sabato 25 aprile 2015

Jobs act:Dopo il trionfalismo dei numeri la cruda realtà

















Jobs Act, la balla di oggi

di Alessandro Gilioli

E allora prendiamoli, questi benedetti numeri sull'occupazione dati dal governo, almeno finché non arriva l'Inps a dirci che erano sbagliati.

Prendiamoli e vediamo il numero che conta, cioè il saldo tra "attivazioni e cessazioni" dei rapporti di lavoro.

Nel gennaio 2015 il saldo è stato più 334.923, a febbraio più 123.715, a marzo più 92.299 (precisamente, in quest'ultimo mese, 641.572 attivazioni e 549.273 cessazioni: la differenza è appunto più 92.299, il numero sbandierato oggi).

Si tratta in tutti e tre i casi - se veri - di numeri buoni, perché hanno un segno più (nella differenza tra attivazione e cessazioni) e perché sono tutti e tre migliori dell'anno precedente.



Tuttavia a gennaio - e pure a febbraio - era andata meglio che a marzo.

E il Jobs Act è entrato in vigore il 7 marzo.

Il 1° gennaio sono invece partiti gli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità.

Non so se questi ultimi sono stati la causa dell'impennata di gennaio: è probabile, assieme ad altri fattori esterni (petrolio basso, euro basso etc). Tuttavia è abbastanza evidente che gli aumenti occupazionali non sono stati "effetto del Jobs Act", cioè della maggiore licenziabilità, visto che questo è entrato in vigore a marzo, che è il mese andato peggio fra i tre presi in considerazione.

Anzi, se proprio dobbiamo collegare il numero complessivo degli occupati alle leggi entrate in vigore, dovremmo dedurne che il Jobs Act ha provocato un peggioramento del saldo tra assunzioni e licenziamenti rispetto ai due mesi precedenti.

Insomma, almeno per ora l'unico "effetto Jobs Act" - se c'è stato - è stato al contrario: e questo secondo i numeri dati dall'ufficio di statistica del ministero del lavoro.

Sopra, dall'alto, i titoli di oggi di 'Stampa' e 'Messaggero" - ma a fare la maggiore grancassa sono stati i tg.

DALL'ESPRESSO BLOG  - PIOVONO RANE

Possono modificare qualsiasi regola,con il jobs act si è tornati indietro di decenni con i diritti dei lavoratori,ma i problemi del paese sono ben altri e gravissimi,e se risultano intoccabili tutti quanti o una buona parte siamo fottuti.

Per ciò che riguarda gli annunci mirabolanti successivamente smentiti dalla realtà, direi che la tradizione continua dallo scorso secolo,che brutto destino dobbiamo sopportare.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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