lunedì 29 marzo 2010
Marco Travaglio,il passaparola del lunedì,a proposito di pubblica sicurezza
Buongiorno a tutti. Non parliamo delle elezioni ovviamente perché non sappiamo ancora come sono andate, anche se forse più o meno lo si può prevedere come andranno a parte un paio di regioni in bilico.
Irruzione a Sky
Parliamo invece di un tema che credo stia diventando importante, il ruolo delle forze dell’ ordine nella nostra democrazia, sapete che ci sono continuamente, vengono fuori continuamente casi di persone che vengono malmenate dopo un fermo, un arresto, di alcune conosciamo i nomi il caso di Uva, di Aldrovandi, tanti altri casi che sono stati raccontati in questi anni, in questi ultimi mesi che indicano un pericoloso aumento delle violenze da parte di coloro che invece la violenza la dovrebbero reprimere, contenere o ne dovrebbero fare un uso istituzionale.
Abbiamo avuto recentemente il ribaltamento in appello delle sentenze in parte assolutorie che c’erano state in primo grado sulle torture e le violenze di Bolzaneto al G8 del 2001 con la condanna o a pene detentive oppure a risarcimenti di danni nel caso in cui i reati fossero ormai prescritti di alcune decine di agenti di Polizia e Polizia penitenziaria e abbiamo anche negli ultimi tempi delle segnalazioni di persone che vengono prelevate durante manifestazioni, soltanto perché esprimono il loro pensiero parlando, urlando, sventolando striscioni, cartelli e non si sa per quale motivo debbano essere identificate o addirittura portate via, ci sono persone che vengono addirittura convocate dalle forze dell’ordine in corrispondenza con manifestazioni del centro-destra in modo da essere sicuri che sono in Questura o sono in caserma e non vanno alle manifestazioni del centro-destra, non sono cose che si possono fare, anche se purtroppo vengono fatte ugualmente.
Da questo punto di vista non è tanto preoccupante il fatto che avvengano, poi in ogni categoria ci sono le mele marce, personalmente parto sempre dal presupposto che la Polizia abbia ragione, i Carabinieri hanno ragione, i magistrati hanno ragione, tra le guardie e i ladri sto dalla parte delle guardie, fino a prova contraria, purtroppo negli ultimi tempi di prove contrarie ne arrivano e non soltanto in casi eclatanti come quello di Cucchi, ma anche in altri meno noti e meno raccontati.
Per esempio mi è capitato ieri di raccontare una storia che mi è stata raccontata da alcuni testimoni oculari, che è avvenuta nel Palazzo di Sky sulla Via Salaria a Roma nella giornata di venerdì, quando Berlusconi è arrivato con il solito corteo armato fino ai denti e questo è giusto, la scorta al Presidente del Consiglio è un atto dovuto, si è recato nel Palazzo di Sky per un’intervista in diretta che poi i giornali hanno raccontato, pochi l’hanno vista in diretta anche se era stata molto reclamizzata, credo abbia avuto 50 mila telespettatori di share in media, una cosa miserrima, lo 0,3% dello share RAI per una notte, la trasmissione evento di giovedì sera al Paladozza messa in piedi da Michele Santoro ha fatto soltanto su Sky il 2,5%, Berlusconi lo 0,3%.
Berlusconi è entrato con il suo corteo, con la sua scorta e con tutto l’apparato e intanto succedeva nel Palazzo una cosa, che per dirla con il Direttore generale della RAI Masi, neanche nello Zimbabwe!
Due uomini della sicurezza interna dell’edificio, scoprivano che nel dipartimento dei grafici, su una grande vetrata di circa 4 metri per 4, era stato affisso un foglietto formato A4 bianco, con stampata una frase, la frase è la seguente “Odiare i mascalzoni è cosa nobile” questa è una frase di Marco Fabio Quintiliano, un intellettuale nato nel 35 d.C. a Calagurris in Spagna e poi trasferitosi a Roma, è diventato il famosissimo Quintiliano, ha scritto questa frase, perché è stata stampata su quel foglio e appiccicata alla vetrata del reparto grafici di Sky, perché proprio giovedì sera, la sera prima, Daniele Luttazzi dal Paladozza nel suo monologo aveva ricordato, demolendo con una sola frase di Quintiliano mesi e mesi di cazzate sul partito dell’odio, dell’amore, quelli che incitano all’odio etc., etc., ha detto quello che personalmente penso e avevo detto anche io a suo tempo dopo il lancio del souvenir sul volto del Presidente del Consiglio, che intanto quello è un matto e non c’entra niente con l’odio, ma in ogni caso se anche uno vuole odiare da casa sua è liberissimo di odiare chi gli pare, l’importante è che l’odio non si trasformi in atti di violenza.
Quindi due ragazzi del reparto grafici dell’edificio di Sky avevano trovato condivisibile quella frase e l’hanno appiccicata. Gli uomini della sicurezza dell’edificio, la sicurezza interna, hanno notato quella scritta e hanno segnalato la cosa alla guardia presidenziale, alla scorta del Presidente del Consiglio e a quel punto è successo qualcosa che per una democrazia è ai limiti dell’incredibile, anzi è oltre, due agenti ben tarchiati della Digos, due montagne umane sono piombate nel piano dove c’è questa vetrata, hanno constatato che era effettivamente stato affisso quel foglietto con quella scritta, hanno chiuso tutte le finestre per evitare che si vedesse da fuori quello che stavano facendo, evidentemente rendendosi conto che stavano facendo qualcosa di grosso, dopodiché uno dei due dopo aver sequestrato il corpo del reato, il foglietto, ha fatto irruzione dentro l’ufficio dei grafici, si è diretto verso il computer principale, si è messo ad armeggiare alla tastiera, ha cercato di aprire gli ultimi file aperti per cercare di incastrare, di individuare colui che aveva scritto e stampato quella scritta, ma purtroppo per lui i grafici non usano il mouse, usano la tavoletta grafica e questo agente non la sapeva usare, per cui ha chiesto a una persona lì presente, a una ragazza di aiutarlo a aprire gli ultimi file, nel tentativo di smascherare gli autori dell’orrendo misfatto, senza sapere che peraltro i due ragazzi erano già stati portati sotto, all’ingresso, interrogati da un’altra coppia di agenti della Digos e avevano immediatamente dichiarato, dato che non avevano niente da nascondere, di avere stampato e affisso loro quella scritta.
A quel punto sono stati identificati e da quello che risulta stavano per essere portati in Questura, non so se sia un provvedimento di fermo, cosa volessero fare a questi due ragazzi, soprattutto quale reato avessero commesso, affissione di messaggi di Quintiliano, citazioni latine proibite, porto abusivo di cultura latina, non si sa quale sia il reato che avevano individuato questi somari che avevano ritenuto delittuoso un comportamento assolutamente legittimo e secondo me anche doveroso, sta di fatto che poi interviene un componente dell’ufficio legale della società che riesce a scongiurare almeno che questi vengano portati via dalla Polizia.
Quintiliano invece non l’hanno ancora trovato, ma lo stanno cercando con unità cinofile, con posti di blocco e quindi non si dispera di bloccare anche il capocellula di questo covo di terroristi che si annida nell’ufficio grafici del Palazzo di Sky.
Capite che se si arriva a questi estremi, a punire le idee, a punire la cultura, soltanto perché qualcuno con un eccesso di zelo degno di migliore causa, appena legge “odiare i mascalzoni è cosa nobile” pensa immediatamente a Berlusconi, perché non c’era scritto “odiare Berlusconi” c’era scritto “odiare i mascalzoni” bisognerebbe interrogare i poliziotti privati e della Digos e dire loro: com’è che vi è subito venuto in mente Berlusconi appena avete letto il messaggio, visto che Quintiliano difficilmente nel primo secolo dopo Cristo si riferiva a Berlusconi quando scriveva “odiare i mascalzoni è cosa nobile”? Se si passa sopra queste cose, se non ci sarà qualcuno che si prenderà la responsabilità di quello che è successo, se questa notizia resterà confinata su Il Fatto quotidiano o sui nostri blog, se non si comincerà a chiedere molto civilmente conto alla Questura di Roma del comportamento di questi agenti e se la Magistratura romana non prenderà dei provvedimenti nei confronti di questi signori e se i loro stessi colleghi non cominceranno a dire: noi non c’entriamo con certi comportamenti, vorrà dire che abbiamo fatto un altro passo in avanti verso il regime, venerdì pomeriggio alle 14,30 quando si è verificato questo fatto incredibile e un poliziotto che entra nel personal computer di un lavoratore per cercare di capire chi ha appeso a un muro un messaggio di un autore latino. A furia di lasciar passare queste cose ci abituiamo e l’assuefazione fa entrare un altro pezzo di regime dentro le nostre teste e quindi ci rende sempre più tolleranti verso nuovi abusi di potere, perché questo è chiaramente un abuso di potere, grosso come una casa ai danni di due cittadini che non avevano fatto assolutamente niente di male, avevano esercitato un diritto costituzionale previsto dall’Art. 21 della Costituzione.
Tra l’altro esponendo un pensiero che non era neanche loro, ma era di Quintiliano, che quando saranno finite le ricerche, forse quegli agenti della Digos, scopriranno essere anche ampiamente morto. Altro fatto che segnala un preoccupante scivolamento verso il regime del nostro paese in controtendenza tra l’altro rispetto invece a momenti in cui le forze dell’ordine anche ai massimi livelli sanno tenere la schiena dritta, non più tardi di due sabati fa la Questura di Roma ha tenuto botta davanti agli insulti, minacce e addirittura alle calunnie, infamie che alcuni cialtroni del centro-destra hanno lanciato contro la Polizia romana soltanto perché i responsabili della polizia hanno calcolato, secondo me anche esagerando, in 150 mila i partecipanti alla misera manifestazione di Piazza San Giovanni con Berlusconi con lo scolapasta in testa, erano probabilmente 60/70 mila i partecipanti a quella manifestazione, in Questura generosamente glieli hanno portati a 150 mila, ma loro avevano detto che erano un milione e quindi anche i 150 mila generosamente concessi dalla Questura, sono sembrati un attentato all’immagine del Presidente del Consiglio.
Quello è stato un segnale che ci ha fatto piacere perché ci ha fatto vedere che esiste ancora un’autonomia da parte delle forze dell’ ordine rispetto non al governo, perché poi li ha difesi anche Maroni i poliziotti, ma rispetto agli esaltati, ai fanatici dell’entourage berlusconiano.
Le punizioni a Gioacchino Genchi
Purtroppo in controtendenza con questo evento, negli stessi giorni succedeva una cosa, Gioacchino Genchi, è un vicequestore di Polizia, è in servizio da 23 anni, ha lavorato con Giovanni Falcone e poi ha lavorato per cercare di scoprire, in mezzo a depistaggi di ogni genere, chi aveva ucciso Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino.E' uno delle memorie storiche delle indagini tecnologiche, telefoniche e telematiche per trovare non solo gli esecutori e i mandanti diretti del primo cerchio, ma anche i mandanti occulti delle stragi e di tutto quello che c’è intorno la fine della prima Repubblica e l’inizio della seconda, per queste ragioni è diventato un pericolo pubblico, per i cattivi, per i malfattori, per queste ragioni dovrebbe essere protetto dalla polizia.
Per anni ha lavorato in aspettativa sindacale privatamente, adesso l’anno scorso è rientrato nei ranghi della Polizia, ma subito dopo è bastato un avviso di garanzia e una perquisizione realizzata dagli uomini del Ros e disposta dal Procuratore Achille Toro di Roma, Procuratore aggiunto, ora dimissionario perché beccato a combinarne di cotte e di crude nello scandalo della protezione civile, per quell’inchiesta nel mentre di quell’inchiesta Genchi è stato sospeso dal servizio, gli hanno ritirato il tesserino, la pistola, il distintivo, ha subìto poi un’altra sospensione e le sospensioni dal servizio finivano il 23 marzo, meno di una settimana fa, a quel punto avrebbe dovuto rientrare in servizio, invece proprio il 22 marzo, alla vigilia del suo rientro in servizio, gli è arrivato un altro provvedimento di sospensione, firmato il Capo della Polizia, Antonio Manganelli. “Visto il Dpr, la legge, il Decreto Legislativo, i decreti… con cui sono stati aggiunti al vicequestore aggiunto della Polizia di Stato Genchi due sanzioni disciplinari della sospensione del servizio ognuna per la durata di 6 mesi, che cumulano i loro effetti fino al 23 marzo 2010, considerato che gli accennati provvedimenti disciplinari sono stati adottati a carico del funzionario per avere lo stesso rilasciato dichiarazioni gravemente lesive del prestigio di istituzioni dello Stato, poi riportate su organi di stampa nazionali e nonostante specifiche e puntuali iniziative poste in essere dall’amministrazione volte a richiamare il Dott. Genchi a attenersi alle disposizioni dipartimentali sui rapporti con gli organi di formazione, viste le dichiarazioni rese dal Dott. Genchi nel corso di un convegno svoltosi a Cervignano nel Friuli il 6 dicembre 2009, e nel corso del congresso dell’Italia dei valori del 6 febbraio 2010 a Roma, alle quali è stata data ampia diffusione sui mass media a livello nazionale. Considerato che il contenuto delle dichiarazioni rese dal funzionario anche in questa circostanza pericolosamente lesivo per il prestigio delle istituzioni dello Stato, sembrerebbe potenzialmente idoneo a concretizzare un comportamento fortemente scorretto sotto il profilo deontologico da parte di un funzionario della Polizia di Stato, proprio in relazione ai doveri connessi alle funzioni rivestite e alle responsabilità sottese alla qualifica coperta e quindi valutabili disciplinarmente, considerato, infatti, che è ancorché sospeso dal servizio e non tenuto quindi a attenersi agli obblighi strettamente connessi allo svolgimento della prestazione lavorativa, il Dott. Genchi come ogni appartenente all’amministrazione della pubblica sicurezza deve comunque rispettare tutti quei doveri generali che siano compatibili con il suo attuale status giuridico, tra cui il dovere di fedeltà e correttezza nella condotta.
Considerato che in relazione al comportamento in questione in quanto apparentemente suscettibile di integrare fattispecie di inflazioni disciplinari, punibili con una sanzione più grave della deplorazione, in data odierna è stata disposta nei confronti del funzionario un’inchiesta disciplinare ai sensi dell’Art. 19 etc., ritenuto inoltre che dalla lettura delle dichiarazioni concesse appare che il funzionario nonostante i provvedimenti adottati nei suoi confronti stia perseverando in una gravissima condotta assolutamente in contrasto con i propri doveri, oltre che pregiudizievole per l’immagine e il decoro delle istituzioni di appartenenza e gli altri organismi dello Stato, ritenuto che per quanto sopraesposto sussistano gravi motivi previsti dall’Art. 92 per l’adozione nei confronti del Dott. Genchi della sospensione cautelare dal servizio per motivi disciplinari, visto il secondo comma etc., così come modificato decreta per i motivi indicati in premessa il Vicequestore aggiunto della Polizia di Stato Dott. Gioacchino Genchi e sospeso cautelarmente dal servizio ai sensi del combinato disposto etc., a decorrere dal giorno successivo della data di notifica, quindi del 23 marzo, esattamente dal giorno in cui dopo un anno di sospensione in seguito a due provvedimenti successivi di 6 mesi, lui avrebbe dovuto rientrare in servizio.
Al predetto funzionario, è citato un funzionario che deve citare l’inchiesta a Genchi, compete un assegno alimentare nella misura stabilita dalle vigenti disposizioni di legge, non lo lasciano senza mangiare, il Direttore centrale per le risorse umane incaricato dell’esecuzione del presente decreto attraverso il quale ha ammesso presentare ricorso giurisdizionale al Tar etc., Direttore generale della pubblica sicurezza Manganelli.”
Genchi fuori, macellai dentro
Come vi ho detto c’è un’inchiesta disciplinare aperta, perché? Questo è il provvedimento cautelare di sospensione per altri 6 mesi, terzo, dopo il quale c’è la radiazione, perché hanno fatto il provvedimento di indagine?
L’inchiesta interna disciplinare? Perché Genchi, come avete sentito, ha fatto un convegno a Cervignano del Friuli dicendo delle cose e poi ha accettato di intervenire non al congresso dei ladri, dei mafiosi, degli stupratori, al congresso di un partito che si chiama Italia dei valori che a alcuni può piacere a qualcun altro può non piacere, ma ha esercitato il suo diritto di poliziotto, tra l’altro sospeso, quindi non è neanche in questo momento in servizio e perché ha parlato, ha parlato perché ha voluto rispondere a alcune contestazioni, ha detto alcune cose condivisibili, altre non condivisibili, come è legittimo che ogni cittadino faccia, ha leso gravemente le istituzioni, beh più di quanto non le ledano coloro che le rappresentano, credo sia difficile, perché era stato sospeso l’altra volta? Era stato sospeso perché aveva dato un’intervista a un settimanale in cui spiegava il suo ruolo di consulente tecnico, visto che nessuno capiva quale era il suo ruolo e i giornali continuavano a scrivere che lui intercettava milioni di persone, mentre lui non ha mai fatto intercettazioni, poi aveva risposto su Facebook a Gianluigi Nuzzi che lo aveva accusato di cose molto gravi e lui gli aveva risposto su Facebook, non ho idea se un poliziotto possa rispondere su Facebook, può darsi che non possa, può darsi che non possa neanche dare un’intervista, vedo continuamente interviste di uomini delle forze dell’ordine, vedo dichiarazioni, può essere che Genchi non possa e gli altri possono, mi interessa fino a un certo punto.
Quello che mi domando è: dato che siamo praticamente alla sicura radiazione di Genchi dopo la terza sospensione dal servizio, a meno che il Tar non annulli questi provvedimenti, la domanda è: è proporzionato quello che ha fatto Genchi o è accusato di avere fatto, parlato, espresso opinioni pubblicamente con la sanzione che gli si vuole comminare rispetto anche a un signore che per 25 anni ha servito fedelmente lo Stato aiutando tribunali, pubblici Ministeri, corti di assise, d’appello etc., a far condannare centinaia e centinaia di assassini, stragisti, sequestratori, trafficanti di droga? Soprattutto la Polizia di Stato è così inflessibile con i suoi membri? Con i suoi uomini in organico quando violano altre norme? Ammesso e non concesso che Genchi abbia volato delle norme? Se ha violato delle norme ha violato delle norme interne, non certo degli articoli del Codice Penale perché rispondere a un giornalista su Facebook non è reato, dare un’intervista non è reato, se ci fossero dei reati sarebbe stato condannato per diffamazione, calunnie etc., cosa che non è, è indagato dalla Procura di Roma per iniziativa di quel famoso Achille Toro di cui abbiamo visto recentemente le gesta.
Al di là di quello, poi uno è indagato, poi si vedrà se viene condannato oppure no, per il momento non c’è neanche da quello che so, la richiesta di rinvio a giudizio, allora? Allora può essere che ci siano dei regolamenti interni, delle cose, noi siamo di fronte veramente a un comportamento curioso da parte dei vertici della Polizia, per esempio per le violenze e le torture alla Scuola Diaz e alla Caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova sono state condannate decine e decine di persone, molte delle quali agenti o funzionari o dirigenti di polizia, vogliamo fare qualche esempio? Vincenzo Canterini è stato condannato a 4 anni in primo grado per le violenze alla Diaz e è stato promosso Questore e ufficiale di collegamento dell'Interpol all’Ambasciata di Bucarest italiana.
Michelangelo Fournier, quello che parlò di una macelleria messicana, vergognandosi di quello che era successo, condannato a 2 anni in primo grado è ai vertici della direzione centrale antidroga della Polizia di Stato, Alessandro Perugini, famoso per avere preso a calci in faccia un ragazzo di 15 anni è stato condannato in primo grado a due anni e 4 mesi per le sevizie di Bolzaneto e a due anni e 3 mesi per altri arresti illegali, è diventato capo del personale alla Questura di Genova e poi dirigente della Questura di Alessandria.
Sapete chi è l’unico che è stato sospeso dal servizio dopo la condanna in primo grado per i fatti di Genova? E’ un dirigente di Polizia Municipale che aveva strappato la mano a un manifestante, ma non l’hanno sospeso perché aveva strappato la mano a un manifestante, per quello sarebbe ancora in servizio, l’hanno sospeso perché hanno scoperto che aveva stuprato anche delle prostitute che erano in stato di fermo in un ufficio di Polizia, per lo stupro delle prostitute, non per lo squarciamento della mano, l’hanno cautelarmene sospeso, quindi è nelle stesse condizioni di Genchi, uno che a scritto una risposta su Facebook e uno che ha squarciato una mano a un manifestante minorenne e ha violentato delle prostitute in stato di fermo, sullo stesso piano, gli altri due anni e mezzo, due anni e 4 mesi e 8 mesi etc., tutti in servizio, oppure promossi!
Allora la domanda è, dato che vi ho letto prima quella giaculatoria: “ha leso gravemente il prestigio e l’onore delle istituzioni, la sua presenza in servizio è nociva per l’immagine della Polizia”, a proposito di Genchi, la domanda è: pestare a sangue e torturare manifestanti che non hanno fatto niente in una scuola o in una caserma, è per caso lesivo per il prestigio delle istituzioni? E la permanenza in servizio di chi ha fatto queste cose è per caso nociva per l’immagine della Polizia? Fino a quando a pagare sarà soltanto Genchi che ha fatto un’intervista e un intervento al congresso dell'IdV e una risposta a Facebook e non gli autori di violenze etc., etc., saremo autorizzati a pensare molto male e io di questo mi dispiaccio perché sono sempre stato un difensore della Polizia e delle forze dell’ordine. Mi piacerebbe che i vertici della Polizia ci aiutassero a avere fiducia in loro e a solidarizzare con loro, passate parola!
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Finalmente Travaglio tratta l'argomento dei vari fatti di cronaca,dove dentro e fuori le carceri o nei primi interrogatori,i fermati o gli arrestati fanno una brutta fine,e l'alone di drammatico mistero,criminale però,rimane per anni nella cortina fumogena,quando poi si arrivi a sentenza,normalmente si tratta di assoluzioni o di pene irrisorie.
[ Kenzo ]
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