mercoledì 12 settembre 2018

Salvini il prezzemolo mediatico,quanto durerà?









Bolla Salvini, il punto non è se scoppierà, ma è capire quando

di Alessandro Robecchi

Ahi, Sudamerica, Sudamerica… Ci vorrebbe un Gabriel Garcia Màrquez in piena forma per raccontare del burbero ministro della Polizia e della Sicurezza che fa pubbliche dichiarazioni in sostegno della fidanzata e dei suoi cuochi in tivù, che trepida in camerino con la di lei mamma. C’è del ridicolo, sì, ma anche del tragico. E’ trasformismo da social: ve lo aspettate severissimo a sorvegliare i confini, ed eccolo tenero fidanzatino di Peynet. Ve lo aspettate paterno e rassicurante a pranzo, natura morta con mozzarella, ed eccolo ducesco e imperativo che apre le buste della Procura.

Quindi aggiungiamo alle grandi domande del presente anche questa, forse minore e laterale: quanto manca allo scoppio della bolla Salvini?

Inutile elencare i precedenti, che sono noti a tutti e mediamente tragicomici. Sono passati solo sette anni da quando sembrava che indossare il loden verde e prendere un treno fosse una specie di Risorgimento contro l’impero del grottesco e del cochon: Monti veniva dopo Berlusconi e sembrava la discesa dell’angelo moralizzatore. Due anni dopo nessuno poteva più vederlo nemmeno pitturato. Renzi, anche lui beneficiario di una bolla di consenso, ci affogò dentro facendo l’errore classico: credere alla propria propaganda. Stessa velocità supersonica, ciò che sembrava modernissimo e sorprendente aveva già rotto le palle due anni dopo, ci sono canzonette estive che durano di più.

E ora Salvini. Il cambio di stile nell’agiografia e nella comunicazione del capo è evidente: oggi abbiamo grigliate a torso nudo dove ieri avevamo elegantissime fotine seppiate del Giovane Statista, è una questione di target.

La bolla Salvini deve vedersela anche con un altro problema, che potrebbe accelerarne la fine: il fastidioso e perenne rumore di fondo che i media producono. La “questione Matera” ne è un buon esempio: Di Maio chiede a Emiliano qualcosa su Matera, subito gira la favola che non sa dov’è Matera. Poi si chiarisce tutto (Matera gravita sull’aeroporto di Bari, sarà capitale della cultura, anche la Puglia ci punta molto, eccetera), ma intanto la cosa gira. Esponenti dell’opposizione fanno battute, rilanciano una notizia falsa quando già si sa che è falsa, notizia falsa e notizia vera si intrecciano, tutto si mischia. Vero? Farlocco? Solo rumore.

Un caso al giorno, anche due, così, ogni giorno, un’ondata di surreale dietro l’altra, da ogni direzione e verso ogni bersaglio, poi la piccola risacca dei puntini sulle i, poi un’altra onda, e si ricomincia. La goccia che scava la pietra, e la pietra finisce che prima o poi si rompe i coglioni.

Tutto diventa rumore di fondo, e la bolla di Salvini finisce lì dentro. Sarà vero? Sarà falso? Che ha fatto oggi? Proclami razziali? Baci e abbracci? Rastrellamenti di migranti? Auguri alla ragazza? Minacce alla magistratura? Pollo arrosto? Salvini è orizzontale e riempie tutte le pieghe dell’esistenza, dal pubblico all’intimo, il crinale è molto stretto, il rischio di cadere nella caricatura di se stesso è inevitabile. “Salvini fa il bucato” e “Salvini riceve Orban”, diventano la stessa cosa, è un entertainer che per esistere deve stare perennemente in onda, questo sostiene i sondaggi nell’immediato, ma alla lunga logora.yahoo.it

I fatti saranno più testardi, la flat tax non ci sarà (per fortuna), la benzina la paghiamo più di prima, i migranti si rivelano ogni giorno di più un’arma di distrazione, gli alleati (alla buon’ora!) si mostrano infastiditi, “Io sono eletto, i giudici no” contiene dosi massicce di Berlusconi. Quando prevarrà la sensazione di un Salvini “chiacchiere e distintivo” la bolla scoppierà, ciò che all’inizio il grande pubblico guardava con simpatia canaglia comincerà a guardare con sospetto, e poi con stizza: ancora queste cose? Ancora ‘ste cazzate? La domanda non è se succederà, ma quando.

DAL BLOG ALESSANDROROBECCHI.IT

Siamo un Paese così,almeno diffusamente che insegue le bolle,dal nefasto ventennio del primo novecento,ad arrivare alla lunga bolla democristiana con il quasi highlander Andreotti,quelle più brevi di Craxi e Renzi,anche se quest’ultimo non molla.
Quella caimana che è durata moltissimo,ma qui c’è una pesante ragione televisiva e inciuciona sempre con il partito solito noto.

Ora c’è quella felpata e a torso nudo estiva,dove qualsiasi tweet e stupidaggine assortita viene amplificata dai media,durerà se ci saranno successi palpabili,cioè se l’economia e l’occupazione miglioreranno sensibilmente,altrimenti prepariamoci a qualche altro messia mediatico da amplificare ad hoc.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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