sabato 1 giugno 2013

Disastro Italia:L'emigrazione unica possibilità di futuro




Dal buongiorno di Massimo Gramellini

Brutta ciao

Oggi il Buongiorno ce lo dà il lettore Antonio Cascio. Racconta di un italiano che se ne va e non è un bel buongiorno, almeno per chi resta. In questa storia riconoscerete un amico, un parente, forse voi stessi.
Il mio augurio è che qualche politico la legga e la trasformi nella sua ragione di vita, facendo il possibile, ma anche l’impossibile, per fermare l’emorragia di saperi, speranze ed energie che sta dissanguando la terra in cui siamo nati e in cui vorremmo continuare a vivere.


Questa sera andrò a festeggiare la partenza di un caro amico di 38 anni, che domani prenderà l’aereo destinazione Singapore. Lì lo aspetta un lavoro qualificato, pagato, dignitoso, di alta specializzazione. Un lavoro che ha cercato in Italia per troppo tempo perché, per l’ennesima volta, l’azienda per cui lavorava ha chiuso o delocalizzato. Dovrà occuparsi di internazionalizzazione di un prodotto - tipico italiano, ma non italiano - per i mercati emergenti.
Sono ovviamente contento per lui, ma stasera, con gli amici di infanzia, non so ancora se festeggeremo un nuovo inizio o intoneremo l’ennesimo «de profundis» della mia generazione.
L’ennesimo, perché non è il primo amico che parte: ne ho in Francia, in Svizzera e tutti con egregi titoli di studio, competenze e referenze. Tutti partiti perché «qui non trovavano».

Ho purtroppo l’impressione che i miei cari amici non siano altro che gli avamposti del nuovo emigrante italico. Adesso partono i più bravi, i professionisti, «quelli che hanno mercato», domani toccherà ai disperati. Ma come posso biasimarli? In fin dei conti lasciano un Paese moribondo, senza speranza, senza futuro, dove addirittura le newsletter per le ricerche di lavoro sono a pagamento (sembra una tassa sulla speranza, o peggio, sulla disperazione). Dove le retribuzioni sono le più basse d’Europa e cambiare lavoro è un lusso soltanto pensarlo (ma come puoi minimamente decidere di ricominciare quando hai 40 anni, genitori anziani, figli piccoli e una pressione fiscale che supera il 50%?). Dove il domani fa solo paura e si sono sacrificate intere generazioni sull’altare del «diritto acquisito» e dello «scatto d’anzianità». Un Paese apparentemente fondato sulla famiglia perché il termine «nepotismo» potrebbe suonare male.

Credo che ormai non ci siano più parole per definire la nostra classe politica, avviluppata su se stessa ed esclusivamente concentrata sulla propria sopravvivenza, troppo occupata a discutere sul sesso degli angeli, sulle guerre interne, sul reciproco discredito, paralizzata, incompetente e, mi viene da dire, senza figli da salutare.
Mi sento sconfitto, avremmo bisogno di un nuovo domani, di speranza, di futuro. Io mi limito a fare studiare l’inglese ai miei figli, sperando che un giorno, almeno loro, possano raggiungere i miei cari amici non più vicini e troppo lontani. Buon viaggio, «Vecchio».



Chi l'avrebbe previsto,dopo tanti anni in cui gli italiani emigrarono in ogni luogo del globo,il processo è ricominciato.Provo a dare delle spiegazioni,almeno quelle che vanno per la maggiore.Globalizzazione è la principale causa,l'apertura dei nuovi mercati orientali ha sconquassato particolarmente la nostra economia.Dabbenaggine della classe dirigente imprenditoriale,diffusamente attenta a riempirsi le tasche senza pensare agli investimenti su ricerca e sviluppo.Classe dirigente politica,non è manco degna di dare spiegazioni,nulla su tutti i fronti.Mancanza di meritocrazia,non c'è figlio di professionista che non abbia avuto delle possibilità di impiego,al di là dei meriti e mortificando chi ne avrebbe avute di competenze.Pressione fiscale ed evasione fiscale,una delle piaghe decisive per la deriva del paese,chi può le evade alludendo alla effettiva pressione della stessa,ma originando un alibi che non porterò da nessuna parte,se l'economia si inceppa come si sta dimostrando da anni,nessuno o pochi possono godere dell'empasse.Infine le vere ricchezze del paese,che vanno dall'immenso patrimonio culturale che non si riesce a sfruttare,anzi direi in molti casi a lasciarlo andare in malora,vedi Pompei come esempio principale,allo sfruttamento del turismo legato alla cultura e alle immense possibilità che offrirebbe il paese.Lascio l'ultima riflessione alla criminalità organizzata,una vera e propria palla al piede insieme alla corruzione,le quali insieme frenano e non faranno mai arrivare investimenti dall'estero.Auguri a chi avrà opportunità oltre confine,non ci sono alternative in questo momento epocale,la situazione è assolutamente troppo incancrenita per aver speranza nel breve-medio termine.

&& S.I. &&

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