mercoledì 11 luglio 2018

Problema dei migranti:Andando oltre le categorie e le magliette rosse


























Buonista, rossobruno o sovranista: manuale dell’insulto prêt-à-porter

di Alessandro Robecchi

Urge manuale di conversazione aggiornato per l’estate in società, un manualetto agile, di poche pagine, con gli insulti più à la pagee le loro nuove declinazioni. Un bugiardino che sia possibile sfogliare all’impiedi, persino con le mani bagnate, magari mentre si partecipa al linciaggio di un venditore ambulante sulla spiaggia perché “ci ruba il lavoro” (notoriamente, vendiamo tutti asciugamani e collanine). Ne proponiamo un piccolo sunto, segnalando che i lemmi e le espressioni idiomatiche che si usano a vanvera, a vanverissima e spesso addirittura a cazzo, sono numerose.

Radical-chic.Termine nobile su cui aleggia una certa confusione data dai tempi. Vi risparmio l’etimologia e l’origine, Tom Wolfe e tutto il resto, veniamo agli usi quotidiani. Radical-chic è oggi, di norma, riferibile a chi non calzi ciabatte di cocomero e si vesta di domopak rubato al supermercato. Il dibattito è se debba prevalere la parte radical o la parte chic. Per essere radical, oggi, basta non amare Salvini o pensare che non si può lasciar morire la gente in mare, e tutto il resto è relativo, anche se siete radical come Don Sturzo. Quanto alla parte chic, si suppone dipenda dal reddito, e/o dagli orologi indossati, e/o dal cachemire d’inverno. E’ possibile dunque lanciare l’insulto praticamente a chiunque mangi due volte al giorno. In sostanza radical è chiunque abbia posizioni appena appena a sinistra del Ku Klux Klan e chic chiunque abbia una situazione economica privata che non lo spinge, per necessità, a scippare una vecchietta.

Sovranista. Insulto uguale e contrario, con una sostanziale differenza: che cosa vuol dire sovranista non lo sa nessuno. Teoricamente sarebbe una variante di “nazionalista”, o un abbellimento gentile del sempre attuale “porco fascista”. Ma sovranista fa in qualche modo intuire che uno si intenda di questioni internazionali, trattati, rapporti di forza, geopolitica avanzata. Poi, siccome spiegare tutte queste cose a un sovranista è difficile (di norma siamo ancora a ma-ti-ta, letto faticosamente tenendo il segno con il dito indice), si risolve con i simboli. E via bandierine accanto all’account: un disastro. Chi mette quella dell’Ungheria, chi quella dell’Irlanda. Ogni tanto si sobbalza esclamando: “Ah, perbacco, ecco un sovranista del Messico!”, invece è solo un pirla che ha sbagliato bandiera. I sovranisti di sinistra si distinguono perché accanto alla bandiera del Messico (o dell’Ungheria, o dell’Irlanda, o persino italiana, quando ci azzeccano) mettono la bandierina blu dell’Europa.

Buonista. Parola talmente inflazionata e lisa che non darebbe conto parlarne. In breve, serve a identificare chiunque abbia una posizione non goebbelsiana nei confronti del mondo. Se non vuoi che il ladro di polli sia impiccato sei buonista. Allo stesso modo se vuoi tirare un salvagente a uno che sta affogando. Ci limiteremo a dire che l’abuso di questo insulto è dettato dall’incattivimento collettivo e dal nervosismo indotto dall’insicurezza sociale, per cui il buonista sembra un nemico degli usi e costumi correnti. L’espressione “buonista” è ormai in fase discendente e si usa spesso a sproposito (tipo “Mussolini fino al ’38 è stato anche buonista”)

Rossobruno. Insulto di recente conio e faticoso adattamento alla situazione italiana. Dovrebbe indicare, teoricamente, uno che è di sinistra (rosso), ma anche un po’ fascio (bruno). Ammesso che esista qualcosa di simile in natura, il termine si è presto snaturato e viene usato dagli ultras di Renzi per indicare chiunque non abbia resistito all’avvento del fascismo nell’unico modo concesso dal loro pensiero binario: votando per Renzi. In generale chi usa l’insulto “rossobruno” si sente forbito, informato e colto – la cosa ammicca a riferimenti storici – il che, ricordiamo a tutti, non vuol dire intelligente.

DAL BLOG ALESSANDROROBECCHI.IT

Lasciamo scegliere le categorie a chi ha voglia di sceglierle,sicuramente ne sorgeranno altre.

Mettiamo sul tavolo tutto ciò che riesco a mettere.

L’accordo di Dublino in cui tutta l’Europa continua a ribadire sono cazzi vostri,l’avete pure firmato,va assolutamente ridiscusso.

La realtà dei Cpt nella quale i migranti vivono diffusamente d’inferno,e dove stile Buzzi e Carminati chi li gestisce fa affari d’oro dando merda da mangiare e intascandosi il 70-80% ogni migrante.

Andando a vedere come da decenni i migranti vengono sfruttati e lasciati vivere in modo criminale nelle pianure a raccogliere frutta e verdura.

In Libia e zone limitrofe hanno calcolato,fonti di una certa sicurezza,che ci sono dai 700mila al milione di persone che vorrebbero venire in Italia-Europa,possiamo accogliergli tutti noi?
Con un trend che aumenterà sicuramente nei prossimi anni.

No,mi spiace,non basta indossare semplicemente una maglietta rossa,e chi s’è visto,s’è visto.

Se questo problema di enormi proporzioni non sarà gestito dall’intera Unione europea,ospitando il possibile in ogni Stato e aiutando il più possibile in Africa,ho idea che In tempi medio-brevi diventerà una guerra,e sarà troppo tardi

I.S.

iserentha@yahoo.it

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