lunedì 15 dicembre 2014

Col jobs act Fantozzi non sarebbe esistito












FANTOZZI 40 ANNI DOPO: TROMBATO DAL JOBS ACT

Era l’eroe del posto fisso. Un po’ ruffiano, un po’ paraculo, in fondo simile a tutti noi. Oggi una delle maschere più famose dovrebbe affrontare un mondo diverso: addio articolo 18, sarebbe licenziato in tronco

di Emiliano Liuzzi

Raccontare il ragionier Ugo Fantozzi senza parlare di Paolo Villaggio, sarebbe esercizio improbabile. Nel tempo sono diventati la stessa cosa, hanno preso l’uno le sembianze dell’altro, hanno trovato sfumature simili, si sono alternati. E non potrebbe essere altrimenti, visto che hanno giocato insieme per 25 anni, un quarto di secolo. Un problema c’è: Fantozzi confesserebbe tutto, è molto pavido, ma non è rintracciabile. Bisogna rivolgersi a Villaggio. Che però è un gran bugiardo. Dice: “Fu Luciano Salce a convincermi a recitare, io avevo chiesto prima a Ugo Tognazzi poi a Renato Pozzetto” (vero). “Tognazzi poteva essere Fantozzi. Una volta eravamo in viaggio per Cortina. A Bologna, all’autogrill, vedo che lascia 100 mila lire di mancia al posteggiatore, si ostinava a non portare gli occhiali. Era anche abbastanza affezionato ai soldi. A Padova gli dico, che è strano, 100 mila lire. Lui mi secca e mi chiede: quanto? 100 mila. Girò l’auto tornammo a Bologna a cercare il posteggiatore, che nel frattempo era andato a casa. Trattammo, ma non ci fu niente da fare”. (falso). “Ho scritto Fantozzi perché ero impiegato dell'Italsider, per anni” (presumibilmente falso). “Uscì per caso, in realtà il libro era una raccolta di pezzi per L’Europeo diretto da Tommaso Giglio” (vero). “Fantozzi è un pezzo di merda. E anche io lo sono” (falso).
Sarebbe già licenziato
Sono passati 40 anni dall’uscita del primo Fantozzi, e quella maschera che Villaggio inventò è ancora la nostra. Siamo noi. E' vero, con l’articolo 18 abolito da Matteo Renzi “Fantozzi sarebbe già licenziato, a casa”, perché spiega Villaggio, “un po’ se lo merita e un po’ sta sulle palle ai colleghi e ai superiori”. La differenza tra oggi e allora è anche nel metodo dell’assunzione: Fantozzi entra nella megaditta grazie a una spifferata di un usciere e un lauto compenso, ovvio; altri oggi devono rivolgersi o domandare al Carminati di turno. Ma sempre un pagamento occorre. Sì, raccontiamocela giusta, licenziato Fantozzi, ci siamo anche noi in uscita. Perché lui è noi e noi siamo lui. Una signorina Silvani l’abbiamo avuta tutti, partite a biliardo con i capi le abbiamo giocate, ai funerali di sconosciuti presidenti di cda ci siamo andati. Qualcuno è Fantozzi più di quanto non pensi, ma solo perché la maschera deve necessariamente esagerare. Così Villaggio, in pieno boom, acquista a Fantozzi una Bianchina, modello base. Era targata Ravenna nel film, e chissà perché. Una curiosità: nessuno ha mai saputo l’età di Fantozzi, mai svelata. “E' immortale”, dice Villaggio, “ha più o meno 4000 anni”. Forse ha ragione. In questi tempi dove tutto cambia in fretta, dove i computer hanno accelerato il nostro modo di vivere, le nostre abitudini, quello che continua a resistere è la merdaccia che è in noi. Quella non cambia, non si modifica.
Il film continua a essere comunque un piccolo capolavoro. Ed è uno di quei casi, pochi a dir la verità, in cui il secondo è quasi più bello del primo. La regia è quella del romano Luciano Salce, detto Pilantra, all’epoca considerato uno dei migliori. E tutto è girato a Roma. La ditta non è altro che la sede della Regione Lazio, casa di Ugo e Pina è sulla Casilina: è lì che il ragioniere, visto il ritardo accumulato, decide di prendere l’autobus al volo. Il risultato sarà catastrofico, viene menato perché trascina giù tutti. Perle di genialità. Ma in realtà tutte le scene sono geniali, perché Villaggio lo è. Quando nel 1971 iniziarono a uscire i primi racconti sull’Europeo, era diventato un appuntamento irrinunciabile. Il vecchio Rizzoli decise di farne un libro e furono subito un milione di copie vendute. Così convocò Villaggio e gli chiese non solo il secondo libro, ma anche il film. E sarebbe stato uno dei film con maggior successo nella storia del cinema italiano. Serviva un nuovo modo di fare commedia, e Villaggio aprì una strada, quella che in futuro sarebbe stata percorsa da molti, non sempre con risultati altrettanto soddisfacenti e brillanti. E' vero che anche nella serie di Fantozzi, mano a mano, la qualità è andata a scadere, e forse è rimasta ferma al Fantozzi contro tutti. Ma il primo è entrato in tutte le classifiche come tra i migliori film italiani di sempre. Difficile scegliere quale sia il miglior frammento del primo film. Sicuramente la scena del biliardo è entrata nell’immaginario collettivo. Ma c’è un motivo: perché il ragioniere, all’ennesima offesa, incrociando gli occhi della moglie Pina (interpretata nei primi episodi da Liù Bosisio, poi nei restanti film da Milena Vukotic), che resta sempre al suo fianco, si ribella. Lo spettatore in quel caso ha un sussulto senza precedenti. Da 49 a zero per il mega direttore, si arriva a un 51 a 49 per Villaggio, che doveva solo perdere incassare l’ennesimo fallimento. Ma quella volta non ce la fa. Perde tutti i giorni, ogni mattina, nella sua lotta contro il cartellino, le corse per non perdere il bus e timbrare in ritardo. Al biliardo invece torna un essere meno pavido del solito. Si prende la sua rivincita, per una volta, per l’unica volta che avrebbe dovuto perdere. Altro discorso è per la Corazzatata Potiomkin, nel Secondo tragico Fantozzi. In quell’occasione Fantozzi si prende la seconda rivincita della sua vita, quando al commento del film si alza e dice ad alta voce: “È una cagata pazzesca”. Novantadue minuti di applausi. In quel caso Fantozzi per qualche ora diventa l’idolo tra gli impiegati, almeno fino a quando la polizia non si incazza. Una curiosità: nel film non si vede, ma a causa dei reati che commette, dalla violenza alle minacce, alle offese e al sequestro di persona, dovrebbe trascorrere un po’ di tempo in galera. Dunque attenzione a pensare a un Fantozzi immacolato. E’ sicuramente pregiudicato. Il regista, Luciano Salce, gli risparmia la galera. Vivrà qualcosa di simile quando decide di mettersi a dieta. Ma non è la stessa cosa. Però, molto prima di Mani pulite, in quelle scene, c’è la corruzione: i detenuti, si fa per dire, comprano pasti a cifre da capogiro, grazie anche alle cambiali, a favore di infermieri-guardie corrotte e, soprattutto, un medico che potrebbe essere un qualsiasi sindaco, corrotto anche lui.

Belpaese fantozziano

Sì, non ci sono dubbi. E’ l’Italia quella che Villaggio racconta. In tutte le sue storture. In tutti i suoi difetti e con tutte le insanabili ingiustizie, a cui assistiamo ogni giorno. Ci sono gli impiegati, ma c’è anche la corruzione, le paghe da miseria. C’è tutto. Il ragionier Ugo Fantozzi siamo noi. Siamo noi nei nostri vizi quotidiani. Villaggio ebbe il merito di esasperarli fino alla risata irrefrenabile, ma tutti più o meno ci riconosciamo in lui. Sono le miserie quotidiane, i ricatti, anche quelli sul lavoro, che il più insospettabile dei manager si deve sorbire.
Rischeremmo di esagerare, dunque è meglio finirla qui, ma in un’altra cosa dobbiamo dare il merito a Villaggio: l’aver anticipato in qualche modo i tempi bipartisan. Lui non era niente. Diventò un rivoluzionario comunista al termine del primo dei film, ma gli costò il posto di lavoro. Fantozzi poteva essere democristiano allora e sarebbe stato sicuramente renziano oggi, ma non c’era alcun bisogno di sottolinearlo. La politica se l’era già inghiottito da un pezzo. Stava con la maggioranza silenziosa, silenziata e umiliata, senza nessuna possibilità di rialzare la testa. Quella che accetta. Perché è così che va.



Che culo che ha avuto il ragioniere più conosciuto d'Italia,ha avuto la sua fortuna prima dei tempi della globalizzazione,della Bce e soprattutto dall'avvento di fonzie,il compagno di destra.

L'articolo afferma di una maggioranza silente che accetta malgrado tutto le bastonate,l'Italia non è tutta qui,c'è anche quella di piazza che risponde attivamente alla cagata pazzesca della nuova maggioranza,peccato che non ci sia nessuno a rappresentarla all'interno delle istituzioni.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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