venerdì 9 aprile 2010
Europa 7 ha vinto,da giugno inizieranno le trasmissioni
di Carlo Tecce
L’imprenditore Francesco Di Stefano dovrà aggiornare il sito di Europa 7: “La tv che non c'è”. Il canale sarà attivo da giugno. Di Stefano ha trovato un accordo con il ministero dello Sviluppo economico, un punto d'incontro sfuggito per dodici anni tra sentenze, ricorsi e polemiche.
Europa 7 aveva vinto una gara - nel luglio del 1999 – per l'assegnazione di un canale in analogico (e Rete 4 che doveva emigrare sul satellite). Il futuro sospeso per un decennio, strumenti e telecamere che ammuffiscono: “Soltanto per partire avevo speso una ventina di miliardi di lire. Abbiamo ristrutturato un centro di produzioni. Eppure – spiega Di Stefano - ci hanno costretto a stare fermi con 35 dipendenti sulle spalle. Ironia della sorte, adesso c'è troppa fretta di iniziare”.
IL SUCCESSO
L'ultimo capitolo è fresco, ma la storia è lunga e ingarbugliata: “Noi avevamo diritto a tre frequenze per fare l'analogico, i giudici italiani del Consiglio di Stato volevano darci una parte piccolissima, e quindi noi siamo ricorsi al Tar. Il ministero sapeva che non poteva farcela, si è fatto vivo e abbiamo cercato e trovato un accordo. Non siamo felici, ma abbiamo accettato perché i giudici amministrativi, la Commissione europea, le istituzioni politiche non sono affidabili. Con l'integrazione ministeriale e il nostro Canale 8, a regime di digitale terrestre, riusciamo a fare una rete come gli altri”. Nell'immaginario collettivo, tra chi è a favore e chi è contro, Di Stefano era l'antiberlusconiano imprenditoriale per definizione. Sorprende quindi un po’ che trascorsi quattro governi, di cui due di centrosinistra, il viceministro Paolo Romani abbia risolto la pratica a favore di Europa 7: “Non sono mai riuscito a parlare con i ministri, tranne che con Paolo Gentiloni, del Pd, prima che fosse nominato da Prodi e che s'impegnasse a farci fuori. E' vero che ho un'antica amicizia con Romani, forse avrà influito nel rapporto di fiducia. Noi avevamo presentato un ricorso al Tar contro il ministero per dimostrare che le frequenze non erano sufficienti. Avevamo allegato relazioni e perizie che mostravano la fregatura in maniera inequivocabile. Noi sapevamo che non potevamo ottenere le tre frequenze in analogico, l'unico modo era spegnere Rete 4. E il ministero sapeva di perdere stavolta. La sentenza della Corte di giustizia Europa ha stabilito che avevamo diritto a una copertura pari all'80 per cento e che Rete 4 doveva traslocare, farci posto. Nessuno l'ha fatto, a incominciare dal governo Prodi. Ci fu un consiglio dei ministri del centrosinistra per applicare la sentenze della Corte di Giustizia, l'unica che la Bonino non portò sul tavolo fu la nostra”.
IL FUTURO
Costretto ai box dall'impero Mediaset, ma richiamato in pista da un ministro di Berlusconi: sarà che Europa 7 sarà buona e compiacente con il governo? “Ero e sono un antiberlusconiano, e lo sarà sempre. Non sopporto i sorprusi di chi fa i propri interessi. La mia sarà una televisione libera e indipendente. Faremo informazione e intrattenimento come i nostri concorrenti. Ora abbiamo tempo per organizzare un palinsesto, ancora non sappiamo se trasmettere un po' in digitale e un po' in analogico o solo su una piattaforma. Dobbiamo rinnovare la tecnologia. Presto saprete dei programmi e del palinsesto, abbiate pazienza. Noi abbiamo aspettato dodici anni...”.
Dodici anni di congelamento,milioni di lire diventati euro andati in fumo,nella classica rapina targata mediaset del solito noto,lo scippo della frequenza con Rete4,e ironia della sorte la frequenza acquisita da Europa 7 è stata data a gentil concessione della Rai.
E sia chiaro,in questi anni anche il Pd,Ulivo che dir si voglia si mise di traverso contro la televisione di Di Stefano.
Da giugno esisterà una televisione alternativa dal duopolio e da Telecom,ci vorrà tempo per l'assestamento,ma l'alternativa televisiva da quest'estate è diventata realtà.
&& S.I. &&
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