martedì 1 febbraio 2011

Anche a Cagliari le primarie del Pd vengono vinte dal candidato di Vendola




IL PD PERDE PURE LE PRIMARIE A CAGLIARI
Vince il candidato vendoliano Massimo Zedda, 35 anni

di Elias Vacca
   Cagliari
   Ancora una volta un candidato della sinistra cosiddetta radicale la spunta sul Partito democratico. Cagliari non è Napoli e neppure Bologna, ma è pur sempre una città di 160.000 abitanti, storicamente in mano al centrodestra, espressione della media e alta borghesia delle professioni, del commercio che fa incetta di voti anche nei quartieri ultrapopolari come S. Elia.
   La Cagliari “rossa” è emigrata da tempo nei grossi paesi dell’hinterland: Assemini, Selargius, Quartu, Monserrato, Sinnai, Capoterra, dove le case e gli affitti costano meno. L’altra Cagliari, che non vota a Cagliari.
   EPPURE È accaduto, ha vinto Massimo Zedda, 35 anni, consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà da meno di due. Un “uomo nuovo”, giovanissimo per l’anagrafe politica sarda. Ha annichilito il Pd e il suo candidato Antonello Cabras, 61 anni, di provenienza socialista, per 11 anni segretario regionale di quel partito, per due dei Democratici di sinistra, per uno del Pd, 
consigliere regionale per sette anni, per tre presidente della regione, parlamentare alla quarta legislatura. Nemesi di Renato Soru alle primarie del 2007. Eppure questa volta anche il tycoon di Sanluri si era espresso in favore di Cabras, in nome dell’unità del partito, per ripetere Bologna e non Milano o, peggio, Napoli.
   Ma laddove lo stato maggiore pianifica, non sempre l’esercito segue ed anzi l’esercito è ben poca cosa se è vero che alle primarie cagliaritane hanno votato complessivamente 5629 elettori, dei quali 1914, (il 34,11%) per il favorito Cabras.
   Zedda, che di esercito non dispone, è andato a intercettare i suoi concittadini per le strade, e ne ha arruolati alla causa 2588 pari al 46,07%. Così ha vinto. Con una tecnica ex Pci, si chiamava campagna capillare, per la strada senza scorta. E non può neppure parlarsi di effetto spaccatura nel Pd. Entrambi i maggiori candidati avevano infatti competitors interni. Quello del Pd ha raccolto 468 voti, pari al 8,3%, quello della sinistra a caratterizzazione autonomista dei Rossomori, l’avvocato Andreozzi 388 pari al 6,54%.
   Semmai, vista la bassissima affluenza 
alle urne, può pensarsi ad un disimpegno, ad una insofferenza per l’indicazione del Pd, agli epigoni di una guerra feroce all’interno di quel partito, che fu, secondo i più accorti, determinante nella giubilazione di Soru alle regionali del febbraio 2009.
   SORU HA dichiarato l’armistizio, ma il corpaccione di Sardegna Democratica, l’area che a lui si riferisce, non ha saputo e voluto dimenticare. Una cosa molto sarda, in fondo.
   I numeri assoluti, insomma, 
sono numeri da paese e non da capoluogo regionale, ma chi è in campo gioca la partita e gli assenti hanno sempre torto. In proposito però Federico Palomba, segretario regionale dell’Italia dei Valori e deputato ritiene che “la bassa affluenza ed i numeri assoluti dimostrano che ogni forzatura produce disaffezione negli elettori. Noi non abbiamo partecipato alle primarie perché alle stesse si è arrivati in modo discutibile. Lo stesso dato del vincitore, con il dovuto rispetto per Zedda, è infatti scarsamente indicativo. Non rinunciamo però a misurarci con il problema vero che è quello di vincere le elezioni e consegnare la città di Cagliari ad una nuova e buona amministrazione”. Naturalmente, come a Milano, Napoli, Bologna, il centrosinistra con Zedda non ha vinto elettoralmente ancora nulla, se non il diritto a misurarsi, in condizione di minorità, con un establishment tanto radicato da sembrare invincibile. Ma politicamente ha determinato molto.
   IL COORDINATORE regionale di Sel, Antonio Attili, in proposito osserva: “Siamo soddisfatti e preoccupati nel contempo. Il coraggio è stato premiato. I numeri assoluti parlano di una disaffezione del cagliaritani dallo strumento delle primarie, ma decidere in 5000 è comunque meglio che 
decidere in pochi intorno ad un tavolo. Piuttosto per vincere le elezioni vere c’è bisogno del Pd, e questi numeri ci inducono alla preoccupazione. Auspico che a tempo debito il Pd sia pronto e motivato”. Abbiamo chiesto invano qualche commento al partito di Cabras, che mantiene però il silenzio stampa.
   Per la Federazione della Sinistra parla invece Oliviero Diliberto, cagliaritano: “Plaudo alla vittoria di Zedda. Essa dimostra che la sinistra non ha paura di andare in mezzo alla gente ed anzi che tra la gente si misura e vince. Massimo rappresenta una concreta speranza di rinnovamento per la sinistra e per la mia città. Sarò al suo fianco in campagna elettorale”.





Solo la dirigenza del Pd non ha capito le aspettative e le scelte dell'elettorato,a maggioranza ne hanno le scatole piene dell'avvicinamento al centro,la strategia portata avanti da anni ha fatto godere come un riccio il sultano,se si deve perdere d'ora in poi,le idee e le politiche si devono distinguere nettamente dalla destra,e le primarie sino ad ora hanno sentenziato questo particolare,anche se i votanti alle primarie di Cagliari non sono stati tantissimi.

&& S.I. &&

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