giovedì 13 maggio 2010

Tutti gli appartamenti regalati ai politici di turno,di Michele Serra



Dal lodo Borgia al rogito embè

di Michele Serra
Le accuse a Scajola per l'acquisto del suo appartamento sono ridicole: il mercato immobiliare romano ha le proprie regole e l'ex ministro ha semplicemente seguito la prassi commerciale in vigore

L'ennesimo caso di accanimento giudiziario contro un membro del governo suscita sconcerto nell'opinione pubblica. Mettere sotto accusa Scajola solo per avere acquistato un appartamento a Roma con 900 mila euro messi a disposizione dall'imprenditore Anemone (80 assegni circolari da 10 mila euro l'uno) è semplicemente ridicolo. Il mercato immobiliare romano, e non solo romano, ha usanze proprie e segue procedure consolidate, del tutto lecite. Si preferiva forse che Scajola ricorresse al Lodo Borgia, in uso nella Roma papalina, facendo sgomberare l'appartamento dai suoi armigeri e passando a fil di spada gli occupanti? No, Scajola non ha voluto far valere il suo rango: ha seguito la prassi commerciale in vigore, come dimostra una memoria che l'avvocato Ghedini sta per depositare presso la Procura. Vediamo i precedenti più tipici.

Palazzo Sbavazza La residenza romana dei marchesi Pompilio venne acquistata dal sottosegretario del Psdi Sbavazza per 50 mila lire nel 1976. Il suo valore catastale era di 2 miliardi, ma l'erede Pompilio, che all'epoca aveva sette anni, collezionava monete da 500 lire e rimase incantato di fronte al sacchetto con cento pezzi da 500 che Sbavazza faceva tintinnare. Il notaio era lo stesso Sbavazza, e stilò regolare rogito di fronte al tutore del bambino, che era il cognato di Sbavazza. Vincitore del Premio Previti di quello stesso anno, lo Sbavazza non volle approfittare della giovane età del venditore e aggiunse al sacchetto di monete una scatola di Lego a quattro buchi. Tutelato dalle Belle Arti, il trecentesco Palazzo Sbavazza ex Pompilio è stato interamente foderato di porchetta dei Castelli con il pieno assenso del sovrintendente, in cambio dell'usufrutto del terzo piano per la figlia.

Case Copip Centinaia di appartamenti del Copip (Consorzio pubblico per gli interessi privati) sono stati ceduti a uomini politici per circa un decimo del loro valore: lo statuto del Consorzio lo prevedeva espressamente. Tra questi l'onorevole Gaetano Embé, che ne acquistò 22 in zone diverse della città collegandoli tra loro con un fitto reticolo di tunnel sotterranei. Innumerevoli reperti romani, attualmente in affido alla Fondazione Embé, sono stati rinvenuti grazie agli scavi. L'onorevole Embé ha vinto una causa con il Comune di Roma che non voleva indennizzarlo per i danni riportati dalla sua gigantesca trivella (che conduce personalmente) nel crollo della Domus Aurea.

Sistema a espansione Caratteristico dei politici con famiglia numerosa. Si acquista un appartamento in una zona di prestigio, a volte addirittura pagandolo. Poi si praticano fori nelle pareti, penetrando negli appartamenti contigui vestiti da Batman, e spiegando agli inquilini che devono sgomberare entro un paio di giorni per ragioni di sicurezza. Se chiedono "quale sicurezza?", si risponde "la vostra" e si mostra una perizia psichiatrica. Con questo sistema il ministro Sgarrù e riuscito a occupare un intero isolato a Monte Mario, sistemando i sei figli e tutti i consuoceri.

Rogito tipico Alcuni tipici rogiti di compravendite immobiliari romane, custoditi negli archivi della facoltà di Criminologia di Cambridge, certificano l'uso di sistemi di pagamento non convenzionali. Si va dalle banconote false al gregge di pecore che staziona nell'atrio dello studio notarile (come documentato da una simpatica fotografia degli anni Sessanta), dalle valigie di cambiali in protesto ai titoli di Stato greci. Originalissima l'agenda di pelle di pecora con i numeri di telefono di 2 mila escort con la quale l'onorevole del Pdl Manaccia acquistò un bilocale in via Merulana. Curiosa la testa d'asino mozza che il sottosegretario siciliano Pirifillo fece trovare davanti allo soglia di un monolocale a Trastevere. Gli venne ceduto gratuitamente la sera stessa.

[ da L'Espresso ]

Prevedo un nuovo post satirico sugli ultimi avvenimenti targati "Anemone",pare non sia una nuova tangentopoli,però dalle prime informazioni qualche similitudine su ciò che accadde quasi vent'anni fa sta emergendo.

[ Kenzo ]

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè ci meravigliamo? Dopo un pò ci accorgiamo che abbiamo scoperto l'acqua calda.
E' da sempre che nel nostro poco amato paese si usa corrompere.
Se non sbaglio esiste da sempre il clientelismo, con oblazione più o meno celata, per un posto fisso.
Cosa voglio dire: che questa pratica é stampata nel DNA della nostra gente. E finchè queste generazioni non moriranno queste pratiche continueranno.
Ecco perché scopriamo l'acqua calda.
Achille.

homing pigeon ha detto...

Michele Serra è sempre un grande. Fine umorista, castigat ridendo mores.

Per Achille: hai ragione, ma non basta che muoia una generazione di corrotti e corruttori. Bisognerebbe lavorare sulle nuove generazioni. E che esempi hanno oggi, se non quello che gli propina la schifosa tivu di regime?

Grazie Iserentha per aver pubblicato questo pezzo. A presto,
HP

Ivo Serenthà ha detto...

Infatti questo paese è prigioniero di se stesso,dove una maggioranza di persone oneste deve subire la corruzione ad alta densità.
Con questi presupposti non potremo mai essere all'altezza di altri paesi democratici.

Grazie dei commenti

&& S.I. &&