lunedì 7 marzo 2011

Marco Travaglio,il passaparola del lunedì,Luigi Bisignani e la piramide del potere



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Il testo integrale dell'intervento


Buongiorno a tutti, c’è una bella aria di P2 in questi giorni, o meglio in questi giorni si scoprono rapporti revival e permanenze piduiste che hanno lavorato e operato in questi anni sotto traccia che improvvisamente stanno rivenendo fuori in parte loro malgrado grazie a un’indagine della Procura di Napoli in parte volontariamente, dichiaratamente con il progetto di cosiddetta riforma della giustizia epocale che Berlusconi ha annunciato.

Il mondo cambia, noi pensiamo ad altro

Il bello è che tutto il mondo si occupa d’altro, per esempio di quella cosetta da niente che sta avvenendo in nord Africa e che è la più importante, il più importante evento del mondo arabo e islamico che non sono necessariamente la stessa cosa di molti decenni a questa parte e cioè una rivolta finalmente non fondamentalista, finalmente non ideologica, finalmente non etero- diretta da questa o quella superpotenza, dove invece di bruciare bandiere americane, israeliane e affidarsi al solito ayatollah o al solito tiranno c’è invece una popolazione giovane, laica, educata attraverso Internet ai rapporti con le persone normali che abitano anche in Europa e in occidente.
Chiedono semplicemente libertà, autodeterminazione, diritti civili, diritti politici, libertà di parola, di espressione, di manifestazione, chiedono semplicemente normalità e nessuno riesce a controllarli e nessuno riesce neanche bene a capirli perché in quelle aree siamo abituati a apprezzare soltanto quelli che ci obbediscono o quelli che mettiamo lì noi, come avevamo messo lì il dittatore della Tunisia Ben Ali che poi si era sdebitato con i nostri politici ospitandone une latitante come avevamo sostenuto per decenni Gheddafi e come avevamo scambiato il regime feroce di Mubarak per un regime moderato soltanto perché era amico nostro.
In tutto il mondo, soprattutto in Europa ci si occupa essenzialmente di quello che sta succedendo in nord – Africa, da noi è come se non succedesse niente, abbiamo questo spensierato Frattini che si aggira con l’aria da cameriere, del resto nei rapporti della diplomazia americana svelati da Wikileaks veniva chiamato il fattorino di Berlusconi, quindi una definizione che gli si attaglia con questa inutilmente abbronzata che dice, disdice strane cose, naturalmente non viene preso in considerazione da nessuno, però quello è l’emblema proprio del nostro non ruolo nel Mediterraneo dove invece potremmo trascinare l’Europa in una posizione attiva e propositiva.
Muoiono, continuano a morire i nostri soldati in Afghanistan, Berlusconi ieri ha scritto una toccante lettera che si capisce benissimo non avere scritto lui, ma l’ha firmata, una toccante lettera che il suo ufficio stampa gli ha messo giù per dire: il mio tormento per i nostri militari e si capisce che abbia un tormento perché ce li ha mandati lui i militari a morire in Afghanistan, il bello è che questa lettera Il Corriere della Sera l’ha molto opportunamente pubblicata in basso a pag. 8 e la pag. 8 si apre con il solito tormentone che è il vero tormento di Berlusconi e cioè “Giustizia avanti con la riforma” quindi immaginarsi cosa gliene frega dell’alpino Dario, ufficio stampa, letterina e scarico di coscienza.
Se fosse veramente tormentato per le morti dei nostri soldati in Afghanistan, si domanderebbe seriamente cosa ci stiamo facendo, farebbe seriamente un bilancio di quello che è successo in questi 10 anni di occupazione militare che non ha portato a nulla se non al trionfo anche mediatico dei talebani che sono molto più importanti e hanno molto più seguito di quello che avessero 10 anni fa quando stavano sulle palle anche a gran parte degli afgani, adesso invece sono diventati il simbolo della resistenza nazionale, a lui interessa, giustamente, la giustizia e quindi ecco la riforma epocale, riforma epocale che arriva proprio in contemporanea con le prime notizie dalla magistratura napoletana su un’inchiesta che ancora una volta ha rivelato Il Fatto Quotidiano grazie ai nostri due inviati Antonio Massari e Marco Lillo che ruota intorno a un personaggio molto importante e quindi molto poco conosciuto al grande pubblico che si chiama Luigi Bisignani, chi è Luigi Bisignani? Luigi Bisignani nasce come giornalista dell’Ansa e viene subito notato, siamo negli anni 70 tra gli anni 70 e gli anni 80, da un Ministro democristiano andreottiano iscritto alla P2 Gaetano Stammati di cui Bisignani diventa, giovane giornalista dell’Ansa, il capo ufficio stampa, a quel punto comincia a conoscere, Stammati era un Ministro, se non erro del tesoro o del bilancio, di argomenti economici, anche lui, Anche Bisignani si iscrive alla P2 e comincia a navigare nel mondo della finanza, entra in contatto e collabora con il gruppo Ferruzzi di Raul Gardini, conosce Cesare Geronzi che allora stava a Banca di Roma che poi sarebbe diventata Capitalia e che poi si sarebbe fusa con Unicredit, ha molti contatti in Vaticano, nel 1981 esplode lo scandalo della P2 e il suo nome viene rinvenuto nelle liste di Licio Gelli con la tessera 1689, era il più giovane degli iscritti alla loggia P2, in quell’elenco naturalmente sappiamo c’erano, per parlare dei sopravvissuti: Berlusconi, Cicchitto, Maurizio Costanzo e tanti altri, uno dice: l’hanno beccato nella P2, in un altro paese la carriera sarebbe finita, invece no, qui è appena cominciata e infatti nel 1992, state attenti perché ogni 10 anni lo beccano Bisignani, nel 1981 nelle liste della P2, nel 1992/1993 esplode lo scandalo Enimont, una maxitangente di almeno 140 miliardi di lire che la Famiglia Ferruzzi proprietaria della Montedison e socia dell’Eni nell’affare chimico Enimont, paga per comprarsi l’intero Parlamento a destra, centra e sinistra al momento in cui decide di sciogliere la joint venture Enimont e di rivendere dunque la quota Montedison all’Eni, allo Stato.
Per avere trattamenti fiscali di favore e far sopravvalutare la propria quota, incassare più soldi e pagare meno tasse, si pagano i partiti e i partiti prêt a porter ti danno quello che vuoi così funzionava all’epoca, così funzionava all’epoca e chi si incarica di riciclare presso lo Ior la Banca del Vaticano, quella gigantesca provvista di fondi neri messa da parte da Raul Gardini tramite costruttori come Domenico Bonifaci l’attuale editore de Il Tempo di Roma, fondi neri che vengono ripuliti nella Banca del Vaticano, lo Ior, se ne occupa Bisignani che viene infatti arrestato dopo un po’ di latitanza nel 1993 e verrà condannato a 2 anni e 8 mesi.
E’ il 1993, uno dice l’hanno arrestato, condannato a due anni e 8 mesi, carriera finita, neanche per sogno! Si rimette in sesto, ricomincia a trafficare e lo ritroviamo come oggi il più ascoltato consigliare di Gianni Letta che a sua volta è il più ascoltato consigliere di Berlusconi e lo ritroviamo al centro di una serie di affari, di nomine e di influenze davvero importanti, sempre trasversali, destra – sinistra, sebbene stiamo parlando di una persona che ha qua il marchio della P2 e qua una condanna a 2 anni e 8 mesi per la maxitangente Enimont, la più grande tangente mai vista prima dell’arrivo di Previti, almeno.
Nel 2008 Giuliano Tavaroli, l’ex capo della Security Telecom anche lui finito dentro per spionaggio etc., fa un’intervista a Repubblica e dice a proposito del potere romano: mi immagino una piramide - leggo da un bellissimo articolo che ha fatto Fabrizio D’Esposito su Il Fatto Quotidiano – al vertice superiore Berlusconi, dentro la piramide l’uno stretto all’altro a diversi livelli di influenza Gianni Letta, Luigi Bisignani, Paolo Scaroni, Francesco Cossiga, Nicolò Pollari è il network che per quello che so accredita Berlusconi presso l’amministrazione americana, non esiste a definire questa lobby un network eversivo che agisce senza alcuna trasparenza e controllo, mi resi conto subito che quella lobby di dinosauri custodiva segreti, gli illeciti del passato e del presente e li creava” era il 2008, rivediamo i nomi della piramide disegnata da Tavaroli: Berlusconi al vertice, Gianni Letta, Luigi Bisignani subito sotto Letta, Paolo Scaroni che sapete è il N. 1 dell’Eni, anche lui condannato in via definitiva con patteggiamento per un’altra tangente che pagò con una sua azienda privata per avere appalti dall’Eni, tangente pagata ai socialisti e poi per altri meriti acquisiti sul campo, Scaroni diventa Presidente e amministratore delegato dell’Eni. Cossiga l’unico mai toccato da indagini di questa piramide e poi Pollari, Pollari l’ex capo del servizio segreto militare del Sismi coinvolto e salvato dal segreto di stato militare del Sismi coinvolto e salvato dal segreto di stato nel processo per il sequestro Abu Omar e per le schedature trovate in Via Nazionale negli uffici riservati del Sismi.
Nel 2008 stiamo parlando dell’inizio di questo terzo governo Berlusconi, prima degli scandali… luglio 2008, era appena entrato al governo Berlusconi a maggio e soltanto l’anno dopo sarebbe cominciata quella serie di scandali sessuali Noemi, le veline, le foto a Arcore, le denunce di Veronica che avrebbe segnato l’inizio del rapido declino.
Creare segreti e custodirli, quindi ricattare, qualche mese dopo ricorda D’Esposito, Calderoli, Ministro leghista dice in un’intervista: certi poteri forti giudicano male la politica che decide senza il loro permesso, poi c’è un editoriale di Galli Della Loggia su Il Corriere della sera che in prima edizione viene stampato e poi viene ritirato all’ultimo momento, nelle altre edizioni viene sostituito da un altre editoriale, c’è chi dice che è per questa frase: “è dalla famigerata notte di Casoria che le maggiori insidie vengono a Berlusconi e al suo governo non già dall’opposizione, ma proprio dalla sua stessa parte, se non addirittura dalle stesse cerchie a lui più vicine. Dalla primavera dell’anno scorso si stanno ordendo a ripetizione intrighi, organizzando giochi e delazioni quando non vere e proprie congiure allo scopo di trovarsi produzioni con i collegamenti giusti quando sarà giunto il momento da molti dei cortigiani giudicato imminente in cui l’Augusto sarà costretto in un modo o nell’altro a lasciare il potere.


I due clan di potere intorno a Berlusconi

Intorno a Berlusconi due clan di potere: Letta e Bisignani, un po’ di Vaticano un po’ di andreottismo, molta P2, dall’altra parte Tremonti, Lega, Finanza del nord, Finanza del nord sapete che nella Finanza del nord da una parte c’è il vecchio Nanni Bazzoli, cattolico prodiano e dall’altra parte c’è Geronzi che è stato a Medio Banca, adesso sta alle Generali e è molto vicino invece al giro Gianni Letta, Vaticano, Bisignani, questi due clan e Berlusconi in mezzo.
Adesso cosa si scopre? Si scopre che Bisignani ha rapporti ottimi con i vertici RAI e con i servizi segreti, Berlusconi stesso lo definisce “l’uomo più potente in circolazione, più potente di me”, Bisignani è stato molto vicino, fino a qualche mese fa a Daniela Santanché, Daniela Santanché infatti per anni è stata considerata un personaggio folcloristico quasi della politica, ultimamente è diventata uno dei personaggi chiave del Pdl, insieme a Dennis Verdini ha condotto il reclutamento dei cosiddetti responsabili, i disponibili, quelli che dopo aver lasciato Berlusconi o quelli che non erano mai stati con Berlusconi e che alla chiamata per la fiducia del 14 dicembre o alla recente richiamata si sono fatti trovare pronti e sono passati immediatamente, convertiti dal giorno una notte, con il Cavaliere, i reclutatori erano Dennis Verdini e Daniela Santanché, Daniela Santanché, strettissimi rapporti, almeno fino a qualche mese fa con Bisignani, regista dei due giornali che hanno condotto le campagne più forsennate per il centro-destra e per la persona di Berlusconi, perché la Santanché con la sua concessionaria pubblicitaria dava, portava soldi a Libero e poi è passata armi e bagagli a Il Giornale di Sallusti di cui è inseparabile, sapete che Feltri ha ribattezzato Sallusti e la Santanché Olindo e Rosa.
Dicevo dell’inchiesta, le inchieste come al solito capitano per caso, si indaga su società, si indaga su un autista di Bisignani firmato con delle azioni in mano, roba di parecchi miliardi di una società credo lussemburghese ma i dettagli poi li troverete nei pezzi di Lillo e Massari su Il Fatto, la cosa interessante è che i magistrati stanno interrogando gli uomini più potenti d’Italia che hanno sentito Scaroni, hanno sentito Guarguaglini che è il N. 1 di Finmeccanica, hanno sentito il braccio destro di Fini, Bocchino, hanno sentito la Carfagna, ancora non si capisce bene perché stiano sentendo queste persone, hanno sentito Masi Direttore Generale della RAI, Bisignani si è detto pronto a parlare con i magistrati napoletani, vedremo che tipo di reati stanno contestando, noi non lo sappiamo al momento, noi sappiamo due cose che si è scoperto, non si è ben capito se grazie a intercettazioni o grazie a testimonianze, che qualche mese fa all’inizio dell’anno, quando tanto per cambiare Anno Zero era sotto botta, Santoro quella famosa tirata in cui faceva capire che i vertici RAI non è che lavorino proprio per la RAI, lavorano per la concorrenza, non si capisce se lo fanno a posta o meno, non si può dire che lo fanno a posta, ma che lavorino per la concorrenza è chiaro, visto che si stanno dedicando a danneggiare, a sabotare quasi tutti i programmi più visti che danno più ascolti, più soldi, più lustro alla televisione pubblica, allora ricorse alla famosa metafora del bicchiere, della fabbrica dei bicchieri che più vendeva bicchieri e più veniva boicottata dai sui dirigenti, al ché lui disse a un certo punto, mi viene voglia di dire a questi dirigenti “ma vaffan bicchiere” non era una battuta particolarmente geniale, ma era chiaro che ci si riferiva al dirigente della fabbrica dei bicchieri, naturalmente la cosa fu subito usata per dire Masi è stato mandato a vaffanculo da Santoro etc., a prescindere naturalmente da quello che aveva detto e che è disponibile su You Tube, in ogni caso chi se ne importa di tutto questo, questo è l’antefatto per dire che Masi in quel momento decide di licenziare Santoro e avvia delle pratiche che però non vengono affidate in prima battuta agli uffici legali della RAI, o a un avvocato di fiducia di Masi, la pratica viene affidata, secondo quello che hanno rivelato le risultanze delle indagini della Procura di Napoli che abbiamo scritto sabato su Il Fatto Quotidiano, la pratica da Masi viene affidata a Bisignani e Bisignani non si capisce bene a che titolo si occupi di scrivere o di ispirare una lettera di licenziamento o comunque di richiamo per Santoro, perché? Perché Bisignani non ha nessuna veste né legale, né pubblica di nessun genere, in teoria dovrebbe avere una tipografia, dovrebbe fare lo stampatore.
Ma si scopre anche un’altra faccenda, come vi ho detto Bisignani è bipartisan è ambidestro, gennaio – febbraio 2010, un anno fa, mentre si sta occupando dei soliti trasferimenti a un certo punto Bisignani accompagna un alto ufficiale dell’esercito a incontrare Massimo D’Alema Presidente del Copasir (Comitato di controllo sui servizi di sicurezza), dato parlamentare di controllo, il Presidente del Copasir è Massimo D’Alema, cosa sta succedendo? Bisogna scegliere, un anno fa, il nuovo capo dell’Aise (Servizio segreto militare italiano) che una volta si chiamava Sismi e era capeggiato nella sua ultima versione dal Generale Pollari.
Il candidato del Governo che deve scegliere il nuovo capo del Servizio segreto militare è il Generale Adriano Santini, il Generale Adriano Santini viene portato a incontrare D’Alema da Bisignani, condannato per Enimont a due anni e 8 mesi, ex piduista conclamato, a che titolo uno per diventare capo dell’Aise deve farsi in qualche modo accreditare da Bisignani? E a che titolo D’Alema riceve una delegazione Bisignani – Santini, mistero, leggo un pezzettino di quello che scrivono Lillo e Massari “tra gennaio e febbraio 2010 lo Stato deve scegliere il capo dell’Aise, la nostra intelligence militare e la scelta sta per cadere su un generale dell’esercito, Adriano Santini e Santini lo sa, l’inchiesta dimostra che anche questa volta entra in scena Bisignani. Prima della nomina Santini viene raggiunto da una sorta di ambasciata, Bisignani lo vuole incontrare, ma anche in questo caso non si comprende a quale titolo, stiamo parlando di un ufficiale di 64 anni, Generale di corpo d’armata con incarichi di Stato maggiore che indossa la divisa dal 1968 e nel 2003 ha comandato il contingente Nato Interforce nell’ambito dell’operazione Antica Babilonia in Iraq” non è che sia un pischello che ha bisogno di accreditarsi, stiamo parlando di un Generale con i contro coglioni che ha fatto cose dal suo punto di vista importantissime ovviamente arrivato al culmine della sua carriera. Bisignani lo convoca e Santini accetta la convocazione, avrebbe potuto dirgli: ma stai scherzando? Ti faccio bombardare! Invece si presenta all’appuntamento, di cosa parlano? Del più e del meno dice Santini ai PM che l’hanno convocato pure a lui, come se fosse fatto più naturale del mondo che un generale incontri Bisignani alla vigilia della sua nomina all’Aise, chi è che ha fissato l’incontro? Gli chiedono i magistrati, Bisignani dice Santini, il fatto strano è che l’incontro avviene prima della sua nomina e non dopo, mentre Santini è ancora uno dei candidati al vertice dell’Aise ce ne sono anche altri, ma almeno Santini conosceva Bisignani? No, dice, eppure accetta il suo invito e si presenta all’appuntamento, se non bastasse, ma in questo caso le versioni di Santini e D’Alema, entrambi convocati come testimoni, divergono, Bisignani decide di accompagnare il Generale Santini dal Presidente del Copasir, Massimo D’Alema, il Copasir è il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, a quale titolo Bisignani accompagna Santini da D’Alema? D’Alema dice che durante l’incontro con Santini, Bisignani ha atteso fuori dalla porta, ma il fatto non è riscontrato, Bisignani accompagna Santini da D’Alema.
L’incontro tra i due o tra i tre se contiamo che c’era pure Bisignani o dentro o fuori dall’uscio è avvenuto prima o dopo la nomina di Santini all’Aise? Secondo Santini è avvenuta prima, quando doveva essere ancora nominato, secondo D’Alema è avvenuto dopo, dettaglio non irrilevante, naturalmente, ma ciò che conta è che Bisignani incontra Santini due volte, la prima per conoscerlo e la seconda per accompagnarlo da D’Alema, dove? Nella sede del Copasir? No, nella sede della Fondazione italiani europei di Piazza Farnese a due passi da Campo dei Fiori, quindi in una sede privata, la Fondazione natural politica di Massimo D’Alema, chi ha fissato l’appuntamento tra D’Alema e Santini? Impossibile stabilirlo, spiega D’Alema perché la telefonata è arrivata alla sua segreteria, ma perché Santini e Masi incontrano Bisignani? Dicono entrambi che Bisignani è uomo vicino a Gianni Letta e che quindi dire di no a Bisignani è come dire di no a Letta e cioè come dire di no a Berlusconi.
Quindi passando da Santini a Masi le frequentazioni di Bisignani emerse dall’inchiesta sono sempre ai vertici del potere, si va dall’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni che sarà sentito nei prossimi giorni, a Gianni Letta, dalle ministre Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo, al dissidente del Pdl il finianissimo Italo Bocchino, passando per Alfonso Papa, Magistrato napoletano, ora parlamentare del Pdl membro della Commissione Giustizia anche lui coinvolto in questa indagine, su questa che è stata chiamata la P4, ma che in realtà è figlia legittima della P2.
Troveremo nei prossimi giorni le nuove puntate sul caso dei nuovi burattini che abbiamo raccontato, è significativo che le indagini sulla nuova P2 impattino perfettamente gli stessi giorni in cui Berlusconi annuncia la riforma epocale della giustizia, perché? Perché intanto non c’è nulla di epocale, ma soprattutto non c’è nulla di nuovo, non c’è nessuna riforma, è una riscrittura, una scopiazzatura affidata tra l’altro a Alfano che non ha neanche la statura che aveva Ungelli, del piano di rinascita democratica della P2 che ogni tanto è bene andarsi a rileggere, su Internet lo trovate, ovviamente, per semplificare dissolvere la RAI tv in nome della libertà di antenna, mi pare che ci si sta lavorando da parecchio tempo.
Per quanto riguarda i sindacati la scelta prioritaria tra la sollecitazione e la rottura seguendo le linee già esistenti dei gruppi minoritari della C.I.S.L. e maggioritari dell’U.I.L., per poi agevolare la fusione con gli autonomi e staccarli dalla C.G.I.L., mi pare che anche questo l’abbiamo ottenuto, abbiamo Angeletti e Bonanni, la corrente Marchionne del sindacato italiano e dall’altra parte la C.G.I.L. della Fiom ancora un po’ più spostata, quindi la spaccatura del fronte sindacale è perfettamente riuscita.


La controriforma piduista della giustizia

E veniamo alla giustizia, leggo dal piano di rinascita di Licio Geli e voi vedete se vi suona familiare con quello che leggete e sentite in televisione in questi giorni “emergenza a breve termine, il programma urgente comprende provvedimenti istituzionali e provvedimenti di indole economico – sociale A) ordinamento giudiziario, le modifiche più urgenti investono: la responsabilità civile per colpa dei magistrati, il divieto di nominare sulla stampa i magistrati, comunque investiti da procedimenti giudiziari, la normativa per l’accesso in carriera, esami psicoattitudinali preliminari, la modifica delle norme in tema di facoltà di libertà provvisoria in presenza di reati di eversione, questo era legato al fatto che c’era il terrorismo in quel momento, e poi i provvedimenti a lungo termine.
Responsabilità del guardasigilli verso il Parlamento sull’operato del PM, modifica costituzionale , riforma del Csm che neve essere responsabile verso il Parlamento, riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e aggiudicante, ridurre a aggiudicante la funzione pretorile.
Esperimento di elezione di magistrati tra Avvocati con 25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali, come vedete c’è esattamente tutto, adesso avendo il tempo di entrare nel merito anche perché i giornali possono fare soltanto delle anticipazioni, vi leggo i titoli che i giornali dedicano tra ieri e oggi alla riforma epocale di Berlusconi e Alfano, vediamo prima Il Giornale “Berlusconi per la giustizia riforma epocale” cosa cambia con la nuova normativa? Carriere separate per giudici e PM, il Csm si sdoppia in due rami uno per i giudici e uno per i PM, un’alta corte giudicherà i magistrati quindi non più il Csm ma una specie di plotone di esecuzione di nomina politica, per quanto riguarda l’azione penale l’idea sarebbe quella di far decidere al Parlamento quali sono i reati prioritari che le procure devono perseguire, il tutto su indicazione del Ministro della Giustizia, responsabilità civile dei giudici per colpa dice Il Corriere, sdoppiamento delle carriere del Csm, obbligatorietà dell’azione penale non c’è più perché sarà il Parlamento su indicazione del Ministro a dire alle procure quali reati devono perseguire e quali no e poi spezzare, come dice Quagliariello il cordone ombelicale tra la Polizia giudiziaria e i pubblici Ministeri, in modo che la polizia giudiziaria prenda ordini solo dal governo e non dai magistrati e se prende ordini dal governo è difficile che la polizia giudiziaria possa indagare sul governo, prendete Berlusconi che minaccia con la sua sola qualità la Questura di Milano, già oggi i funzionari della Questura di Milano non segnalano nel rapporto che lui ha telefonato spacciando Ruby per la nipote di Mubarak , sono quelli delle volanti che hanno segnalato tutto questo, sono quasi eroici, perché? Perché lo sanno che sopra di loro c’è il Ministro dell’Interno e sopra il Ministro dell’Interno c’è il Presidente del Consiglio che si permette di telefonare, eppure lo segnalano lo stesso, perché? Perché sanno che oggi sono protetti dalla Magistratura.
Domani invece si vuole staccare polizia e magistratura in modo che la polizia faccia solo quello che gli dice il governo e quindi solo quello che conviene al governo, ecco il nuovo piano di Alfano questa è repubblica, giudici e PM divisi, azione penale pilotata dal Ministro e dal Parlamento, due Csm con meno poteri, polizia autonoma dalle procure e cioè asservita a chi? Al governo, come vedete non c’è nulla di epocale, semmai di devastante, non c’è nulla di nuovo P2, c’è un danno drammatico per cittadini italiani naturalmente, che ha ragione Beppe Grillo quando scrive che la Costituzione non è immutabile, si possono apportare delle migliorie, soprattutto laddove si tratta di allargare gli spazi di democrazia diretta e partecipativa, il referendum senza quorum, il referendum propositivo, l’obbligo del Parlamento di discutere vincolante di discutere le leggi di iniziativa popolare, si può fare molto per aumentare le dosi di democrazia diretta, qui invece stiamo parlando di una controriforma piduista che la democrazia e quella diretta e quella indiretta le vuole confiscare, le vuole definitivamente cancellare.


Purtroppo ancora una volta si sente Bersani farfugliare cose strane, oggi ha detto: la riforma è un diversivo, la riforma non è un diversivo, la riforma è una devastazione dei principi costituzionali, purtroppo si sente dire che i magistrati scioperano, il che non vuole dire che non debbano farlo, ma temo che ancora una volta sembrerà una guerra per bande tra il governo e i magistrati.
Da tutte queste riforme i magistrati non avranno sicuramente nulla da temere, perché? Il loro stipendio e la loro carriera non saranno toccati, siamo noi che abbiamo molto da temere e avranno da temere quei pochi magistrati che ancora fanno il proprio dovere e quei pochi poliziotti o molti poliziotti i rappresentanti delle forze dell’ ordine che fanno il loro dovere, loro avranno molto da temere e quindi anche noi, questa non è una riforma contro i magistrati, chiunque lo dice non vuole farci capire che è contro i cittadini, passate parola, ci vediamo lunedì prossimo.

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