domenica 22 agosto 2010

I cinquantenni eterni giovanotti e la terza via che non c'è



Maria Laura Rodotà

Non condanniamo, per favore, il/la cinquant-trentenne; che si comporta, si veste, socializza, si innamora come se avesse vent’anni di meno. Non è necessariamente un puer aeternus, o un’attempata squinzia inconsapevole. Se fa così, si sarebbe detto una volta, è colpa della società. Che non fornisce modelli credibili da seguire per affrontare con dignità l’età matura (vabbé, matura). I vecchi modelli, per chi è cresciuto con l’obbligo culturale di essere eternamente fresco, tonico, sessualmente appetibile o almeno di buon appetito, terrorizzano i più. Per cui: meglio risultare ridicoli, patetici, irritanti, piuttosto che mettere nell’armadio i jeans stretti, il chiodo e un tot di progetti seduttivi. Per sostituirli (paura!) con giacche pied-de-poule, attrezzi da giardinaggio e abiti chemisier a mezzo polpaccio. È un’opzione storicamente rispettabile, ma ci si arriva per disperazione. E il nodo è il solito, quello a lungo discusso e mai risolto nella politica occidentale: non si trova una terza via. Anche perché, per scivolare con gradualità ed eleganza nella condizione di cinquantenni, bisognerebbe essere stati quarantenni. ] Non condanniamo, per favore, il/la cinquant-trentenne; che si comporta, si veste, socializza, si innamora come se avesse vent’anni di meno. Non è necessariamente un puer aeternus, o un’attempata squinzia inconsapevole. Se fa così, si sarebbe detto una volta, è colpa della società. Che non fornisce modelli credibili da seguire per affrontare con dignità l’età matura (vabbé, matura).

I vecchi modelli, per chi è cresciuto con l’obbligo culturale di essere eternamente fresco, tonico, sessualmente appetibile o almeno di buon appetito, terrorizzano i più. Per cui: meglio risultare ridicoli, patetici, irritanti, piuttosto che mettere nell’armadio i jeans stretti, il chiodo e un tot di progetti seduttivi. Per sostituirli (paura!) con giacche pied-de-poule, attrezzi da giardinaggio e abiti chemisier a mezzo polpaccio. È un’opzione storicamente rispettabile, ma ci si arriva per disperazione. E il nodo è il solito, quello a lungo discusso e mai risolto nella politica occidentale: non si trova una terza via. Anche perché, per scivolare con gradualità ed eleganza nella condizione di cinquantenni, bisognerebbe essere stati quarantenni.


I vecchi modelli, per chi è cresciuto con l’obbligo culturale di essere eternamente fresco, tonico, sessualmente appetibile o almeno di buon appetito, terrorizzano i più. Per cui: meglio risultare ridicoli, patetici, irritanti, piuttosto che mettere nell’armadio i jeans stretti, il chiodo e un tot di progetti seduttivi. Per sostituirli (paura!) con giacche pied-de-poule, attrezzi da giardinaggio e abiti chemisier a mezzo polpaccio. È un’opzione storicamente rispettabile, ma ci si arriva per disperazione. E il nodo è il solito, quello a lungo discusso e mai risolto nella politica occidentale: non si trova una terza via. Anche perché, per scivolare con gradualità ed eleganza nella condizione di cinquantenni, bisognerebbe essere stati quarantenni.

E quel decennio, in molti, lo hanno saltato: arrivati ansiosi al quarantesimo compleanno, si sono subito rassicurati su salute, umore e appeal; vivendo come giovanotti/e, finché hanno potuto. Ora continuano a farlo, altri stili di vita non ne conoscono. Qualcuno ne fornisca uno nuovo, però, ora, per favore, eviterebbe a molti molte figuracce, sul serio.



Se non fosse esistita la massiccia campagna mediatica che ha condizionato un pò tutti,a vari livelli però,dei tutti belli,eternamente affascinanti,il tutto nell'allegro consumismo nel dover piacere a tutti i costi.
Non si può nascondere che abbia portato degli aspetti positivi la società dell'immagine,anche se le ragioni sono molteplici,se si è diventati più belli e più longevi,sfortunatamente anche più vuoti,lo si deve all'alimentazione e alla sanità con i suoi passi da gigante nelle cure,sono finiti i tempi dove gli uomini e le donne di mezza età erano considerati dei nonni,anche se non sono rari gli esempi patetici su cui la valida giornalista del Corsera ne focalizza l'esistenza.
Sulla ipotetica terza via,sconosciuta e di difficile interpretazione,si potrebbero fare molte ipotesi,personalmente mi limito a suggerire che non sono alcune rughette in più o i capelli argentati a stabilire la vecchiaia cerebrale delle persone,bensì un mix di positività,interessi e un giusto equilibrio,nel risultare determinanti sulla nostra soggettiva parentesi di vita su questo mondo!

@ Dalida @

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