lunedì 23 agosto 2010

Torino,capitale del risparmio energetico nella pubblica illuminazione



Luci d'artista Torino,iniziativa annuale nel periodo natalizio

di ALESSANDRO MONDO

Almeno 400 mila euro risparmiati ogni anno: una boccata d’ossigeno per le esangui casse del Comune.

Il «tesoretto» sarà il frutto dei 3 milioni di Kilowattora non consumati nei dodici mesi e rimanda alla sostituzione di 7 mila lampade con altre di nuova generazione: l’ultima tranche del piano di ammodernamento dell’illuminazione pubblica partito sotto la Mole negli ultimi anni. Da Iren, come si chiama oggi Iride dopo la fusione con l’emiliana Enìa, ricordano che l’operazione è stata portata avanti negli anni. Ventimila gli apparecchi già sostituiti dal 2002, per restare all’ultima fase. Ne restano, per l’appunto, 7 mila, disseminati in tutta la città: la concentrazione maggiore riguarda i corsi Unione Sovietica, Siracusa, Trapani e Benedetto Croce.

Come spiega l’assessore Roberto Tricarico, a quel punto Torino - forte di 94 mila lampade lungo le strade e nei parchi cittadini -, sarà la più grande città italiana a investire su questo fronte. Il senso è quello di un risparmio in prospettiva, visto che l’investimento del Comune sfiora i due milioni: per la precisione, 1 milione 800 mila. Questione essenzialmente economica, ma anche estetica. «Partiremo in autunno, non appena l’intervento verrà deliberato in giunta - spiega Tricarico -. Non soltanto saremo una delle città meglio illuminate ma a medio e lungo termine risparmieremo».

I tempi per la sostituzione, da sei mesi a un anno, sono già definiti. Per gli intenditori del genere, le nuove lampade - che utilizzano vapori di sodio o alogenuri metallici, diffondendo a seconda dei casi la luce gialla o bianca - pensionano i vecchi apparecchi a vapori di mercurio con una potenza di 250 Watt. Quelli di nuova generazione, invece, pur avendo una potenza di soli 150 Watt, garantiscono una maggiore emissione di luce, meno consumi e quindi costi minori.

Non è l’unica notizia sul fronte ambientale. Nella stessa ottica - abbattere i costi, questa volta puntando sulle energie rinnovabili - va letto l’accordo tra Smat e Edison per mettere a rendita le superfici dei campi pozzi di Venaria e Borgaro: parliamo di una superficie complessiva di 100 mila metri quadrati. Come? Realizzando due «campi fotovoltaici» di 3 mila Kilowattora ciascuno capaci di garantire un approvigionamento di 6,6 milioni di Kilowattora l’anno. «Si tratta di un intervento speculare, anche se più significativo, rispetto alle batterie di pannelli fotovoltaici montati entro fine anno nell’impianto di depurazione con sede va Castiglione Torinese - spiega Paolo Romano, amministratore delegato di Smat -. In quel caso la superficie impiegata, pari a 25 mila metri quadrati, ci permetterà di risparmiare un milione di Kilowattora/anno».

Sempre il fotovoltaico rimanda alla proposta di legge presentata in Regione da Monica Cerutti, capogruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà: incentivare anche in Piemonte i «Gaf», cioè i Gruppi di Acquisto Fotoltaici, già nati (ma a livello comunale) in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. L’iniziativa, che vede tra i suoi promotori più noti Jacopo Fo, ricalca i gruppi di Acquisto Solidale e punta a favorire l’acquisto di energia fotovoltaica da parte delle famiglie. «Il nostro progetto - precisa Cerutti - vuole incentivare le famiglie che decidono insieme di fare un acquisto e concorrono con le superfici dei tetti delle loro abitazioni a raggiungere standard decisamente più competitivi rispetto a quelli di un impianto domestico».

Una iniziativa che potrebbe essere replicata dalle migliaia di comuni italiani,e non solo in Italia,un investimento che rientrerebbe in pochissimo tempo,dando più efficenza alla pubblica illuminazione e un aiuto all'abbattimento dell'effetto serra.

@ Dalida @

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