giovedì 23 febbraio 2012

Le pesanti contraddizioni di "Sora Emma Marcegaglia"




Diversamente onesti

di Marco Travaglio

Dice Emma Marcegaglia che il sindacato, difendendo l’articolo 18, “protegge gli assenteisti, i ladri, i fannulloni”. Quando poi la sua frase scatena polemiche, la presidente di Confindustria precisa che “a volte l’articolo 18 diventa un alibi dietro cui si possono nascondere dipendenti infedeli, assenteisti cronici e fannulloni”. E così, per due volte, la signora ha perso un’ottima occasione per tacere. Perché l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non obbliga affatto le aziende oltre i 15 dipendenti a tenerseli anche se infedeli, assenteisti, fannulloni e ladri. Semplicemente consente a chi viene licenziato senza giusta causa o giustificato motivo di chiedere al giudice il reintegro in azienda. Dopodiché il giudice stabilisce se il licenziamento era motivato o pretestuoso: nel primo caso reintegra, nel secondo no. Ora l’infedeltà, la fannulloneria e il furto sono motivi più che giustificati per licenziare: bisogna però, come per tutte le accuse, dimostrarli. A questo punto occorre esaminare il pulpito da cui viene la predica. Davvero la signora Marcegaglia ha le carte in regola per accusare i sindacati di proteggere i ladri? Dipende da che cosa intende per “ladri”. Se ladro è chi si appropria indebitamente di denaro altrui, nella categoria rientrano gli imprenditori che pagano tangenti e le accollano alla collettività gonfiando i costi dei lavori; e per giunta vincono appalti truccati, togliendo lavoro alle imprese più meritevoli ma non avvezze alla mazzetta; e, per farlo, accumulano fondi neri sottraendoli al Fisco, cioè costringendo altri a pagare le tasse al posto loro. Che ha fatto in vent’anni Confindustria per combattere la corruzione? Una beneamata mazza. Anzi ha fatto molto per favorirla. Quando B. depenalizzò il falso in bilancio mentre Bush ne alzava le pene a 25 anni di galera, non si ricordano vibranti denunce del sindacato degl’imprenditori, che anzi era favorevole (memorabile l’entusiasmo di Tronchetti Provera). Né appelli confindustriali al Parlamento perché ratifichi la Convenzione anti-corruzione di Strasburgo del 1999, che contiene nuovi reati come l’autoriciclaggio e la corruzione tra privati. Eppure la corruzione tra privati è tipica dei ladri che derubano le aziende e tanto angustiano la sora Emma: si tratta infatti del reato (punito in tutto il mondo fuorché in Italia) commesso dai manager che affidano le commesse non ai fornitori più capaci e convenienti, ma a quelli che li riempiono di regali e di mazzette. Così le imprese spendono di più, si impoveriscono, sono costrette a licenziare e spesso a fallire. Articolo 18 o meno. Capita spesso che, in una fabbrica, l’operaio sorpreso a rubare un pistone o un cacciavite venga licenziato in quanto ladro: molto più rari i casi di capiufficio acquisti licenziati perché prendono mazzette dai fornitori. Poi ci sono i manager che le tangenti le pagano per vincere indebitamente appalti. E, in materia, la signora Marcegaglia dovrebbe essere piuttosto esperta, per motivi famigliari e istituzionali. Famigliari perché il fratello Antonio e il suo gruppo hanno patteggiato la pena (rispettivamente 11 mesi e 6 milioni di risarcimento) a Milano per corruzione nel caso Enipower: cioè per una maxi-tangente di 1 milione in cambio di un appalto di caldaie da 127 milioni. In più i magistrati stanno indagando su una rete di conti svizzeri che sarebbero stati alimentati per un decennio da fondi neri dei Marcegaglia per “operazioni riservate”. Motivi istituzionali perché la prima fila delle assemblee di Confindustria pare l’ora d’aria di San Vittore, tanti sono gli imprenditori inquisiti e pregiudicati che la sora Emma non s’è mai sognata di espellere in quanto “ladri”. Fra questi si segnalano i vertici del gruppo B., condannati in Appello a risarcire 560 milioni per aver fregato la Mondadori corrompendo un giudice. Se nemmeno questi gentiluomini sono considerati ladri, resta da capire chi sono, i ladri. Ma forse la sora Emma si ispira a Trilussa: “La serva è ladra, la padrona è cleptomane”



Sull'articolo 18 ne abbiamo già dette tante,lo abroghino,almeno i sobri tecnici e confindustria saranno al settimo cielo,non è nient'altro che il processo di precarizzazione generale,come con il popolo greco stanno scherzando col fuoco,quando i popoli non hanno nulla da perdere diventano molto pericolosi.

&& S.I. &&


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pare che il ns. sistema e i lavoratori dipendenti italiani siano l'unica causa della crisi economica mondiale.
Ma fino a poco tempo fa, eravamo i lavoratori meno pagati d'Europa e gli imprenditori in coro dicevano che il problema era legato alle tasse troppo alte che pagavano sul nostro lavoro...???
Perchè gli imprenditori ce l'hanno così tanto con noi? forse si dimenticano che noi lavoriamo per loro e le loro fabbriche!?!
Perchè il sindacato anzichè fare ostruzionismo inutile non dice sì all'abolizione dell'art. 18 ma con l'introduzione di regole rigide per la gestione delle risorse?
Per esempio
1) il lavoro interinale deve costare di più rspetto al lavoro fisso, perchè l'azienda deve ricorrere a quel tipo di contratto solo per necessità straordinarie, altrimenti assume e poi perchè il lavoratore si deve tutelare (come l'imprenditore si tutela dal rischio d'impresa il lavoratore deve calcolare che porebbe lavorare solo alcuni mesi)
2) gli straordinari devono essere dichiarati e pagati (così vediamo se non hanno bisogno di fare assunzioni)
3)vietato il lavoro in nero. tutti regolari, assicurati, ecc.ecc.
Se datori di lavoro non rispettano le regole devono pagare di persona con i beni e capitali intestati anche ai parenti e/o trasferiti all'estero.
4)se chiedono la cassa integrazione (che paghiamo ancora noi) devono contribuire.
e soprattutto devono essere interdetti da qualsiasi attività imprenditoriale, devono fallire!!!
Che restino anche loro senza tutele e mezzi come noi.
Con questi imprenditori che vogliono solo sfruttare i lavoratori e riempire le loro tasche.
E poi senza stipendi chi paga il mutuo, l'auto, abbigliamento,viaggi, medicine ecc. ecc.
si compreranno da soli quello che produrranno da soli.
In Italia non esiste la solidarietà e si pensa che l'interesse privato sia più importante di quello collettivo.

Ivo Serenthà ha detto...

Le riflessioni sul tema del lavoro inserite sono condivisibili.

Ho idea però che l'accoglimento in toto,in un paese come il nostro,sono praticamente impossibili da mutare in riforma,si pensa più che altro a bastonare la solita ultima ruota del carro,le cosiddette truppe.

Infatti la precarietà selvaggia di questi ultimi anni risulta vergognosa,se si assume a tempo determinato tocca retribuire maggiormente i lavoratori.

Il lavoro nero fa comodo,si tengono ai margini della società senza diritti soprattutto i lavoratori extra comunitari,nel mezzogiorno anche gli italiani e i guadagni degli sfruttatori vanno alle stelle.

Di pari passo allo sfruttamento della cassa integrazione attingendo dalla casse pensionistiche.

Non è un paese per gente onesta,i ladri sono in molti casi presi a modello.