martedì 2 aprile 2013

Le ragioni della denatalità italiana




Donne e lavoro: perché le ragazze non vogliono figli

di Maurizio Chierici

Le ragazze rispondono alla ricerca dell’Università di Parma: voci da ogni parte d’Italia, voci spezzate dai politici che incrociano i ricatti paralizzando le speranze di lavoro. Erano fragili, adesso disperate per le giovani donne che inseguono la vita: posto, marito, compagno, casa, figlio. Ma i tempi vanno all’infinito. “Nel mondo nel quale sono cresciuta era normale una mamma giovane. Vorrei avere un figlio a vent’anni, come l’hai voluto tu, le dicevo. Una bambina per diventare sua amica come tu sei con me”. Illusione di Giulia Marcigaglia: vecchi e nuovi onorevoli stanno bruciando il futuro nel quale si cullava. Come mai le ragazze d’oggi non vogliono figli? “Non basta essere regine del focolare. Si scontrano con difficoltà che sono montagne. Calcolatrice tra le mani, provano a capire se potranno permettersi la baby sitter almeno per la pizza della settimana, o un asilo nido, e poi la notte, nell’intimità dei letti, sveglie a domandarsi se stanno facendo la scelta giusta. Nel mondo in cui viviamo non c’è posto per realizzare indipendenza, professione, un bambino. Bisogna scegliere o l’uno o l’altro e la scelta ci cambierà. Non saremo più le stesse”. Amarezza di Francesca Licata mentre l’indifferenza degli illuminati le ruba la vita. Senza contare le trappole: “Al rientro dalle ferie Elena comunica al datore di lavoro di essere incinta. Costretta alle dimissioni”. Le si presenta il foglio in bianco firmato il giorno dell’assunzione: rinuncia volontaria al posto in caso di maternità. La legge Prodi 2007 proibiva il ricatto; ricatto riammesso dal Berlusconi appena torna al governo. Giulia Martesini si sconsola: “Scegliere di fare un figlio non è solo una questione biologica, è un atto di fede. Devi credere nell’amore che ha portato a quel concepimento”. Ma se metà delle famiglie italiane non arriva a 1.800 euro al mese e una famiglia su sette resta con le tasche vuote dopo 3 settimane, come possono due ragazzi programmare un figlio che fino a sei anni costa 40 euro la settimana?
E la fata Morgana della ripresa annunciata per il 2013, rimandata al 2014, si allontana fino a quando gli onorevoli cittadini non si accorgeranno dei “nuovi” che stanno scoppiando. Malgrado la fertilità degli extra comunitari, l’Italia invecchia: due bambini per ragazza in Francia e in quasi ogni paese d’Europa; 1,39 per le italiane, 15 mila in meno l’anno da quando scivoliamo nella povertà. Appena possibile diventeranno madri, ma dopo i 30 anni o più di 40. Le nostre giovani donne non godono la tutela della Francia, dove l’assistenza disegnata da Mitterrand accompagna i bambini fino ai banchi di scuola. L’Italia dal cuore duro ha altri pensieri.

Care ragazze, portate pazienza: con battaglie navali on line, i 5Stelle stanno cercando il nuovo presidente. Non possono distrarsi. E non vogliono indignarsi per i miliardi dell’evasione fiscale. I loro niet piovono come sassate. Stamattina le Borse diranno cosa dobbiamo pagare per il Grillo degli insulti e Napolitano-Pilato. Ma un giorno lontano, chissà.



Penso che la civiltà e il progresso di un popolo possa essere misurato anche dalla natalità,se da decenni questa percentuale continua a scendere, a me pare evidente che le ragioni sono molteplici,dal reddito basso,dalle istituzioni che non aiutano,che dire degli assegni familiari da importo indecente,le stesse famiglie che compiono salti mortali per vedersi affidato il pargolo,dai nidi alle scuole materne,se poi il mercato del lavoro di fatto espelle la maggior parte delle donne con i licenziamenti concordati all'assunzione,non c'è da stupirsi se la razza italica andrà sempre più ad assottigliarsi,

Sul recupero della natalità delle famiglie extra e comunitarie che vivono in Italia,dovuto sicuramente alle condizioni di vita dei paesi di origine,ma c'è da starne certi che dopo la prima e seconda generazione anche queste donne inizieranno a fare i conti con la realtà del nostro paese.

&& S.I. &&

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