giovedì 4 agosto 2011

Mi chiamo Clint e sono un cacciatore di messaggi in bottiglia



Ha recapitato il messaggio
di un padre alla figlia,
vecchio di 50 anni

GLAUCO MAGGI DA NEW YORK

Misteri in bottiglia spa, Clint Buffington amministratore unico. Non è il lavoro della sua vita, non ancora almeno, ma trovare bottiglie sulle spiagge, quelle chiuse che contengono messaggi, è diventata una passione, anzi una missione per Clint. Il giovanotto ha 26 anni e insegna lingua inglese alla Università del Kentucky a Lexington, ma dal 2007 ha un suo blog dedicato a studiare che cosa muova le persone al gesto irrazionale, tra speranza e disperazione, tra sogno e romanticismo, di affidare alle onde capricciose del mare la consegna di un qualcosa di personalissimo. Segreto ma non proprio, visto che qualcuno lo riceverà e lo leggerà, forse.

E’ quello che è successo, ultimo caso dell’archivio di Buffington, a Paula Pierce. Due decenni dopo la morte di suo padre, la signora ha ricevuto una sua lettera, miracolosamente preservata in una bottiglietta di vetro della Coca Cola. Mezzo secolo è durato il viaggio da Hampton Beach, nel New Hampshire nel nord est degli Stati Uniti, dove il padre aveva aperto un motel nel 1960 e dove Paula vive e lavora ancora avendo rilevato l’attività di famiglia, alle meravigliose dune di sabbia delle isole caraibiche Turks & Caicos.

E’ lì che un turista in vacanza dal Kentucky (avete indovinato: Clint Buffington), ha raccolto la bottiglia nella sabbia, incrostata di alghe, sigillata e con un pezzo di carta al suo interno. Ammaestrato dalla sua esperienza di «bottles scout», di cacciatore di bottiglie, Clint ha subito impacchettato il reperto per proteggere dalla luce e dall’aria il contenuto. L’avesse aperto subito, le condizioni del foglio si sarebbero deteriorate a tempo di record, rendendo con tutta probabilità illeggibile il messaggio. Una volta a Lexington, ha portato la bottiglietta a una stazione televisiva locale, perché voleva che il ritrovamento, trattandosi della bottiglietta visibilmente più antica della sua carriera, venisse certificato da testimoni affidabili. Dallo scritto, Clint è risalito alla famiglia Pierce, ed è riuscito, postino del destino, a mettersi in contatto con Paula e a recapitare il messaggio. «È impressionante che la bottiglia fosse ancora intatta e che io sia ancora in questo posto», ha commentato la signora parlando con un giornalista del Boston Globe dopo che si era diffusa la notizia della eccezionale consegna. La donna si ricordava che, per gioco, non appena aperto l’alberghetto, il babbo scrisse una filastrocca dedicata a sua moglie e per scherzo mise il testo in una bottiglia e la gettò nell’Atlantico. «È come sentirsi in sincronia con l’universo, come se fosse scritto che tutto ciò che capitò allora alla mia famiglia dovesse alla fine ritornare da me», ha detto Paula.

Per Clint è solo uno dei tanti successi. «Quello dei Pierce è stato un gesto romantico e burlesco, e io provo grande gioia ad essere chi riceve messaggi come questo», ha spiegato raccontando che ha già ritrovato una quarantina di bottiglie con mistero annesso. A spingerlo non appena può sulle spiagge davantial mare aperto è proprio il desiderio di scoprire la forza e la debolezza umane che stanno dietro alla decisione degli «imbottigliatori» di fidarsi della regia magica e imperscrutabile delle correnti, dei venti e delle maree.

Tutto iniziò nel maggio del 2007, quando Clint decise di camminare lungo l’Oceano, in un tratto selvaggio di rocce e spiagge non frequentate. Una, per un gioco di correnti, era letteralmente ricoperta di bottiglie. Tutte vuote meno una, che non solo era chiusa ma faceva intravedere che c’era qualcosa di scritto al suo interno, un paio di nomi. Scattata la curiosità di scoprire chi fossero, mandanti o destinatari, Clint trovò così la missione. Impiegò un anno a risalire alle persone citate della prima bottiglia, e ci riuscì coinvolgendo i giornalisti locali della città riportata nel messaggio. Da allora ha affinato tecniche e contatti, soprattutto i seguaci del suo blog che lo aiutano con segnalazioni e consigli. Misteri in bottiglia spa, insomma, sta trasformandosi in «servizio postale» sempre più efficiente. Ma una volta scoperti, che fascino avranno i misteri?





Mi è parso la migliore risposta inserire la vecchia canzone dei Police,in un mondo pieno e zeppo di tecnologia,un messaggio trovato in questo modo dopo molti anni ha un fascino del tutto particolare.

@ Dalida @

2 commenti:

alma88 ha detto...

Questa è pura magia. Io credo nel fato e nel caos e quando leggo di queste cose mi emoziono sempre perchè in fondo la vita è capace di regalarci emozioni che non possiamo prevedire!!!

Ivo Serenthà ha detto...

In effetti questa notizia doveva essere messa in risalto,in un mondo dove tutto pare scontato,la poesia in questo caso fa da padrona,mi fa piacere condividerla.

Saluti