domenica 27 marzo 2016

Le lacrime di Lady Pesc e le urla disperate delle persone comuni











Federica Mogherini e tutti gli altri: non ci resta che piangere

di Silvia Truzzi

Dunque c’è cascata anche lady Pesc, Federica Mogherini. Il ministro degli Esteri (si fa per dire) dell’Unione europea ha pianto durante la conferenza stampa successiva agli attentati di Bruxelles, assurta allo status di capitale della medesima Unione Europea (si fa per dire). L’interessata ha spiegato, su Repubblica, le ragioni della sua reazione: “Tutti hanno provato un dolore enorme, ed è semplicemente umano che questo dolore si possa manifestare. Nei comunicati scriviamo che i nostri pensieri vanno alle vittime e ai parenti, a volte può succedere che questo si esprima in modo meno ufficiale”. Bene. Niente come le lacrime asciuga in fretta (frase attribuita a Cicerone) e niente come le lacrime suscita dibattito: la discussione non impegna, tutti possono dire la loro. Perfino i nostri politici.

Tra gli aspiranti alla poltrona di sindaco della Capitale le eurolacrime vanno che è una meraviglia. Se Atene piange, è noto, Sparta non ride. Giorgia Meloni: “Quando rappresenti l’Europa intera il segnale di debolezza che dai mettendoti a piangere è un segnale che pagheranno i cittadini” (come non viene specificato).

Guido Bertolaso: “Si dirà che sono maschilista. Trovo imbarazzante che il ministro degli Esteri dell’Ue si metta a piangere dopo un attentato del genere: il ministro dovrebbe far vedere che non ci facciamo intimidire”. Alfio Marchini: “È sciacallaggio elettorale. Il fatto che una donna possa avere una maggior sensibilità rispetto alle atrocità di questi giorni le fa onore. Si può criticare la Mogherini per le sue azioni politiche, non certo per un eccesso di sensibilità”. Anche i ricchi piangono, no? Da destra arriva in soccorso Francesco Storace: “Non comprendo la polemica sulle lacrime della Mogherini. È umanità, è successo anche a Obama”. Signora mia, perfino a Barack gli scappa!

Ma mica solo a lui o a Putin o a Kohl. Il Corriere della Sera ha messo in fila le lacrime di alcuni leader politici. Ripassino: nel 2003 Silvio Berlusconi pianse davanti alle salme degli italiani uccisi nell’attentato kamikaze a Nassiriya; nel 2007 pianse Piero Fassino per lo scioglimento dei Democratici di sinistra e la confluenza nel Pd; Achille Occhetto pianse nel 1991 a conclusione del XX e ultimo congresso del Partito comunista italiano (e non sapeva ancora che fine avrebbe fatto fare Renzi al Pd). Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pianse al suo discorso d’insediamento nel 2006: durante il secondo insediamento no (era troppo occupato a sculacciare i parlamentari che lo avevano richiamato alle armi, come scolaretti indisciplinati). Pianse anche nel 2014 durante il collegamento con la stazione spaziale dove si trovava il capitano Cristoforetti, per gli amici Astrosamantha. Diciamo con pudore che pianse anche un altro presidente della Repubblica: Sandro Pertini davanti alla bara di Guido Rossa, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979.

Il più recente caso di lacrime ministeriali riguarda Elsa Fornero, in un’indimenticabile conferenza stampa nel dicembre 2011. Mentre tutta Italia giubilava per la Liberazione (dopo l’addio di Silvio Berlusconi), i tecnici del governo Monti si preparavano alla manovrina Salva Italia che sobriamente e austeramente ci sarebbe costata lacrime e sangue. Durante la presentazione, la ministra per il Welfare si commosse a tal punto da non riuscire a pronunciare quella terribile parola: “Sacrifici”. L’aiutò il premier: “Credo volesse dire sacrifici”. Ma andava bene anche sacrificati o sacrificali (per gli esodati dimenticati).

Risus abundat in ore stultorum, dicevano i latini (ma solo perché non avevano visto i nostri politici con gli occhi umidi). E a noi? Non ci resta che piangere, ma davvero.



Penso che se si coprono certe cariche si dovrebbe possedere quella autorevolezza che serve ad essere più forti della commozione,ma se capita,l'elenco della giornalista mi pare esaustivo,non c'è da fare polemiche,quelle che più che altro tendono a un interesse peloso tra le relative posizioni politiche.

Vorrei aprire solo una parentesi su madama Fornero,una delle tante che ho scritto negli anni dopo il suo siparietto,anche se non mi sono trovato tra gli esodati,e per loro ci sarebbe da aprire un processo contro i crimini verso l'umanità al tribunale dell'Aia,mi trovo coinvolto nella sua riforma,come quasi tutti del resto,dovrò versare contributi pensionistici per circa 44 anni di lavoro,sarò penalizzato dell'1% per tutti gli anni che mi mancheranno ai 67 anni, e nel caso dovessi perdere il lavoro alla mia età,verso i sessant'anni,non potrò godere di alcun welfare nell'accompagnamento alla pensione,in parole povere disoccupato senza alcuna speranza.

Tutto ciò,grazie a Monti e Fornero,nella continuazione dei privilegi della casta stracciona,tra vitalizi,stipendi da nababbi senza fare nulla o quasi,praticamente intoccabili anche se ne combinano più di bertoldo in Francia,e a sentirli parlare,almeno molti di loro,sarebbero da deportare direttamente in campagna nel fargli capire quanto la terra sia bassa.

I.S.

iserentha@yahoo.it

2 commenti:

Vincenzo Iacoponi ha detto...

Odio le lacrime a go-go di certa casta. Odio le lacrime in genere, forse perché, ahimé, appartengo alla generazione dei balilla e dei figli della lupa, che erano piccoli uomini e gli uomini non piangono, ma solo le femmine. Sarà. Sarà per questo che odio le dittaure, di qualsiasi tipo e prezzo, di qualsiasi colore e peso. Quella che lentamente ma inesorabilmente si sta instaurando in Italia mi fa schifo. Perché come al solito il popolo caprone non capisce niente e bellamente se ne frega; perché il boiaccia con la ci sdrucciola invece che di vigorosi e nerboruti maschiacci in camicia nera si circonda di belle fighe in mutande rosa; ma sempre gran figlio di puttana resta e poi perché cammina come un guappo con le mani in saccoccia e dondolando le spalle in avanti e indietro prima la destra poi la sinistra, un po' da frocio, ma passa su di lui; e poi perché parla guardando in alto e mai la platea di cui se ne frega, lui guarda in alto, lui parla ai posteri lui parla all'anima de li mortacci sua.

Ivo Serenthà ha detto...

Mi auguro,con poche speranze però,che il prossimo mese tramite il referendum no alle trivelle,lo spocchioso insieme ai suoi amici possa avere un sonoro schiaffo,anche se stanno tutti zitti i media nostrani,la volontà è quella di non raggiungere il quorum,così il business potrà avere successo,e oasi come le Tremiti potranno diventare una fogna.