lunedì 16 febbraio 2009

Tania Manso Correia Machado,la donna senza impronte digitali

«Una psicologa brasiliana si accorge, mentre sbriga le pratiche per l’assicurazione, che i suoi polpastrelli non lasciano tracce. Nessun sistema di lettura riesce a decifrare il tratto distintivo di ogni essere umano. Ora la signora Manso Correia conosce le origini del suo problema: una rara malattia genetica»




È diventata la donna invisibile. Tania Manso Correia Machado, nonostante i suoi 64 anni e una vita intensa, è come scomparsa agli occhi del mondo. Irriconoscibile. Che cosa le è successo? Piano piano, le impronte digitali sono sparite dalle sue mani. Una criminale che non vuole farsi beccare dagli agenti? No, no. La signora è una cittadina modello, una psicologa brasiliana di Belo Horizonte, nel Minas Gerais, e non ha fatto nulla perché si verificasse un fenomeno del genere.
Non può chiedere il passaporto
Di fatto, mentre il suo Paese si fa sempre più sorvegliato e attento a schedare la vita di ciascun abitante in ogni settore, per richiedere un passaporto come per poter avere una carta dell’assicurazione medica o qualsiasi altro documento, Tania si è trasformata in un fantasma senza identità, perché nessun sistema di lettura riesce a decifrare le sue impronte digitali. Di quel complesso schema di creste e valli presenti sui polpastrelli, diverso per ogni essere umano, sono rimaste alcune tracce solo sul pollice destro, destinate anche queste a scomparire tra breve. Com’è potuto accadere? La signora Correia, battagliera madre di due figli, è una delle pochissime persone al mondo a essere colpita dalla sindrome di Naegeli, una malattia rara, di origine genetica, che può arrivare all’improvviso e che finisce col rendere la vita impossibile in una società come quella odierna.
Un giro di visite specialistiche
Tania se n’è accorta per caso tre anni fa e da allora è entrata in un tunnel dal quale per il momento non c’è via d’uscita. La sua assicurazione aveva reso obbligatorio l’uso delle impronte digitali per autorizzare il rimborso delle prescrizioni mediche (in Brasile avviene così). Tania aveva depositato le sue, senza problemi. L’anno dopo (tre anni fa) era tornata, con la ricevuta di una visita medica. L’assicurazione richiedeva il riconoscimento attraverso i polpastrelli. Semplice routine. Peccato che al primo tentativo il tecnico sia rimasto a bocca aperta: le dita della donna non avevano impronte. Nessuna linea, nessun solco. Nulla. Le mani di un alieno. L’operazione veniva ripetuta più volte, ma senza risultati. Comincia così il giro delle visite dagli specialisti. In molti pensano a una dermatite di tipo emozionale. Tania è psicologa e affronta nel suo lavoro quotidiano al comune di Vespasiano, vicino a Belo Horizonte, casi gravissimi in cura che certo non la lasciano indifferente: a tal punto, si ipotizza, da spingerla a una somatizzazione. Altri specialisti mettono sotto accusa la sua passione per la pittura su ceramica. L’uso di solventi e colori certo non è d’aiuto, ma alla fine non spiega completamente il perché di una scomparsa pressoché totale di impronte digitali. Tania si rivolge perfino agli esperti della polizia scientifica brasiliana per trovare una soluzione. Un agente le consiglia addirittura di provare una crema da stregoni a base di zucchero e olio di palma. Dopo tante peregrinazioni, approda nel mio studio qualche settimana fa. E a me viene in mente la sindrome di Naegeli.
Per ora non esistono cure
Il perché spariscano le impronte non è ancora completamente chiaro, ma gli effetti sono identici a quelli che ha una vittima di bruciature profonde alle mani. Il tipo di trattamento possibile (l’unico efficace) che scelgo è quello della vaselina, in grado di rallentare l’esquamazione della pelle. Al momento la scienza non offre terapie di guarigione. Come sarà la vita di Tania nei prossimi anni? Gli ostacoli non mancheranno. Viaggiare negli Stati Uniti con le attuali norme in vigore, per esempio, sarà per lei un’impresa difficilissima, così come bisognerà trovare valide alternative al sistema di schedatura con le impronte digitali. Per fortuna è una signora straordinaria, dolce e ironica al tempo stesso. «Meno male che sono anche molto onesta», mi ripete sempre con il sorriso sulle labbra. «Se fossi una ladra sarebbe una pacchia. Non lascerei traccia, meglio di Arsenio Lupin».

[ dalla rivista OK ]

La sindrome di naegeli,davvero un problema per la signora brasiliana,passaporto e assicurazione sanitaria sono diventati problemi insormontabili,costretta a non lasciare il paese e d'ammalarsi si spera per lei,il meno possibile.
Considerato che un'ipotetica cura chissà quando esisterà,direi che per l'onesta professionista è necessaria una legge stile autocertificazione,saranno in pochi al mondo ad essere senza impronte digitali.

Se dovesse recarsi all'estero,una documentazione questa si certificata dal governo brasiliano gli permetteranno di non esser considerata come il classico uccellino in gabbia,anche se il Brasile non è decisamente piccolino.

@@ post inserito da Dalida @@

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