mercoledì 25 giugno 2014

Impunità senatoriale:E la Ministra Boschi cadde dal pero




I sessantottini

di Marco Travaglio

Scherzi della numerologia: il 68, da simbolo della contestazione, diventa emblema della restaurazione. I nuovi sessantottini infatti sono gli scudi umani dell’articolo 68 della Costituzione: quello che, dopo la riforma del 1993 che abolì l’autorizzazione a procedere delle Camere per le indagini sui parlamentari, la prevede ancora per gli arresti, le intercettazioni e le perquisizioni. Abbiamo già spiegato che la cosiddetta immunità parlamentare fu prevista per le Camere elettive,titolari entrambe del potere legislativo: dunque non ha più alcun senso per un Senato non elettivo, composto da consiglieri regionali e sindaci, cioè da figure pubbliche sprovviste di qualsiasi scudo, e per giunta espropriate del potere legislativo (non saranno più chiamate a legiferare, salvo in materia costituzionale, ma solo a esprimere pareri non vincolanti sulle leggi uscite dalla Camera). L’idea di un sindaco o di un consigliere regionale nominato senatore che, a fine settimana, emigra a Roma per fare atto di presenza gratuito a Palazzo Madama e, durante il tragitto, viene irradiato dall’immunità come Fantozzi bagnato dalla pioggia della sua nuvoletta personale, è roba da cinepanettone. Infatti, a parole, il governo e tutti i partiti (tranne Ncd, acronimo di Noi Condannati Detenuti) si son detti fieramente avversi all’impunità senatoriale, lasciandola senza padri né madri. Ma la grande balla è durata un paio di giorni. La bella addormentata nei Boschi, che domenica aveva giurato a Repubblica “io ero contraria”, è stata sbugiardata prima dalla relatrice Finocchiaro e ora dalle due email inviate dal suo ministero per approvare gli emendamenti immunitari. Infatti la Pravdina del Pd, detta anche Unità, non trova di meglio che prendersela con i 5Stelle: “Anche i grillini erano per reintrodurre le tutele ai nuovi senatori”. Sta’ a vedere che il governo con la maggioranza più plebiscitaria dai tempi della Bulgaria comunista si fa dettare la linea dall’unica forza di opposizione.
Naturalmente è una balla sesquipedale: i 5Stelle fanno tante cazzate, ma stavolta si sono limitati a chiedere un Senato elettivo, più o meno come l’attuale, che dunque manterrebbe le guarentigie costituzionali (senz’alcun bisogno di “reintrodurle”). Sono i partiti che vogliono il Senato non più elettivo, ma nominato, cioè Pd, Ncd, Lega, FI e centrini vari che hanno imposto l’impunità. E il governo Renzi l’ha avallata. Poi, presi con il sorcio in bocca, hanno fatto gli gnorri. Ma si sono ben guardati dal cancellarla dal testo in votazione dal 3 luglio. Anzi, terrorizzati dalla vox populi che dice “se siete contro l’immunità e non volete creare disparità fra deputati e senatori, perché non la abolite anche alla Camera?”, si sono inventati una supercazzola per gettarci un altro po’ di fumo negli occhi: l’autorizzazione a procedere non la voterà più la Camera di appartenenza del parlamentare da arrestare o intercettare o perquisire, ma la Corte costituzionale in quanto “organo terzo”. Da un simile riformatorio di analfabeti c’è da attendersi di tutto, ma questo forse è troppo anche per loro: la Consulta giudica la legittimità delle leggi e i conflitti fra poteri dello Stato. Non può certamente trasformarsi in un quarto grado di giudizio per i parlamentari, anche perché due terzi dei suoi membri sono nominati dal Parlamento e dal capo dello Stato eletto dal Parlamento: in palese conflitto d’interessi, meno “terzi” dell’Arcicaccia. E poi, finché ad accertare (anzi inventare) il fumus persecutionis di un’indagine è una Camera con un verdetto politico, i magistrati se ne infischiano e tirano diritto. Figurarsi che accadrebbe se a bollarli di persecutori politici fosse il “giudice delle leggi”: i pm che han chiesto l’arresto o la perquisizione o l’intercettazione e il gip che li ha disposti sarebbero talmente delegittimati da dover chiudere l’inchiesta senza vincitori né vinti e poi dimettersi dalla magistratura. Una follia assoluta, oltreché una bestemmia giuridica. Cari sessantottini del governo e della maggioranza: abbiate, per una volta, il coraggio delle vostre azioni. Se volete l’impunità, prendetevela senza tante storie. Altrimenti abolitela. Ma piantatela di fare i paraculi, tanto ormai vi abbiamo sgamati.



Non vi preoccupate queste figuracce se le possono permettere a livello mediatico e chi conta in questo paese coprirebbe qualsiasi nefandezza pur di non offuscare l'esecutivo unto dal signore.

Tocca e toccherà solo prenderne atto,e naturalmente essere indicati come disfattisti e rompi coglioni,un po' come quell'indicazione nei trasporti pubblici "non disturbate il guidatore",tanto siamo in pochissimi non avranno problemi...

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