giovedì 19 maggio 2011

La precarietà giovanile e la disoccupazione dei cinquantenni


di Massimo Gramellini


Non ci sono scarti

C’è un video in Rete che vi consiglio di guardare. Si intitola «Non siamo scarti» e consiste in una lettera aperta al ministro Tremonti, letta con ciglio asciutto e garbo antico da un gruppo di uomini e donne che hanno perso il lavoro intorno ai 50 anni. Hanno facce e occhi che ti stringono il cuore, perché ci leggi l’umiliazione e la vergogna per una condizione di vita così innaturale: troppo vecchi per trovare un altro posto e troppo giovani per andare serenamente in pensione. Sono esseri umani azzoppati al culmine della loro maturità esistenziale, quando l’esperienza si aggiunge all’energia e produce una miscela irripetibile di forza e affidabilità. Rinunciare a un simile apporto è peggio che un crimine: è una sciocchezza. Una società abitata da giovani sottopagati e da adulti emarginati ha un futuro bigio. E una classe dirigente degna del nome che porta non dovrebbe pensare ad altro, giorno e notte, tutti i giorni e tutte le notti.

A volte sembra di combattere una guerra silenziosa, senza morti e feriti apparenti, ma dove cadono di continuo la dignità e il rispetto per se stessi. Del racconto di quei cinquantenni l’aspetto più terribile non è la sofferenza economica, che pure esiste. E’ la sofferenza morale. Quel sentirsi inutili, rifiutati, sconfitti. Mi piacerebbe abbracciarli a uno a uno e urlare loro «non permettete a nessuno di uccidere i vostri sogni», ma le mie sono solo parole increspate da un’emozione. Qui invece servono un progetto a lungo termine, una visione solidale, dei leader credibili. Serve un’idea forte di società.

I giovani cronicamente precari e i lavoratori piu'anziani messi all'angolo,sono il frutto della feroce globalizzazione che ha permesso ricchezze infinite a pochi e miseria spalmata globalmente.In Italia poi,abbiamo avuto un parlamento diffusamente impegnato ad personam e gli effetti sono visibili a tutti.


&& S.I. &&

1 commento:

iriselibellule@gmail.com ha detto...

Questa condizione la vivo anch'io , e mi sento di peso alla famiglia, anche se lavoro in casa , in giardino e nell'orto. Questo stato di cose , oltre a quanto descritto, produce altre conseguenze : Non sentirsi degni di qualcosa di buono, aver paura del futuro perchè se anche hai qualcosa da parte vedi una vecchiaia di stenti , o peggio, sulle spalle dei figli , sentirsi bloccati , fermi perchè ogni passo che implica una spesa iniziale ti è precluso .Alla fine se aumentano i suicidi o altri atti considerati insani non c'è niente di strano . Bisognerebbe dirlo agli onorevoli che continuano con i loro super stipendi e super pensioni ,legati ad incarichi potici per lo più svolti facendo danni, che ognuna di quelle sbloccherebbe la situazione di 4 o 5 famiglie.