domenica 15 luglio 2012

La pazza corsa dei lacchè alla conquista del caimano


Prescrizione nell

Salme e salmi

di Marco Travaglio

Si pensava che la ridiscesa in campo del Ricainano e il voluttuoso entusiasmo con cui è stato accolto tra le file della servitù inducesse la servitù medesima ad astenersi dalle litanie sugli antiberlusconiani orfani di B. che non sanno più cosa dire e scrivere, con cui ci ammorbavano dal giorno della caduta di B. Invece insistono imperterriti: ora scrivono che la notizia del riritorno del Rinano avrebbe scatenato caroselli di giubilo a Repubblica, al Fatto, nel clan Santoro e tra i “comici militanti”: “Aiuto, si rivedono gli zombie anti-Cav” (il Giornale), “Quelli che... ricomincia la festa: da Crozza a Travaglio, i comici e i giornalisti militanti non vedevano l’ora del ritorno di Silvio”. Strano, perché gli unici festeggiamenti per la riesumazione della salma si riscontrano proprio sugli house organ della medesima. “Perché torna Berlusconi”, “Si torna a Forza Italia. Comincia la rimonta”, “Berlusconi cerca la donna perfetta per il ticket” (una nuova versione del bungabunga?) titola il Giornale di zio Tibia Sallusti, tutto eccitato per la “buona idea” e arrapatissimo da quel bell’uomo che s’è pure “messo a dieta” facendo footing a villa Ada, ha “sfoltito la corte” e ha addirittura “annullato le vacanze”. “Noi – aggiunge l’impiegato – non l’abbiamo mai visto morto e non abbiamo mai avuto dubbi sul suo ritorno. O ce la fa lui, o addio sogno di un Paese liberale”. Anche Prettypeter, al secolo Belpietro, quando il caro estinto gli annunciò il ritiro dalle scene, capì subito che era tutto “un bluff” e ora la resurrezione lo ringalluzzisce perché “o ci prova lui o non lo fa nessun altro”. Giuliano Ferrara s’era già buttato su Monti (con le conseguenze facilmente immaginabili per Monti). E ora oplà, con agile balzo si rituffa su padron Silvio: “Il pupo ha molta energia. È come un ragazzo”, “Amore, ritorna. Le colline sono in fiore e sarebbe bello che Silvio Berlusconi e Veronica si amassero ancora”. Si attende ad horas il ritorno all’ovile di Schifani, uno dei pochi che aveva creduto al decesso, dunque si era rimesso a vento col classico calcio dell’asino, o del lombrico. Mariastella Gelmini, dal tunnel del Gran Sasso dove ancora insegue i neutrini, scarica Angelino Jolie con cui per sei mesi era tutta puccipucci e annuncia trionfante: “Col Cav riprenderemo Nord e imprese”. Libero comunica esultante: “Operazione pulizia, Berlusconi fa sul serio: la Minetti deve lasciare”. Ma come, non ci avevano spiegato che l’igienista era una superlaureata, un volto nuovo, una statista in erba, una reincarnazione di Luigi Einaudi appena più popputo? Sì, alla fine dobbiamo confessarlo: il riritorno della risalma mette allegria anche a noi, ma non tanto per lui: per lo spettacolo impagabile dei trombettieri che si riposizionano alla spicciolata. Vespa torna a Palazzo Grazioli per raccogliere – informa su La Gazzetta di Parma – dalle labbra di B. “le ragioni del suo ritorno in campo”. Queste: “Se alle elezioni dovessimo scendere per assurdo all’8%, che senso avrebbero avuto 18 anni d’impegno politico?”. All’incontro “partecipa anche Alfano”, con grembiule, crestina e strofinaccio. Un giornalista normale farebbe notare a B. che essere ancora a piede libero e controllare Rai e Mediaset non è malaccio, come bilancio di questi 18 anni. Infatti l’insetto non fa notare. Galli della Loggia non ha mai risparmiato critiche al partito di plastica. Ma non perché fosse berlusconiano, anzi perché non lo era abbastanza: non separava le carriere dei magistrati e non difendeva il “primato della politica”, cioè i politici ladri e mafiosi. Ancora l’altro giorno Polli del Balcone lacrimava per Mancino seviziato dai pm siciliani cattivi. Ora se la prende col “conformismo” del “sistema dell’informazione... eccessivamente indulgente verso il potere politico ed economico” e conclude: “Ci siamo stati dentro tutti nell’Italia degli ultimi anni, se non sbaglio”. Ecco, sbaglia: ci sono stati dentro in tanti, lui compreso. Noi no. Parli per sé e per loro. Non per noi.



Come poteva mancare la solita corsa alla ruffianeria,ci si dovrebbe sorprendere del contrario,agli italiani andrà bene anche il prossimo che abbia un certo fascino,e che sia "dotato" di poche virtù pressocchè sotto il tacco e con una quantità di opportunismo spropositato.

Lo specchio degli italiani deve riflettere costantemente questa immagine!

&& S.I &&


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