martedì 10 gennaio 2017

La sconcertante politica italiana,con l'aggiunta dello sciocco dilettantismo a cinque stelle

















Il Grillo e l’Uva

di Massimo Gramellini

Che ridere. Ricapitolando: l’apprendista strillone Giuseppe Grillo entra nel nuovo anno con un’idea meravigliosa. Allearsi in Europa col partito dei banchieri, l’Alde, roba da Monti. Come se un vegano invitasse a cena una batteria di cheeseburger. Il vegano si affaccia dal balcone del Web e sottopone il cambio di dieta alle tastiere cloroformizzate, che entusiasticamente approvano. Ma che cosa c’entrerà mai il movimento delle scie chimiche e dei gomblotti pluto-massonici con gli alfieri internazionali del capitalismo allo stato brado? Se fosse una scelta politica sarebbe una fesseria, ma trattandosi di scelta tattica va ritenuta una furbata, spiega ai perplessi l’astutissimo Di Maio. Dopo il colpo di scena, arriva il contraccolpo: l’infallibile profeta del grillismo Piero Fassino non fa in tempo a condannare pubblicamente l’abbraccio innaturale tra finanza e rivoluzionari del piffero che l’Alde ci ripensa. Il capo Verhofstadt e i suoi soci francesi devono avere finalmente visto su Internet un comizio del Dibba e, ripresisi dallo spavento, si sono ammutinati. Ma è qui che il Grillo banfante dà il meglio di sé. Accusa del mancato accordo il famigerato «establishment» con cui voleva accordarsi. Un gomblotto dei cattivi ha impedito ai Cinquestelle di allearsi con i cattivi.

Chiaro, chiarissimo. McDonald’s che toglie il doppio cheeseburger dal piatto del vegano. E dove sarebbero la logica e la coerenza? Di sicuro sappiamo soltanto dov’è finita l’intelligenza politica del movimento. Con Casaleggio padre, nell’aldilà. Qui è rimasto il re dei quaquaraquà.



Un pasticcio inguardabile,iniziato con un accordo sciagurato e concluso con un repentino tuffo sbattendo di pancia,come dei giocatori di carte che giocano a perdere.

Ovunque ti giri in questo paese,si assiste a brutture e incredibile dilettantismo.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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