lunedì 28 febbraio 2011

I 150 anni dell'Unità d'Italia tra lapislazzuli e swarovski,di Michele Serra



Una festa nel segno di Swarovski

di Michele Serra

Per festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia il governo deve barcamenarsi tra austerità e grandeur. Con effetti sorprendenti. Per esempio, Calderoli ha invitato Napolitano a Cascina Sbreganzona...


Parata militare


Berlusconi avrebbe voluto che fosse aperta dalle giovani allieve ufficiali, che lo eccitano molto, promettendo a ciascuna una baionetta Swarovski, una cartucciera Swarovski e - solo per le bersagliere - una tromba Swarovski. Le autorità militari, pur apprezzando l'interessamento, hanno fatto presente che Swarovski non è tra i fornitori ufficiali delle Forze armate. Comprendendo la situazione, il premier ha proposto di rinunciare a soldatesse e soldati, troppo prevedibili, e far sfilare centocinquanta ballerine in bikini Swarovski, ciascuna accompagnata da un reduce della battaglia di Solferino per sottolineare che, quando si è uniti dal patriottismo, la differenza di età non conta. Le autorità militari hanno comunicato a Berlusconi che l'ultimo reduce di Solferino è morto nel 1937. Contrariato, il premier ha affidato a Gianni Letta il compito di coordinare la parata militare, in collaborazione con il Capo di Stato Maggiore e con il rappresentante in Italia della Swarovski. 

La Lega


 Bossi ha fatto sapere che il volo delle Frecce Tricolori nei cieli del Nord Italia per la Lega non costituisce un problema, purché avvenga solo sopra le città munite di antiaerea. Calderoli, famoso per i suoi abili compromessi, ha proposto a Napolitano di festeggiare il 17 marzo a Cascina Sbreganzona, il paesino lombardo che contende a Roma il titolo di capitale d'Italia da quando, nel 1912, il suo sindaco uscì di senno. Le famose salamelle con fagioli e carote che hanno reso celebre Cascina Sbreganzona sono state già inviate a Napolitano per invogliarlo a partecipare. 

Ospiti stranieri



 Il palco delle autorità si preannuncia affollatissimo, grazie all'interessamento di Berlusconi che ha diramato personalmente gli inviti. Oltre all'amico Putin, che approfitterà della visita per passare da Arcore e recuperare almeno le scarpe, ci saranno l'amico Gheddafi, per l'occasione in uniforme da Comandante di plotone di esecuzione, e il dittatore di Bananas Hugo Matamoros, grande appassionato d'arte italiana e collezionista di ritratti di Berlusconi e dei suoi familiari. In rappresentanza dell'Europa, una nipote di Radetzky. In rappresentanza degli Usa, Paris Hilton. In rappresentanza dell'Africa nera, lo stesso Berlusconi, per dare alla cerimonia un tocco di simpatica informalità, si presenterà travestito da re Bingo Bongo, raccontando alcune barzellette sui cannibali.

Fiat


 La Fiat lancerà per l'occasione un nuovo modello, la Caprera, costruita basandosi sui disegni originali di Garibaldi. Ha una linea molto filante e può ospitare fino a otto persone, ma è una barca a remi. Per il mercato americano è pronta la Due Mondi, una limousine lunga più di sette metri formata unendo due Panda con una cerniera lampo.





I lapislazzuli verranno offerti a festa finita,naturalmente nelle sedi faraoniche del premier,in busta chiusa e se  la celebrazione intorno a lui sarà all'altezza della situazione.


P.s.


Perdoniamo Michele Serra per la citazione sulla presenza dell'amico Gheddafi,evidentemente pare giustificata la sua assenza,con tutta probabilità definitiva.....


[ Kenzo ]

Marco Travaglio,il passaparola del lunedì,la stecca di Vendola in Puglia



Il testo integrale dell'intervento

Buongiorno a tutti, oggi parliamo di Puglia ma parlare di Puglia vuole dire di Italia, visto che la Puglia è stata governata per anni dal centro-destra, ultimo governatore mandato a casa nel 2005 da Vendola e oggi Ministro dei rapporti con le regioni e dal 2005 la Puglia è governata da Nichi Vendola, leader di Sinistra, ecologia e libertà che si propone come premier del centro-sinistra tutto nelle primarie che si dovrebbero o tenere, PD permettendo se e quando si avrà la certezza che si andrà a votare.

Vendola e la sanità della Puglia

Quindi parlare di Puglia vuole dire parlare del futuro, soprattutto nel centro-sinistra e quindi del paese e significa andare a vedere se nelle prove su strada fatte in questi 6 anni, Vendola ha dimostrato di essere la persona giusta e come leader politico e come pubblico amministratore.
Come politico lo conosciamo da 30 anni perché sono almeno 30 anni che è in politica dal PC in avanti, come amministratore la sua esperienza è questa, è un governo di una regione prospera, la regione più prospera del sud, più avanzata del sud e è un governo interessante perché è il governo di una Giunta Comunale presieduta da un personaggio che si dichiara senza esitazioni comunista, gay, cattolico, non è stato facile per Vendola farsi accettare in una regione del sud, eppure ci è riuscito vincendo prima le elezioni primarie nel centro-sinistra, avendo contro potentati molto importanti e poi riuscendo a vincere la partita più difficile che era quella contro il candidato del centro-destra, la prima volta Raffaele Fitto, la seconda volta Rocco Palese e tutte e due le volte ha vinto le primarie e ha vinto le elezioni regionali.
Bisogna vedere se quello che ha fatto in questi 6 anni, dà indicazioni positive o negative su quello che potrebbe fare nel caso in cui vincesse anche le primarie nazionali e quindi le elezioni nazionali e prendesse in mano un governo, il governo dell’Italia.
Dico subito che in questa chiacchierata di oggi non mi interessano i reati, anche perché Vendola, i giudici hanno stabilito che non ne ha commessi, l’hanno archiviato, si parla anche di D’Alema in quello che diremo dopo, non è stato neanche indagato questa volta e quindi i reati non ci interessano, ci interessano le capacità politiche e amministrative di questi due leader che sono la figura più importante della sinistra radicale Vendola e la figura più importante, l’azionista di maggioranza del Partito Democratico D’Alema, entrambi razzolano nel pollaio pugliese e lì hanno il loro collegio elettorale e il loro bacino di voti, interessano quindi i comportamenti, neanche tanto dal punto di vista morale e etico, dal punto di vista dell’efficienza e della convenienza per i cittadini a proposito del loro modo di governare e di intendere la politica e l’amministrazione, che sono due cose diverse la politica e l’amministrazione e quindi è su questi due binari che vanno giudicati i politici in un paese dove non si riesce mai a distinguere la politica dall’amministrazione.
Non ci interessano i reati però ci sono delle indagini che sono arrivate alla conclusione provvisoria, archiviazione per alcuni, arresti per altri, richieste di autorizzazioni all’arresto per altre persone ancora, divulgazione quindi degli elementi raccolti dai magistrati che ovviamente, indagando per 3 anni sulla sanità in Puglia, hanno potuto raccogliere materiale molto più penetrante di quello che possono raccogliere i giornalisti anche se basta e avanza quello che hanno raccolto i giornalisti secondo me per farsi un’idea e cosa hanno deciso alla fine di queste indagini i magistrati che indagavano da 3 anni sulla sanità? Hanno deciso che il sistema è un sistema clientelare ai confini della malavita e hanno anche deciso che non è cambiato nulla da quando governava il centro-destra a quando ha cominciato a governare il centro-sinistra con Vendola.
Mi spiego: l’ultimo governatore della Puglia è rimasto in carica soltanto una legislatura, quindi soltanto 5 anni, era Raffaele Fitto, il bilancio di Fitto sono due processi nei quali è stato già rinviato a giudizio, quindi sono già in corso davanti al Tribunale di Bari, per varie storie di tangenti, falsi e credo che esista addirittura un’accusa di associazione a delinquere, ma potrei sbagliarmi, in ogni caso sono storie di mazzette, le più importanti sono quelle che riguardano finanziamenti illeciti che i giudici gli contestano, provenienti da Giampaolo Angelucci, romano, membro della famosa famiglia Angelucci che pubblica Libero e Il Riformista e che è soprattutto un costruttore, un immobiliarista e uno dei re delle cliniche private, convenzionate con la sanità pubblica, il quale cosa voleva fare in Puglia? Voleva mettere in piedi e ha messo in piedi 11 residenze sanitarie assistite dalla Regione, ha ottenuto l’appalto, l’appalto era da 198 milioni di Euro, 400 miliardi di lire e poi secondo l’accusa si è sdebitato con Fitto pagandogli un pezzo della campagna elettorale con un versamento di 500 mila Euro passato addirittura attraverso la società degli Angelucci che edita Libero.
Fitto ha detto di avere messo regolarmente in registro quel finanziamento, i giudici hanno obiettato che non basta mettere a bilancio le tangenti, se sono tangenti, soldi in cambio di atti non dovuti, addirittura di atti dovuti, la corruzione non si può mettere a bilancio e sbiancare, la corruzione è sempre corruzione anche se viene messa a bilancio, vedremo il processo, in ogni caso Fitto doveva essere arrestato secondo il G.I.P. che aveva emesso il mandato di cattura, ma aveva avuto il tempismo di rifugiarsi in Parlamento e quindi la sua richiesta di arresto è stata respinta dall’aula e prima dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere, nel 2006 finisce l’era Fitto, Fitto va in Parlamento e di lì a poco diventa Ministro.
Arriva Vendola, arriva Vendola, la sanità pugliese è devastata per questioni etiche, penali e finanziarie, perché è ovvio che la mala gestione della sanità che è la prima voce di bilancio di una Regione, significa buchi, quei tanti buchi nella sanità regionale, credo ci siano soltanto 3 regioni in Italia che non sono in rosso, che creano il grande debito della sanità nazionale, quindi se c’è una cosa importante da fare nell’allestire la nuova Giunta di centro-sinistra, per giunta capeggiata da Vendola che è l’uomo che si propone come rinnovatore della politica, della sinistra, il nuovo linguaggio, la narrazione, la poesia e tutto quello che volete voi, è proprio la scelta dell’Assessore alla sanità, chi viene nominato assessore alla sanità? Alberto Tedesco, ex socialista craxiano che in quel momento è leader di un piccolo movimento detto dei socialisti riformisti, cosa fa Tedesco? Perché diventa Assessore alla sanità? Diventa assessore regionale alla sanità perché, spiega oggi Vendola, gli fu indicato dal Partito Democratico, in particolare dai dalemiani ai quali Tedesco era molto vicino, come la massima eccellenza in fatto di esperienza in tema sanitario, come direbbero a Roma “te credo” nel senso che la famiglia di Tedesco, i figli, hanno in quel periodo e credo ancora oggi, 3 aziende nel settore delle protesi ortopediche, chi ha una società che produce protesi ortopediche ha un unico cliente, la Regione, le A.S.L., infatti il mercato della fornitura delle protesi ortopediche in Puglia se lo dividevano grossomodo la famiglia Tedesco e la famiglia Tarantini, Tarantini insieme al fratello ha un’altra società di protesi e chi è Tarantini? Giampaolo Tarantini, detto Giampi, arrestato poi perché portava le mignotte a Palazzo Grazioli e anche a alcuni politici pugliesi.
Era un puttaniere, era un pappone di professione? No, la sua professione è: imprenditore del ramo protesi che poi voleva allargarsi nel ramo costruzioni e forniture alla protezione civile e che per ingraziarsi i politici regionali e nazionali di destra, di sinistra, usava allettarli non soltanto con regali, ma anche con tangenti in natura, mignotte!
Quindi il capo della famiglia Tedesco, la persona più importante della famiglia Tedesco, famiglia che ha tramite i suoi figli 3 aziende nel settore protesi, sanitarie e affini, cliente di enti, queste società, della Regione senza gli appalti della Regione le protesi ovviamente te le puoi infilare da solo dove preferisci, viene nominato assessore alla sanità regionale, a questo punto uno dice: sarebbe questa la novità della politica di Vendola etc.? Prendere un vecchio craxiano riciclato nei dalemiani e metterlo all’assessorato più importante e più dispendioso come voce di bilancio della Regione? E’ questa la ventata di rinnovamento? I fatti dicono che le cose sono andate così, naturalmente cosa succede? Che questo Tedesco impiega poco a farsi valere all’assessorato e già 3 anni dopo viene indagato dalla Procura di Bari per vari reati, in quel momento si sapeva che era indagato per tangenti, allora Vendola dice di averlo cacciato, Tedesco dice di essersi dimesso, anzi di avere offerto le dimissioni che all’inizio Vendola non voleva accettare, ma cambia poco, Tedesco appena giunge notizia che è indagato per la mala gestione della sanità regionale, due anni fa viene a smettere di fare l’Assessore, cosa fa? Attende pazientemente il processo per dimostrare la sua estraneità alle accuse? No, passa direttamente dalla Giunta Regionale al Senato della Repubblica con un bell’escamotage, lui si era presentato alle elezioni del 2008, ma non era stato eletto, era risultato il primo dei non eletti nella lista del PD, quindi solo se un parlamentare del PD eletto in Puglia al Senato, sapete che lì il collegio è regionale o muore o si dimette, lui può subentrare e è proprio quello che succede, quando alle elezioni europee i dalemiani hanno la bella idea di candidare un loro senatore che è l’ex Ministro dell’agricoltura De Castro, De Castro viene eletto anche perché si fa eleggere chi si vuole nei grandi partiti, lo sapete benissimo, De Castro viene eletto parlamentare europeo, lascia il Senato, il posto vuote viene automaticamente occupato da Tedesco che da quel momento è corazzato con l’immunità parlamentare, esattamente quello che aveva fatto Fitto la volta precedente.
L’altro giorno al termine di 3 anni di indagine la Procura ha consegnato le sue richieste al G.I.P., c’erano 18 richieste di arresto, il G.I.P. ne ha accettate 8 e tra queste ha disposto la cattura di Tedesco, soltanto che per catturare Tedesco bisogna chiedere l’autorizzazione al Senato, domani, martedì, la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato risponderà sull’arresto di Tedesco, dopodiché si pronuncerà l’aula.


Il conflitto di interessi che Vendola conosceva

La domanda è: sapere che Tedesco avrebbe commesso reati o sarebbe stato accusato di commettere reati come assessore, Vendola non lo poteva sapere prima di nominarlo assessore, che Tedesco avesse un conflitto di interessi familiari microscopico lo poteva sapere o no?
Certo che lo poteva sapere, l’hanno scritto tutti i giornali, l’hanno detto alcune forze politiche, peraltro neanche il centro-destra perché il centro-destra non può accusare di conflitto di interessi il centro-sinistra, quindi il centro-destra stava zitto, ma c’era per esempio un parlamentare, Pierfelice Zazzera dell’Italia dei Valori che sul conflitto di interessi di Tedesco ha fatto una grande battaglia, quando stava per essere nominato e quando è stato nominato, cosa dice Vendola intervistato da Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano? “Tedesco mi era stato rappresentato come l’unico profilo di alta competenza sull’intricata sanità pugliese, la mia parola e il mio sguardo mi parevano un deterrente sufficiente per chi avesse intendi meno che leciti”, Vendola ti guarda in faccia, ti parla e da quel momento tu diventi immune da tentazioni, questa è la presuntuosa visione della politica che ha Vendola, quindi potrebbe nominare anche Al Capone perché poi basta guardarlo e parlargli e quello diventa buono è come San Francesco con il lupo di Gubbio, il problema è che qua il lupo perde il pelo ma non il vizio, infatti Vendola dice: magari sono stato presuntuoso, ma penso che chi lavora con me, non possa essere sfiorato da dubbi disonesti, invece è quello che è esattamente successo, quindi non funziona lo sguardo!
All’inizio del mandato Tedesco… perché poi Sansa gli dice “il conflitto di interessi di Tedesco che aveva figli con società che operano nella sanità, era noto” risposta di Vendola “all’inizio del mandato Tedesco mi diede garanzia che avrebbe sciolto il conflitto, comunque l’ho sostituito alle prime voci di un coinvolgimento nell’inchiesta”, il problema non è che l’hai sostituito dopo, perché dopo il danno è già fatto, c’è già un’inchiesta, una sanità inquinata per due anni, hai sbagliato gravemente, l’Assessore più importante della tua Giunta e potevi evitare di sbagliare, perché? Perché lo sapevi che se c’era una persona, anzi due persone in Puglia che non potevano fare l’Assessore regionale alla sanità, erano proprio Tedesco e Tarantini perché si spartivano il mercato delle forniture alle A.S.L., due persone su milioni di persone non potevano fare da assessori e proprio una di queste due persone vai a prendere, perché? Adesso ovviamente dice che gliel’ha segnalato D’Alema. Vendola esagera e dice che Tedesco era l’uomo forte del PD, si dimentica che nel 2005 – 2006 non c’era il PD, si dimentica che Tedesco era leader di una piccola formazione, i Socialisti riformisti, si dimentica che il Presidente della Regione è eletto direttamente dal popolo, lui, può tranquillamente, nel rispetto del manuale Cencelli che ogni alleato deve essere rappresentato numericamente, la scelta degli assessori spetta a lui, al governatore e se ti propongono una persona che non ti convince, non dal punto di vista penale perché Tedesco ancora era insospettato, ma dal punto di vista del conflitto di interessi, tu punti i piedi e dici: quel posto spetta a voi, benissimo mettetemi uno che non abbia società in affari con la Regione.
Ma mettiamo che lui si convinca che il suo sguardo miracolerà Tedesco e lo libererà seduta stante da tutti i conflitti di interesse, benissimo, all’inizio del mandato Tedesco mi diede garanzia che avrebbe sciolto il conflitto di interessi, Vendola lo guarda, l’altro garantisce e da quel momento si scioglie il conflitto di interessi. Un mese dopo che l’hai nominato, vuoi verificare, non ci vuole la Cia per verificare se le società della Famiglia Tedesco sono ancora della Famiglia Tedesco, oppure se sono passate di mano perché o le ha vendute e allora ha risolto il conflitto di interessi, o non le ha vendute e allora il conflitto di interessi c’è ancora e devi aspettare la Magistratura per scoprire che non le ha vendute due o tre anni dopo? O lo potevi fare semplicemente con una visura camerale o chiedendoglielo: le hai vendute o non le hai vendute? Qui c’è da domandarsi se Nichi c’è o ci fa, ho l’impressione che ci faccia perché l’uomo è tutt’altro che stupido, penso che stia facendo il furbo su questa questione di Tedesco e che non se la possa cavare con così poco, fermo restando che Vendola è onesto, che non prende soldi, onesto nel senso che non prende i soldi, ma intellettualmente onesto è un’altra cosa, credo che qui non ce la racconti giusta, infatti Michele Migliano, il Sindaco di Bari sul suo blog gliel’ha fatto notare, dice: guarda che Tedesco l’hai voluto tu, guarda che Tedesco lo potevi respingere tu, guarda che non è vero che te l’ha imposto il PD, perché il PD non c’era, magari te l’ha chiesto D’Alema e tu potevi fare una pubblica denuncia se non volevi Tedesco, se hai preso Tedesco adesso non trincerarti dietro D’Alema perché sei tu il governatore della Regione Puglia, eletto direttamente dal popolo, non nominato dai partiti, a differenza di Berlusconi che dice di essere eletto dal popolo mentre invece è stato regolarmente nominato dal Capo dello Stato su indicazione del Parlamento, Vendola è eletto direttamente dal popolo, gli risponde lui della Giunta.
Poi gli hanno anche arrestato il Vicepresidente, Nicola Frisullo, perché? Perché Tarantini sentendosi emarginato dal mercato degli appalti in quanto c’era Tedesco, il capo della Famiglia concorrente a quella di Tarantini, cosa fa? Cerca di arruffianarsi D’Alema pure lui, nella speranza che ce ne sia ancora anche per lui e cosa fa? Tre cose: si avvicina a Roberto De Santis, imprenditore pugliese che è il migliore amico di D’Alema e era socio nella prima barca che aveva D’Alema, Icarus, tramite De Santis aggancia D’Alema con il quale, in barca, fa un weekend, racconta almeno Tarantini nei verbali a Ponza, un altro weekend in Salento e poi c’è un viaggio a New York di cui nel verbale non si capisce bene una cosa se c’è solo De Santis o se c’è anche D’Alema, ma in Puglia De Santis è la pupilla dell’occhio di D’Alema; si arruffiana il Vicepresidente della Regione Puglia Nicola Frisullo dalemiano di ferro, la figura più importante politicamente dei dalemiani in Puglia, che diventa cliente di, dice Tarantini e accertano i magistrati, due prostitute dell’harem di Tarantini, che guarda caso erano le stesse che ogni tanto prestavano servizio anche a Palazzo Grazioli, giorni pari Berlusconi, giorni dispari Frisullo, Frisullo finisce in galera perché in cambio Tarantini voleva favori nel ramo della sanità, vedete che effetto a catena ha la nomina di Tedesco all’inizio, il peccato originale della prima Giunta, il primo atto importante di Vendola.
Questi sono i risultati penali, i risultati finanziari sono che la Puglia in questi 6 anni ha accumulato un deficit sanitario spaventoso, molto peggiore di quello che era riuscito a accumulare Raffaele Fitto, sapete che il governo deve approvare o bocciare i piani di rientro dal debito sanitario delle regioni, Tremonti ha bocciato il piano di rientro presentato dalla Giunta Vendola e Tremonti ha tanti difetti, ma secondo me in questo caso non ha tutti i torti, ha torto quando paragona la Puglia alla Grecia, a uno stato praticamente fallito, la Puglia non è fallita, ma quando critica la mala gestione della sanità pugliese dal punto di vista finanziario, non può evidentemente avere torto. Nel dicembre, non di quest’anno, dell’anno passato, del 2009, quindi poco più di un anno fa, la perdita di esercizio della sanità pugliese era di 1 miliardo, sapete quanto è ogni anno il bilancio della sanità a livello nazionale? E’ poco più di 100 miliardi, l’1 % del bilancio della sanità nazionale è il buco della sanità pugliese, quindi le dimensioni sono enormi di questo buco e 1/3 di questo buco, 350 milioni la Giunta Vendola li ha accumulati soltanto nel 2009, soltanto in un anno 350 milioni di buco, qui la politica c’entra poco, Tremonti destra, Vendola sinistra c’entra poco, questi sono numeri.
Sono numeri che dipendono forse anche dal fatto che due anni fa, che l’anno scorso quando è stato eletto il governatore della Regione Puglia, poco prima delle elezioni Vendola cosa ha fatto? Ha assunto a tempo indeterminato 8 mila precari tra dirigenti, medici e infermieri di società esterne che lavoravano per le A.S.L. e che sono stati di botto tutti internalizzati nelle A.S.L., naturalmente è un’ottima cosa combattere il precariato, è un’ottima cosa cercare di stabilizzare i lavoratori, ma se li fai tutti stabili in blocco la settimana prima delle elezioni, 10 febbraio ultima seduta del Consiglio regionale prima delle elezioni, beh, se l’avesse fatto un democristiano socialista qualcuno avrebbe detto: questo puzza tanto di compravendita di voti, tu in campagna elettorale assumi 8 mila persone, perché? Se era giusto perché non l’hai fatto prima? Se lo fai adesso c’è il sospetto che ti stai comprando un po’ di voti a spese dei contribuenti, in una Regione che è dissestata dal punto di vista del bilancio della finanza sanitaria.


Governatori diversi, stesso sistema

Questo è il profilo politico, amministrativo e finanziario, poi c’è il profilo penale che per Vendola è stato escluso e infatti Vendola dopo che è stata archiviata la sua posizione, si lamenta perché dice: ma come, il mio processo era stralciato davanti al G.I.P. Di Paola...
Mi pare si chiami Di Paola, mentre tutte le carte naturalmente le trovate sul sito de Il Fatto Quotidiano per leggere bene di cosa si tratta, ma la vicenda Tedesco invece sta davanti a un altro G.I.P. perché si chiama Di Benedictis e quindi Di Benedictis non ha potuto fare a meno, ovviamente, dovendo scrivere com’è organizzato il sistema criminale che lo ha portato a disporre l’arresto di 8 persone, tra le quali anche del Senatore Tedesco, è ovvio che Di Benedictis deve descrivere qual è il sistema e il sistema ovviamente è una piramide al cui vertice c’è Vendola e quindi ha fatto delle osservazioni che riguardano anche Vendola e il sistema di cui è responsabile il governatore eletto dal popolo, un sistema clientelare, una lottizzazione sistematica, un collaudato sistema criminale, costituisce un dato irrecusabile la consapevolezza dei responsabili politici, di tutti i responsabili politici di operare per fini di spartizione politica e correntizia, non risulta circoscritto questo sistema a singoli esponenti della maggioranza di centro-sinistra, ma assurge a logica di strategia politica, al fine di acquisire consenso e rendere stabile la maggioranza di governo.
Tedesco curava i suoi interessi personali e economici e Vendola aderiva alle richieste del suo assessore per criteri di spoil system del tutto avulsi da esigenze di corretta gestione amministrativa dell’A.S.L. di Lecce, cosa vuole dire spoil system, lo spoil system è una buona cosa, arriva il governatore, con il suo assessore nomina i dirigenti delle A.S.L., li sceglie di sua fiducia, così quelli rispondono a lui e così risponde lui alla fine per l’operato di questi signori, se hanno fatto bene avrà di che vantarsene con gli elettori e avrà fatto un buon servizio ai cittadini, se hanno fatto male non potrà dire: li ha scelti il mio predecessore, quindi lo spoil system responsabilizza, fai pure piazza pulita, nomina pure tutti quelli che decidi che sono bravi, se poi si vede che sono delle ciofeche però non puoi dare la colpa ai predecessori, come fa sempre Berlusconi che, qualunque cosa è sempre colpa di Prodi, se li hai scelti tu con lo spoil system, poi ne rispondi tu del loro operato e li devi controllare tu, tramite il suo assessore.
Invece lo spoil system, scrive il giudice legittimo, non obbediva a criteri di corretta gestione amministrativa, ma a criteri di interessi personali e economici dell’assessore e di interessi clientelari del governatore Vendola e dei suoi alleati del centro-sinistra in Giunta, per acquisire consenso e stabilizzare la maggioranza. Poi ci sono i dettagli, sapete i giornali hanno parlato molto del fatto che Vendola voleva confermare un commissario straordinario in un’A.S.L. come direttore generale, una norma regionale vietava di fare il direttore generale nello stesso posto uno che era già stato commissario straordinario, allora lui chiama l’Assessore e dice: non ma non si può togliere questa norma e cambiare questa norma? Hanno subito detto che voleva fare la legge ad personam come Berlusconi, naturalmente sono stronzate, Berlusconi leggi ad personam le fa per cancellare i suoi reati e i suoi processi, qui Vendola stava semplicemente cercando di adeguare una norma per poter mettere una persona di sua fiducia, il problema non è quello, non è il fatto che uno vuole cambiare una Legge Regionale, è il Presidente della Regione è ovvio che se la maggioranza la cambia è suo compito, cambiare le leggi regionali, l’importante è che poi risponda lui delle nomine e dei risultati, i risultati sono un miliardo e passa di buco, i risultati sono l’Assessore N. 1 alla sanità che latita in Parlamento, altrimenti sarebbe in galera, i suoi principali collaboratori già in galera perché non sono andati in Parlamento, il Vicepresidente Frisullo finito in galera e una sanità che viene così descritta dai magistrati con migliaia di elementi e di prove alla mano, in tutto questo c’è anche D’Alema che naturalmente ha segnalato sia Tedesco, sia Frisullo ne sbagliasse uno D’Alema, due ne ha segnalati, uno è finito in galera, l’altro ci sarebbe se non fosse in Parlamento.
E che gironzolava in barca con Tarantini e uno può dire: va beh, ma Tarantini racconta di avere organizzato una cena elettorale per D’Alema e D’Alema c’era, il Sindaco Michele Migliano dice che appena vide chi organizzava la cena suggerì a D’Alema di allontanarsi, perché? Perché basta leggere quello che racconta Tarantini e cioè che lui si era dato da fare per organizzare la cena, perché la finalità era per noi quella di invitare i primi dirigenti delle A.S.L., i primari e fare bella figura facendo vedere che c’era il Presidente D’Alema, volevo sponsorizzare il PD per essere accreditato a lavorare nella sanità e già dopo che gli avevano messo Tedesco che era considerato il suo rivale, il suo concorrente insieme alla sua famiglia, è ovvio che lui cercasse… allora cosa fa? Invita una grande tavolata in un bel ristorante fuori Bari, direttori generali della sanità, manager, primari, vice primari, amministrativi, gli fa trovare D’Alema, paga lui per tutti e dice: guardate con chi mi accompagno, quindi ricordatevi di me quando dovete affidare certe gare, certe forniture.
Credo che chi partecipa a certe cene, chi ha certe frequentazioni non può dire: non sapevo, se stai in Puglia da una vita, se vieni eletto in Puglia da una vita e partecipi a una cena elettorale di Tarantini non puoi dire: non so chi è Tarantini, non puoi dire l’ho incontrato per caso, perché certe persone, a certe persone non va stretta neanche la mano se hai il sospetto non solo che siano dei poco di buono, ma anche che vogliano usare la tua vicinanza per ottenere dalla Regione dei favori o delle cose che non dovrebbero ottenere altrimenti, ma anche lì tutto era partito dal peccato capitale, D’Alema che indica Tedesco Assessore alla sanità e Vendola che obbedisce senza esercitare le sue prerogative di scelta in ultima analisi della sua squadra di assessori e poi per i rami dei dirigenti, il peccato originale è quello da cui discendono tutti gli altri e oggi abbiamo azzoppato da questa vicenda quello che per molti costitutiva una speranza, non dico di rinnovamento perché fa politica da 30 anni, ma almeno di aggiornamento della classe dirigente del centro-sinistra, era un po’ meno vecchio di quelli che hanno rappresentato il centro-sinistra in questi ultimi 20 anni, oggi azzoppato da questa vicenda e non mi può dire: mi ha azzoppato D’Alema o mi hanno azzoppato i magistrati, si è azzoppato anche da solo, ma D’Alema diciamo che gli ha dato una buona mano, la domanda è: cosa debbano ancora fare i D’Alema boys perché D’Alema sia accompagnato alla porta del PD?


E la domanda è: ma è possibile che per andare allo scontro finale con l’uomo dei conflitti di interessi, con Berlusconi, il centro-sinistra possa presentarsi con la faccia di Vendola? Uno che dovendo nominare l’assessore alla sanità all’insegna del rinnovamento, mette proprio quello che era il simbolo del conflitto di interessi della sanità pugliese? La risposta la lascio a voi, continuate a leggerci su Il Fatto Quotidiano, grazie a quelli che ci hanno dato fiducia venerdì acquistandolo credo in 20 mila copie in più del solito per l’inserto culturale “Saturno” che è stato molto apprezzato e passate parola!

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Effettivamente una brutta figura per il governatore della Puglia,ora non dovrà più sbagliare nulla se vorrà ancora ambire alla politica nazionale.
A sinistra chi si brucia non fa più strada,una fondamentale differenza dall'opportunismo vergognoso della destra.

[ Kenzo ]

domenica 27 febbraio 2011

Firma anche tu l'appello dell'Unità contro il caimano e le sue dichiarazioni

La delirante affermazione sulla scuola pubblica,senza dimenticare la chiusura senza appello sulle coppie gay e la possibilità di formare una famiglia.


Sulle solite cazzate dei comunisti in Italia,meglio chiudere a priori!!





Il personale commento rilasciato poco fa
1663. Ivo Serenthà, Torino (TO)   27/02/2011 - 20:34 -- 1778 --
Lui può dare lezioni di bunga-bunga,al contrario la stragrande maggioranza degli insegnanti riesce a impartire cultura con magri stipendi


Per firmare l'appello

CLICK APPELLO DELL'UNITA'


[@#& blog freedom &#@]

Il delirio del sultano continua,contro la scuola pubblica,naturalmente!

img_vignette

[ Staino - L'unità ]

Figuriamoci se non prendeva la palla al balzo per rilanciarsi,alla solita bufala che i comunisti risiedano solo in Italia,dopo Cuba chiaramente,ai matrimoni gay e sino a quando lui rimarrà in carica,purtroppo,le famiglie gay non verranno mai riconosciute,
L'apoteosi del suo delirio avviene sulle affermazioni a riguardo della pubblica istruzione,guarda caso i finanziamenti a pioggia verso le scuole private e ad indirizzo cattolico, non sono un caso a questo punto.
Come si possa generalizzare banalmente e sparare sull'intera scuola pubblica,è davvero sconcertante,sono sicuro che facendo un sondaggio sulla classe dirigente e teste pensanti di qualità del nostro paese,senza contare i famosi cervelli emigrati all'estero per mancanza di opportunità,la stragrande maggior parte di essi si sono formati tra gli istituti pubblici.


Ma l'ipocrisia e la falsità dell'uomo azienda portatosi alla politica per salvare il proprio posteriore,è una palese realtà e non potrebbe delirare meglio,non si sa,se consapevolmente o meno,ormai gli interrogativi risultano effettivamente un difficile rebus.


&& S.I. &&

sabato 26 febbraio 2011

La grande crisi con effetto domino in nord Africa



L’inizio della fine

Di Massimo Fini

Le rivolte popolari in Tunisia, Egitto, Libia, Algeria, Marocco, Bahrein segnano l’inizio della fine dell’Impero americano, e occidentale, in quelle regioni. Da quando hanno vinto la Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti, nonostante tutte le loro belle parole di democrazia, hanno sostenuto i dittatori più infami, corrotti e sanguinari, purché gli facessero comodo, quando non hanno fomentato direttamente dei golpe militari. E questa realpolitik imperialista gli si è sempre ritorta contro o li ha messi in situazioni insostenibili.

Il sostegno al dittatore cubano Batista ha generato il castrismo. Il golpe militare organizzato da Henry Kissinger contro Salvador Allende, colpevole di esser socialista e non prono agli interessi yankee, ha portato il Cile, sia pur col tempo, nella “linea Chávez” di indipendenza di buona parte dell’America latina dall’ingombrante tutela di Washington. Il sostegno al patinato Scià di Persia che rappresentava sì e no il 2% della popolazione iraniana, una borghesia ricchissima mentre il resto del Paese moriva di fame, e che governava con la Savak, la più famigerata polizia segreta del Medio Oriente, il che è tutto dire, ha partorito il khomeinismo da cui ha origine la riscossa islamica. Il sostanziale sostegno ai “signori della guerra” somali ha aperto la strada alle Corti islamiche, molto simili ai talebani afghani, che avevano riportato in quel Paese, precipitato nel più pieno arbitrio, l’ordine e la legge, sia pur un duro ordine e una dura legge, la sharia.

Il sostegno ai “signori della guerra afghani”, Massud, Dostum, Ismail Khan, contro i talebani che avevano portato sei anni di pace in Afghanistan dopo tanti di guerra, li ha messi in una situazione insostenibile, avendo i guerriglieri ripreso il controllo dell’80% del Paese, per cui oggi vanno in giro col piattino pietendo dal Mullah Omar una mediazione. Ma l’invasione e l’occupazione dell’Afghanistan ha svegliato i talebani pachistani che all’inizio erano un movimento religioso, sia pur integralista, ma pacifico e per nulla eversivo, tanto è vero che sostenevano il governo di Benazir Bhutto, e che ora si sono armati, fanno guerriglia e puntano a conquistare il potere a Islamabad. Con la differenza che l’Afghanistan, armato com’è in modo antidiluviano, non costituisce pericolo per nessuno anche se al potere tornassero i talebani, il Pakistan invece ha l’atomica. Per inseguire unpericolo immaginario gli americani ne hanno creato uno reale.

Negli ultimi decenni gli Usa hanno sostenuto il dittatore tunisino Ben Alì, testé fuggito con la cassa di fronte al furore del suo popolo, il dittatore egiziano Mubarak cacciato a pedate e ora agonizzante nella sua villa di Sharm el Sheik, hanno sostenuto, nel 1991, i generali tagliagole algerini quando nelle prime elezioni libere di quel Paese il Fis (Fronte Islamico di Salvezza) ebbe la sventura di vincerle a redini basse, col 78% dei consensi, e allora quei generali in combutta con l’Occidente cancellarono le elezioni e col pretesto che il Fis avrebbe instaurato una dittatura ribadirono la legittimità di quella che c’era già.

Ora le rivolte nel Maghreb, in Egitto, nel Bahrein (dove c’è la solita base americana), in Libia (ancheGheddafi era diventato potabile da quando si era messo in affari con l’Occidente), cambiano tutti i termini della questione. È vero che gli americani sono già riusciti a mettere il cappello sulla rivoluzione popolare egiziana trasformandola in un golpe militare. Ma d’ora in poi gli sarà molto più difficile controllare le varie situazioni. Lo sbocco di queste rivolte, si dice, è imprevedibile. Non proprio. È molto probabile che questi popoli una volta liberatisi dei dittatori, finiscano, prima o poi, per rendersi indipendenti anche dal burattinaio che, per decenni, li ha manovrati a suo uso e consumo.



Il comune denominatore di questa crisi con effetto domino,sono le difficoltà delle popolazioni,le quali vivendo sempre più in ristrettezze economiche si sono ribellate ad un potere corrotto,pieno zeppo di ricchezze.

E se vogliamo dare un sguardo più ampio e retrodatato è l’ennesimo fallimento della globalizzazione,dove l’occidente sta pagando il salatissimo conto per ciò che riguarda la disoccupazione,con le crisi finanziarie e bancarie,le quali sono ben lungi d’aver trovato antidoti per il superamento della più importante crisi sociale dal dopo guerra.
Dove l’unico continente,quello asiatico riesce a trovare motivi di soddisfazione,ma durerà per loro questo trend?
Dubito che abbia vita lunga,poichè appena scoppieranno le beghe sindacali dei lavoratori,non più contenti d’un tozzo di pane e condizioni di lavoro allucinanti,il bengodi Cina-India potrebbero avere il vento repentinamente contro.

&& S.I. &&

Giuliano Ferrara al posto di Enzo Biagi dopo il Tg1,una bestemmia!



[ Il fatto quotidiano ]



[ inserto satirico ]




FERRARA OCCUPA IL SERVIZIO PUBBLICO E LO SPAZIO CHE FU DI ENZO BIAGI
L’Elefantino dopo il Tg1. Il Pdl: pluralismo con lui e Sgarbi
   IIl titolo conta poco: il Foglio, l’Elefantino, Radio Londra. Sarà un programma a soggetto: una telecamera, tre o cinque minuti, tra il telegiornale di Augusto Minzolini e il varietà Affari tuoi. E Giuliano Ferrara farà il suo editoriale quotidiano a milioni di italiani su Raiuno. Il direttore del Foglio avrà quel pezzetto di palinsesto che fu del Fatto di Enzo Biagi e che infastidiva così tanto Silvio Berlusconi.
   IL CAVALIERE chiuse la rubrica di Biagi, adesso ordina di riaprirla per Ferrara, rientrato a corte, influente consigliere e nuovo editorialista del Giornale. Ma la trattativa tra la Rai e l’ex ministro è curiosa. Ieri il Foglio ha relegato a pagina 7   un’intervista a Mauro Masi. Un paio di colonne innocue, memorabili soltanto perché il direttore generale si definisce un civil servant. All’improvviso, le agenzie annunciano l’avvento 
di Ferrara: “Torno, ho accettato l’offerta di rifare Radio Londra (trasmissione di Mediaset)”. Troppo facile scoprire chi corteggiava, i due s’erano visti il giorno prima per la chiacchierata sul Foglio. Il consigliere Nino Rizzo Nervo racconta a Klaus Davi un episodio interessante: “Quando si parlava di Maurizio Belpietro in un Cda, suggerii a Masi di prendere in considerazione anche Giuliano per una trasmissione in prima serata, ma allora il direttore del Foglio non era in trincea”. E dunque Ferrara ha folgorato Masi in fretta, ancora in affanno per il debutto di Vittorio Sbarbi e per l’ostruzionismo a Lucia Annunziata. Il direttore generale da mesi rinvia l’inizio del settimanale sul potere dell’Annunziata (sei puntate su Raitre), ma in una manciata di ore, senza avvisare nessuno, regala a Ferrara un microfono aperto su Raiuno, alla faccia del contraddittorio e del pluralismo contestato ad Annozero per Marco Travaglio E sull’Annunziata ha mentito in Cda: “Domani ci vedremo (ieri, ndr) per risolvere il problema”, eppure sapeva che la conduttrice di In mezz’ora era all’estero per seguire la crisi libica. Quando può, però, è svelto: altro che matricole bloccate, altro che contratti dispersi. Masi ha mobilitato le strutture di viale Mazzini, sempre puntigliose e burocratica, per allestire la scenografia di Ferrara entro il 7 marzo, al massimo il 14. Non c’è tempo da perdere per Masi, che ormai è in uscita e con l’ultima operazione può garantirsi un approdo migliore, non certo una vicepresidenza Eni. E non c’è tempo da perdere per Ferrara, scelto dal Capo per tamponare l’emorragia di consensi e militarizzare una fascia oraria da sei milioni di spettatori, già ben controllata da Minzolini. Il direttorissimo così smetterà di fare editoriali: il Tg1 filtrerà le notizie a modo suo, l’ex ministro appunterà un commento. Per centinaia di serate quei minuti che chiudevano la giornata politica erano di Enzo Biagi: “Non guardo il Tg1 e non guarderò Ferrara – dice la figlia, Bice – questa scelta non mi stupisce perché il momento è delicato per il governo e il presidente del Consiglio”.
   IL SINDACATO dei giornalisti Rai parla di propaganda: “Sì, aggiungo anche scandalosa – dice il segretario Usigrai, Carlo Verna – Masi parla al Foglio e cerca di rilanciare la sua immagine, disperatamente aggrappato alla poltrona; Ferrara palesatosi consigliere del principe prenota uno spazio di massima visibilità in Rai. E lo fanno con i soldi pubblici”. Giovedì critico con Raiuno per il Festival di Sanremo, il consigliere Antonio Verro (Pdl) è radioso: “Finalmente 
con Sgarbi e Ferrara vedo realizzato il mio sogno di pluralismo”. Il quadro è completo. Raiuno? Occupata Raidue? Quasi bonificata, manca Annozero. Raitre? Immobile. Qui Roma, a voi (Radio) Londra.






Più di un quintale di ragioni per non sintonizzarsi più con il primo canale della Rai,è l'unico consiglio del blog Freedom!


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venerdì 25 febbraio 2011

Sessualità e i contraddittori tempi moderni,di Massimo Gramellini




La regina è nuda

Le due notizie sono atterrate insieme sul tavolo della redazione e l’ho considerato un segnale. Prima notizia. La società di andrologia lancia l’allarme: il calo del desiderio e i problemi di erezione legati a blocco psicologico sono sempre più diffusi. Fra i settantenni? Manco per niente, come testimonia la cronaca politica. Fra i ragazzi di vent’anni, la prima generazione esposta fin dall’adolescenza alle radiazioni dei siti porno e all’utilizzo esasperato del corpo femminile da parte della pubblicità. Più vedo meno godo. Per le giovani donne si prospetta, oltre al danno, la beffa. Esibite in pubblico come stinchi di macelleria e ignorate nell’intimità. Però c’è la seconda notizia.

Nel bel mezzo della lezione, una bambina della scuola elementare Pezzani di Milano punta il dito contro la finestra e urla alla maestra: «Ma quella ha il sedere di fuori!» «Quella» è la modella gigantesca di un gigantesco poster che fronteggia la scuola e reclamizza una gonna virtuale che non arriva a scaldare neppure le chiappe. Gli autori della pubblicità hanno parlato di «espressione artistica» e di fronte all’arte, si sa, l’uomo sensibile si inchina. Ma a furia di inchinarsi smette di stupirsi, con tutto quel che ne consegue. Le maestre e le mamme della scuola hanno dichiarato guerra alla chiappa. Finora non l’avevano notata. Una più, una meno. Ci voleva una bambina per gridare che la regina era nuda. Le donne dovrebbero farle un monumento. E anche i maschietti della sua classe, se grazie a lei non entreranno nella prossima indagine della società di andrologia.

Mi hanno riferito di cocktail alcool-viagra assunti dai più giovani maschietti per sopperire allo stress da prestazione,probabilmente il virtuale trasmesso via etere si scontra non poco con la realtà.Anche da questo punto di vista chi ne capisce di marketing,ha fallito in buona misura con la strategia della donna esposta come quarto di bue in macelleria,ho appesantito il suo stinco della medesima bottega!Tanto per dare l'idea...

&& S.I. &&

giovedì 24 febbraio 2011

Vittorio Emanuele di Savoia,il filmato con l'auto accusa dell'omicidio di Dirk Hamer



Dopo 33 anni Vittorio Emanuele di Savoia ammette di aver ucciso Dirk Hamer, sparandogli col suo fucile nella notte sull’isola di Cavallo, in Corsica. C’è un video, che il Fatto Quotidiano ha potuto visionare e che pubblichiamo sul nostro sito web, in cui il principe si vanta dell’omicidio e di essere riuscito a farla franca nel processo-farsa in Francia.

“Avevo una batteria di avvocati”
Carcere di Potenza, 2006: Vittorio Emanuele è nella cella dov’è detenuto per l’inchiesta su Vallettopoli. Indossa una maglietta bianca con la scritta Nissan sulla schiena. Passeggia tra i letti a castello del penitenziario. E commenta le notizie del telegiornale – che parlano di lui – con i suoi compagni di prigione.  È divertito, allegro. I coindagati Rocco MigliardiGian Nicolino NarducciUgo Bonazza, reclusi con lui, lo incitano: “Lei è già fuori!”. L’”erede al trono” cede alla tentazione dell’autocompiacimento, non è la prima volta che se la cava con poco: “Nel mio processo a Parigi…”.

Inizia così la confessione che ilfattoquotidiano.it è in grado di mostrarvi: a immortalarla non c’erano soltanto le cimici, come si pensava, ma anche una microcamera nascosta. È un filmato inequivocabile, che rievoca la notte tra il 17 e il 18 agosto 1978: un ragazzo tedesco di 19 anni, Dirk Hamer, viene raggiunto da due colpi di fucile alla gamba destra. Muore dopo 111 giorni, 19 operazioni e l’amputazione dell’arto. Un solo imputato: Vittorio Emanuele, che nega qualsiasi responsabilità. Alla fine la giuria francese lo dichiara innocente, dopo un processo durato appena tre giorni.

Quando nel 2006 i giornali pubblicano stralci dell’intercettazione ambientale in cui si vanta di aver “fregato” i giudici francesi e ricostruisce la traiettoria delle sue fucilate, Vittorio Emanuele convoca una conferenza stampa, nell’evocativa saletta dell’hotel Principe di Savoia a Milano. Accompagnato dai legali e dal figlio Emanuele Filiberto, sminuisce le sue esternazioni su Dirk Hamer e dice che sono state falsificate: “Queste notizie sono talvolta manipolate o non sono vere. Ma ora è il momento di parlare, di far emergere la verità”. E la sua verità è questa: “Due tribunali francesi si sono pronunciati prosciogliendomi da ogni responsabilità. Lo hanno fatto perché ci sono prove chiare. La pallottola che ha colpito il ragazzo non poteva essere del mio fucile. Qualcuno ha sparato con una pistola a quel povero ragazzo, ecco la verità”.

Dichiarazioni che ora vengono clamorosamente neutralizzate dalle testuali parole che lui stesso ha pronunciato in carcere, ignaro della microcamera che registrava: “Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era (parola incomprensibile, ndr) steso, passando attraverso la carlinga”. Spiega il tipo di proiettile: “Pallottola trenta zero tre”.

Il principe ammette quindi di aver colpito Dirk e si vanta di aver gabbato il Tribunale parigino che l’ha assolto, grazie alla sua “batteria di avvocati”. Rievoca “il processo, anche se io avevo torto … torto…”. E aggiunge: “Devo dire che li ho fregati… Il Procuratore aveva chiesto 5 anni e 6 mesi. Ero sicuro di vincere. Ero più che sicuro”. Infatti “mi hanno dato sei mesi con la condizionale: sei mesi, c’era un’amnistia, non l’hanno neanche scritto! Sono uscito!”. Scoppia a ridere, senza trattenere la soddisfazione.

La ricerca del filmato
Per Birgit Hamer, la sorella di Dirk, che nel 2006 legge queste intercettazioni ambientali sui giornali, diventa fondamentale capire se davvero, come sostiene Savoia nella conferenza stampa, le trascrizioni sono state manipolate o meno. Perché se fossero autentiche e testuali metterebbero – spiega lei – “la parola fine su questa storia: sarebbe impossibile negare che, a prescindere dalle sentenze, Savoia sia il vero e unico responsabile della morte di mio fratello”.

Ma la signora Hamer, che a 20 anni rinunciò a una carriera di top model e attrice per dedicare la sua vita a dare giustizia al fratello in tribunale e poi a confutare la sentenza, vive da dieci anni in Spagna con le figlie, Sigrid e Delia. Non ha più contatti diretti con i giornalisti, non sa a chi rivolgersi. Comincia a scrivere e a telefonare a tutte le persone coinvolte nel processo Vallettopoli che ha portato Savoia in carcere (verrà poi prosciolto). Scopre così che agli atti dell’inchiesta è depositata non solo la trascrizione delle frasi, ma anche la videoregistrazione del colloquio fra il principe e i compagni di cella. “Cosa c’è di più inequivocabile di un filmato, per capire come stanno le cose?”, domanda la Hamer parlando con il Fatto. Il tempo passa. Vittorio Emanuele viene prosciolto dal gip di Potenza (come spiega qui sotto Gianni Barbacetto). Solo a questo punto Birgit può fare istanza al Tribunale per ottenere copia della registrazione. Trova un avvocato nel capoluogo lucano che la rappresenti. Ma aspetta quasi un anno senza avere risposte.

Poi scopre che parte del processo è stata trasferita alla Procura di Roma. Qui si rivolge a un altro legale che inoltra una seconda istanza ben motivata: “La signora Hamer ha il diritto costituzionalmente garantito alla verità sulla morte del fratello”. Trascorre qualche altro mese (pare che la registrazione sia andata perduta), poi finalmente l’avvocato chiama: il filmato è stato recuperato, può passare a ritirarlo.
Quando Birgit vede il video, è la prima volta che ascolta la voce di Vittorio Emanuele dai tempi del processo a Parigi. Le bastano pochi minuti per rendersi conto che non ci sono manipolazioni. Sono molte le parole incomprensibili e il principe, mentre racconta la notte in cui Dirk viene ferito a morte, è di spalle. Ma, ciò nonostante, risultano evidenti sia il contesto sia l’ammissione di colpa, che nelle intenzioni di Savoia è un vanto. Le frasi più gravi si sentono nitidamente, e con queste anche le risate e le battute, tutte pronunciate col timbro di voce inconfondibile dell’erede di Casa Savoia. La Hamer piange, ma è felice come non lo era mai stata negli ultimi trent’anni: “Guardare quel video è orrendo, ma dà anche un grandissimo sollievo. Ora quel signore non potrà mai più sostenere che non ha sparato a mio fratello: ho vinto la mia battaglia, anzi quella di Dirk”.






Spero vivamente che si possa fare giustizia,la sorella della povera vittima la sta attendendo da più di trent'anni.





Dirk Hamer morto dopo tre mesi di agonia


@ Dalida @

Robe da caimano:Prima il baciamano a Gheddafi poi inneggia ai giovani libici pro democrazia

Prima il baciamano e la faraonica organizzazione a Roma con il mega tendone e 300 giovani donne accorse per il rais,alcune diventate musulmane per compiacenza.




Dopo aver curato e vezzeggiato il rais per anni,adesso abbraccia la reazione democratica dei giovani in Libia,peccato che abbia appoggiato spudoratamente chi in questo momento li sta ammazzando.




Sino ad aver portato le frecce tricolori alla parata di un anno fa a Tripoli



Anche su questo aspetto gli italiani non si meriterebbero d'essere comandati da un uomo del genere





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mercoledì 23 febbraio 2011

In Libia 10mila morti,la Ue preoccupata per energia e flussi migratori



Fonti dell’Aja: “In Libia 10mila morti”
Ue: “In fuga 1,5 milioni di persone” Secondo un membro della Corte penale internazionale, diverse migliaia di vittime sono state seppelliti in fosse comuni mentre i morti sono 50mila.

Intanto Gheddafi ha perso la Cirenaica e l'agenzia europea Frontex prevede tra 500mila e 1,5 milioni di immigrati in arrivo La repressione in Libia ha già causato 10mila morti, almeno secondo quanto un membro della Corte penale internazionale dell’Aja ha riferito alla tv al-Arabiya. E secondo l’agenzia Ue per il controllo delle frontiere Frontex, dal Nordafrica potrebbero fuggire in Europa addirittura 1,5 milioni di persone. Queste le conseguenza delle rivolte che stanno sconvolgendo la Libia.

A denunciare l’elevato numero di vittime è stato oggi Sayed al Shanuka, componente libico e presidente della Commissione Giustizia e Sviluppo della Corte dell’Aja: “A Tripoli ci sono fosse comuni con 10 mila morti“, ha dichiarato, parlando anche di 50mila feriti in tutto il paese da quando è partita la rivolta. Diverse fosse comuni scavate a Tripoli sono state mostrate da un video amatoriale trasmesso da Onedayonearth. Il filmato mostra una spiaggia della capitale dove molti uomini sono intenti a costruire un cimitero di grandi dimensioni. In un altro video del quotidiano inglese Telegraph, sono state mostrate le operazioni di scavo di altre fosse comuni. Testimoni riferiscono poi attraverso internet che molti cecchini stanno sparando contro qualsiasi persona si trovino davanti: “Non si può aprire una finestra né la porta. I cecchini sparano alla gente, siamo sotto assedio”. Intanto le strade e le piazze delle città libiche, dopo una notte e una mattinata tranquille, hanno ricominciato a riempirsi di manifestanti che gridano contro il regime di Gheddafi.


Il Raìs controlla ancora Tripoli, ma ormai ha perso Zauia, Zentan, la Cirenaica e l’est del paese. Gheddafi oggi ha pianificato di bombardare alcuni pozzi di petrolio, ma il pilota a cui è stato dato l’ordine si è rifiutato di eseguirlo. Lo afferma il capo della brigata di sicurezza di Tobruk, che si è unito ai manifestanti, secondo quanto riferisce la televisione satellitare al-Arabiya. Da Bengasi si è poi avuta notizia di un caccia-bombardiere Sukhoi-22 dell’Aeronautica Militare libica che si è schiantato al suolo nei pressi della città. Pilota e co-pilota lo hanno abbandonato e si sono paracadutati al suolo pur di non obbedire all’ordine di attaccare la città, in mano ai rivoltosi: lo riferisce sul proprio sito online il quotidiano filo-governativo Quryna, che cita un anonimo colonnello in servizio presso una base aerea della zona.

Le conseguenze degli scontri in Libia saranno duraturi. Secondo l’agenzia europea Frontex, le rivolte nel Nordafrica potrebbero spingere in Europa tra 500.000 e 1,5 milioni di immigrati che “si dirigeranno principalmente in Italia, Malta e Grecia”. E’ quanto riferiscono fonti di Bruxelles secondo cui “si tratta di persone di origine subsahariana che lavorano in Libia e Nordafrica”.

Intanto la rappresentante per la politica estera dell’Ue Catherine Ashton ha annunciato che “l’Unione europea ha deciso di sospendere i negoziati con la Libia per l’Accordo quadro ed è pronta a prendere ulteriori misure”. La Ashton nella nota accoglie “la dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu di ieri che chiede al governo della Libia di rispettare la responsabilità di proteggere il suo popolo chiedendo alle autorità libiche di rispettare i diritti umani e la legge internazionale”. Inoltre, secondo l’Alta rappresentante, “l’Ue è pronta a dare aiuti umanitari se è necessario”.



All’occidente,in questo caso perlopiù all’Europa,interessano i giacimenti petroliferi e di metano,con l’aggiunta della massima preoccupazione dell’invasione migratoria che risulterà molto probabilmente di proporzioni bibliche.
In altri casi,in Darfur ad esempio,e i mancati diritti umani in Cina,sempre l’occidente,non vede,non sente,non parla,anzi con i cinesi ci fa affari a tutto spiano e gli ha consentito addirittura lo svolgimento delle Olimpiadi.
Un occidente che patteggia o adula in modo vergognoso (nel caso dell’esecutivo berlusconiano) un criminale dittatore,poichè lo è sempre stato.
Niente di nuovo all’orizzonte,tranne il solito opportunismo occidentale,che pubblica le foto delle fosse comuni,ma che è preoccupata solo per i motivi elencati prima.

&& S.I. &&

Tutti gli interessi dell'occidente appassionatamente,di Massimo Gramellini



Le fosse comuni in LIbia



Ipocriti e cumenda
Da che mondo è mondo coi dittatori ci si indigna in pubblico e si fanno affari in privato. A volte non ci si indigna neppure: si rimane zitti. Un silenzio interrotto solo dal fruscio dei soldi. Mai visto un politico o un imprenditore andare in Cina inalberando cartelli per il rispetto dei diritti civili. Si diventa esportatori della democrazia solo quando conviene, come in Iraq o in Afghanistan. Però esiste un limite che gli statisti cercano di non valicare ed è il rispetto di sé e del Paese che si rappresenta. Quel senso del decoro e delle istituzioni che ti impone di stringere la mano a Gheddafi, ma ti impedisce di baciargliela. Che ti costringe a riceverlo con tutti gli onori, ma non ti obbliga a trasformare la sua visita in una pagliacciata invereconda, con il dittatore a vita che tiene lezioni di democrazia all’università e pianta la sua tenda beduina in un parco storico della Capitale per ricevervi una delegazione di ragazze prese a nolo.

Berlusconi non ha fatto che applicare alle relazioni internazionali le tecniche di adulazione con cui i vecchi cumenda lombardi stordivano il cliente da intortare. Disposti a tutto pur di compiacerlo, considerando la dignità non tanto un accessorio quanto un ostacolo alla conclusione di un affare. Qualche lettore penserà: il cumenda di Stato è solo meno ipocrita degli altri. Verissimo. Ma a me sta venendo il dubbio che l’antica ipocrisia «borghese», contro cui da ragazzo mi scagliai anch’io, fosse preferibile all’attuale sguaiataggine.


Dalle improponibili Olimpiadi in Cina,considerando il regime che schiaccia quotidianamente i diritti umani,alla crisi del Darfur,dove un intero popolo potrà disidratarsi e morire sulla sabbia,poichè non esistono interessi occidentali.Sono realtà di politiche di Stato e nel nostro piccolo,nel nostro quotidiano i piccoli interessi e l'opportunismo più becero la fa da padrona.

&& S.I. &&

martedì 22 febbraio 2011

Il curry e i suoi molteplici benefici



Toglie il medico di torno, fa campare cent’anni… Tutti i modi di dire più scontati (per quanto sacrosanti) sulla salute possono essere applicati al curry, la spezia così popolare nella cucina asiatica e ormai altrettanto nota anche da noi. Avete letto bene: mangiare curry fa bene, e tanto, alla salute. Il merito è di una sostanza al suo interno, chiamata curcumino (o curcumina), che ha talmente tante proprietà benefiche per l’organismo da poter essere a buon titolo definita uno scudo a 360° per la nostra salute.

1) Aiuta a combattere il tumore
I ricercatori britannici del centro di ricerca sul cancro di Cork hanno dimostrato che il curcumino aiuterebbe tra l’altro a distruggere le cellule cancerogene che provocano il tumore all´esofago, già entro le prime 24 ore dall´assunzione. Una scoperta suffragata da un altro studio, questa volta statunitense, della Johns Hopkins University di New York, secondo cui la combinazione di curcumino e quercetina (un antiossidante contenuto nelle cipolle) riduce le dimensioni e il numero dei polipi colorettali, lesioni precancerose nell´intestino umano.

2) Previene le malattie cardiache
In una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Journal of Clinical Investigation", i ricercatori del Toronto General Hospital (Canada) hanno dimostrato come il curcumino abbia effetti benefici sulla salute del cuore, essendo in grado di "spegnere" i geni che potrebbero essere la causa dell´insorgenza di scompensi cardiaci.

3) Difende il cervello da Alzheimer e Parkinson
Il curcumino contribuisce a proteggere il cervello dalle demenze come l’Alzheimer e il Parkinson. La chiave sarebbe nella sua capacità di prevenire la diffusione delle placche di proteine amiloidi che, insieme ai grovigli di fibre nervose, sono la causa, stando alle conoscenze attuali, della demenza. Secondo il professor Murali Doraiswamy, della Duke University in North Carolina (Usa), mangiare piatti a base di curry 1-2 volte la settimana abbassa il rischio di demenza.
Ma la comunità scientifica non è del tutto d´accordo con Doraiswamy. Rebecca Wood, dell´Alzheimer´s Research Trust britannico, fa notare che "occorrerebbe mangiare molto curry, oltre 100 grammi di curcuma, per assumere una dose clinicamente rilevante di curcumina". Tuttavia la dottoressa Susanne Sorensen, dell´Alzheimer´s Society britannica, ammette: "Le popolazioni indiane, che mangiano la curcuma regolarmente, hanno un´incidenza particolarmente bassa di Alzheimer e il motivo non ci è ancora noto. Siamo perciò interessati a esplorare i potenziali benefici della curcumina e stiamo conducendo anche noi ricerche in questa direzione".
La ricerca scientifica, insomma, procede. La capacità di prevenire le malattie neurodegenerative sono state provate anche da uno studio italo-americano, condotto dagli scienziati dell’Istituto di Scienze neurologiche del Cnr di Catania in collaborazione con il Rockfeller Neuroscience Institute di Washington.
All’ultimo congresso dell’American Stroke Association, poi, si è parlato di una nuova scoperta del dottor Paul Lapchak del Cedars-Sinai di Los Angeles: una sostanza derivata dalla curcuma ­ chiamata NBC-001 ­ capace di proteggere le cellule cerebrali, contribuendo a rigenerare i tessuti danneggiati dopo un ictus. Il suo punto forte sta nel fatto che, mentre la curcuma non è ben assorbita dal corpo, si diluisce troppo in fretta e viene fermata da una barriera naturale che impedisce a sostanze considerate "estranee" di arrivare al cervello, la NBC-001 non presenta nessuno di questi problemi.

4) Fa cicatrizzare prima le ferite
Una caratteristica del curcumino è anche il grande contenuto di antiossidanti. Questo significa che può favorire la cicatrizzazione delle ferite, come spiega il dottor Toan-Thang Phan del General Hospital di Singapore, "rigenerando le cellule epiteliali sottoposte allo stress di una radiazione da radioterapia, per esempio, bloccando quindi la propagazione dei danni alla pelle circostante".

Notizie

Personalmente non gradisco il suo sapore,però le ragioni per assumerlo nella propria alimentazione risultano davvero molto interessanti.

@ Dalida @ 

I super camaleonti della destra




I rivoltagabbana
di Marco Travaglio
   Nei paesi seri il voltagabbana è una figura losca, limacciosa, infida, puteolente. Uno che fa ribrezzo a tutti e dunque anche a se stesso. Striscia contro i muri, cerca il buio, spera di non esser notato e soprattutto di non apparire mai a colori, per nascondere meglio il rosso vergogna. In Italia invece il voltagabbana è un furbo di tre cotte, invidiato o almeno compreso, gode di ampio consenso e ammirazione: incede tronfio e giulivo alla luce del sole, convoca telecamere e conferenze stampa, rilascia interviste, dà lezioni, lancia moniti e appelli. Non avendo una reputazione da difendere, può fare e dire qualunque cosa. Se poi è un rivoltagabbana, di andata e ritorno, si vanta due volte, anzi due svolte. Finora, di quest’ultimo modello superaccessoriato con retromarcia multipla di serie, esisteva un solo prototipo: il Mastella, passato da destra a sinistra a destra. Ma ha presto fatto scuola: i berlusconiani divenuti finiani e tornati berlusconiani sono legione. Martedì scorso, sul volo Torino-Roma delle 11, mi ritrovo accanto Roberto Rosso da Vercelli. Lo conosco dal 1992 quando, giovane Dc (corrente Andreotti), creò il movimento “Mani Pulite” e con le sue denunce contribuì a far arrestare in blocco la giunta comunale di pentapartito della sua città. Due anni dopo era già in Forza Italia e lì bivaccò, per cinque legislature, fino a qualche mese fa, quando fu folgorato sulla via di Fli. Una crisi di coscienza per motivi ideali, infatti divenne subito coordinatore regionale dei finiani, facendo infuriare la Siliquini e Menardi (anch’essi rientrati a corte). I giornali ipotizzano un suo ritorno all’ovile. Glieli mostro, lui spalanca il sorrisone: “Tutte balle. Verdini mi chiama un giorno sì e l’altro pure, promette posti di governo, ma non ha capito chi è Roberto Rosso”. Poi si addormenta per il resto del volo. Due giorni dopo ripassa con B. Verdini aveva capito benissimo chi è Roberto Rosso. Il quale spiega al Giornale: “Verdini e Santanchè hanno fatto sì che si incuneasse nella mia coscienza l’idea di un ritorno a casa”. Perché “io sono pronipote di san Giovanni Bosco”, fondatore dei salesiani che lui confonde coi berlusconiani. Il santo dev’essergli apparso in sogno per rammentargli “la mia formazione cattolico-liberale” (era andreottiano, ma fa lo stesso) e metterlo in guardia dalla “deriva laicista che sta prendendo possesso del Fli”. Invece i bungabunga ad Arcore sarebbero molto piaciuti, al santo prozio. Ergo non poteva restare un istante di più “in un partito con l’ossessione dell’antiberlusconismo”. Che strano: a Bastia Umbra, Rosso era in prima fila a spellarsi le mani quando Fini urlò che B. doveva dimettersi. E il 15 dicembre votò la sfiducia al governo B. Poi, casualmente, ha scoperto che i finiani, massacrati per mesi da giornali e tv di B. per ordine di B., non simpatizzano per B. Strana gente, eh? Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata “la direzione nazionale, in cui ascoltavo discorsi da vecchio Msi”, “troppo di destra” per i suoi gusti. Purtroppo don Bosco non è apparso ad altri due rivoltagabbana, Barbareschi e Menardi, che invece lasciano Fli perché “vuole allearsi a sinistra con Vendola”. Poco importa se Fini l’ha sempre escluso. Menardi da Cuneo, che fino all’altroieri tuonava contro il “partito azienda”, dice che ci torna ma “per migliorarlo” e lo farà tutto da solo, con le nude mani. Anzi no, per ora non torna: “Resto a bagnomaria aspettando gli eventi”, farà un gruppo con gli altri come lui: “i Propositivi”, quelli che si propongono. Anche Barbareschi, dopo lo sblocco delle sue fiction Rai, roba da 10 milioni di euro, vuole dare “il mio contributo creativo” al Pdl con “il progetto di wikipolitics”: roba forte. Del resto lui, come Sordi ameregano a Roma, “stavo a Broadway”. E poi “Berlusconi mi ha ringraziato per la coerenza”. E “Verdini ha riconosciuto il mio atteggiamento corretto, serio”. E quando B. ti certifica la coerenza e Verdini la correttezza, puoi dormire tranquillo. È il marchio di garanzia.





In fondo,in fondo a Gianfranco Fini ben gli sta,ha votato leggi vergogna per anni e folgorato sulla via di Damasco ha iniziato la sua indipendenza,circondandosi perlopiù di opportunisti,assolutamente diffusissimi nella destra,dove l'inciampo della mancata sfiducia di dicembre al caimano,ha provocato il fuggi,fuggi che stiamo osservando.


Ma quel che più sconcerta è che sino a pochi giorni fa,i figliol prodighi tornati all'ovile,affermavano peste e corna sul conto del caimano,ma a lui interessa che ritornino per continuare a governare,del resto la pubblica decenza non è stata mai il suo forte,il re degli opportunisti non bada a simili sottigliezze.


&& S.I. &&