martedì 7 settembre 2010

Angelo Vassallo,il Sindaco lasciato solo dalle istituzioni in Campania



Agguato al sindaco anti-camorra, il fratello “Denunciò collusioni delle forze dell’ordine”

L'ultima rivelazione arriva dal fratello di Angelo Vassallo, 57 anni, ucciso domenica sera. Dopo le denunce, il sindaco era stato lasciato dalle istituzioni
Investigatori collusi, questa l’ultima confidenza che Angelo Vassallo fece al fratello. Poi l’omicidio. Nove colpi di calibro 9 a pochi metri dalla sua casa. “Mio fratello mi aveva detto che esponenti delle forze dell’ordine erano in combutta con personaggi poco raccomandabili”. E ancora: “Ci sono delle lettere scritte sia al comando provinciale che a quello generale di Roma senza nessuna risposta. Lo hanno lasciato solo e abbandonato”. Quanto al possibile movente all’origine dell’efferato omicidio, Claudio Vassallo indica due piste: “Penso o a interessi sul porto oppure a certi problemi di droga che ci sono stati ad Acciaroli questa estate per i quali mio fratello aveva chiesto aiuto alle forze dell’ordine e non glielo hanno dato”. Intanto, l’autopsia è prevista per domani.

Angello Vassalo, ssindaco di Pollica, comune del Cilento noto per la bandiera blu che viene assegnata da tempo ogni anno alle sue acque. Angelo Vassallo, è stato colpito intorno alle 2 di ieri mattina mentre era alla guida della sua auto, una Audi station vagon grigia, e rientrava a casa in una stradina dietro la sua abitazione. Secondo i primi rilievi delle indagini condotte dal pm Alfredo Greco, Vassallo è stato colpito con almeno nove colpi di pistola sparati dal finestrino verso di lui. La pista seguita dagli inquirenti in questo momento privilegia la vita amministrativa dell’ucciso, anche se non trascura altri possibili moventi. Secondo quanto scrive l’agenzia Ansa, Vassallo sarebbe stato denunciato per estorsione, concussione e reati contro l’amministrazione della giustizia.

A dare l’allarme, la moglie di Angelo Vassallo. L’uomo era già stato sindaco del Comune di Pollica, ma nella scorsa tornata elettorale si era candidato da solo con una lista civica, Cilento pulito, sempre però nell’ambito della coalizione di centrosinistra. La coppia ha due figli.

La vittima era nata a Acciaroli 57 anni fa, il 22 settembre del 1953. Era stato eletto per la prima volta sindaco il 3 aprile del 2005. Il primo cittadino del Comune di Pollica, dal 24 giugno 2004 al 2009, ha ricoperto anche il ruolo di Consigliere della Provincia di Salerno.

Una prima ricostruzione colloca la morte tra le 22.30 e le 23.30. Vassallo stava rientrando a casa percorrendo una strada comunale stretta, ripida e in salita, completata da poco piu’ di un anno, nei pressi del depuratore, quando, poco prima del bivio che conduce alla sua abitazione, la sua auto è stata bloccata da un’altra che veniva contromano. Una persona, forse due, si sono avvicinate al finestrino e hanno esploso colpi da una pistola calibro 9 in rapida successione, centrando il cuore, la testa e la gola del sindacfo, seduto ancora al posto di guida. Sul posto, ora, un fascio di fiori e tracce di sangue.

Il sindaco fino alle 17 di domenica era con i primi cittadini della Comunità Parco del Cilento, di cui era presidente, a Cuccaro vetere, per un incontro in cui fare il punto dei problemi dell’ente parco. “Era tranquillo – sottolinea il sindaco di Cuccaro Simone Valiante. Intorno all’una di notte, la moglie di Vassallo, non vedendolo rientrare, ha prima cercato il cognato, poi è uscita di casa a cercarlo e lo ha trovato morto. La zona in cui l’auto era ferma è isolata, solo circa 300 metri dopo c’è la prima casa abitata, e quella del sindaco è a 500 metri in linea d’aria, ma nascosta da una serie di curve.

“Negli ultimi tempi era preoccupato e mi teneva costantemente informato sugli sviluppi di alcune vicende. Era un uomo che si batteva contro l’illegalita’ ed era sempre in prima linea. Quando accadeva qualcosa di particolare sul suo territorio, me lo segnalava”. Il procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, Alfredo Greco aveva una conoscenza diretta della vittima dell’agguato. “Ci sono molte piste da seguire – dice il magistrato – e per il momento non abbiamo un orientamento preciso sul possibile movente. Non sappiamo ancora neppure se abbia agito una o più persone. Si può pensare di tutto”.

Vassallo era stato rieletto primo cittadino del comune salernitano diviso in due frazioni nel marzo di questo anno. Candidatosi con una lista civica di orientamento di centro sinistra “Insieme per Pollica” governava Pollica-Acciaroli dal 2005. Era detto il “sindaco pescatore”, dato la sua attività imprenditoriale nel settore ittico gestita insieme al fratello, e le sue battaglie per la legalità e il rispetto dell’ambiente, su cui aveva investito come amministratore pubblico, avevano fruttato alla localita’ costiera cilentana riconoscimenti quali le bandiere blu e un rilancio turistico. Moglie e figli di Vassallo gestiscono attivita’ di ristorazione. Il pm di Vallo della Lucania, ai microfoni del Tg1 ha ricordato come fosse “un simbolo di legalità. Era un uomo che si batteva contro l’illegalità ed era sempre in prima linea”.

“L’agguato in cui è stato ucciso il sindaco Vassallo è un fatto di sangue gravissimo”. Lo sottolinea il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli. “Sono vicino alla famiglia di Vassallo – continua Cirielli – colpita dalla tragedia sulla quale stanno indagando i carabinieri. Auspico un intervento massiccio delle forze dell’ordine per far luce sull’efferato assassinio del primo cittadino di Pollica”.



Non è la prima vittima lasciata sola dalle istituzioni,se si vorrà combattere la criminalità organizzata toccherà proteggere molto bene chi non piega la testa e denuncia il sistema dentro ai comuni.

Angelo Vassallo è morto assassinato per proteggere la sua terra dalla cementificazione costiera,evidentemente per il sistema è diventato una pedina troppo scomoda.

Castigarne uno per educarne cento,è un vecchio detto cinese che rimarrà sempre attuale in Italia.

&& S.I. &&

2 commenti:

Bob Bulgarelli ha detto...

Non sapevo che fosse cinese, il detto. Comunque è tutto vero: come può uno Stato lasciare solo un suo membro solerte che rischia la vita? (e spesso ce la rimette!) Ad esempio, non sento neppure più parlare della Forleo (e di materiale in rete ce n'è). Anche lei non a caso è stata messa all'angolo dal sistema.

Ivo Serenthà ha detto...

Non ho nemmeno io notizie della Forleo,evidentemente la perdita di qualche tempo fa dei genitori in un incidente,più tutte le altre traversie legate alla sua attività professionale,probabilmente l'hanno segnata.

Purtroppo il nostro è un paese che ha bisogno di eroi,per degli aspetti che in altre parti del mondo non potrebbero essere comprensibili.