martedì 19 gennaio 2016

Diritti civili e umanitari in Italia,ma quando mai?
















E noi invece, sui diritti civili?

di Alessandro Gilioli

«Stiamo assistendo a una drammatizzazione del nodo costituzionalità per coprire divergenze essenzialmente politiche», ha detto sulla vicenda delle unioni gay il costituzionalista Stefano Ceccanti, non certo sospettabile di essere un avversario di Renzi.

Tradotto dal politichese, significa che i presunti ostacoli costituzionali messi in questi giorni al tribolatissimo disegno di legge Cirinnà sono fumo, alibi, balle. Che dietro c'è la manina di quella potente lobby fondamentalista che va dai ciellini di Lupi a una parte del Pd, a cui non sappiamo quanto abbia prestato il fianco il presidente Mattarella.

Insomma, ammette Ceccanti, il problema è politico. Consiste cioè un po' nella natura stessa del Pd - fusione di ex Dc ed ex Pci - e un po' nel peccato originale con cui è nata la maggioranza che governa l'Italia dalla fine del 2013, prima con Letta poi con Renzi: cioè nell'accordo con l'Ncd, «partito indispensabile per la tenuta dell'esecutivo» come ha minacciosamente ricordato ieri la talebana Binetti.

E così si è arrivati alle "divergenze politiche" a cui si riferisce Ceccanti.

Non che per lo scout bianco Renzi siano mai stati fondamentali i diritti civili: dall'orizzonte del suo programma sono scomparse le questioni del fine vita e biotestamento, non è mai apparsa la revisione della legge 40 sulla fecondazione assistita (che nonostante gli interventi della Consulta ancora contiene molti passaggi proibizionisti, specie sulla libertà di ricerca); né si parla del necessario aggiornamento della legge o delle linee guida sull'aborto, che in Italia è un diritto teorico reso troppo spesso impraticabile dalla grande quantità di medici obiettori e dai tagli alla sanità. E niente anche sul fronte della legalizzazione delle droghe leggere, by the way. Tuttavia, come scrisse Marco Damilano sette mesi fa, dopo il Jobs Act e le altre riforme che gli creavano nemici a sinistra, Renzi aveva e ha bisogno di riaccreditarsi con quella parte di elettorato, possibilmente a costo zero per le casse pubbliche e senza disturbare i suoi poteri economici di riferimento: di qui il disegno di legge Cirinnà.

Che fa quasi sorridere per cautela e moderatismo, se paragonato con le leggi che ci sono nel resto dell'Europa occidentale e in molti altri Paesi del mondo, anche se da noi sembra (e sarebbe) un passaggio epocale.

Ma, detto tutto questo, sarebbe ipocrita e troppo autoassolutorio anche dare tutta la colpa ai cattolici integralisti di Ncd e Pd, o a Renzi che non ha veramente a cuore questi temi. Perché la colpa è anche nostra. Della sinistra, intendo. Lo è storicamente e lo è attualmente.

Con poche lodevoli eccezioni, alla sinistra italiana dei diritti civili non è mai fregato e non frega granché. Prevale (ancora) il vecchio stantio luogo comune secondo cui c'è "ben altro" a cui pensare. Una zona erronea del vecchio Pci, che quasi tutta la sinistra si porta ancora dentro. Il concetto semplice ed essenziale secondo cui diritti cvili e diritti sociali vanno di pari passo - e "simul stabunt simul cadent" - ha ancora molto cammino da compiere nella sinistra italiana.

Fra l'altro, non siamo così rimbambiti da dimenticare che anche la vecchia dirigenza Pd (Bersani, D'Alema etc) su questi temi balbettava e scivolava, timorosa di innervosire il potenziale alleato Casini; e che il compromesso sui Dico faceva veramente pena; e che anche nella defunta Carta d'intenti con cui l'alleanza Pd-Sel si presentò alle elezioni del 2013 le formule con cui si affrontavano questioni come le unioni civili e il biotestamento erano pavidissime, ambigue e a tratti grottesche. Non stupisce quindi che oggi questa ex dirigenza - divenuta minoranza - sia tanto taciturna e non si impegni in una vera battaglia pubblica non solo per la Cirinnà, ma anche per gli altri diritti civili incagliati. Un silenzio non molto dissimile, peraltro, a quello di buona parte degli esponenti e degli intellettuali di sinistra che non stanno nel Pd, ma nella cosiddetta area radicale (aggettivo più che mai fuori luogo in questo caso).

A proposito, si sente la mancanza in questi giorni del vecchio Partito Radicale: che per i diritti civili non aveva paura di sfidare i giganti Dc e Pci, dando la parola direttamente ai cittadini con i referendum: una strategia coraggiosa che all'epoca ci potrà divorzio e aborto.

Ma si sente la mancanza, soprattutto, di una solida e battagliera cultura laica nella sinistra italiana, compresa quella che oggi contesta Renzi.

E senza (anche) quella cultura non c'è alcuna sinistra contemporanea o futura che abbia chance, né come rappresentanza politica né nella carne di questo benedetto Paese.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Difficilmente passerà questa legge umanitaria con dei semplici diritti presenti nei paesi più evoluti,sarà come afferma lei del pensiero di sx sempre concentrato su altri temi e costantemente a prenderselo in "saccoccia" su tutto,e della intollerabile influenza religiosa,la quale potrebbe astenersi da avvalersi di alcuni diritti lasciando altruisticamente la possibilità di sfruttarli,al contrario i dogmi devono continuare ad esistere nei secoli e nei millenni.ed è tra le più pesanti condizioni di vivere in un paese del genere.

E poi,per dirle tutte,chi ha aggiunto le adozioni per le coppie gay è stato un fenomeno,in questo modo è molto probabile che salti tutto,davvero ingegnoso nel dare un assist ai soliti baciapile vaticani,in un paese come questo la filosofia dei piccoli passi la capirebbe anche un bimbo,e chissà se tutto ciò sia stato programmato per non fare nulla,e sta durando da vent'anni.

I.S.

iserentha@yahoo.it

2 commenti:

Vincenzo Iacoponi ha detto...

Ogni volta che si parla di politichese in questa nostra bistrattata nazione mi sento come quando di sera con pochissima luce ci si avventura in un vicolo della bassa dove ad ogni passo devi saltare tra le cagate dei cani dei vicini -e fossero solo i cani a lasciare depositi- così saltabeccando si passa da un giorno all'altro e da un argomento all'altro.
Amen.

Ivo Serenthà ha detto...

Per quanto sia da considerare una latrina il momento epocale,mai disinteressarsi,è il loro gioco.

Saluti