venerdì 14 novembre 2014

Perchè non ci siano più Tor Sapienza













Tor Sapienza, chi fa finta di non vedere

di Antonio Padellaro

Oggi a Tor Sapienza, in quel di Roma Capitale, è attesa la visita del senatore leghista Mario Borghezio venuto a cantare vittoria, e giustamente visto che lo Stato incapace di mantenere l’ordine nel quartiere ha deciso di calarsi le brache procedendo allo sgombero degli extracomunitari dal locale centro di accoglienza, dando così ragione ai violenti e ai facinorosi di ogni colore. Borghezio (già condannato dopo l’incendio dei pagliericci di alcuni immigrati a Torino nel 2000) fa da battistrada al suo leader, Matteo Salvini, star dei talk show, un simpaticone assurto alla notorietà nel 2009 quando propose di riservare “alle donne e ai milanesi” appositi vagoni della metropolitana, onde evitare evidentemente pericolose contaminazioni con negri e altre razze inferiori. Quello stesso Salvini diventato compagno di merende delle squadre speciali di CasaPound, che almeno non fanno mistero della loro quintessenza fascista.

Questi personaggi, fino a qualche tempo fa comparse pittoresche della politica minore, oggi fanno molto meno ridere e raccolgono a piene mani la rabbia collettiva seminata dalla politica maggiore. Non ci occuperemo qui dei torti e delle ragioni di quella che su Repubblica monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, ha definito “guerra fra poveri” segnalando “la spregiudicatezza di politici che cavalcano il malcontento attirando i gruppi più estremi”.

Ma più grave ancora è il silenzio delle istituzioni, indifferenti di fronte al dilagare di una guerriglia che nelle borgate romane è caccia allo straniero, mentre a Milano diventa rissa quotidiana nelle case popolari occupate. Tace il governo: e se l’assenza di Alfano non fa più notizia, per la palese inadeguatezza del ministro dell’Interno (curiosa la protesta del Vi-minale, quando ormai a Tor Sapienza lo Stato si era ritirato), l’indifferenza di Matteo Renzi va misurata con il metro del cinismo. Il premier, infatti, rifugge dalla realtà soprattutto quando essa si presenta con effetti sgradevoli (a Genova, per dirne una, aspettano ancora la sua visita dopo l’alluvione di oltre un mese fa); e chissà se i suoi addetti alla comunicazione oltre a provvedere alla “modalità golfino” gli nascondono anche i giornali con le brutte notizie.

Stupisce infine l’assenza di moniti del Quirinale. Abituati ad ascoltare richiami e reprimende sull’universo mondo, si stenta a comprendere come mai questa escalation d’intolleranza in un corpo sociale devastato dalla crisi susciti sul Colle così scarso interesse. Il modo migliore per lasciare campo libero ai razzisti in camicia verde e ai fascisti in camicia nera.



Che l'annunciatore faccia lo struzzo su certi temi non stupisce,gli piace vincere facile e con l'aria che tira,tra alluvioni e guerra tra poveri nicchia coscientemente,se tocca quei nervi scoperti qualsiasi cosa affermi perde consenso.

In ogni caso Direttore,do atto che il rione di Tor sapienza senza immigrati non diventerà uno dei salotti romani da domani,e quindi condanno le prese di posizioni xenofobe e fasciste dei dimostranti,ma se non si vorrà arrivare in un domani parecchio prossimo alla caccia degli immigrati e alla guerra tra poveri,toccherà gioco forza iniziare con il via al numero chiuso degli immigrati,non ci possiamo permettere ondate di sbarchi con la crisi economica che stiamo vivendo.

Altrimenti la brutta parentesi di Tor sapienza sarà ricordata solo come un'anteprima.

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