mercoledì 22 maggio 2013

A quarant'anni con la paghetta




e per i più fortunati....


Debiti e paghette

di MASSIMO GRAMELLINI

Un quarantenne su quattro vive grazie alla paghetta dei genitori. Detto con più precisione: secondo una ricerca commissionata dalla Coldiretti, in Italia il 28 per cento degli adulti fra i 35 e i 40 anni (mi rifiuto di chiamare giovane un quarantenne) ha bisogno del sostegno dei familiari. Perché è disoccupato, cassintegrato, parzialmente o saltuariamente occupato, superoccupato ma sottopagato. In ogni caso: preoccupato. Sono i numeri di un terremoto sociale. I nonni mantengono i figli con i soldi che avrebbero voluto lasciare in eredità ai nipoti. E quando il risparmio delle famiglie si esaurirà, magari dopo la prossima spremuta fiscale benedetta dalla signora Merkel, cosa ne sarà dei superstiti? E a chi venderanno i beni di consumo le aziende che, per fabbricarli a prezzi sempre più bassi, sono costrette a tagliare posti e retribuzioni?

Nel mucchio dei percettori di paghette ci sarà sicuramente qualche parassita indisponibile al sacrificio e una percentuale di illusi che si ostina a perseguire un corso di studi o un mestiere che la rivoluzione tecnologica ha confinato nel museo delle cere. Ma la maggioranza è composta da giovani o ex giovani disposti a tutto e condannati al niente. Torrenti di energia ristagnante. Il costo emotivo della crisi è superiore persino a quello economico. Penso all’umiliazione e al senso di fallimento di un adulto costretto a chiedere aiuto ai suoi vecchi. Chissà se in Europa qualcuno ha ancora la forza di fermare questo treno che corre verso il buio. Non è tempo di pagare i debiti del secolo scorso, adesso. Per pagare i debiti servono stipendi, non paghette.



Al di là delle severissime condizioni imposte dai teutonici,questi non avendo debiti e una condizione economica-produttiva ben diversa da noi e da parecchi altri in Europa,è la globalizzazione che ha creato lo sconquasso sociale che abbiamo davanti ai nostri occhi,che sia del tutto plausibile che le economie in tutto il mondo debbano innalzarsi su questo non ci piove,ma quando tutto ciò diventa sfruttamento sempre a livello globale l'idea non regge più,troppo comodo investire nelle aree emergenti e vendere in occidente con dei costi come se il prodotto fosse prodotto qui,poichè se a poco a poco non ci saranno più acquirenti tutto il sistema fallirà,insieme al welfare familiare e lo sconquasso sociale che verrà a determinarsi.

&& S.I. &&

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