mercoledì 15 ottobre 2014

Le speranze delle nuove generazioni

















Disoccupazione giovanile: tornare si può?

di Alessandro Scalinci

Non accetto di dover star fuori dall’Italia per un sistema gestito da cretini in modo stupido e complicato tanto da far impazzire chi cerca di viverci.
Ho voglia di tornare, e spero che tutti coloro che sono fuori dal Paese possano poter tornare se vogliono, e così cercare di dare esempi di civiltà acquisite fuori a chi non ha avuto la possibilità di vivere all’estero. Credo che ognuno nel suo piccolo possa contribuire. Ognuno merita un futuro nel nostro bel – e davvero bel – paese.

Tocca snellire la burocrazia e renderla trasparente, tocca poter far la fila solo dieci minuti ad uno sportello pubblico per poter ottenere un modulo privo di un milione di comma e paragrafi, chi lavora allo sportello deve essere incentivato a voler lavorare e sicuro non lo farà se riceve due lire e un calcio nel sedere, lo stesso per tutti gli altri mestieri, con la consapevolezza che anche un pizzettaro o un muratore o il parrucchiere o il meccanico sono lavori stranobili, e che per lavorare in un qualche ufficio non servono due lauree e un post doc; che un rettore universitario non è magnifico né un laureato un dottore; che un ingegnere o un avvocato non hanno bisogno di un esame di stato (per il quale l’Italia paga pegno ancora all’Europa) per ottenere un titolo già più che meritato dopo 5 anni o più di studi; che uno stage si paga perché uno stagista lavora, che anche a 18 anni si può lavorare senza dover aspettare lauree ma che basta anche una formazione professionale; che a scuola una palestra e un campo da calcio dovrebbero essere il minimo ed educazione fisica si possa fare e non si debba studiare sui libri; che a scuola guida si va per imparare regole da applicare poi sempre ed ovunque; che – con tutto il rispetto – un paese non può diventare solo un rifugio politico sociale per immigrati che invece poi vengono fatti entrare per alimentare un lavoro a nero e a basso prezzo – che scaccia l’italiano dal suo stesso paese.

Già: perché sulle carte ufficiali l’Italia è in crisi e la disoccupazione alle stelle. Su quelle non ufficiali molti lavorano a nero per pochi o tanti soldi che siano (a seconda del grado di raccomandazione o di conoscenze), le auto di lusso si vedono ovunque e più che in paesi non in crisi…ma spaccano la società in due: la parte coi picci (il denaro), e la parte povera.

Si deve sapere che può funzionare altrimenti, e che basta che tutti entrino in nuovo ordine di idee e di onestà mentale, affinché tu di Pisa possa trovare lavoro a Pisa e tu di Catanzaro possa trovare lavoro a Catanzaro se vuoi vivere dove sei nato e cresciuto, e avere la possibilità di andartene solo se te ne vuoi andare veramente.

L’Italia ha tanto, anzi, forse molto più che la maggior parte dei paesi sviluppati. Tante potenzialità e tante idee brillanti.

Cambiare si può, basta volerlo.



Lei e' giovane e gli auguro qualsiasi speranza che ha espresso,ma sa qual'e' il problema fondamentale del paese?

E' abitato diffusamente da una mentalita' disonesta,opportunista e lecca..lo,ed essendo impostato in questo modo,la parte buona non puo' che soccombere purtroppo.

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

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