martedì 9 agosto 2011

Le pensioni e l'altolà di Bossi



[ una tantum il dito medio verso la Ue mi trova assolutamente d'accordo ]

Crisi, altolà di Bossi a Berlusconi

“Le pensioni non si toccano” ”Le pensioni dei lavoratori non si toccano”: è il titolo di prima pagina del quotidiano leghista La Padania che intima così l’altolà del Carroccio alla vigilia degli incontri del governo con le parti sociali per individuare le misure anticrisi. Nel sommario le parole del ministro Umberto Bossi che dopo l’incontro con Tremonti “rassicura: Finché c’è la Lega non si mettono in discussione i diritti della nostra gentè”. E ancora: “La stabilità non sacrifichi Padania e fasce deboli”.

L’altolà arriva il giorno in cui Silvio Berlusconi si sente rassicurato dai mercati e convinto quindi di poter evitare interventi drastici. Rasserenato per la tenuta di Piazza Affari, persuaso della necessità di rispettare gli impegni presi in Europa sul pareggio di bilancio, ma senza rinnegare i suoi cavalli di battaglia, a cominciare dalla assoluta contrarietà alla patrimoniale, e determinato a gestire lui in prima persona la crisi, senza lasciare che Giulio Tremonti si riprenda quella libertà di manovra che tanti malumori aveva creato nel governo. Con questo spirito il premier si appresta a rientrare a Roma, in tempo per partecipare all’incontro con le parti sociali. Comunicazioni ufficiali non ce ne sono, ma diverse fonti governative danno per “più che probabile” la sua presenza. Sembra che il pressing di numerosi ministri, timorosi dell’attivismo del titolare del Tesoro, alla fine sia stato premiato. Tremonti ieri ha partecipato al mini vertice con Roberto Calderoli e Bossi a Gemonio, a casa del leader leghista. E la presa di posizione del senatùr sembra essere frutto dell’incontro di martedì.



Finalmente e solo verso questo particolare vorrei stringere la mano a Bossi,l’unico a parlare chiaro su questo aspetto,manco l’opposizione grida all’indecenza verso questa imposizione dettata dalla Ue.
Invece di colpire pesantemente i privilegi della classe politica e dell’evasione fiscale,questa si una piaga da accomunare alla criminalità organizzata,la quale da parassita non versa ciò che è giusto,anche se salato,verso l’intera socialità.

Basti pensare che l’intera somma dell’evasione fiscale in Italia in un anno,basterebbe per ripianare i debiti greci e quindi in buona parte anche i nostri.

La galera e con la pesante confisca dei beni di chi trasgredisce,sarebbe un ottimo deterrente,invece pagano interamente i soliti noti,a cui chiedono sempre più sacrifici.

&& S.I. &&

2 commenti:

Mary ha detto...

Potrebbe , a questo punto, aggiungere di sacrificare, solo le pensioni al sud. Ma questo è un ministro?
Ma quando ci liberiamo di questi impostori? e lo stipendio al trota, quello è sacro, i soldi pubblici alla scuola della moglie, gli imbrogli della credinord, l'illegalità delle quote latte ...questo non lo mette in conto questo politicante da salotto e da ammasso di cervelli?

Ivo Serenthà ha detto...

Come ho spiegato nel sotto articolo,ho voluto dare risalto alla notizia,poichè è stato l'unico a prendere posizione su questo tema,che poi possa cambiare idea tra cinque minuti,tutto è possibile.

Questo è ciò che passa il convento,dove accontentarsi pare come proferire una bestemmia.

Ivi compreso le quote latte,le leggi ad personam,tutte votate togliendosi il cappello,o il "mafioso di Arcore" nei comizi fine anni 90,diventato improvvisamente il salvatore della patria,soprattutto delle casse della Lega nord diventata pericolosamente fallimentari.

Ecco perchè vivremo costantemente in affanno e cronicamente schifati,grazie anche ad un'opposizione inesistente.