giovedì 15 ottobre 2015

La farsa delle primarie Pd a Roma


















Primarie post coitum, l’idea vincente per il sindaco di Roma

di Alessandro Robecchi

Non avevano torto i romani antichi quando dicevano “la verità sta nel mezzo”. Lo capiscono bene i romani moderni: la verità sulle primarie romane del Pd sta da qualche parte tra “Una grande festa della democrazia” (tendenza Renzi 2013) e “Un’immane rottura di coglioni” (tendenza Renzi 2015). Per agevolare i lettori riassumiamo i principali punti del dibattito e le proposte finora emerse.
Primarie di coalizione. Buona idea, che serve al Pd per dimostrare che il candidato sindaco sarà del Pd (indicato da Matteo Renzi), ma facendo finta che lo vogliano anche gli alleati del Pd. Parte quindi una spasmodica ricerca di alleati del Pd disposti a un decisivo ruolo nella coalizione, tipo portare i caffè o lavare i vetri. Alle ultime primarie per il sindaco di Roma vinse Ignazio Marino, alla grande, relegando altisonanti nomi del partito a percentuali miserrime. Paolo Gentiloni, per dire, che appena il 15 per cento dei votanti voleva sindaco, fa oggi il ministro degli esteri, perché vincere le primarie da esterno del Pd porta molta sfiga (Marino), ma perderle malamente porta parecchia fortuna.
Primarie di ratifica. Idea renziana quant’altre mai: decidere chi le vincerà (lo deciderebbe Matteo Renzi) e solo successivamente indire le primarie. Qualche difficoltà tecnica: bisogna trovare un nome sicuro e un paio di pupazzi disposti alla figuraccia da comprimari (da premiare semmai dopo con qualche incarico, in separata sede, per il sacrificio), quindi incrociare le dita e sperare che il “nome sicuro” sia sicuro per davvero, sapendo che il Pd romano è oggi appena un po’ più litigioso della gang giovanili di Guatemala City.

Primarie di consolazione. Sarebbe finalmente una novità della politica italiana. Il sindaco lo sceglie Matteo Renzi – come tutto quanto il resto nell’Universo – e le primarie si fanno per il vicesindaco. Una figura che diventerebbe centrale qualora il papa, o i cardinali, decidessero di bastonare il sindaco in carica e di cacciarlo. E’ chiaro a tutti che in un posto dove il capo di uno stato straniero può licenziare il sindaco di una città, la figura del vicesindaco diventa preziosa (nel caso, suggerirei un vescovo).

Primarie post-coitum. Un po’ di fantasia! Un po’ di inventiva! Dove sta scritto che le primarie bisogna farle prima delle elezioni? Perché non farle dopo? Evidenti i vantaggi: la consultazione non interferirebbe con l’elezione del sindaco (un nome indicato da Matteo Renzi), ma servirebbe comunque a raccattare un po’ di moneta e a far sfogare quelli che si beano della frase “io l’avevo detto”. Altro inestimabile vantaggio: avendo già un sindaco, le primarie post-coitum sarebbero totalmente irrilevanti, risolvendo così il problema della “Grande festa della democrazia”.
Primarie apertissime. Come tradizione del Pd (inaugurata da Matteo Renzi), le primarie saranno aperte a tutti, cioè per decidere il candidato sindaco del Pd potranno votare anche i sostenitori di Giorgia Meloni, di Alfio Marchini, di Alemanno o dei nazisti dell’Illinois. E’ infatti storicamente provato che far votare la destra per decidere i candidati di sinistra sia il metodo migliore per l’affermazione di un renziano di stretta osservanza, se non addirittura di Matteo Renzi in persona. Comunque vada, sarà un successo.
Nel frattempo, si spaleranno un po’ di milioni su Roma per il Giubileo, da usare come propaganda modello Expo e poi dire: visto che bravi? L’equivalente degli ottanta euro annunciati prima delle europee e distribuiti subito dopo. Funziona.

DA ALESSANDROROBECCHI.IT

Ho partecipato una sola volta alle primarie di quella congrega,almeno quando c’era in lizza Prodi per il premierato e non erano così messi male,ora mi ci dovrebbero portare a forza,ma non mi sembra ancora una condizione possibile,le tessere obbligatorie come nel famoso ventennio non sono ancora comparse.

Facciano cosa vogliono tutte le sue ipotesi mi vanno bene dalle parti di Renzi e dintorni,al contrario mi auguro per i cittadini della città eterna una svolta,provare un candidato pentastellato o di una lista civica sarebbe la miglior scelta a parer mio,poi se dopo alcuni mesi la mission diventerà impossible,allora andrà bene qualsiasi tipaccio,salvare l’insalvabile è impossibile.

I.S.

iserentha@yahoo.it

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