mercoledì 5 ottobre 2011

Amanda Knox-Raffaele Sollecito,l'importanza della bravura della difesa



GIULIA BONGIORNO “NON POTEVO SALVARE SOLO LUI”

Il legale: “Ho chiesto un plastico al padre di Raffaele. Non l’ho usato, ci avrebbe distratto”

di Luca Telese

È riuscita a seguire tutte le udienze del processo di Perugia senza saltare un solo pasto con suo figlio, a essere una delle deputate più presenti a Montecitorio. Solo ieri non c’è riuscita. “La scommessa di una donna - sorride - non è più riuscire a fare quello che fa un uomo. Quello è già pacifico. Ma piuttosto fare tutto quello che fa un uomo e in più essere madre”. L’avvocata italiana (da ieri) più famosa nel mondo guarda l’Italia dalla finestra di piazza in Lucina a cui per mezzo secolo si è affacciato Andreotti. Sono nel suo ufficio per chiederle come abbia fatto a ribaltare una sentenza da 25 anni e perché ha scelto di difendere un ragazzo accusato di violenza e omicidio. Lei mi guarda: “Il mio maestro, il professor Coppi mi ha insegnato che per difendere una persona non c’è bisogno della verità sostanziale, basta trovare una verità processuale. Ho violato il suo insegnamento. Perché se volevo difendere Raffaele non potevo che essere certa della sua innocenza”.

Perché?

Perché sono un personaggio pubblico. Una parlamentare. Insieme con Michelle Hunzicker dirigo una associazione contro la violenza sessuale. Per non compromettere tutto questo dovevo crederci fino in fondo.
Un buon professionista forense può non credere ed essere lo
stesso persuasivo.
Sono subentrata alla fine del primo grado. La sentenza era già scritta. Per ribaltarla serviva più della sicurezza : l’entusiasmo.

Che dice a chi lavora con lei?

Che non posso sentire la frase: “Sono le otto e vado via”.
E cosa dovrebbero dire?

“Adesso devo sospendere”. Io per dieci anni ho lavorato ogni sabato e domenica. Sa perché?

Me lo immagino...

Glielo dico io. Perché in ogni processo, anche in questo, il segreto non della vittoria non è un colpo di genio. Ma la tenacia.

Facile dirlo dopo un colpo di genio.

Invece è stato così anche nel caso Kercher. Dico: non esiste un processo in cui non c’è una pagina vincente. Ma va trovata!

Lei sta parlando del guanto della scientifica, vero?

Ad esempio. Tutti l’hanno visto e hanno detto: ‘Ma guarda!’ Sa cosa c’è dietro?Che noi ci guardiamo tutte le registrazioni della raccolta prove.

Quanto possono durare?

(Ride). Anche dieci giorni.

Lei è celebre per arringhe brevi.

A me non piace il modello retorico dell’avvocato con molte citazioni e senza contenuti.

Esempio di arringa breve.

Oggi in tribunale: tutti chiedevano un’ora. Io 8 minuti.

Che vantaggio porta?

Almenodue:ti costringe a non sprecare, a focalizzare le cose importanti. E a essere credibile: la prima dote di un avvocato.

Ma come faceva a dire proprio “otto minuti”?

Mi ero già cronometrata. Molti elementi, pochi argomenti.

Mi spieghi la differenza, in questo processo.

Se dico: “Sollecito non poteva essere nella stanza del delitto”efficace o no, è argomento...

E lei cosa ha scelto di dire?

Sollecito non era sicuramente nella stanza del delitto, perché non c’è nessuna traccia.

Ma l’accusa ha detto: le tracce si possono cancellare.

Il lavoro di prima è servito due volte: avevamo ingrandito tutte le foto della scena del delitto e- gridando di gioia - abbiamo scoperto capelli e polvere.

Una prova a difesa?

Certo. L’appartamento non poteva essere stato lavato perché era sporco.

Quanto costano quattro anni di una difesa così?

(Pausa) Un milione di euro.

Quanto è costata la difesa?

(Altra pausa)Forse 30mila euro.

Il tormentone della sua arringa è stato “La ragazza in pelliccia”. Difendeva Raffaele parlando di Amanda!

E’ vero. Ma il perno dell’accusa era: Amanda, mente criminale plagia il ragazzone, il fuco.

Non poteva essere così?

Sono stati condannati, in primo grado, perché Amanda era giovane,carina,disinibita. Ovvero: mediaticamente perfetta per interpretare il ruolo di colpevole. Dicevo che era Jessica Rabbit: l’avevano disegnata così.

Quindi...

Per difendere Raffaele, dovevo demolire lo stereotipo falso su Amanda. Erano uniti, salvare solo lui sarebbe stato impossibile.

L’ha scelto lei?

No,lo ha deciso lui.Ed è un’altra prova. Se anziché difenderla avesse detto : ”Non ricordo”, ne usciva pulito. Lui la difende perché si sente innocente.Per tutta l’arringa ogni mia frase iniziava con la venere in pelliccia e finiva con la venere in pelliccia.

Cosa le diceva che anche Amanda era innocente?

Guardi, in quattro anni al banco degli imputati le persone si impara a conoscerle. Però le do un dettaglio.

Quale?

Nello stereotipo dell’accusa, la venere in pelliccia era incollata al fuco perché suo complice.

E invece?

Non si separava da Raffaele perché non parlava una parola di Italiano. Ma l’ho scoperto solo dopo tre domande dirette.

E la prima “confessione” di Amanda?

Non poteva essere fedele perché era tutta in Italiano,e senza interprete!
A cambiare il processo è la perizia.
Ho fondato tutto l’appello su quella richiesta.

Ha giocato a poker?

No.Raffaele mi ha dato la sicurezza. Se fosse stato innocente, secondo lei, l’avrebbe fatto? Solo rischiando tutto, però, potevamo scoprire che quello non era Dna ma amido!

Li hanno dipinti come ragazzi immaturi e feroci. Lei ha negato questo ritratto.

Senta, un buon avvocato è sempre un po’ psicologo: Amanda e Raffaele sono stati condannanti da minorenni e assolti da maggiorenni.Il dolore del carcere che li ha trasformati.

Mi faccia un esempio.

Raffaele che nel primo grado faceva disegnini e non ascoltava. Mi diceva: “Mi può scrivere lei le dichiarazioni spontanee”?

E nel secondo grado?

Gli ho dato solo i titoli dell’arringa, ha scritto tutto lui. La cosa del braccialetto, per dire, mi ha fatto addirittura arrabbiare, perché non mi aveva spiegato nulla.

Perché non fate richiesta di risarcimento?

Scherza? Oggi ci vediamo con Raffaele proprio per parlare di questo. Con una sentenza così,la considero automatica. Ma deve scegliere lui.

Raffaele e Amanda hanno avuto un’arma segreta nel dipartimento americano?

Questo è offensivo.Nessuno si è domandato quanto abbiano pesato i giornali quando erano tutti colpevolisti. La corte ha deciso da sola, perché è crollata la prova principale, e perché l’orma attribuita a Raffalele era di Guede. Le dico quale è stata l’arma segreta: suo padre.

Anche dal punto di vista processuale?

Certo. Io gli assegnavo i compiti. Sa che gli avevo commissionato un plastico?

Scherza?

Dico sul serio.Per dimostrare che in una stanza due per due tutti quei corpi non entravano.

E perché non l’ha usato?

Era importante. Ma avrebbe distratto. Ci ho pensato la notte, e ho deciso all’ultimo momento.

Come mai?

Se uso il plastico le foto andranno ovunque, domani la venere in pelliccia sarà oscurata. Non mi potevo permettere di rischiare. Un avvocato deve saper togliere.



La versione innocentista del difensore di Sollecito può far storcere il naso a molti,devo però dare atto leggendo l'intervista alla Bongiorno,che l'impianto accusatorio faceva acqua da tutte le parti,dalla grandezza del locale dove è stata uccisa la povera ragazza inglese,al mancato ritrovamento di prove inequivocabili della presenza di Sollecito nella stanza,non essendo stata lavata e controllata ai minimi termini.

L'impianto accusatorio è stato smontato e non sarà l'eventuale Cassazione a sovvertire la sentenza di assoluzione,certo se anche Rudy Guede avesse avuto la Bongiorno come Avvocato difensore,chissà se la faceva franca anche lui!

Rimane la pietà per la fine di una ragazza che esprimeva con il suo sorriso una voglia di vivere disarmante.



Meredith Kercher

&& S.I. &&


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2 commenti:

Unknown ha detto...

Sono sempre stata per l'"oltre ragionevole dubbio".
Certo che questa sentenza lascia molto amaro, leggendo le prime dichiarazioni che fece Amanda, che non essendo state trascritte e non essendoci un avvocato presente, non hanno avuto nessun valore giuridico.
Cristiana

Ivo Serenthà ha detto...

Infatti sul Fatto quotidiano di oggi,un esperto ha spiegato che le prove del dna sono schiaccianti sul loro coinvolgimento nell'omicidio della povera Meredith.

Ma ormai con l'assoluzione difficilmente l'eventuale giudizio della Cassazione potrà invertire l'ultimo evento.