di Ascanio Vitale
La giostra del nucleare italiano ha riaperto. Il Consiglio dei ministri di martedì ha deliberato i criteri per selezionare i siti delle nuove centrali previste dal governo e i depositi per le scorie. Meno di sei mesi per identificare siti idonei a una lunga lista di requisiti: reperibilità di grandi quantità d’acqua (foci dei fiumi o mare), stabilità sismica, lontananza dai centri abitati, rilevanza tattica in caso di conflitto, facilità dei collegamenti su ferro e gomma, per citarne alcuni.
Saranno le aziende interessate alla costruzione dei nuovi impianti a proporre i siti. Se alla diffusa instabilità sismica tipica della nostra penisola si aggiunge l’enorme quantità di acqua necessaria al raffreddamento dei circuiti idraulici – prima causa di inattività delle centrali durante le calde estati che i cambiamenti climatici ci regalano – le aree possibili si contano sulle dita delle mani. Un sistema di incentivi indorerà la pillola ai comuni limitrofi, molti convinti che la vicinanza alle centrali francesi rappresenti già un rischio imminente, per cui non c’è differenza ad avere 4-5 centrali in più nel nostro Paese, tanto meglio se questo aiuta a sostenere il budget comunale. Peccato che le centinaia di piccoli incidenti e fuoriuscite minori abbiano reso la vita molto difficile agli abitanti delle zone limitrofe.
L’aumento delle neoplasie nella popolazione e delle mutazioni genetiche riscontrate nella fauna sono caratteristiche rilevate in molte aree circostanti centrali nucleari o siti di stoccaggio. Il guano dei gabbiani che volano intorno al centro di riprocessamento per scorie nucleari di Sellafield, in Gran Bretagna, ha presentato percentuali consistenti di isotopi radioattivi.
Ma in Italia sarà diverso. Un recente servizio della trasmissione Report ha raccontato la vita vicino alle centrali nucleari: acqua di falda compromessa, nuovi elettrodotti per la distribuzione, livelli di radioattività superiori alla norma. Questa volta, tuttavia, ci dicono che le centrali verranno costruite secondo i criteri più restrittivi. Quello che succede nei due unici cantieri al mondo dove viene utilizzata la stessa tecnologia prevista in Italia dimostra però come vi siano numerosi punti irrisolti sull’affidabilità degli impianti. I progetti delle due centrali in costruzione in Europa, ad opera di un consorzio di aziende che include Enel tra gli investitori, sono stati dichiarati non idonei sia per la mancanza delle simulazioni di impatto per velivoli di grande taglia, sia per gravi lacune strutturali nell’impostazione dei sistemi di sicurezza.
Enel, d’altro canto, preferisce inviare i suoi ingegneri a farsi le ossa sulle centrali di vecchia generazione in costruzione in Slovacchia. Ottima idea, se non fosse che la centrale di Mochovce, che l’azienda sta completando attraverso la controllata Slovenske Electrarne, è priva di guscio di contenimento. Un eventuale incidente aereo sulla centrale o la fuoriuscita di materiale fissile sarebbero una catastrofe. Enel spiega l’assenza di un guscio di contenimento in quanto la caduta di un aereo sulla centrale è un evento improbabile. L’impostazione strutturale di un impianto generativo nazionale basato su grandi centrali in grado di distribuire energia sulla lunga distanza è di vecchia concezione. L’energia dovrebbe essere generata il più possibile vicino all’utenza per ridurre le ingenti perdite da ritrasformazione e trasporto attraverso gli elettrodotti, i costi, l’inquinamento elettromagnetico. La cosiddetta generazione distribuita, pilastro del futuro energetico mondiale, è osteggiata sia dalla volontà politica di investire nella direzione opposta, sia dalla difficoltà strutturale di creare una nuova rete elettrica intelligente.
Il decreto del governo include anche l’identificazione del sito di stoccaggio definitivo. La Francia, paese a maggior concentrazione di nucleare civile al mondo, ha impiegato anni di studi e ancora oggi non possiede una soluzione definitiva per lo stoccaggio delle scorie. Gli Stati Uniti, dopo oltre 20 anni di studi nel centro di Yukka Mountain, in Nevada, hanno più volte interrotto gli scavi sin dal primo ritrovamento di plutonio in acqua di falda nel 1997, bloccato i lavori dopo la pubblicazione di un rapporto secretato che dimostrava l’inefficacia del guscio argilloso e ad oggi stanno ancora discutendo sull’eventuale scelta di mantenere i rifiuti in un centinaio di centri superficiali, invece che in un unico sito in profondità. Nel paese dove crollano le scuole nelle aree a basso rischio sismico, occorre veramente mettere alla prova questo paese con una tecnologia così pericolosa?
Il nucleare sicuro non esiste,seppur abbia raggiunto una tecnologia abbastanza rassicurante,ma piccoli incidenti con fuori uscite radioattive sono possibili,come le cronache raccontano.
Gli aspetti più negativi sono le scorie da smaltire,lo stoccaggio delle stesse rimarranno un problema per millenni,anche se pare affacciarsi una tecnologia pronta tra alcuni decenni,la quale non produrrà scorie,anzi smaltirà anche quelle giacenti per creare energia,ma non vorrei fosse uno specchietto per allodole,non v'è alcuna certezza della possibilità effettiva del progetto.
Altro aspetto negativo sono i costi delle costruzioni delle centrali,costruirle risulta un esborso grandissimo,i guadagni del finanziamento si vedranno dopo molti anni,anche se il costo della produzione Kw nucleare è a basso costo rispetto altre forme di energia.
L'ultimo aspetto è l'approvvigionamento dell'uranio,non è infinito,anzi nei prossimi decenni diventerà sempre più raro,puntare su tale tecnologia potrebbe dimostrarsi un azzardo nel medio-lungo termine.
Non ho idea se gli enormi finanziamenti fossero stati dirottati sulle energie rinnovabili,solari,eoliche,il dubbio che avrebbero potuto essere sufficienti nelle esigenze energetiche del paese,considerato che abbiamo il Mezzogiorno d'Italia con moltissime giornate/anno con ottime esposizioni solari,ma ormai come disse Giulio Cesare "il dado è tratto" la volontà popolare ha dato il mandato all'esecutivo che aveva nel programma l'energia nucleare,nel caso per alcuni questo particolare non l'abbiano colto,purtroppo la legge non ammette ignoranza.
&& S.I. &&
4 commenti:
Che rabbia! Questi post mi fanno davvero il sangue amaro! Ma è possibile che non si rendono conto che il nucleare è una bomba ad orologeria, costosa, incontrollabile, mortale, che ci costruiscono sul territorio malgrado un referendum popolare l'abbia bandito?!? Ho discusso con molti sul tema del nucleare ed i favorevoli mi hanno ribattuto: tanto c'è in Francia, qualche radiazione in più che differenza fa? Già, che differenza fa? E se capita a te, ai tuoi figli, ai tuoi nipoti? E se l'intera cittadinanza italiana, fra vent'anni avrà centuplicato le neoplasie? Che differenza fa, se ora il ns governo ha favorito questo processo? Tanto c'è chi sta peggio.... bleah!
Il referendum è stato un ostacolo già superato,alcuni mesi fa l'attuale maggioranza l'ha invalidato.
Come avrai letto non sono d'accordo su questa tecnologia,i costi,i rischi,le scorie,e non dulcis in fundo,l'uranio,il quale non sarà una risorsa illimitata,anzi.
Purtroppo l'avrai letto come ultima considerazione sul post,chi ha eletto l'attuale maggioranza ha sottoscritto il programma che parlava chiaro sulla costruzione delle centrali nucleari.
Ci voleva un pool di esperti,super partes, i quali avrebbero dovuto stabilire quali tecnologie adottare per i prossimi decenni per l'energia del nostro paese,una comparazione di possibilità,costi,e soprattutto se sommando le possibilità di fonti d'energia rinnovabile,solare,eolica,potevano essere sufficienti per il fabbisogno energetico.
Ma ormai mi pare del tutto inutile,non ci resta che incrociare le dita,un pò pochino vero!
Ciao Daniela,
&& S.I. &&
È giustissimo puntare sulle energie rinnovabili, ma anche se si investisse il 100 % sulle rinnovabili, l’Italia non avrebbe l’energia che ha oggi e che produce soprattutto con i combustibili. E allora tra combustibili e nucleare, cosa è più conveniente per le tasce e la salute? Perché questo è ad oggi il confronto che si deve fare, non si può continuare a opporre rinnovabili e nucleare.
Per quanto riguarda poi i costi, questo schema molto interessante mette a confronto i costi delle fonti energetiche:
http://energylive.blog.kataweb.it/2009/12/17/sorpresa-il-nucleare-e-piu-economico-delle-rinnovabili-ma-poco-meno-del-carbone/
Grazie della precisazione e il link della tabella stilata da Setis,che non lascia scampo paragonando solare e nucleare.
Mi chiedo se il parere di Carlo Rubbia,premio Nobel per la fisica,ed attuale ricercatore in Spagna,possa avere qualche titolo,considerato che stronca il nucleare e appoggia la tesi dei solare termodinamico.
Il link
http://freedomlibertadiparola.blogspot.com/2009/11/chi-segue-la-tecnologia-nucleare-fara.html
Saluti
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