giovedì 29 ottobre 2015

La corsa nazional popolare a Valentino Rossi











MotoGp e vittimismo complottista: Vale tutto

di Marco Travaglio

In gita premio in Perù, Matteo Renzi è stato a lungo incerto se telefonare a Rossella Orlandi, scriteriatamente scaricata dal suo sottosegretario Zanetti, oppure a Orfini e Marino, per mettere fine alla pochade che sta coprendo di ridicolo il Pd, Roma e l’Italia. Alla fine ha chiamato Valentino Rossi, portando il fondamentale contributo del governo al grande piagnisteo nazionale sul complotto planetario ai suoi danni. Quel che è accaduto domenica nel penultimo Gran premio di Sepang in Malesia l’han visto e rivisto tutti: con Pedrosa e Lorenzo in fuga, Rossi è impegnato in una serie di sorpassi e controsorpassi con Marquez, finché al settimo giro rallenta all’improvviso e cambia traiettoria all’uscita di una curva, allargandosi in cerca del contatto col rivale spagnolo. Questi lo sfiora e lui lo allontana col piede o con la gamba facendogli perdere l’equilibrio. Nella peggiore delle ipotesi è una scorrettezza gratuita, nella migliore un fallo di reazione. I direttori di gara sanzionano Valentino con tre punti in meno sul patentino e con l’obbligo di partire ultimo nel decisivo Gp di Valencia, dove lo sfidante Lorenzo – anche lui spagnolo, indietro di 7 punti – ha molte possibilità di recuperare e scavalcarlo in vetta alla classifica. Sanzione piuttosto blanda rispetto al massimo della pena previsto in questi casi (tipo la squalifica al Gp successivo: lo spiega Scanzi su il Fatto Quotidiano di oggi). Senza entrare nella diatriba calcio sì-calcio no, la direzione motiva la sanzione con la “guida irresponsabile di Rossi che ha deliberatamente provocato il contatto”.

Apriti cielo. Anziché accettare il verdetto, atteso e dovuto, l’Italia che conta si scatena nell’unico vero sport nazionale: il vittimismo complottista. Come ai tempi di Calciopoli con ampio stuolo di prefiche piangenti per la povera Juve, il povero Milan, la povera Lazio e la povera Fiorentina. Marquez è cattivo perché si ostinava a superare il nostro campione, anziché fermarsi sul ciglio della pista e lasciarlo passare. Sarà certamente d’accordo con Lorenzo, pure lui spagnolo, per sabotare l’italiano. Ingrato che non è altro: dopo aver beneficiato dell’amicizia di Valentino, l’ha tradito nel momento del bisogno. Gli stessi che strillavano per la testata del feroce Zidane al mite Materazzi nella finale di Germania 2006, ignorando che il francese aveva perso il controllo reagendo alle provocazioni del nostro difensore, oggi puntano il dito sulle provocazioni di Marquez (reo di mettercela tutta per arrivare davanti a Valentino), mentre la reazione di Rossi non conta.

C’è chi mette in burletta il verdetto: non per dire che andava punito anche Marquez (il che non sposterebbe di un millimetro le sorti del Mondiale), ma che non andava punito Rossi. Il quale è innocente perché – tenetevi forte – non è la sua gamba a scalciare Marquez, ma la testa dell’astuto spagnolo a colpire la sua gamba. Una barzelletta che ricorda Servi della gleba di Elio e le Storie tese: “Non sono stato molto bene. Mi han detto che c’ho il gomito che fa contatto col ginocchio”.

Non sappiamo a quale scuola di pensiero s’iscriva Renzi che, con tutti i casini che ha, perde tempo prezioso a impicciarsi di gare sportive che non lo riguardano. Sappiamo invece da un apposito tweet che, per il senatore renziano Andrea Marcucci, “i campionati vanno decisi in pista, non con decisioni arbitrarie a tavolino”: se ne deduce che un corridore è autorizzato a scendere in pista armato di kalashnikov senza che nessuno si permetta di sindacare con decisioni arbitrarie a tavolino. Il presidente del Coni Giovanni Malagò osserva: “Valentino ha riconosciuto di essere cascato nella provocazione” (e con ciò?), “c’è una responsabilità da parte sua, però io voglio assolutamente difenderlo e non per un fatto istituzionale”, bensì per “la poca sportività dimostrata da Marquez” (quando? come? perché?), insomma “si è falsato il Mondiale e questo non lo trovo giusto”. Quindi aboliamo la giustizia sportiva e d’ora in poi vale tutto? Mirabile lezione di sportività dalla massima autorità sportiva. Il Foglio, noto per aver beatificato tutti i vip violatori di leggi dalla preistoria a oggi, arricchisce la collezione: “Non si chiama ‘calcio’, quello di Vale Rossi, si chiama solo legittima difesa”, scrive Claudio Cerasa, convinto che Lorenzo fosse armato. Poteva mancare l’illuminato parere di Jovanotti? Non poteva. Eccolo, sempre molto lucido: “È abbastanza chiaro quello che è successo”. Mica tanto: “I primi giri mostravano una situazione insostenibile e nel momento in cui Vale ha allargato la curva per rallentare l’attività e l’incursione legittima dell’avversario, ma forse un po’ al limite, era naturale che succedesse quello che è lì da vedere”. Cosa? “È un atteggiamento comune negli esseri umani attaccare per poi fare la vittima”. Ecco: Marquez fa la vittima perché cade, mentre Rossi è la vittima perché resta in piedi e viene proditoriamente colpito da “penalizzazione eccessiva, anzi ingiusta”. Perché lui “è bravissimo, un grandissimo sportivo, leale e giustamente vuole vincere”, mentre Marquez non ne ha il diritto. Tiè. Stringente anche la logica di Arrigo Sacchi: “In Marquez si percepivano odio ed astio”: Rossi invece è del partito dell’amore.

Nello sport ridotto a succursale della politica, nessuno deve permettersi di ricordare che le regole valgono per tutti, anche per chi è simpaticissimo come Valentino. È l’Italia di Cetto La Qualunque: “Figlio mio, quante volte ti ho detto di non mettere mai il casco: potrebbero pensare che sei timido! Si comincia dando la precedenza a un incrocio e finisce che ti prendono per ricchione”.



Le difese di parte nazional popolari sono penose,pure quelle spagnole,la brutta figura l'hanno fatta entrambi in Malesia,mettere sul bilancino chi più,chi meno non me ne frega niente.

Al di là del toscano che prende al volo l'occasione buona per attirare simpatie,c'è da chiedersi se le due yamaha ufficiali sono identiche,o se la differenza nelle seconda parte della stagione la stanno facendo i piloti,essendo l'italiano ormai attempato per le competizioni,poichè sono due mesi che il pesarese mangia polvere sia in prova,che in gara.

A Valencia solo se si ubriaca Lorenzo non vincerà il mondiale,bene che vada Rossi arriverà al max tra il quinto e il decimo posto,e allo spagnolo basterà arrivare a podio.

Bye,bye,sogni di gloria,ne ha avuta già tanta!

Avesse pagato tutti i tributi almeno,invece che prendere al balzo il condono per pagare un decimo del dovuto.

I.S.

iserentha@yahoo.it

4 commenti:

Unknown ha detto...

Leggendo questo articolo, se di articolo possiamo parlare, mi sento autorizzato ad affermare con assoluta certezza che trattasi di una banale e qualunquistica serie di commenti scaricata sul web da chi non ha mai mostrato il minimo interesse per questo sport ma che si sente in diritto di esprimere il proprio pensiero con l'incoscienza di uno sprovveduto guerriero che si lancia allo sbaraglio per attaccare il nemico a mani vuote e senza mezzi di protezione. Di fatto siamo in un paese democratico e ognuno di noi può affermare la propria opinione su ogni attività, qualunque essa sia: sportiva, politica, di cucina, salute, bellezza o fisica quantistica! Ma il sostanziale significato di ciò che Lei pubblica deliberatamente mi porta soltanto a dedurre quanto di più esemplare non vi possa essere tra gli aspetti negativi della tanto sperata e conquistata democrazia. Una persona tanto incompetente quanto distante da una disciplina o da uno sport che si arroga il diritto di giudicare gli appassionati, le persone competenti, gli ammiratori, basandosi su 2 immagini peraltro interpretate in maniera certamente poco analitica, con termini come ‘vittimismo complottista’. Ce lo potremmo aspettare nelle dispute opinionistiche tra amici o nei bar. Ecco l’altra faccia della medaglia dell’amata democrazia: quando il giornalismo mediocre si trasforma in una vera e propria arma mediatica che non prende posizione per ciò che gli compete ma si lancia capofitto per alimentare polemica, e persino creare confusione facendo appello ai meno informati.

E come sempre si conclude con il pensier patriottico e statista difensore del fisco! Eh.. ci mancava questa, no? Si preoccupasse di scrivere e pubblicare a caratteri cubitali di chi realmente NON paga nemmeno un centesimo quando ci sono condoni e non di approfittare di un ragazzo che, a poco più di 25 anni si è trovato nel vortice del fisco per mano di un gruppetto di furbetti che si fanno chiamare manager! E con la semplicità di un adolescente che paga una multa ai vigili, sborsa 35 milioni di euro, si pulisce di tutto ciò che è passato diventando manager di se stesso e ritorna in pista a vincere.

Ma ciò che conta per questi professionisti della carta stampata è nutrirsi di malizia per colpire la gente che sbaglia, badando bene a tener nascosto chi ha avuto il coraggio di rimediare ai propri errori!

Uno scrittore diceva: “C’è un certo stile con cui anche grandi personalità tradiscono la loro origine plebea o semi plebea ! E’ l’andatura dei loro pensieri che fa da spia! Queste persone non sanno camminare”.

Gianchi

Ivo Serenthà ha detto...

Prendo atto della velata difesa del centauro soprattutto nella versione fiscale,ma sa essendo nel paese della maggiore evasione fiscale del mondo occidentale,la difesa di questi soggetti,che siano famosi o meno non la reggo,do atto della incredibile pressione della stessa,ma chi paga fino all'ultimo centesimo,perdoni il francesismo gli girano i coglioni,anche perchè le giustificazioni del maltolto appaiono sempre patetiche,e soprattutto se pizzicati si versano meno "molti" quattrini rispetto al dovuto.

Per ciò che riguarda la competizione mondiale che finirà a Valencia domenica,non è la penalizzazione che dovrà subire ad essere stata determinante,la quale poteva essere peggiore,e come ho obiettato avrei penalizzato anche il giovincello spagnolo,bensì i problemi determinati dai rispettivi team o dagli anni rispetto a Lorenzo,certamente un mondiale già in tasca lo si perde perchè ultimamente si è costantemente dietro a rincorrere.

In ultima analisi fare il piangina prima delle prove in Malesia,adombrando combine a suo danno del cerchio magico spagnolo,strategicamente e dall'alto della sua esperienza sono diventati un boomerang eccezionale,se con tutta probabilità perderà questo mondiale a parer mio sarà tutta farina del suo sacco.

Scritto da uno che non capisce un cazzo come lei ha affermato.

Stia bene

Unknown ha detto...

Premetto che non sono molto afferrato nel campo dei blog, dei forum ecc.. e per questo mi scuso per la mia involontaria invadenza: in verità il mio commento era rivolto all'autore dell'articolo che credo sia Marco Travaglio. Navigo in internet senza nessuna preferenza per certi blog rispetto ad altri e quando trovo il titolo di un articolo che esalta la mia curiosità apro il link e provo al leggere. In questo caso ho ritenuto opportuno commentare l'articolo e lo ripeto, credendo di rivolgermi all'autore.
Ora, se lei si è sentito direttamente chiamato in causa come autore dell'articolo, non è un mio problema.

Facendo riferimento alla sua ultima frase, concludo con una piccola sottigliezza nella quale mi sento in diritto di mettere in chiaro che non fa parte del mio stile offendere o dubitare dell'intelligenza altrui: una cosa è parlare di incompetenza o ignoranza ben altra cosa è la stupidità o la mancanza di arguzia.

buona giornata

Ivo Serenthà ha detto...

"E come sempre si conclude con il pensier patriottico e statista difensore del fisco! Eh.. ci mancava questa, no? Si preoccupasse di scrivere e pubblicare a caratteri cubitali di chi realmente NON paga nemmeno un centesimo quando ci sono condoni e non di approfittare di un ragazzo che, a poco più di 25 anni si è trovato nel vortice del fisco per mano di un gruppetto di furbetti che si fanno chiamare manager! E con la semplicità di un adolescente che paga una multa ai vigili, sborsa 35 milioni di euro, si pulisce di tutto ciò che è passato diventando manager di se stesso e ritorna in pista a vincere. "

La personale replica è dovuta a questo parte del suo commento,nel post c'è la prima parte dell'autore,dopo il logo del quotidiano c'è il personale commento con le iniziali e l'eventuale opportunità di replica via mail.

Preferisco in ogni dibattito nel portare la mia tesi,magari anitetica agli intelocutori,di far passare il messaggio che il pensiero altrui sia frutto di pressapochismo o palese ignoranza sul tema valutando le mie certezze.

Ma va tutto bene,saluti