martedì 7 gennaio 2014

Minchiate sparse di inizio 2014




Ma mi faccia il piacere

di Marco Travaglio

La posta del cuore. “Cercherò di mettere innanzitutto in evidenza le preoccupazioni e i sentimenti che ho colto in alcune delle molte lettere indirizzatemi ancora di recente da persone che parlando dei loro casi hanno gettato luce su realtà diffuse oggi nella nostra società. Vincenzo, che mi scrive da un piccolo centro industriale delle Marche...” (Giorgio Napolitano, 31-12-2013). Nicola M. invece mi ha telefonato quattro volte, ma ho fatto bruciare i nastri.

Non ci resta che leccare. “Esprimo totale sintonia con le parole e gli auspici del messaggio del Capo dello Stato. L'Italia che vuole rialzarsi e costruire con opportune e tempestive riforme si riconosce nei toni e nell'orizzonte delineato dal Presidente Napolitano. Le parole di queste ore contro il Quirinale e contro il ruolo che ha giocato in questo 2013 per salvare l'Italia sono espressione di una politica destruens alla quale - ne sono convinto - faremo argine con successo l'anno prossimo, come e meglio di quanto l'abbiamo fatto in questi mesi” (Enrico Letta, 31-12-2013). “Il discorso di Napolitano è stato il più bello degli ultimi anni” (Pierferdinando Casini, 31-12-2013). “Un grandissimo statista e vero servitore della Patria: senza la sua sapienza sarebbe venuta giù l'Italia” (Matteo Colaninno, Pd, 1-1-2014). “Il Presidente ha ormai assunto il ruolo di papà della patria” (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 2-1). “Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica a me è parso misurato, fermo, commosso e insomma perfetto” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 5-1). “Santissimo Savonarola... Come sei bello... Quanto ci piaci a noi due!... Ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi... Senza chiederti nemmeno di stare fermo! Puoi muoverti! E noi zitti sotto... Punto!… Non volevamo minimamente offendere, tuoi peccatori di prima... Con la faccia dove sappiamo” ( Roberto Benigni e Massimo Troisi, Non ci resta che piangere, 1985).

Dicerie. “È nata una polemica sul tema del peccato e, a detta di alcuni miei critici, io avrei sostenuto che il Papa lo ha di fatto abolito” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 5-1). “La rivoluzione di Francesco ha abolito il peccato” (Eugenio Scalfari, la Repubblica, 29-12-2013)

Horrorpolitik. “Letta e l'incontro con Matteo: 'Non mi schiacciare su Alfano'” (la Repubblica, 2-1). Chè m'è scaduta l'antitetanica.

Largo ai giovani. “Ma fino a che età è giusto guidare l'auto?” (Corriere della sera, 4-1). Almeno fino a 88 anni. Poi alla peggio si va al Quirinale e si guida la Repubblica.

Family. “Alfano: no alle unioni civili, prima viene la famiglia” (La Stampa, 4-1). La sua. Utility. “A Renzi chiediamo rispetto, non possiamo essere considerati come degli utili idioti” (Fabrizio Cicchitto, Ncd, La Stampa, 4-1). In effetti non è che siano molto utili.

Von Letten. “Spread sotto i 200. Letta: la stabilità paga” (l'Unità, 4-1). In Germania.

Povero Merlo. “Grillo scatenerà i funzionari del fanatismo che ha mandato in Parlamento e i digitanti incappucciati, truppe d'assalto della diffamazione impunita sostenuti dai sempre più lividi professionisti del nome storpiato 'alla Travaglio'” (Francesco Merlo, la Repubblica , 2-1). Su, dai, Merlo, non fare così, chè il tuo nome - come il mio - non c'è bisogno di storpiarlo.

Formigay. “Formigoni minaccia la crisi: 'Non tratto sui gay'” (Libero, 3-1). Vestono troppo sgargiante.

Finalmente libero. “Il tunisino Walid Chaabani, pregiudicato da tempo agli arresti domiciliari per reati connessi allo spaccio di stupefacenti, stanco dei continui litigi con la consorte, ha chiesto di poter scontare il resto della pena in carcere. I carabinieri hanno attivato l'Ufficio di sorveglianza del Tribunale di Livorno che ha emesso un ordine di carcerazione e i militari hanno tradotto l'extracomunitario nella casa circondariale” (Libero, 4-1). Vanificando così mesi di lavoro e due decreti svuotacarceri della ministra Cancellieri.

Buon appetito. “Nord Corea, il dittatore folle Kim fa sbranare lo zio da cani affamati” (La Stampa, 4-1). Astenersi inappetenti.



Durante il periodo festivo le "minchiate" paiono sottotono,a parte il fenomeno della repubblica-pd-scalfaro,tra i tanti corazzieri con la penna del Quirinale,intenti a difendere l'indifendibile da questo schifo di larghe intese,almeno andando a votare con una degna legge elettorale,il paese deciderebbe il suo destino con lo scadente mercato politico esistente,ma sempre una scelta sarebbe.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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