venerdì 5 aprile 2013

Eni-Gabanelli:Se 25 milioni di euro vi sembrano pochi!






A DOMANDA RISPONDO

Furio Colombo

Come intimidire i giornalisti

CARO COLOMBO, ho letto che l'Eni, la più grande azienda controllata dallo Stato italiano, ha chiesto danni per 25 milioni di euro a Milena Gabanelli perché, in una delle sue inchieste trasmesse dalla Rai (la più importante azienda di informazione controllata dallo Stato italiano) la giornalista avrebbe danneggiato l'immagine Eni. La domanda è: com’è possibile? Non intendo esprimermi sull'immagine dell'Eni o di chi, per l'Eni, ha fatto causa alla Gabanelli. Intendo dire: come può una giornalista, in una trasmissione in cui non vi sono denunce per falso, avere danneggiato un colosso come l'Eni per 25 milioni? E come fa l'Eni a chiederli alla Rai?

Gianna


PURTROPPO, la pratica di chiedere per via giudiziaria cifre immense a giornalisti sgraditi che si è formata sotto Berlusconi, dà l'impressione di essere molto contagiosa e dimostra, se mai, la tendenza a rendere sempre più assurda la cifra. La strategia sembra chiara: nessun editore vorrà avere nella sua azienda un giornalista che fa correre un simile rischio. A me è accaduto, per essermi opposto, con discorsi e articoli, a un impianto di biogas in piena zona turistica maremmana, in mezzo alle case, di ricevere dall'imprenditore interessato, una citazione per mezzo milione di euro. Motivo: presunti danni alla sua reputazione. Va molto anche la trovata dell'umiliazione: si impone al giornalista responsabile o conduttore della trasmissione, di chiedere scusa in pubblico, come nella rivoluzione culturale cinese. Ricorderete che è avvenuto giorni fa a Lucia Annunziata che, per volontà della presidente e del direttore generale della Rai, ha dovuto chiedere scusa per aver definito ‘impresentabili’ coloro che avevano appena occupato il Palazzo di Giustizia di Milano in solidarietà con il loro leader processato. In altre parole a chi ha potere importa poco dimostrare se ha o non ha ragione. Importa il colpo di potenza con cui metti in riga il piccolo o la piccola screanzata e gli insegni chi conta e a chi deve rispetto, pena una multa. Quella multa deve essere esagerata proprio per provare che il giornalista non è nessuno e che la potenza risiede presso il denunciante. Così impari, tu e chi ti manda, a non provarci di nuovo. Interessante anche il fatto che chi lancia questo tipo di minaccia non si pone il problema dell'opinione pubblica, presso la quale non fa una gran figura. Conta sulla prevalenza del pensare di molti: “si vede che se lo è meritato”. Il caso, naturalmente, non è che un modo per dimostrare che, purtroppo, il Paese non è governato, perché – nel caso Gabanelli – un’azienda dello Stato tenta di colpire duramente un’altra azienda dello Stato, e tutte e due impiegano batterie di avvocati pagati con soldi dello Stato ovvero dei contribuenti. Ogni esodato può farci un pensiero.



Le inchieste scottanti che conduce Report-Gabanelli si espongono facilmente a ritorsioni,mi auguro che la tutela legale sia sempre garantita dall'emittente di stato,e che sia un giudice a decidere se ci sono state verita' o falsita'.Altrimenti finisce l'ultima trasmissione che riesce a far luce in modo approfondito su vari aspetti molto importanti, nell'intero sistema televisivo italiano.

L'aspetto delle spese a carico del contribuente nelle dispute legali delle rispettive parti,diventa un risvolto intollerabile.

&& S.I. &&

per eventuali notifiche - iserentha@yahoo.it

Nessun commento: