venerdì 28 maggio 2010

Le province da tagliare,anzi no,di Massimo Gramellini



[ dall'inserto satirico ]

Se ho capito bene, il governo ha deciso di sopprimere le province con meno di 220 mila abitanti, escluse quelle che confinano con Stati esteri o che, nello sfortunato caso in cui non confinino, si trovano in una regione a Statuto Speciale (come la sarda e tentacolare Ogliastra, 58.389 abitanti), oppure hanno un ministro amico del presidente della provincia, oppure si estendono per un numero di chilometri inferiore alla metà della circonferenza della pancia del segretario provinciale moltiplicato pi greco. Se ho capito bene, la provincia di Rieti si è già cautelata, chiedendo a quella di Roma di cederle una parte della Sabina (acquisita ai tempi del famoso ratto) così da rientrare nei requisiti di sopravvivenza. Se ho capito bene, con la soppressione della provincia di Isernia, la provincia di Campobasso coinciderà con l’intero Molise, che potrebbe quindi essere soppresso in una reazione a catena che costringerà il molisano Di Pietro a chiedere asilo politico al parco dell’Abruzzo. Se ho capito bene, la provincia di Massa Carrara, abolita nonostante l’opposizione dell’unica opposizione rimasta in Italia, il portiere carrarese Buffon, si gemellerà con quella di Lucca, ripristinando i confini sanciti da Napoleone. Se ho capito bene, la norma sulla soppressione delle province è stata annunciata e poi smentita e poi infarcita di deroghe e infine rimandata a un decreto attuativo che le salverà tutte.

Ma forse non ho capito bene. Perdonatemi, sono un provinciale.

[ da La stampa ]


Durante le campagne elettorali promettono di abolirle per risparmiare sui costi,dopo immancabilmente ci ripensano,è sufficiente una piccola protesta e tutto rimane come prima.Le riforme in Italia le faranno una razza aliena,catapultate da qualche galassia,ma con la postilla che non ci siano più italiani sul territorio,questione di secoli probabilmente!

&& S.I. &&

2 commenti:

NoirPink - modello Pandemonium ha detto...

Che poi il problema non è neppure la presenza o la soppressione delle province in sé, ma una coerente armonizzazione dei loro confini e dei loro compiti istituzionali. Ma per la politica italiana è un discorso troppo complesso...

Ivo Serenthà ha detto...

In un paese dove la disoccupazione e la precarizzazione del lavoro sta diventando un problema di massa,in aggiunta a servizi sociali sempre più in difficoltà,qualsiasi risparmio se non del futile,bensì su aspetti che non possiamo più permetterci,dovrebbero essere i benvenuti.

Altro che la paventata guerra civile se dovessero sopprimere la provincia di Bergamo...