sabato 23 aprile 2011

L'infinita ingiustizia sociale di casa nostra






di Massimo Gramellini


Senza copione

Chiunque preferisca gli umili agli infallibili sarà rimasto colpito dal dialogo televisivo fra il Papa e la bimba giapponese che gli chiedeva conto del terremoto. «Perché i bambini devono avere tanta tristezza?», domandava la piccola, dando fiato a un tarlo che non trova risposte nella ragione, ma solo in quella che le Chiese chiamano fede e gli psicanalisti junghiani intuizione. Il Papa avrebbe potuto rispondere come quel cattolico saputello e fanatico del Cnr, che a proposito dello tsunami aveva tirato in ballo il castigo di Dio. Invece se n’è uscito con un’ammissione di impotenza dotata di straordinaria potenza: «Non abbiamo le risposte.

Però un giorno potremo capire tutto». Per il niente che vale, la penso (anzi, la sento) come lui. Mi sono sempre immaginato la vita come un film di Woody Allen, dove gli attori recitano le scene senza che il regista mostri loro l’intero copione. Solo al termine delle riprese vengono ammessi in sala montaggio e finalmente comprendono il motivo per cui si erano baciati o presi a schiaffi.

Per tutta la vita ci sentiamo sballottare da eventi che non afferriamo e siamo pervasi da un senso di inadeguatezza, come se ogni cosa sfuggisse al nostro controllo e il cinismo rappresentasse l’unico antidoto allo smarrimento. Ma appena diamo tregua al cervello e inneschiamo il cuore, sentiamo che tutto ciò che d’incomprensibile ci succede contiene un significato. E il fatto di trovarci al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce.

Per chi è credente trovi le ragioni di tanta sofferenza all'interno dell'umanità.Ma al di là dei fenomeni naturali legati al nostro pianeta,l'enorme disuguaglianza sociale è la piaga tutta da addebitare all'homo sapiens,dove la torta del benessere viene fagocitata dai pochi soliti noti,lasciando con sadica compiacenza le briciole ai 3/4 dell'umanità.

&& S.I. &&

1 commento:

MaiaDesnuda ha detto...

Io non mi definisco credente, né tanto meno praticante. Penso però che quella del Papa sia stata una risposta onesta, da uomo, forse l'unica possibile.

Ti auguro una serena Pasqua Charlie.