delle stragi. Si potrebbe riuscire a capire chi sono i veri padri fondatori della Seconda Repubblica che, come forse avete sentito dire, non è nata a differenza della Prima dalla Resistenza ma proprio dalle stragi, dalle trattative, dalle bombe e dal sangue dei morti.
E' sempre meglio ricapitolare per evitare di dare qualcosa per scontato e acquisito, in modo che chiunque incamera il Passaparola sappia com'è cominciata la vicenda e a che punto è arrivata.
Dopodiché ci ritorneremo se, come spero, avrà degli sviluppi.
Massimo Ciancimino comincia a parlare

La vicenda comincia semplicemente con le interviste di questo personaggio molto interessante, singolare, sicuramente molto chiacchierone, cioè Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, il quale per anni è stato indagato dalla procura di Palermo, ha avuto il torto di dover gestire il patrimonio di suo padre, è stato accusato di riciclaggio – lui dice che non è riciclaggio, si vedrà, questo a noi interessa poco. E' stato condannato in primo grado per riciclaggio, adesso si sta battendo in appello. Di certe cose non aveva parlato ai magistrati fino a un anno fa, anche perché aveva come l'impressione che la vecchia procura di Palermo non fosse molto interessata ad alzare il tiro sugli alti livelli istituzionali e politici frequentati da suo padre; invece poi fa sapere ai magistrati della nuova Procura di Palermo, quella retta dal Procuratore Messineo – per intenderci – da un paio d'anni che ha come l'impressione che abbia più interesse a toccare certi altarini e quindi comincia ad affrontare temi che prima aveva lasciato perdere.
Anche perché si era reso conto che quando gli avevano perquisito la casa, stranamente, i Carabinieri non erano nemmeno andati ad aprire la cassaforte che pure era visibile anche da un bambino, ma stiamo parlando di vicende ricorrenti, ricorderete che i Carabinieri del Ros non entrarono nemmeno nella casa di Riina: il motto di certi servitori dello Stato, soprattutto a Palermo, è “non aprite quella porta e non aprite quella cassaforte”, forse perché sanno già quello che ci troverebbero dentro.
In ogni caso, questa era la ragione della sua impressione sulla vecchia gestione della Procura, tanto più che poi in casa gli avevano trovato la lettera di Provenzano a Berlusconi e invece di utilizzarla nei processi i magistrati della vecchia Procura l'avevano lasciata marcire in uno scatolone per cui quelli della nuova Procura l'hanno tirata fuori e recuperata in extremis per versarla nel processo Dell'Utri che, fra l'altro, riprenderà fra meno di tre settimane.
Ciancimino comincia dunque ad alzare il tiro e a raccontare ai magistrati di Palermo cosa faceva suo padre, perché tutto ciò che Ciancimino racconta lo ha visto fare da suo padre insieme a esponenti delle istituzioni oppure l'ha sentito raccontare sempre da suo padre, che è morto. Padre che gli avrebbe addirittura dettato un memoriale che sarebbe nascosto da qualche parte: sapete che Ciancimino ha carte interessanti nascoste in giro per il mondo e si spera che prima o poi si decida a consegnarle alla magistratura. Ci sono altre due lettere attribuite a Provenzano e rivolte a Berlusconi, in originale o in copia, ci sarebbe il famoso “papello” della trattativa tra Riina e i Carabinieri del Ros e i loro mandanti rimasti anch'essi ancora occulti, e poi ci sarebbe questo memoriale dettato da Vito Ciancimino e dattiloscritto da Massimo.
Inizia a raccontare dei rapporti tra suo padre e il capitano De Donno e il Colonnello Mori e li data – la trattativa poi sfociata nel papello – tra la strage di Capaci e quella di Via D'Amelio. Parliamo del mese di giugno del 1992: dopo che uccidono Falcone si fanno avanti i Carabinieri con Ciancimino.
Questa è già una prima novità perché inizialmente si pensava che la trattativa fosse iniziata dopo la strage di Via D'Amelio, invece no, pare che inizi prima e questo è molto importante perché molti magistrati e investigatori sono convinti che la strage di Via D'Amelio sia stata provocata proprio dalla trattativa tra i Carabinieri e Totò Riina in quanto questo, dopo aver eliminato Falcone, riceve da qualcuno l'input che bisogna eliminare anche Borsellino perché la strage di Capaci ha sortito l'effetto di attivare lo Stato a trattare con la mafia ma Borsellino lo è venuto a sapere, si oppone e quindi va eliminato: ostacolo da rimuovere sulla strada della trattativa. Quindi, la datazione dell'inizio della trattativa tra gli uomini del Ros e Ciancimino è fondamentale e Massimo Ciancimino a cavallo tra la strage di Capaci e quella di Via D'Amelio, giugno 1992.
Poi racconta che suo padre aveva rapporti intimi e costanti con Bernardo Provenzano, fino al 2000 quando il padre rimase agli arresti domiciliari.
Racconta che la trattativa dei Carabinieri fu soprattutto con Provenzano piuttosto che con Riina e questo spiegherebbe per quale motivo a un certo punto Riina si ritrova i Carabinieri davanti a casa: cresce l'ipotesi che sia stato venduto da Provenzano e Ciancimino ai Carabinieri in cambio del cambio di rotta della mafia più trattativista e meno stragista – Provenzano è più trattativista, Riina è lo stragista – e quindi dell'alleggerimento della pressione dello Stato sulla mafia e del fatto che Provenzano diventa il capo indiscusso di Cosa Nostra dopo l'arresto di Riina e che però le carte di Riina non si prendono, si lasciano a Provenzano, e che lo stesso Provenzano non si prende e questo ci ricollega al processo in corso a Palermo a carico, tanto per cambiare, del Generale Mori per non avere catturato Provenzano già nel 1995 quando il Colonnello Riccio, un altro ufficiale del Ros, lo aveva segnalato presente in un casolare di Mezzojuso.
Ciancimino racconta poi di avere visto lui il “papello”, cioè il foglio di carta con l'elenco delle cose che Riina o Provenzano, o Riina e Provenzano, chiedevano ai Carabinieri in cambio della cessazione delle stragi, “papello” che nel prosieguo della trattativa nell'autunno del 1992 dopo che era stato ucciso anche Borsellino fu consegnato a vari referenti tra i quali, dice Massimo Ciancimino mentre il generale Mori nega, al generale Mori.
Il “papello”, i Servizi Segreti e la copertura politica della trattativa

Dice però che il “papello” fece un tragitto un po' più complicato: i capi di Cosa Nostra lo fecero pervenire a Vito Ciancimino, lui lo passò a un certo Carlo che era un uomo dei Servizi Segreti che gli stava accanto da una trentina d'anni – pensate, c'era un uomo dei Servizi Segreti, un certo Carlo, che accompagnava la vita e la carriera di un sindaco mafioso come Ciancimino per conto dello Stato. Quindi Ciancimino da' prima il “papello” a Carlo e questo lo da' a Mori, questo è molto importante perché Ciancimino per quanto riguarda le istituzioni si fida di questo Carlo che da trent'anni sta al suo fianco mentre Mori si è fatto avanti più di recente.
Ciancimino, il figlio, ricorda che suo padre per trattare – dato che a trattare tra Stato e mafia c'è da lasciarci le penne se si fa qualche passo falso – aveva preteso delle coperture politiche, che dovevano essere da parte del governo. Nel senso: chi è questo Mori che fa la trattativa? Sarà mica una sua iniziativa personale? No, ci deve essere dietro lo Stato altrimenti mica ci mettiamo a trattare. Chi lo manda Mori? Chi è d'accordo con la trattativa avviata da Mori? Dice Massimo Ciancimino, anche questo tutto da verificare naturalmente ma sono gli squarci che si stanno aprendo e quindi li dobbiamo raccontare così come li sappiamo, per quanto riguarda il governo la copertura chiesta da Ciancimino doveva darla il nuovo ministro dell'Interno Nicola Mancino, per quanto riguardava l'opposizione la copertura la doveva dare il rappresentante per i problemi della giustizia Luciano Violante, di lì a poco diventato presidente della Commissione Antimafia.
Insomma, sono d'accordo il governo e l'opposizione che lo Stato tratti con la mafia dopo la strage di Capaci e dopo la strage di Via D'Amelio? Questo vuole sapere Ciancimino per andare avanti con la trattativa. Infatti, si informa presso il signor Carlo – che secondo alcuni si chiamerebbe Franco, ma insomma... - che è appunto l'uomo dei Servizi affinché si informi di chi sta alle spalle di Mori. Dopodiché la trattativa prosegue, segno che le informazioni vanno a buon fine cioè che arrivano le garanzie che la destra e la sinistra, almeno il pentapartito perché in quel momento non c'era il centrodestra ma il pentapartito ovvero DC, Psi, partiti laici minori da una parte e PDS all'opposizione, non erano contrari. Anzi, secondo Massimo Ciancimino non era contrario il governo mentre la copertura di Violante va in fumo in quanto Violante rifiuta di incontrare Vito Ciancimino.
Quando poi viene catturato Vito Ciancimino nel dicembre del 1992 la trattativa si interrompe anche perché un mese dopo viene arrestato Riina ma non viene perquisito il covo, e sapete quello che succede dopo: secondo i giudici di Palermo dopo la trattativa dei Carabinieri interrotta dall'arresto di Ciancimino e un mese dopo di Riina parte un'altra trattativa, ammesso che fosse un'altra e non il prosieguo della stessa, che coinvolge Dell'Utri il quale fornisce poi le garanzie sulla nascita di Forza Italia, garanzie che verranno ritenute sufficienti da Provenzano tant'è che questo smetterà dopo la stagione delle stragi del 1993 di sparare e inaugurerà la lunga pax mafiosa che dura anche oggi.
Ecco, in quel periodo si inseriscono le tre lettere che Provenzano manda a Berlusconi: una all'inizio del 1992, prima delle stragi, segno che c'erano già dei rapporti con Dell'Utri perché era lui a fare il postino: la lettera Provenzano la dava a Ciancimino, che la dava a Dell'Utri che la dava a Berlusconi, tre volte questo sarebbe successo, la seconda volta alla fine del 1992 dopo le stragi e la terza all'inizio del 1994 quando Berlusconi si getta in politica, e questa è la lettera di cui i magistrati hanno una metà tagliata nella quale Provenzano o chi per lui si rivolge a Berlusconi chiamandolo “onorevole”. Stiamo parlando di un Berlusconi già diventato politico quindi non prima del 1994.
Richieste di aiuti, promesse di sostegno politico, scambi di favori con Dell'Utri che fa il pony express fra Provenzano e Berlusconi, questo è quello che racconta Massimo Ciancimino. E a questo punto i magistrati riaprono le indagini sulla trattativa del “papello” perché è ovvio che se la mafia ha costretto lo Stato a fare delle cose che non avrebbe fatto senza le stragi qui stiamo parlando evidentemente di reati gravissimi, è un'estorsione fatta dalla mafia allo Stato, stiamo parlando di un reato che credo si chiami “minaccia contro corpo politico dello Stato”. Un qualcosa di molto simile a un golpe.
Parla Ciancimino, parlano tutti.

Quando emergono da interviste o indiscrezioni di stampa le prime notizie su quello che ha detto Ciancimino i protagonisti della politica dell'epoca entrano in fibrillazione.
Nicola Mancino, lo sapete, già da anni è oggetto di chiacchiericci continui, poi per fortuna c'è Salvatore Borsellino che ogni tanto strilla forte ciò che gli altri mormorano piano. E' noto che il ministro dell'Interno che avrebbe incontrato Borsellino poco prima della strage di Via D'Amelio è proprio Mancino e Paolo Borsellino lo scrive nel suo diario. Mancino ha sempre negato, come ha sempre negato di aver saputo di trattative o cose del genere.
Guarda caso, quest'estate in un'intervista continua a dire di non aver incontrato Borsellino, al massimo gli avrà dato la mano ma come poteva lui riconoscere Borsellino fra i tanti... come se Borsellino fosse uno fra i tanti: era uno che di lì a quindici giorni morirà ammazzato ed è quello che tutti gli italiani individuano come l'erede naturale di Falcone che è appena stato ammazzato, figuratevi se si può scambiare per un usciere che ti stringe la mano il giorno che diventi ministro. Comunque questo dice Mancino: “non ho incontrato Borsellino, forse gli ho stretto la mano fra le tante”, ma aggiunge: “in quell'estate io respinsi ogni tipo di proposta di trattativa fra Stato e mafia”. Questo è interessante perché vuol dire che qualcuno gli sottopose queste proposte di trattative, e sappiamo che forse anche Borsellino respinse quelle trattative; allora sarebbe interessante sapere chi propose al ministro Mancino quelle trattative, perché dev'essere la stessa persona o lo stesso ambiente che le propose a Borsellino, soltanto che Borsellino disse di no ed è stato ammazzato, Mancino continuò a fare il ministro dell'Interno e devo dire che lo fece anche molto bene.
Violante, quando esce sui giornali che Ciancimino ha dichiarato che suo padre chiedeva la copertura anche della sinistra e cioè si Violante, tarantolato anche lui ha un'illuminazione e corre a Palermo a testimoniare, con dichiarazioni spontanee, che effettivamente gli è venuto in mente 17 anni dopo che il generale Mori gli aveva chiesto, mentre era presidente della commissione Antimafia, di incontrare Ciancimino ma dato che l'incontro proposto doveva essere a quattrocchi lui Ciancimino non lo voleva incontrare. Mori andò altre due volte per sollecitare quell'incontro ma Violante disse sempre di no.
E qui si pone un altro problema: per quale motivo Violante si è tenuto per 17 anni una notizia di questo calibro: nel 1992 non lo sapeva mica nessuno che i Carabinieri del Ros stavano trattando con Ciancimino cioè con la mafia. E Violante era presidente della commissione Antimafia, possibile che non apre immediatamente un'indagine con i suoi poteri, che sono gli stessi della magistratura, può persino convocare testimoni e arrestare la gente se vuole. Perché se non lo voleva fare lui non ha avvertito il suo amico Caselli che di lì a poco è andato a fare il procuratore capo di Palermo? Subito, all'inizio del 1993 così la trattativa si sarebbe saputa e sarebbe stata interrotta e non se ne sarebbero fatte altre perché sarebbero intervenuti i magistrati. Invece, Violante questa cosa se la tiene per 17 anni, dal 1992 al 2009, e poi tomo tomo cacchio cacchio se ne viene fuori con una dichiarazione ai magistrati di Palermo dicendo: “toh... guarda mi è venuto in mente! E' vero!”. Intanto i magistrati di Palermo avevano processato il generale Mori per la mancata perquisizione del covo di Riina, l'avevano di nuovo fatto rinviare a giudizio per la mancata cattura di Provenza e Violante sempre zitto! Eppure sarebbe stato importante, in quei processi, avere la sua testimonianza! Violante che dice che il generale Mori faceva da tramite, da ambasciatore di Ciancimino per convincerlo a incontrare Ciancimino!
Voi capite che per uno che viene processato per favoreggiamento della mafia il fatto che andasse a chiedere a Violante: “scusi, lei vuole incontrare Ciancimino?”, un generale dei Carabinieri, sarebbe stato interessante. Violante zitto, se ne salta fuori adesso perché non lo può più negare, l'ha raccontato Ciancimino, quindi, trafelato, arriva a dire la sua verità, tardiva, molto tardiva.
Ayala: “Mancino ha incontrato Borsellino... o forse no”

Ma non è finita perché questa è anche l'estate nella quale salta fuori, con un'intervista ad Affariitaliani, l'ex giudice Ayala, già pubblico ministero nei processi istruiti da Falcone e Borsellino poi datosi alla politica e ultimamente, trombato dalla politica, ritornato in magistratura – credo che sia giudice in Abruzzo.
Ayala dice: “poche balle, Mancino aveva incontrato Borsellino, me l'ha detto lui”. A questo punto il giornalista dice: “ma Mancino lo nega” e lui risponde: “no, mi fece vedere l'agenda nella quale c'era scritto che il 1° luglio del 1992 Mancino aveva incontrato Borsellino”.
Strano, una bomba! I magistrati convocano immediatamente Ayala per saperne di più, lo convocano ovviamente quelli di Caltanissetta che stanno indagando sui mandanti esterni delle stragi. E lì Ayala dice: “no, ma io sono stato frainteso”. Piccolo problema: Affariitaliani ha l'audio registrato con le parole di Ayala. Possibile che Mancino gli abbia fatto vedere un'agenda con scritto l'incontro con Borsellino e Ayala sia stato frainteso? In che senso frainteso? Spiegherà Ayala, dopo aver capito che non può smentire le dichiarazioni perché sono state registrate, che si era sbagliato lui nell'intervista: Mancino gli aveva fatto vedere un'agenda dove non c'era il nome di Borsellino e lui, invece, ricordava che nell'agenda ci fosse. Ma se uno nell'agenda non ha il nome di Borsellino, per quale motivo dovrebbe farla vedere ad Ayala? E' evidente che fai vedere l'agenda se hai scritto un nome, se non c'è scritto niente che prova è che non hai visto una persona?
Tu puoi vedere tutte le persone di questo mondo e non scriverle nell'agenda, è se lo scrivi che lo fai vedere a una persona per testimoniare quello che le stai dicendo! Cose da matti, comunque questo è un altro rappresentante delle istituzioni folgorato e poi avviato rapidamente alla retromarcia.
Ma non è finita: a questo punto interviene il generale Mori che, non si sa se in un'intervista o in una notizia fatta trapelare all'agenzia “il Velino” dice: “Violante non si ricorda mica bene: non gli avevo proposto di incontrare Ciancimino a tu per tu, ma di farlo parlare in commissione Antimafia!”. Allora resta da capire come mai Violante non abbia accettato di convocare Ciancimino in commissione Antimafia visto che l'Antimafia convocava pure i pentiti di mafia, non è che potesse sottilizzare: se Ciancimino aveva qualcosa da raccontare perché non fargliela dire?
Ciampi e il suo telefono a Palazzo Chigi “manomesso”

A questo punto salta fuori l'ex presidente della Repubblica Ciampi, che ricorda che cosa successe a Palazzo Chigi: Ciampi è presidente del Consiglio nella primavera-estate del 1993 quando esplodono le bombe nel continente, a Roma, Milano e Firenze. E soprattutto, nella notte degli attentati alle Basiliche a Roma, mentre a Milano esplode via Palestro il 27 luglio del 1993, Ciampi ricorda il famoso black out nei palazzi del potere ma anche che “ero a Santa Severa in vacanza, rientrai con urgenza a Roma di notte, accadevano strane cose: io parlavo al telefono con un mio collaboratore a Roma e cadeva la linea. Poi trovarono a Palazzo Chigi il mio apparecchio manomesso, mancava una piastra”. C'erano ancora le cornette, non c'era ancora ai livelli di oggi i cellulari. “Al largo della mia casa di Santa Severa, a pochi km da Roma, incrociavano strane imbarcazione: mi fu detto che erano mafiosi allarmati dalla legge che istituiva per loro il carcere duro. Chissà, forse il carcere lo volevano morbido”.
Ciampi, dopo quell'episodio, va a Bologna all'improvviso e il 2 agosto commemora a sorpresa la strage di Bologna ricordando il ruolo della P2, cosa che ricorda di nuovo in questa intervista a Repubblica nella quale dice anche che purtroppo su quei rapporti tra la P2, telefoni manomessi, black out eccetera non è stata fatta chiarezza.
Il giorno dopo, il procuratore di Firenze competente sulle stragi del 1993 interviene piccato: è Pier Luigi Vigna, già capo della procura di Firenze, già capo della procura nazionale Antimafia il quale dice: “noi abbiamo indagato tutto, non c'è più niente da indagare”. Il giorno dopo ancora dice: “la politica tace il nome dei mandanti occulti delle stragi”: insomma, dice due cose all'apparenza sembrerebbero contraddirsi ma soprattutto non si spiega per quale motivo scopriamo solo oggi che il telefono di Ciampi a Palazzo Chigi, il telefono personale del Presidente del Consiglio del 1993, la notte delle stragi era stato manomesso, gli hanno tolto una piastra, era intercettato probabilmente il capo del Governo! Da chi può essere intercettato il capo del governo che è anche il capo dei Servizi Segreti e che al largo della sua casa al mare “incrociavano strane imbarcazioni: mi fu detto che erano mafiosi allarmati dalla legge sul carcere duro”.
Mettete insieme tutte queste cose, mettete insieme che Martelli, allora ministro della Giustizia dice: “lo Stato forse non trattava con la mafia ma rappresentanti dello Stato si”. E lo dice così, en passant, in un'intervista. E mettete insieme che Dell'Utri, beffardo, l'altro giorno rilascia un'intervista dicendo: “apprendo dai giornali che qualcuno avrebbe trattato con la mafia: sarebbe gravissimo se ciò fosse successo, bisogna assolutamente istituire una commissione parlamentare d'inchiesta per fare luce perché è orribile l'idea che qualcuno tratti con la mafia i tempi delle stragi. Cosa mi dice, signora mia?”. Dell'Utri dichiara in un'intervista.
Il cerino in mano

Voi capite che qui siamo di fronte a una classe politica e a un ceto dirigente dove anche l'ultimo degli uscieri sa cento volte di più di quello che sappiamo noi e di quello che sanno i magistrati. In Italia i cittadini e i magistrati sono come i cornuti, sono sempre gli ultimi a sapere, e voi vedete che questo giro, questa ristretta cerchia di persone si manda messaggi perché si è aperto qualche spiraglio, perché qualcuno sta cominciando a parlare. E se qualcuno sta cominciando a parlare, saranno squalificati come dice il Capo dello Stato ma del resto, se stiamo parlando di stragi, è ovvio che chi deve saperne qualcosa non può che essere persona squalificata, sarebbe meglio se i testimoni delle stragi fossero delle suore Orsoline, ma purtroppo queste delle stragi non ne sanno niente, è molto meglio che parlino i mafiosi o i figli dei mafiosi. Anche quella dichiarazione del Capo dello Stato sembrava tanto un invito a chiudere certe bocche.
Evidentemente, in questa ristretta cerchia c'è un sacco di gente che sa, che tace, che si manda messaggi trasversali perché comunque “io so che tu sai che io so”, e che sarebbe bene venisse fuori allo scoperto. Perché fanno così? Perché si mandano queste strizzatine d'occhio e queste rasoiate al curaro? Perché sanno che se la verità comincia a uscire, lo scarica barile andrà avanti fino a quando uno, l'anello più debole, verrà scaricato. Purtroppo in questa stagione i protagonisti sono tutti vivi, purtroppo per loro: ci fosse qualche bel morto a cui scaricare addosso le responsabilità l'avrebbero già fatto, ma tutti coloro che avevano queste responsabilità istituzionali sono vivi e si stanno buttando addosso l'uno sull'altro i cadaveri delle stragi del 1992 e 1993.
Teniamo gli occhi aperti e stiamo a vedere nei prossimi mesi chi rischia di restare col cerino in mano, perché chi rischia di restare col cerino in mano prima di bruciarsi magari parla.
Abbonatevi al “Fatto”, siamo già in 20.000, frequentate il sito Antefatto.it dove trovate un sacco di notizie in anteprima rispetto all'uscita del giornale che sarà il 23 settembre: mercoledì 23 settembre saremo in edicola col primo numero de “Il Fatto” e passate parola!"

[@#& blog Freedom &#@]