venerdì 2 marzo 2012

L'ultima lettera di Lucio Dalla




Anche il Fatto ha perso un amico speciale

di Marco Travaglio

LUCIO ERA UN ANGELO capitato sulla terra per caso e coperto di peli, parrucchini e cappelli per non farsene troppo accorgere. Non c’è parola, frase, articolo che possa descrivere quello che è stato, e che è, questo angelo buffo, questo gatto senza padrone, questo piccolo gigante – il gigante e la bambina in una sola minuscola persona – per la musica, per la poesia, per la vita. Solo ascoltandolo ancora, sempre, si può arrivare a intuirlo.
Lucio era anche – oltre a tutto quello che sappiamo e ancora scopriremo di lui – un amico. Mio e del Fatto Quotidiano. L’anno scorso, alla quarta volta che mi vedeva tra il pubblico della sua tournée con De Gregori, mi propose una tessera-abbonati. Dissi a lui e a Francesco che non potevano non cantare “L’Ultima luna”, e la volta dopo, la quinta, la cantarono con dedica. Un anno fa, alla prima bolognese del mio spettacolo Anestesia totale con Isabella Ferrari, ce lo ritrovammo in camerino alla fine, piccolissimo ed entusiasta, che spuntava da sotto un cappello più grande di lui: “Sono un fan, si può fumare?”.
Poi presentammo insieme, alla libreria Fnac di Milano, il suo ultimo album Questo è amore, che raccoglie i lati B della sua carriera. Arrivò col piedone ingessato, si era rotto il malleolo a una serata di beneficenza precipitando giù dalla passerella: nel bel mezzo di “Caruso”, la gente tutt'a un tratto non lo vide più, temette il peggio, invece poi il suo panama color latte rispuntò dallo sprofondo e, nonostante la frattura, la sua voce pazzesca senza tempo riprese la canzone fino in fondo.
Poi Lucio partecipò al lancio del nostro sito a Bologna. E accolse con gioia la proposta di aprire un blog. L’altroieri mi aveva chiamato per concordare i dettagli, ma anche per progettare un documentario sulla sua vita, da un’idea di Promomusic: “Magari in primavera ci prendiamo due o tre giorni in barca e complottiamo qualcosa insieme”. Poi era arrivata la mail col primo post, da un indirizzo buffo e autoironico com’era lui: il suo vecchio pseudonimo “Domenico Sputo” (la sua barca a vela non a caso si chiamava “Catarro”). In allegato c’era un suo scritto, poesia pura, che il suo compagno Marco Alemanno aveva appena recitato ai ragazzi di un liceo svizzero , in un suo incontro pubblico durante il tour europeo (lo pubblichiamo qui a fianco). Lucio, nel blog, voleva raccontarci quotidianamente, tappa dopo tappa, il suo giro per le capitali d’Europa, quello che presto l’avrebbe portato all’Olympia di Parigi e che non è riuscito a finire: “Incontro ogni giorno tanti ragazzi che mi insegnano moltissimo, vorrei condividere queste sensazioni con i vostri lettori”. Ecco, per descrivere chi era anche nella quotidianità, lontano dai palchi e dai riflettori, il piccolo grande Lucio bastano forse le poche righe della sua ultima mail, che accompagnavano quel testo per un blog durato un giorno appena: “Caro Marco, questo è un mio scritto che Marco ha letto in un liceo di Zurigo: è rivolto a dei ‘giovani incomprensibili’ come vestiti senza armadio o passeri sotto la pioggia senza un filo dove appoggiarsi. Io ho speranza e vorrei passargliene un po’ anche a loro, avvertendoli dei piccoli pericoli mortali che li circondano e che a volte nelle notti senza luna puntano dritti verso il loro cuore. Mi verrebbe da parlare per dei mesi di quello che ho visto e vedo e sogno un futuro da baciare in bocca. Ma a volte sembra che non solo la bocca, ma anche il futuro non c’è! Lucio”. Ora magari, nel lato B della vita, quella bocca e quel futuro li troverà. E li canterà.



Il cantautore scomparso ha caratterizzato buona parte del nostro tempo libero,è scomparso in tournee,penso che non ci sia sipario migliore per un'artista.
L'ultima lettera a Travaglio contiene l'intera umanita' del personaggio,ritengo sia la migliore eredita' che abbia potuto lasciare.

&& S.I. &&


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iserenth@yahoo.it

4 commenti:

Katrina Uragano ha detto...

E' una notizia triste, tante sue canzoni le conoscevano tutti, dagli adulti ai bambini.

Tina ha detto...

Il corpo ha staccato la spina, la sua mente no.
Resta tra noi alla stessa maniera di Pierangelo Bertoli, Fabrizio De Andrè, Della Mea...

"Un uomo come me"
"Sulla rotta di Cristoforo Colombo"

Ciao Ivo

giovanotta ha detto...

bello questo ricordo di Lucio scritto da Travaglio!! grazie per averlo riportato

Ivo Serenthà ha detto...

Una cinquantina d'anni di carriera costellata da un enorme volume di dischi e di concerti,rimarranno nella storia musicale italiana,del resto molti pezzi sono da considerare musica classica ormai.

Talmente popolare da risultare quasi impossibile che non ci sia più!

Saluti a voi