mercoledì 13 giugno 2012

Non e' un paese da concorsi pubblici il nostro



Tracce di Stato

di Massimo Gramellini

Concorso per avvocato dello Stato, la crema dei burocrati d’alto bordo. Tre posti e mille candidati. Benché il rapporto fra i due numeri susciti sgomento, è la messa cantata della meritocrazia. Uno di quei momenti solenni in cui si seleziona la classe dirigente del futuro. Quand’ecco insinuarsi in aula i primi mormorii: pare che sui banchi di alcuni candidati (inclusa, sarà una coincidenza, la figlia di un avvocato dello Stato) siano spuntati dei codici civili commentati. Vietatissimi dai regolamenti e perciò penetrati serenamente fin lì. Incomincia a girare voce che abbiano addirittura il timbro della commissione d’esame. In passato i non raccomandati avrebbero portato ugualmente a termine la prova, con la rassegnazione di chi sa che in Italia i concorsi sono gare col trucco in cui chiunque appartenga alla corporazione in esame si ingegna a tirare dentro parenti e amici sotto l’occhio distratto dei commissari. I più svelti si sarebbero accordati direttamente con i raccomandati, facendosi comprare il proprio silenzio con un «aiutino». Ma stavolta i giovani tagliati fuori dai giochi non si inchinano e non si accordano. Strepitano. E la voce della commissione viene sepolta dalle tante che urlano e intonano l’inno di Mameli.

Arrivano poliziotti e carabinieri, la prova viene sospesa e l’avvocato generale dal nome spagnoleggiante, Ignazio Francesco Caramazza, parla di «minoranze» e «pretestuose lamentele». Non ha capito che l’aria sta cambiando: se i privilegiati non mutano registro, presto si tramuterà in tempesta contro ogni casta consolidata, finendo per travolgere anche il buono che resta.



Ho avuto l'esperienza di partecipare ad alcuni concorsi molti anni fa,nell'ultimo che ho partecipato ho visto scrutatori suggerire ad alcuni candidati le risposte,il mio vicino di banco non scrisse nulla,a tempo scaduto tiro fuori dalla cartelletta il foglio gia' compilato,fu l'ultimo in cui andai a far numero,tra le tante schifezze non e' un paese da concorsi meritocratici il nostro...

&& S.I. &&


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2 commenti:

Tina ha detto...

Quindi la corsa al posto fisso non è solo aspirazione della "plebe mammona".

Chissà cosa dicono la Cancelliei e la Fornero.

Buon pomeriggio Ivo ;-))

Ivo Serenthà ha detto...

Ma cosa vuoi che dicano,quel genere di persone vive costantemente nel delirio d'onnipotenza,vedi l'ultima stronzata della Ministra del welfare,ovvero il top secret sul numero degli esodati,un misto tra repubblica delle banane e la dabbenaggine.

Ciao e buona serata a te,Tina