giovedì 9 aprile 2015

La grande fregatura europea,ovvero come diventare proletari inconsapevoli














Amerei l'Europa, se non fosse una stronza

di Alessandro Gilioli

«Molti funzionari Ue - e alcuni ministri delle Finanze della zona euro - hanno suggerito in privato che solo una decisione di Tsipras di buttare fuori dal suo governo l'estrema sinistra di Syriza potrebbe rendere possibile un accordo di salvataggio. (…) L'idea sarebbe che Tsipras faccia una nuova coalizione con il partito di centrosinistra tradizionale della Grecia, il Pasok, e con To Potami, un nuovo partito di centrosinistra che si è presentato per la prima volta alle elezioni nel gennaio scorso».

È interessante, il brano del Financial Times del 5 aprile scorso, qui sopra copiancollato.

Interessante perché proviene da una delle Bibbie del capitalismo mondiale, non da un foglio complottista o no global; perché non usa formule dubitative nel rivelare le pressioni affinché cambi la compagine governativa ad Atene: è notizia data con sicurezza; e infine perché attribuisce tali pressioni sia ai potenti boiardi di Bruxelles - espressioni della tecnocrazia che nella Ue comanda - sia ad "alcuni ministri", che invece dovrebbero rappresentare dei governi democraticamente eletti.

Vedremo se e quanto queste pressioni congiunte produrranno il loro effetto politico. Ad Atene si dice che i due ministri più sgraditi sono Panayotis Lafazanis, responsabile per la Riconversione Produttiva, che si è impegnato a bloccare gli aumenti delle bollette elettriche; e il ministro della Difesa Panos Kammenos, quello di destra, che se la sta prendendo con le passate vendite di armi alla Grecia da parte della Germania, con ampio contorno di mazzette.

Tuttavia già da solo quello che ci dice il Ft dà l'idea di cosa è diventata l'Europa: un luogo di poteri dove si cerca di decidere la composizione dei governi dei Paesi membri, che devono essere sempre allineati all'ideologia dominante. Una cosa che viene fatta tanto direttamente, suggerendo a un premier di cambiare la sua maggioranza; quanto indirettamente, cioè imponendogli delle condizioni economiche-finanziarie molto più difficili se non obbedisce agli ukaze.

Qualche giorno fa, su Repubblica, Maurizio Ricci notava tra l'altro che «Bruxelles e Berlino, dopo essersi fatti menare per il naso a lungo da Samaras, hanno deciso di stringere la vite su Tsipras». Non credo sia una questione di antipatia personale. Bensì di pura ideologia. E di volontà di punizione per chi ha osato sfìdare il loro potere, facendo di testa propria, così come richiesto dagli elettori.

Insomma ciò che ci sta insegnando il caso greco è che questa Ue è un potere ideologico, vendicativo e antidemocratico.

Che del resto a noi italiani ha rifilato Monti, neanche troppo tempo fa, per ottenere i tagli al welfare, il pareggio di bilancio, il fiscal compact e altro.

Poi si chiedono come mai in tutto il continente crescono i movimenti euroscettici, compresi quelli peggiori.

È che noi l'ameremmo anche, l'Europa: se solo non fosse così stronza.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Una ulteriore prova della "fu" democrazia,quando la finanza governa gli Stati non lascia scappatoie,così deve funzionare e senza appelli.

No,non era questa la personale idea dei cosiddetti "Stati uniti d'Europa",in questo modo tutto l'ambaradan è definibile come unione delle banche e della finanza,e mi pare mortificante.

Il problema si determina da una morsa dei medesimi che non lascia scampo,e se almeno i benestanti fossero aumentati ci sarebbe da farsene una ragione,al contrario il ceto medio è sparito e il proletariato non è accettato dal potere,e fino a qui non fa una grinza anche se fa schifo,il vero problema è che non ci sia manco la sensazione che la maggioranza della popolazione lo sia diventato.

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