venerdì 7 settembre 2012

Pd:Se lo conosci lo eviti....




Renzi, l’arma segreta

di Marco Travaglio

Allarme generale: “Massimo D’Alema non è tranquillo”. Anzi, “è decisamente inquieto”. Così lo descrive, in una frizzante intervista, il Corriere della Sera. Non bastassero “la crisi” che “dev’essere la prima preoccupazione di tutti” e “il degrado del dibattito politico” (tutte vicende che lo vedono incolpevole spettatore, non avendo lui ricoperto alcun incarico negli ultimi 40 anni), c’è pure la questione del “Nagorno-Karabach” di cui si appresta a parlare con l’ambasciatore. Ma soprattutto “lo assillano i titoli dei giornali” che “parlano quasi tutti di Matteo Renzi. E lui non riesce a digerirlo”. A queste parole, il Renzi deve aver acceso un cero alla Madonna: negli ultimi giorni si era diffusa la voce che alcuni supporter di Bersani si stessero spostando su di lui. Tipo il sindaco di Piacenza e anche un fedelissimo di Napolitano come Umberto Ranieri. Mancava solo l’appoggio di D’Alema e il sindaco di Firenze avrebbe fatto prima a ritirarsi, risparmiandosi una costosa e faticosa campagna elettorale. Quello di D’Alema, com’è noto, è il bacio della morte: appena ti appoggia, sei spacciato. Ne sa qualcosa Francesco Boccia, noto trascinatore di folle, doppiato due volte da Vendola dopo il decisivo sostegno dalemiano nella comune terra di Puglia. Tant’è che qualcuno, nello staff di Bersani, per liberarsi di Renzi aveva pensato di scatenargli a sostegno la Volpe del Tavoliere. Figurarsi la gioia del giovine Matteo quando, ieri mattina, ha appreso che avrà D’Alema contro, mentre il povero Bersani l’avrà a favore (“per governare il Paese in un momento così difficile la persona più adatta è Bersani”, mentre il Renzi “non è in grado di governare”). È l’arma segreta che potrebbe assicurare al rottamatore una vittoria a sorpresa. Ma che cosa esattamente D’Alema “non digerisce”? Non la campagna del Renzi per le primarie, questo sarebbe troppo: ma che essa venga condotta “contro il gruppo dirigente del Pd”. Il Renzi, per non rovinargli la digestione, dovrebbe candidarsi a favore del gruppo dirigente. Decoubertinianamente. Magari assicurando che, anche in caso di vittoria, lascerebbe Bersani al suo posto, con tutto il cucuzzaro di D’Alema, Veltroni, Bindi, Finocchiaro e magari pure Violante e la Turco. L’idea che le primarie si facciano proprio per decidere il gruppo dirigente, non sfiora neppure il Viceconte Max. Il gruppo dirigente lo decide lui (“capotavola è dove mi siedo io”). Squadra che perde non si cambia. “C’è – denuncia – una distorsione del dibattito sul rinnovamento: sembra che questo passi per la cacciata dal Parlamento dell’intero gruppo dirigente del centrosinistra”. È chiaro a tutti che il rinnovamento passa dalla riconferma dell’intero gruppo dirigente. Tra l’altro, così giovane. “La segreteria Pd è affidata ad una nuova generazione”: infatti Bersani s’iscrisse al Pci nel 1973, diventò presidente della Regione Emilia nel '93, poi nel '96 si dimise per fare il ministro del primo governo Prodi e nel 2001 entrò in Parlamento. Insomma, un bebè. Renzi non si capisce bene “cosa proponga nei contenuti”, mentre il Pd di Bersani & D’Alema “ha già detto chiaramente con chi si vuole alleare: Sel e l’Udc” e che “l’agenda Monti è un punto di partenza irrinunciabile”, per non ripetere l’errore di “vent’anni di alleanze che poi non sono state in grado di governare” (e lui, modestamente, non c’era mai, in quei vent’anni). Il fatto che Vendola ripeta che l’agenda Monti va sbaraccata perché affama il popolo è un dettaglio trascurabile. Del resto, non è questa l’unica minuzia su cui Max sorvola: per esempio, sostiene che nel 2003 fu trombato nella corsa al Quirinale “perché il centrodestra giudicò la mia scelta troppo politica”. Ma ricorda male: i berluscones – Confalonieri, Ferrara, Rossella, Dell’Utri, Feltri, Farina, Guzzanti padre, Baget-Bozzo, Ostellino e Veneziani – erano tutti a suo favore. Poi purtroppo corse voce che D’Alema fosse sostenuto anche da D’Alema: e fu la fine.



Per un D'Alema porta sfiga anche di se stesso,lascerei al suo destino il partito che un tempo fu di sinistra,molti anni addietro però,ormai nel caso dovesse vincere l'antipatico spocchioso sindaco di Firenze,la trasformazione in un partito di centro con scappelamento a destra,sarà un dato di fatto.

&& S.I. &&

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