lunedì 16 febbraio 2015

Libia-Isis:Intervento o Intelligence?










Gli utili idioti, per favore, no

di Alessandro Gilioli

Credo che poche cose sarebbero sciagurate, oggi, come fare del nostro Paese il capofila di una guerra sul territorio in Libia.

E lo credo fermamente ma al netto di ogni pacifismo preconcetto: la Resistenza ha insegnato a chiunque che ci sono guerre e guerre - e con questi tagliagole fascioislamisti non è facilissimo intavolare una trattativa, vuoi all'Onu vuoi a Sant'Egidio.

Lo credo invece per gli effetti catastrofici che questa scelta rischia di avere per l'Italia. Noi, gli invasori del secolo scorso, che torniamo a comandare un'invasione sui luoghi dei nostri peggiori crimini di guerra (indimenticati, lì), a combattere strada per strada e per anni. Proprio noi che per posizione geografica ci prestiamo più di chiunque altro alla ritorsione, nelle nostre città.

Tutti sappiamo come si è arrivati a questa situazione - l'intervento iniziato dai francesi per far fuori Gheddafi, e poi l'Usaf, noi dietro con i nostri Tornado - e tuttavia non è nemmeno qui il punto, cioè non conta più l'idiozia di chi ha fatto quella guerra per peggiorare le cose. La questione vera, per noi italiani, è se ora dobbiamo risolverlo noi, il casino provocato allora (che pure ci ha visto complici), cioè se dobbiamo essere noi a prendere a mano come capofila questa catastrofe che ci si prospetta davanti, pagandone le conseguenze più di ogni altro in termini di vite umane: lì, al fronte, e probabilmente anche qui, a casa.

Nota con lucidità Mimmo Càndito che questa non sarà affatto una missione di peacekeeping - non c'è alcuna pace da mantenere - ma sarà senza infingimenti un conflitto armato che «si torcerebbe negli scontri drammaticamente letali della guerriglia urbana, dove una eventuale supremazia tecnologica conta poco o niente; e le trappole e le insidie inevitabili del battersi casa per casa hanno mostrato già in Somalia o in Cecenia quanto pesante sia il costo del guadagnarsi il controllo del territorio».

Soltanto un governo di pazzi potrebbe reclamare all'Italia il ruolo di leadership in questa cosa qui.

E c'è solo da augurarsi che la frenata di Renzi e la chiamata alla responsabilità comune dell'Europa e non solo - dopo le imprudenti parole di Gentiloni - non sia solo di facciata. Nessuno vuole salvare la ghirba all'Isis, ci mancherebbe: ma gli utili idioti no.

DALL'ESPRESSO BLOG - PIOVONO RANE

Toccherà investire parecchie risorse sull'intelligence,altrimenti saranno dolori sul nostro territorio, altro che trattati di pace con l'isis,mi pare che in spietatezza e proclami di guerra non si facciano mancare nulla.

Ormai il patatrac c'è stato,con l'eliminazione di Saddam,proseguita con Gheddafi e l'aver foraggiato gli attuali tagliagole contro il regime dittatoriale siriano,entrare in quei gineprai porta queste tragiche conseguenze,gli scenari volente o nolente sono tutti drammaticamente aperti.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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