mercoledì 8 luglio 2015

Altro che referendum pro-contro euro,ci vuole ben altro

















Non ci sarà altra Europa

di Alessandro Gilioli

Non sono mancati in questi giorni quanti hanno detto e scritto che adesso ci vorrebbe un bel referendum in Germania per decidere se continuare a finanziare o no la Grecia; o magari anche in Italia, perché il voto popolare greco non ha più valore di quello eventuale di altri Paesi.

In modo un po' meno diretto anche il presidente Ue Juncker ha detto più o meno la stessa cosa, "una democrazia non vale più delle altre e qui siamo 19 democrazie", quindi piano con questa esaltazione del voto greco etc etc.

La questione è straordinariamente affascinante, sia per quanto riguarda la democrazia sia per quanto riguarda l'Europa.

Il referendum greco in teoria riguardava solo i greci, e vi ha votato circa un centesimo della popolazione europea. Eppure la sua forza è stata dirompente. E lo è stata perché uno dei popoli della Ue si è espresso direttamente e senza filtri sulle decisioni della Ue.

Finora ci si era infatti abituati al fatto che sulle regole e sulle decisioni della Ue i popoli non venivano quasi mai consultati. A prendere le decisioni fondamentali erano signori arrivati alle loro poltrone attraverso due o tre passaggi intermedi: di solito, un accordo tra governi a loro volta espressioni dei Parlamenti.

Il doppio o triplo passaggio faceva (e fa) sì che nessuna delle scelte di questi signori venisse percepita dai cittadini come condivisa dal basso: pensate solo a quello che fanno Draghi o Juncker, entrambi scelti da governi democratici - certo - ma le cui decisioni vengono avvertite come prese solo da loro, senza che esprimano una reale e forte rappresentanza. Se poi passiamo alla Lagarde peggio ci si sente, vista la governance del Fmi.

Finché le decisioni dei vari Draghi e Lagarde (o dei loro predecessori) incidevano poco nella vita reale dei cittadini, a nessuno fregava alcunché. Quando ci si è accorti che questi ormai contano più dei governi nazionali eletti, la questione è venuta a galla. Ed è il famoso deficit di democrazia dell'Unione europea.

Ecco perché Juncker sembra poco autorevole quando dice "qui ci sono 19 democrazie, una non vale più delle altre". Perché una di quelle 19 democrazie ha fatto esprimere i suoi cittadini, mentre le altre 18 sono ancora nel limbo del doppio o triplo filtro, i cui effetti sono quelli di intiepidire parecchio il presunto mandato popolare. Di qui la loro debolezza, nell'era in cui le deleghe in bianco non bastano più a nessuno, specie se sono deleghe di deleghe di deleghe.

Ecco perché la provocazione del "facciamo un referendum anche in Italia (o in Germania)" è appunto una provocazione ma è tuttavia sana, perché porta con sé l'esigenza che siano i cittadini, a dire la loro (direttamente o comunque in modo meno filtrato di quello attuale) sulle grandi decisioni che vengono prese in poche stanze chiuse e che poi incidono sulla vita di tutti.

Altro che "referendum in Germania o in Italia", quindi: l'Europa dovrebbe proprio ripartire tutta daccapo, così. Con ogni popolo che decide se vuole o non vuole far parte di un'Unione vera, con un sistema fiscale unico e un bilancio federale, come gli Stati Uniti.

E i popoli che poi ci stanno diventano un popolo unico, dove le decisioni vengono prese in modo trasparente e democratico, con un Parlamento totalmente sovrano arricchito da ampi e frequenti canali di comunicazione con i cittadini, canali costituiti anche da referendum popolari europei (il primo, ad esempio, lo farei sul Ttip che viene approvato in sordina proprio in questi giorni e che pure parecchio impatterà sulle nostre vite).

Ecco: l'Europa o sarà così o non sarà per niente. Quella di adesso è una caricatura. E il caso greco, con tutte le sue contraddizioni, ha fatto esplodere il bubbone. Ci si può mettere un cerotto, ma tempo due o sei mesi riesploderà di nuovo.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

L'unica alternativa possibile allo stritolamento dell'euro da parte della Bce & company,è a parer mio l'idea di un movimento come Podemos,sono gli unici euroscettici che non arringano le folle per uscirsene da quest'area per andar dove poi,bensì vogliono modificare le regole da encefalogramma piatto che premiano solo le banche o poco più.

Quella realtà andrebbe ben oltre un referendum asfittico,nel quale metterebbe assieme forze che non avrebbero comunità d'intenti nel reperire alternative,concentrando arruffapopolo con le uniche mire di percentuali elettorali e nel riuscire a far toccare il fondo al paese,impresa non facile ma possibilissima con la liretta o il ducato di un ipotetico domani.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

Nessun commento: