mercoledì 29 giugno 2011

Pancho Pardi-Vendola:Il botta e risposta sulle strategie politiche



Vendola,quale sinistra vuoi?

di Pancho Pardi
   Caro Nichi,
   da tempo sostieni che il centrosinistra deve individuare i propri candidati con le primarie. Tu stesso hai raggiunto un successo da molti imprevisto nelle primarie di Puglia, cui è seguito un successo altrettanto imprevisto nella competizione per la presidenza regionale. Faccio parte dei milioni di cittadini che hanno gioito sinceramente per la tua doppia vittoria.
   Ora ti sei candidato per le primarie a leader del centrosinistra. Va benissimo. Ma ti prego di far sapere a tutti i cittadini interessati a quale centrosinistra ti riferisci. Il centrosinistra naturale, incardinato su Pd, Sel e Idv? O quello snaturato, basato su Pd, Terzo polo e Sel, con l’esclusione dell’Idv?
   Hai spesso parlato della necessità di battere non solo Berlusconi, ma anche il berlusconismo: preferisci come alleato chi si è battuto fin dal primo istante su questo fronte o chi per lunghissimi anni ha sorretto il protagonista dell’anomalia italiana e si è deciso a lasciarlo solo dopo che ha capito che non veniva nominato erede?
   Ti sei impegnato nella battaglia referendaria: preferisci allearti con chi l’ha promossa e condivisa dall’inizio fino al memorabile successo o ritieni possibile allearsi con chi ha praticato un cauto agnosticismo o addirittura avversato i quesiti?
   Riesci a immaginare una concordia programmatica con chi ha scarso interesse per i beni comuni o con chi ne ha fatto oggetto di azione corale?
   Immagini di andare d’accordo con chi ha sempre sostenuto la laicità dello Stato o con chi esibisce rapporti speciali con l’oltre Tevere? Insomma Nichi, pensi a un vero centrosinistra o a un neocentrismo un po’ confindustriale e un po’ guelfo? A Napoli avevi preferito appoggiare il candidato Pd, ma poi hai preso atto che la cittadinanza napoletana aveva fatto a larga maggioranza un’altra scelta. Spero che non accadrà mai, ma se il Pd ti chiederà di allearti col Terzo polo, escludendo l’Idv, che farai?





Caro Pancho, prenditela con Di Pietro
Il presidente Sel risponde alla lettera aperta del senatore Idv Pancho Pardi pubblicata domenica sul Fatto

di Nichi Vendola
   Caro Pancho,
   la tua lettera al Fatto di qualche giorno fa mi offre l’occasione per ribadire quello che sostengo da molto tempo e che, anche quando ero l’unico a porre questa questione, ha costituito il punto di riferimento della mia iniziativa. Devo dirti che trovo un po’ curioso il fatto che tu rivolga a me la tua preoccupazione sulla natura del centrosinistra che verrà mostrando una qualche incertezza sul mio pensiero su questo punto. Ho sempre ripetuto che per battere Berlusconi e la sua destra sia necessario porsi il problema di battere il berlusconismo, di mettere in crisi l’egemonia culturale su cui ha costruito il suo consenso.
   Perché questo obiettivo possa essere conseguito, sono convinto che sia necessario lavorare fin da ora (anzi da ieri) a una proposta di governo il cui segno sia esplicitamente alternativo a quello che ha dominato questi lunghi anni di buio e che oggi mostra i primi segni di cedimento. Si tratta di costruire una proposta che non si limiti a dire no alla precarietà, ma che dica anche come facciamo a combatterla, magari cominciando dall’abolizione della legge 30 e dalla ridefinizione di un patto con un’intera generazione oggi condannata a un eterno presente privo di qualsiasi prospettiva di futuro. Si tratta di fare della difesa e della valorizzazione dei beni comuni il punto di riferimento di questa prospettiva e di scegliere in modo deciso la strada delle energie alternative come strumento di difesa dell’ambiente e di sviluppo del territorio. Si tratta di rimettere al centro la democrazia nelle Istituzioni come nel mondo del lavoro. Insomma, si tratta di sottrarre la nostra discussione a quell’insopportabile dimensione nella quale la rappresentazione di sé prende il posto del confronto sul merito delle questioni.
   Nello stesso modo ho proposto e propongo che oggi e non chissà quando si decida insieme di celebrare, attraverso le primarie, un percorso aperto e partecipato con cui scegliere non solo la leadership, ma anche il profilo politico 
e culturale della nostra proposta.
   Ovunque lo si è fatto (salvo Napoli dove comunque il profilo che più chiaramente ha proposto una svolta, quello di Luigi De Magistris, ha ottenuto uno straordinario risultato) abbiamo ottenuto vittorie importanti, in qualche caso addirittura straordinarie.
   Con i Pisapia e gli Zedda, non hanno vinto i “candidati alla Vendola” (per citare il segretario 
del tuo partito), ma una idea della politica e della costruzione concreta dell’alternativa. È in queste vittorie e nello straordinario risultato dei referendum (di chi li ha con coraggio promossi, di chi li ha sostenuti, di chi vi ha lavorato con passione e determinazione come l’esperienza dei comitati ci insegna) che dobbiamo cercare la strada.
   Come dovresti sapere, non ho mai condiviso l’impostazione che una parte del Pd ripropone ritualmente sul tema delle alleanze. Considero del tutto sbagliata l’idea che l’ingegneria delle alleanze, un po’ più al centro, un po’ più moderati, possa condurci alla vittoria. Anzi sono convinto che l’idea che ha accompagnato gli anni del bipolarismo italiano fatta di neocentrismo e di attenzione a tutto tranne che al merito delle questioni abbia avuto un ruolo per nulla secondario nella lunga serie di sconfitte che abbiamo alle spalle. Non l’ho condivisa anche quando nella mia regione, alla vigilia delle ultime elezioni, il tema dell’allargamento al centro come condizione necessaria e preventiva era posta non solo dal Pd, ma anche dal tuo partito. Allora come oggi ho sempre risposto che nessuna coalizione alternativa può nascere dai veti, agiti o subiti che siano.
   Per questo, anche oggi, penso che dobbiamo fare tutti un passo avanti. Anche quando su di me si concentrano polemiche che francamente trovo un po’ fumose. Anche quando il segretario del tuo partito dichiara che vanno bene le primarie, ma senza candidati alla Vendola... che significa?
   Io davvero non l’ho capito. Tuttavia, la priorità non è questa e quindi continuerò a lavorare perché il centrosinistra che verrà sia capace di proporre al Paese una prospettiva utile per uscire dalla crisi in cui versa. Un abbraccio.






Potrò sbagliarmi ma a livello programmatico le idee di Vendola e del suo gruppo Sel,non potranno mai essere compatibili con il terzo polo,sono agli antipodi praticamente su tutto.
Un carrozzone che andasse da Casini a Vendola non potrà mai essere proponibile,mi chiedo al contrario se al ducetto molisano possa andare bene la figura del segretario del Sel,ha già fatto sapere che non lo vuole manco come candidato alle primarie,per condurre da potenziale Premier la coalizione del Csx alle prossime elezioni.

Fossi al posto del buon Pardi,mi preoccuperei delle uscite del suo Presidente,meglio guardarsi intorno caro Pancho!

&& S.I. &&

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