lunedì 20 agosto 2012

Ilva Taranto:Come Porto Marghera tante parole e il nulla di fatto




Ilva, il Riesame: “L’inquinamento fu una scelta voluta dall’azienda”

Il tribunale della Libertà parla di "alta potenzialità distruttiva dell’ambiente" e "pericolo per un numero indeterminato di persone". Un "disastro" eliminabile solo con "misure imponenti". Secondo i giudici i gruppi dirigenti “hanno continuato a produrre massicciamente nell'inosservanza delle norme di sicurezza". Ma precisano: "Lo spegnimento è solo un'opzione". Clini: "Linea convergente con il governo".

di Francesco Casula

Conferma su tutta la linea della decisione del gip di Taranto Patrizia Todisco e, quindi, nessuna possibilità di utilizzo degli impianti a cui sono stati posti i sigilli. La pronuncia dei magistrati non lascia molto spazio alla discussione. Secondo i giudici le modalità di gestione dell’Ilva sono state tali da produrre un “disastro doloso”, “azioni ed omissioni aventi una elevata potenzialità distruttiva dell’ambiente (…), tale da provocare un effettivo pericolo per l’incolumità fisica di un numero indeterminato di persone”. Un disastro “determinato nel corso degli anni, sino ad oggi, attraverso una costante reiterata attività inquinante posta in essere con coscienza e volontà, per la deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti”. Il Tribunale del Riesame ha depositato stamani le motivazioni in base alle quali il 7 agosto ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell’Ilva. Confermato il sequestro degli impianti a caldo dell’Ilva senza concedere la facoltà d’uso, che peraltro – viene sottolineato – non era stato richiesto neppure dai legali del Siderurgico. Il Riesame dispone che non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare.

Un disastro ambientale doloso “ancora in atto”, secondo il Riesame, che “potrà essere rimosso solo con imponenti e onerose misure d’intervento, la cui adozione, non più procrastinabile, porterà all’eliminazione del danno in atto e delle ulteriori conseguenze dannose del reato in tempi molto lunghi”. L’Ilva – secondo il tribunale del Riesame – deve, da un lato, eliminare “la fonte delle emissioni inquinanti (con la rimodulazione dei volumi di produzione e della forza occupazionale)”, dall’altro “provvedere al mantenimento dell’attività produttiva dello stabilimento”, solo dopo averla resa “compatibile” con ambiente e salute. Un intervento ineludibile e urgente, per i magistrati, nel quale è “opportuno e necessario” il coinvolgimento dei vertici aziendali “proprio per la complessità nella scelta e nell’adozione delle misure tecniche che portino al raggiungimento dello scopo cui il sequestro è rivolto”.

Il Riesame ribadisce comunque che dallo spegnimento degli impianti Ilva, da cui potrebbe derivare la “compromissione irrimediabile della funzionalità”, discendono “importanti ricadute” che vanno ad intaccare interessi, pure costituzionalmente rilevanti, quali la “tutela d’impresa produttiva” e “tutela dell’occupazione di mano d’opera”.

Clini: “Dai giudici la stessa linea del governo”. Per il ministro dell’Ambiente Corrado Clini la motivazione del Tribunale del Riesame è molto chiara: indica una strada convergente con quella seguita dal governo. Lavoriamo concretamente nella stessa direzione, ora spetta ad Ilva investire”. ”Oggi difendere l’ambiente vuol dire difenderlo con lo sviluppo tecnologico – aggiunge Clini – Difenderlo facendo e non bloccando. Difendere bloccando vuol dire bloccare lo sviluppo del Paese aprendo la strada a fenomeni sociali che sarebbero drammatici”.

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Come afferma il Dottor Guariniello,mai alcuna azienda è stata fatta chiudere,pur se sono state appurate gravissime responsabilità,e sul complesso siderurgico di Taranto non ci sono dubbi sulla nocività indotta ai lavoratori e agli abitanti della città.
Tutto è rimasto sotto silenzio,dalla politica per arrivare alla magistratura nei vari decenni trascorsi,non hanno mai obbligato la società agli investimenti sulla protezione tossica determinata dagli impianti,e per citare un altro famoso professionista in materia,Felice Casson su Porto Marghera ci furono alcune condanne e moltissime prescrizioni.

La storia si ripete,eccome si ripete,c'è chi si arricchisce e c'è chi si ammala e muore....

&& S.I. &&

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