mercoledì 5 ottobre 2011

A Torino la prima residenza a tempo



Inaugurata in via Ivrea 24.

Un "albergo" da diecimila metri quadrati con 122 unità residenziali e 58 camere destinati a famiglie, studenti, stranieri che non hanno diritto all'edilizia popolare: "Sono la fascia grigia della città"

di PAOLO COCCORESE

Dal suo balcone, all'ultimo piano di una delle tante fortezze che segnano il profilo del quartiere, la facciata del vecchio palazzo delle Poste di via Ivrea non incute più il timore di un tempo. La signora Annalisa Zocca guarda i rettangoli colorati che decorano la fila di finestre ma non scorge la somiglianza con le tele di Mondrian. Anzi, ricorda, «io ero una delle mille persone che firmarono la petizione perché temevamo che in questa residenza potessero venire drogati, ex carceratie nomadi», dice, un po' imbarazzata. Oggi attende l'arrivo dei nuovi studenti spagnoli: «Gli ospiti di via Ivrea portano colore in un quartiere grigio», ammette. La prima vittoria, il nuovo albergo sociale «Sharing» l'ha conquistata a pochi metri di distanza: dall'altra parte della strada dove una volta correva un'alta cancellata di metallo arrugginito.

Dopo un anno e mezzo di lavori - un record -, ieri è stato ufficialmente inaugurato in via Ivrea 24 il più importante esempio di housing sociale temporaneo in Italia: un albergo sociale da 10 mila metri quadrati con 122 unità residenziali e 58 camere ad uso hotel. Nove piani di corridoi e piccoli appartamenti arredati e muniti di ogni comfort offerti a prezzi calmierati. Ci sono studenti cinesi del Politecnico, professionisti, ricercatori della Chrysler, giovani coppie e famiglie in difficoltà. In via Ivrea 24 si è scelto di giocare una partita davvero speciale. Da una parte le difficoltà di un quartiere dove il disagio sociale registra picchi altissimi. Dall'altra il coraggio di puntare su un progetto che vede pubblico e privato collaborare fianco a fianco per dare una mano alle persone in difficoltà. Un investimento di 14,5 milioni di euro, finanziato al 90% dalla Fondazione Crt, che ha sostenuto il lavoro di Oltre Venture, Città di Torino, cooperativa Doc e Impresa Rosso che ha eseguito la ristrutturazione dell'edificio.

In via Ivrea ci sono spazi per ospitare bar, una lavanderia automatica, un IVREA bio market, un centro Internet e un poliambulatorio con studi dentistici e di psicoterapia, uno sportello di consulenza legale. «Non si tratta di un'operazione puramente erogativa - dice Angelo Miglietta, segretario generale della Fondazione Crt - ma di una forma di investimento sociale con un ritorno sul territorio anche di tipo economico e la responsabilizzazione dei soggetti coinvolti». Un impegno che permetterà di aiutare quella che il sindaco Piero Fassino ha definito la «fascia grigia» della nostra popolazione: «Permetterà di rispondere ad un'esigenza di quei cittadini che sulla base delle norme non possono accedere alle case popolari e che, allo stesso tempo, sono impossibilitati sostenere le spese del mercato immobiliare. Studenti, stranieri, persone sole, sfrattati». Volti nuovi che con un ricambio continuo dopo soggiorni di massimo un anno, permetteranno di colorare un quartiere grigio. Dietro la facciata in stile Mondrian, sono in molti a sperare che sorga un bel sole su casermoni di Pietra Alta.

Il progetto mi auguro possa essere d'esempio in Italia e in altre zone di Torino,mescolare le realtà familiari,degli studenti e perchè no dei professionisti,tramite alloggi o camere per residenze brevi o medio-lunghe è un'ottima idea.
Soprattutto come spiega bene l'articolo,in zone con alcuni problemi di socialità,dovuti all'inevitabile degrado delle periferie,grazie anche alla deindustrializzazione molto radicata qui a Torino.

Anche l'aspetto della nuova realtà abitativa mi pare sia di notevole interesse.

@ Dalida @


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