giovedì 28 ottobre 2010

La munnezza infinita in Campania,di Massimo Gramellini



Ogni volta che vedete i roghi di Terzigno, prima di arrabbiarvi pensate a Vincenzo Cenname. Dopo vi arrabbierete molto di più. Cenname è un ingegnere ambientale, eletto sindaco di un Comune di duemila anime della provincia di Caserta, Camigliano. Alle spalle non ha né la destra né la sinistra, ma una laurea. Sulle spalle una testa. E dentro la testa un sogno: trasformare il suo borgo in una Svizzera col sole. Mette le luci a basso impatto energetico al cimitero e i pannolini lavabili all'asilo nido. Si inventa una moneta, l'eco-euro, spendibile solo in paese, con cui ricompensa i bambini che portano a scuola il vetro da riciclare. Giorno dopo giorno, senza alcun aumento dei costi, cattive abitudini inveterate si trasformano in comportamenti virtuosi, mentre la raccolta differenziata raggiunge percentuali scandinave.

E i luoghi comuni sul Sud immutabile e inemendabile? Rottamati dal sogno di un sindaco casertano che ha meno di quarant'anni. Ci si aspetterebbe la fila di notabili alla sua porta: la prego, ingegner Cenname, venga a insegnarci come si fa. Arriva invece una legge assurda che solo in Campania toglie ai Comuni la raccolta dei rifiuti per affidarla a un carrozzone provinciale. Il sindaco si ribella, sostenuto dall'intera popolazione, ma il prefetto segnala il suo caso al ministro Maroni. In dieci giorni il consiglio comunale viene sciolto e Cenname rottamato neanche fosse un mafioso. Da allora sono passati tre mesi, ma non lo sconforto per l'ottusità di uno Stato che per far rispettare una brutta legge ha sporcato quel po' di pulito che c'era.



Dimentica o tralascia un particolare fondamentale Gram,la criminalità organizzata,nella fattispecie "la camorra" non permetterà che realtà come quella della testa pensante di Caserta ha partorito.Accà nisciuno è fesso si dice da quelle parti,men che mai chi ha il possesso del territorio da quelle parti!

&& S.I. &&

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso al sindaco di Camigliano, l'ho visto giovedì scorso ad Anno Zero, alla sua laurea di ingegnere e alla sua testa pensante. La legge dice non può fare di testa sua, anche se fa bene, perciò è stato rimosso. Poi penso al presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro, alias Gigino 'a pulpetta, e alla sua cultura, sic! Pensate che ha fatto ridere tutta l'Italia, quando intervenendo sul caso Fiat a Pomigliano ha chiamato il suo AD, Melchiorre, dimenticando Gaspare e Baldassarre. Pensava si stesse parlando di addobbare il prossimo presepe di Natale. Ecco questa gente non la rimuove nessuno. Si premia il merito. In una società civile e democratica, costui non sarebbe mai potuto arrivare in Parlamento e a occupare la poltrona di presidente della provincia. Bastava leggere il suo curriculum. Vi rimando al sito:
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Cesaro

Ivo Serenthà ha detto...

E' il nostro paese ad essere profondamente malato,l'illegalità si sta affermando sempre di più,anche molte persone oneste si sono rese conto d'essere state sopraffatte dal sistema delinquenziale imperante,e nel loro piccolo non si fanno più scrupoli.

La realtà italiana è questa,il detto "il pesce comincia a puzzare dalla testa" è appropriato per fotografare la situazione!
Il tanfo di conseguenza si sta estendendo....