martedì 24 maggio 2016

Dalle nascite social-popolari in Europa all'insignificante deserto italiano














La vignetta in inglese rappresenta il mancato Nobel per l'economia anzichè quello della pace

Qualcosa sta succedendo

di Alessandro Gilioli

L'altro giorno, negli Stati Uniti, un sondaggio di Nbc News e Wall Streeet Journal riportava che in caso di confronto a novembre tra Hillary Clinton e Donald Trump, la prima sarebbe avanti di circa tre punti (pari al margine di errore dichiarato dal sondaggio stesso); in caso di scontro Sanders-Trump, invece, il candidato democratico-socialista avrebbe 15 punti di vantaggio.

Solo un sondaggio, certo, che fotografa un momento: e la campagna sarà ancora lunga. Però interessante, perché - se fondato - ribalterebbe una legge della politica che è stata valida per diversi decenni: cioè che il candidato più "estremista" si batte al centro e non contrapponendogli un'alternativa radicale.

Dalla piccola Austria - quindi in un contesto completamente diverso - ieri è arrivato un segnale curiosamente simile: a sconfiggere l'ultradestra di Norbert Hofer non è stato né il partito socialdemocratico al governo, né i democristiani di Andreas Khol, né la "grossa coalizione" tra i due: ma un outsider: un indipendente già socialista, quindi verde, figlio di profughi, docente di economia in pensione, decisamente a favore del matrimonio egualitario, molto critico verso gli eccessi della finanza e contrario al Ttip, non convenzionale nell'approccio quanto nelle idee. «Long Dominated by Center, Austria Splinters to Left and Right», ha sintetizzato il New York Times parlando del duello tra lui e Hofer. Laddove per "left", con ogni evidenza, non si intendono i socialdemocratici.

Segnali deboli, d'accordo, sia quelli americani sia quelli austriaci. Non universalizzabili.

Sarebbe però miope non notare che qualcosa sta succedendo in molti Paesi, nella cosiddetta sinistra: cioè l'area politica che nel '900 aveva come valori fondanti i diritti sociali e civili e che negli ultimi trent'anni si è invece adeguata al mainstream economico-culturale dei suoi ex avversari.

Qualcosa sta succedendo e talvolta è già successo.

In Gran Bretagna, ad esempio, dove l'ex eretico minoritario Jeremy Corbin è in robusta crescita di consensi nel Labour, con buona pace di Tony Blair, padre di tutti gli adeguamenti al centro.

O in Spagna, dove ormai le sinistre sono due: una quella del vecchio Psoe, l'altra quella della coalizione Podemos-Izquierda Unida (e secondo gli ultimi sondaggi, quest'ultima varrebbe quattro punti più della prima).

O in Francia, dove le politiche economiche di Hollande - molto diverse da quelle che aveva promesso in campagna elettorale - hanno provocato la nascita di un movimento sociale nuovo e ampio, abbastanza simile a quello che giusto cinque anni fa esplose in Spagna, portando poi alla nascita di Podemos.

Perfino nella minuscola Islanda sta accadendo qualcosa di diverso, ma altrettanto inusuale e interessante: Il Partito dei Pirati (democrazia diretta, settimana lavorativa di 35 ore, totale trasparenza delle informazioni, legalizzazione delle droghe) è dato come probabile vincitore delle prossime elezioni e potrebbe governare in coalizione con il Movimento dei Verdi di sinistra.

Qualcosa sta succedendo, se si colgono tutti questi segnali deboli.

E tornando sull'Austria, vorrei citare quello che ha scritto ieri su Facebook un osservatore lucido come Wlodek Goldkorn: «Temo che la vittoria di Van der Bellen, fra una ...ina di anni, verrà ricordata dagli storici come quel momento di euforica illusione. A meno di un miracolo: per esempio l'emergere di una sinistra intelligente in Europa».

Ecco, rispetto a Wlodek sono meno pessimista: pezzi di "sinistra intelligente" stanno già emergendo, qua e là, in Europa. E in più, personalmente, non parlerei nemmeno di "intelligenza": parlerei piuttosto di sinistre (se proprio ci piace mantenere questo termine) che guardano con determinazione al presente e alle sue storture. E che cercano modelli diversi dal pigro adeguamento alla destra.

Ma ha ragione Wlodek nel pensare che queste "cose" sono le uniche che - comunque si chiamino - possano rappresentare un'alternativa civile al crollo dell'establishment e delle sue larghe intese.

E possano quindi anche fermare i nazionalismi postfascisti dei vari Trump, Hofer e Le Pen, che da questo crollo stanno traendo i massimi profitti.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

A furia di provare e riprovare liberismi,globalizzazioni con i vari interpreti che sponsorizzano il bengodi solo per pochi,con i vari marchionne che godono come ricci,diventa inevitabile reperire alternative,se non si è di coccio.

Non ho visto esempi sul nostro paese, e mi pare del tutto comprensibile,l'alternativa al disastro passato e presente,si sta rivelando dilettantesca e gestita in modo verticistico,siamo davvero messi male vero?

Sono curioso cosa avverrà da ottobre in poi,poichè la festa al governo potrebbe effettivamente realizzarsi,sono stati loro a esporsi in questo modo,da dilettanti allo sbaraglio che di più non è possibile.

Intravedo la grande coalizione della destra,rimettendosi assieme e intravedendo un'altra opportunità,forse l'unica e inutile certezza considerato i vent'anni alle nostre spalle,e le stelle se non si disintegrano da soli già a livello comunale,siamo lontanissimi da ciò che s'intravede in Europa vero?

"Mortificante" penso che sia l'aggettivo più idoneo

I.S.

iserentha@yahoo.it

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