sabato 13 dicembre 2014

Maurizio Landini dopo lo sciopero generale











“La politica chi rappresenta? Noi uniamo il Paese”

di Salvatore Cannavò

Un grande successo, le nostre piazze uniscono il Paese mentre finora il governo le ha divise. Non è un caso se la gente non si sente rappresentata”. Maurizio Landini parla al ritorno dal corteo di Genova che è andato molto bene. Ha la voce roca, viziata dal comizio e dalle mille discussioni avute con i lavoratori. Ma accetta volentieri di commentare la giornata.

Com’è stato questo sciopero?

Un successo straordinario perché non solo si sono riempite tutte le piazze, ma c'è stata un'adesione alle iniziative e allo sciopero che ha riguardato non solo gli iscritti alla Cgil e alla Uil. Le piazze hanno confermato che la maggioranza di chi lavora, dei precari, anche degli studenti, non condivide le scelte del governo. E chiede ai sindacati di proseguire, di andare avanti.

Renzi dice che lui proseguirà dritto per la sua strada.

Il presidente del Consiglio è intelligente e veloce, e allora dovrebbe valutare come rispondere a questo sciopero e aprire un confronto e una trattativa vera con i sindacati. Togliendo dal tavolo elementi negativi come la modifica dell'articolo 18.

Ci sono segnali in tal senso?

No, io non ne ho. Ma viviamo una fase di crisi della rappresentanza e della politica in cui la gente non va più a votare, come dimostra l’Emilia Romagna. C’è in giro un livello di corruzione che coinvolge tutti i soggetti e se non ci fosse la magistratura la politica non avrebbe da sola gli anticorpi. In questo contesto un governo intelligente dovrebbe rendersi conto del fatto che ci sia gente che rinuncia allo stipendio e va in piazza. Se invece si sceglie la Confindustria, che non è detto che rappresenti gli imprenditori, Renzi va a sbattere.

Poletti dice di voler dialogare sui decreti attuativi del Jobs Act.

Ma non è sufficiente. Discutere i decreti è utile ma bisogna cambiare le decisioni che sono state prese. La domanda che arriva dalle manifestazioni di oggi è di andare avanti. Sono piazze arrabbiate che non ne possono più che chiedono un cambiamento.

La contestazione contro Massimo D’Alema è parte di questo?

Il problema è che la gente non si sente rappresentata. Ci sono situazioni drammatiche. Ci sono disoccupazioni infinite, casse integrazioni senza un euro, figli che non trovano lavoro o sono precari a vita.

Che nei confronti nella politica ci siano una sfiducia e una lontananza è il problema di questo momento.L’antidoto siete voi?

Le piazze di oggi hanno offerto la possibilità di riunificare il paese. Ricostruire una fiducia richiede confronto e dialogo. E i sindacati non sono finiti, abbiamo dimostrato che non è così.

C’è un’urgenza politica nel ricostruire una nuova rappresentanza?

Prima di questo sono convinto che ci sia bisogno di ricostruire un’etica dell’agire pubblico. L’onestà e l’etica devono tornare a essere valori comuni. Ognuno nel suo campo deve fare la sua parte.

Quello che fa Renzi non basta?

Renzi rappresenta il governo e come tale deve fare delle leggi. Io osservo che il falso in bilancio non è ancora un reato, che l'autoriciclaggio ha ancora dei limiti, che i beni confiscati alla malavita organizzata non bastano. Su questo c'è bisogno di una forza che non è stata ancora usata.

Pensa che in relazione alle polemiche sul caso Mafia Capitale Poletti dovrebbe dimettersi?

Non mi permetto mai di arrivare a queste valutazioni, ognuno deve rispondere alla sua coscienza. Occorre rompere da un lato una rete culturale di clientele e affarismo e dall’altra parte occorre che il governo faccia degli atti concreti.

Fatto lo sciopero cosa farà ora il sindacato?

La riuscita dello sciopero parla a tutto il paese. Noi non ci fermeremo. Occorre riconquistare un confronto vero. Se il governo rifiuta dobbiamo pensare ad altre iniziative e il problema riguarda le imprese, la Confindustria. Non possiamo accettare che dentro le aziende passi un peggioramento dei diritti. Se seguiranno questa linea avranno dei problemi con i sindacati dentro le aziende. E poi percorreremo tutte le azioni possibili sul piano giuridico in Italia e in Europa.

Che pensa del piano del governo sull'Ilva?

Che non c'è più tempo, abbiamo aspettato troppo e si sono persi troppi soldi. Nel giro della prossima settimana servono decisioni. Noi pensiamo che occorra un intervento pubblico diretto senza svendere l’azienda a gruppi privati. Un intervento pubblico non esclude, nel tempo, l’ingresso di altri soggetti.

Alessandro Guerra potrebbe dirigere un’azienda in mano pubblica?

Non lo conosco, non si è occupato di acciaierie, ma se c'è un intervento pubblico servono manager di qualità per una ipotesi di rilancio industriale.

Il prossimo 18 dicembre lei farà una iniziativa comune con Susanna Camusso e Stefano Rodotà. Che significa?

Che lanceremo una raccolta di firme per mettere in discussione il pareggio di bilancio in Costituzione. Un modo per parlare di Europa, contrastare l’austerità, allargare le alleanze dei lavoratori.

Niente costituzione di nuovi partiti, quindi?

No, l'ambizione è molto più grande.



Il governo e confindustria hanno voluto iniziare la costruzione della casa dal tetto,le priorità anche i più sprovveduti sanno quali siano,ripetiamole per l'ennesima volta,corruzione,pressione-evasione fiscale,la sburocratizzazione delle leggi nel creare nuove imprese,ad oggi ci vogliono svariati mesi prima di iniziare un'attività,il rilancio del lavoro tramite investimenti,dati alle sole aziende che assicurano di rimanere in Italia,e se mancano i fondi o sono insufficienti che si blocchi il faraonico progetto Tav,che siano le nuove generazioni a decidere se fare quell'opera,magari sfruttando momenti più propizi,l'emergenza occupazionale consiglia di rivolgersi a progetti alternativi e di qualità come l'auto elettrica o a idrogeno,la banda larga e una siderurgia italiana all'altezza dei paesi più sviluppati,altro che togliere i diritti dei nuovi e dei vecchi lavoratori,che non porteranno ad alcun investimento dall'estero.

Questi si che garantirebbero una buona parte di occupazione in questa landa disperata.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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