venerdì 10 aprile 2015

La strage al tribunale di Milano












Il falco e il colombo

di Massimo Gramellini

Un paranoide condannato per bancarotta fraudolenta compie una strage a palazzo di Giustizia, ammazzando tra gli altri anche un giudice, e immancabilmente salta su qualcuno a denunciare il clima ostile creatosi intorno alla magistratura. Come se ad armare la mano omicida fosse stata la polemica politica sulla responsabilità civile e le ferie dei giudici. Come se quel magistrato fosse stato ucciso in quanto simbolo dell’indipendenza delle toghe e non in quanto bersaglio di una resa dei conti maturata nella testa di un uomo ossessivamente ripiegato sui fattacci suoi. (A cui nessuno aveva pensato di togliere il porto d’armi dopo la condanna: è questo, oltre alle difese colabrodo del tribunale, il vero mistero e il vero scandalo).

Poiché la lista dei morti è completata da un avvocato e da un socio dell’assassino, se ne deve forse dedurre che anche le categorie degli avvocati e dei soci avrebbero diritto di lamentare un atteggiamento persecutorio nei loro confronti? Gherardo Colombo ha sicuramente parlato sotto l’impulso del dolore personale: quel giudice era un ex collega e un amico. E prima di svalutare il lavoro dei magistrati bisogna sempre ricordarsi, come ha fatto Mattarella, che operano in prima linea sulla carne viva del Paese. Ma certe manipolazioni emotive della realtà alimentano il mostro nazionale del vittimismo. Mentre Colombo commentava un fatto di cronaca nera per sottolineare il disagio della magistratura, altri trasformavano il truffatore omicida in un prodotto della crisi economica. E così si perdeva di vista che a uccidere e a morire non erano stati dei simboli, ma degli esseri umani.



Per quanto possa umanamente dispiacere la strage di ieri,la si può aggiungere ad altre vittime inconsapevoli di follia,sicuramente ci sarà più attenzione sulle misure di sicurezza e chissà per quanto tempo durerà,considerato che è un paese che vive solo di emergenze,ma se per decenni non è successo nulla o poco più nei tribunali italiani,non si potranno fare miracoli.Esistono migliaia di potenziali killer vittime di soprusi,più o meno giustificati,fortunatamente la scintilla che porta all'azione si riduce ai minimi termini.

Piuttosto forse potranno riflettere chi incentiva l'uso delle armi per difesa personale,la diffusione delle medesime,vedasi le cronache negli States,porta all'uso indiscriminato per qualsiasi motivo e il bilancio dell'utilità purtroppo risulta pesantemente drammatico.

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